Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

giovedì 11 giugno 2020

Festum Ss.mi Corporis Christi

                                                                                                                                 
                                                                                                                                                                                                                             
Una festa di popolo,
la Solennità del Corpus Domini, Corpo e Sangue di Cristo, che cade il giovedì dopo la festa della Santissima Trinità, e celebra il mistero dell'Eucaristia istituita da Gesù nell’Ultima Cena. Oggi noi fedeli e popolo di Dio siamo stati privati dalla “vita eucaristica”, poichè le autorità religiose,non sono state in grado di difendere i diritti di Dio e la libertà della Chiesa,sono fuggiti come tanti mercenari dinnanzi ai lupi che tentavano di sbranare il gregge, non hanno avuto coraggio, tanto o poco per infiammare il mondo con il fuoco dell’amore di Dio.Tuttavia possiamo ancora realizzare una “vita eucaristica”, grazie a quei molti sacerdoti che perdendo tutto, o quasi tutto, hanno ancora conservato la Fede. L’ostia consacrata racchiude la persona del Cristo: siamo chiamati a cercarla davanti ai tabernacoli nelle chiese di tutto il mondo dove ancora si celebra il Santo Sacrificio dell'altare " la messa di sempre" quella vera dove Gesù nell'eucarestia viene adorato e non trattato come un possibile untore .

Il Corpus Domini (Corpo del Signore), è sicuramente una delle solennità più sentite a livello popolare, vuoi per il suo significato, che richiama la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, vuoi per lo stile della celebrazione. Pressoché veniva svolta in tutte le diocesi infatti, si accompagnava a processioni, rappresentazione visiva di Gesù, che percorre le strade dell’uomo, con l'ascesa al trono di San Pietro il successore di papa Benedetto XVI, l'argentino pontefice nella città di Roma, non vuole più la processione del Corpus Domini e la sposta alla domenica successiva. Ma la tradizionale processione romana del Corpus Domini che dal sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano,che percorrendo tutta via Merulana,e arrivava fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore che fine ha fatto? Carissimi amici, non esiste più è stata soppressa nel 2017. Benedetto sia il Covid-19, quanto per la CEI, quanto per Bergoglio che con la scusa della pandemia in Italia, e in tanti altri paesi di tradizione cattolica, possono essere estirpate queste pagane manifestazioni dal cuore e dei fedeli, che a loro dire rallentano il procedere dell'unità con luterani, e eretici di ogni genere. Dunque niente processione del Corpus Domini per le strade di Roma, o in altri luoghi lo dice Papa Francesco. L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, continua a prolungare i suoi effetti anche sui riti e le tradizioni della Chiesa. Ai cattolici adesso la scelta, obbedire al Papa ai vescovi che si sono venduti al mondo, oppure  obbedire a Dio e a quei sacerdoti e vescovi che resistono alla dissoluzione della Chiesa e delle famiglie chiesa domestica. Qui per la messa di sempre

L’estensione della solennità a tutta la Chiesa però va fatta risalire a papa Urbano IV, con la bolla Transiturus dell’11 agosto 1264. È dell’anno precedente invece il miracolo eucaristico di Bolsena, nel Viterbese. Qui un sacerdote boemo, in pellegrinaggio verso Roma, mentre celebrava la Santa Messa, allo spezzare l’Ostia consacrata, fu attraversato dal dubbio della presenza reale di Cristo. In risposta alle sue perplessità, dall’Ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino (conservato nel Duomo di Orvieto) e alcune pietre dell’altare ancora oggi custodite nella basilica di Santa Cristina. Nell’estendere la solennità a tutta la Chiesa cattolica, Urbano IV scelse come collocazione il giovedì successivo alla prima domenica dopo Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). E incaricò il teologo domenicano Tommaso d’Aquino di comporre l’officio della solennità e della Messa del Corpus et Sanguis Domini. In quel tempo, era il 1264, san Tommaso risiedeva, come il Pontefice, sull’etrusca città rupestre di Orvieto nel convento di San Domenico (che, tra l’altro, fu il primo ad essere dedicato al santo iberico). Il Doctor Angelicus insegnava teologia nello studium (l’università dell’epoca) orvietano e ancora oggi presso San Domenico si conserva ancora la cattedra dell’Aquinate e il Crocifisso ligneo che gli parlò. Tradizione vuole infatti che proprio per la profondità e completezza teologica dell’officio composto per il Corpus Domini, Gesù - attraverso quel Crocifisso - abbia detto al suo prediletto teologo: "Bene scripsisti de me, Thoma". L’inno principale del Corpus Domini, cantato nella processione e nei Vespri, è il "Pange lingua" scritto e pensato da Tommaso d’Aquino.

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