Santità: L'invito è a non cedere alla rassegnazione “nelle nostre paure”. Solo con Lui, davvero, “tutto andrà bene”.
Beatissimo Padre,
stamani, nella Messa da Voi celebrata nella cappella della Domus Sanctae Martae, Voi elevavate questa preghiera al Signore: «In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni». Tutto il popolo di Dio, che questa mattina ha assistito alla Santa Messa per via TV, è con Lei, Santo Padre! E tutte le persone di buon senso concordano con il pensiero paterno della Santità Vostra! Però, Vostra Santità ci conceda di ricordarVi che il Sommo Pontefice in primis deve guidare e pascere il popolo di Dio, realmente e non virtualmente, così come la Santità Vostra ribadisce spesso, che il pastore deve avere l'odore delle pecore. Inoltre, vogliamo rammentare alla Santità Vostra e a tutto l'Episcopato dell'orbe cattolico, che per seguire il mondo (vedasi i vari consigli dei diversi virologi e dei vari Capi di Stato) i pastori rischieranno di puzzare di tubo catodico e non più di vera lana ovina. Per mandato divino, il Governo della Santa Chiesa spetta unicamente a Voi, e non può essere delegato a un troupe di virologi o ai Capi di Stati o Governi laici. Questo non è stato mai previsto dal Divin Redentore, di cui Voi ne siete il Vicario in terra.
Santità, Voi invitate i fedeli ad obbedire alle disposizioni emanate dal Governo laico. Questo significa concretamente, riguardo al caso del culto, che i fedeli debbano accontentarsi attualmente di una trasmissione della fede solo virtuale. E alla fine della pandemia, chi potrà ritrarre i fedeli dalla convinzione che tale modo di operare durante la pandemia non sia normale anche in tempi migliori? Già questo era diffuso, nei tempi anteriori allo scoppio dell'emergenza sanitaria, allorché le persone, non impedite da alcunché e professandosi cattolici, preferivano attendere al precetto domenicale seguendo semplicemente la Santa Messa per via TV o radio. Vorremmo ricordare a Vostra Santità e all'Episcopato, che il primo precetto della Chiesa ci obbliga di assistere alla Santa Messa la domenica e nelle feste di precetto, e si richiede una presenza fisica. Chi guarda la Messa in TV o tramite i mezzi di comunicazione o social non adempie in sé tale precetto! È esentato della presenza fisica, a norma del diritto canonico, solo coloro che sono gravemente malati.
"La Messa è tutto" diceva il beato Clemente Marchisio. Udire la messa la domenica e le altre feste comandate corrisponde al nostro dovere di santificare le feste partecipando al Santo Sacrificio offerto sull'Altare. Non è dunque prioritariamente per ricevere qualche cosa, nemmeno la Santa Comunione, che si va a Messa, ma per compiere il proprio stretto e primario dovere di giustizia: dare a Dio il culto dovuto, nel modo che Lui si è compiaciuto rivelare degno, congruo e gradito. Ad un simile dovere che ci obbliga come creature nei confronti del Creatore, non ci può sottrarre che una grave necessità. Più che pensare al bene che possiamo trarre dalla costrizione forzata nelle nostre case, e nemmeno all'utilità fruire dei beni spirituali della frequenza ai Sacramenti, dunque, crediamo che la questione della partecipazione alla Messa si debba affrontare valutando se esistano le condizioni oggettive e soggettive per non essere tenuti al primario nostro dovere religioso. Escludendo in questo caso il pericolo prossimo di peccato, che sarebbe motivo anche per non recarsi a Messa, ma che qui ora non c'entra, ci si deve domandare se vi sia un pericolo prossimo di esporsi temerariamente ad un grave male, tale da giustificare la mancanza alla celebrazione della Santa Messa. Ora, l'uscita prudente da casa è un pericolo prossimo di contagio? - Sembrerebbe di no per ammissione stessa delle autorità civili che autorizzano ad uscire per lo sport, per recarsi a fare la spesa e dal 4 maggio anche per visitare la nonna, la fidanzata e persino il compagno felice (purché il radicamento nella perversione sia stabile): l'intenzione dell'uscita in nessun modo influisce sulla pericolosità perché se qualcuno viene a contatto col bacillo non è che esso sappia che la persona è per strada per andare dalla zia ed allora non lo prende, mentre se la stessa persona è fuori per andare a Messa il bacillo virale lo assale senza pietà.
Santità, ci giungono notizie di una sorta di protocollo che il Governo vorrebbe istituire, in accordo con la Cei, un numero chiuso per la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni della Messa, numero chiuso che sarebbe scelto a discrezione del parroco e degli Ordinari del luogo. Ciò è immorale ma anche soprattutto contrario al Codice di Diritto Canonico, ove si enuncia che è da assicurarsi a tutti i fedeli la ricezione dei Sacramenti. Visto che già in diversi luoghi di Italia avviene clandestinamente questa discriminazione, non vorremmo che diventi la prassi durante la fase 2.
Santità, quando a Roma l'Eminentissimo Cardinale Vicario chiuse materialmente le chiese, Voi tuonaste per la riapertura e così fu. Invece, in altre Diocesi italiane le restrizioni sono state ulteriormente aggravate dagli Ordinari diocesani, che, superando le stesse disposizioni del Governo e contrariamente alle risoluzioni comuni di tutto l'Episcopato della provincia ecclesiastica romana, hanno disposto la chiusura di tutte le Chiese, privando dell'ultimo conforto consentito ai fedeli, ossia la visita al Santissimo Sacramento dell'Altare. Il Vostro clero, Santo Padre, è scomparso dalla circolazione e si è rintanato nelle Curie, nella Canoniche e Sacrestie, colla la loro cricca di fiducia. Sono gemme rare quei sacerdoti, che sprezzanti dei pericoli e della minacce delle FF.OO., sono rimasti accanto ai loro fedeli. Quindi, Voi chiedete ancora obbedienza allo Stato, nonostante i soprusi perpetrati sui Vostri figli laici e sacerdoti: ora basta! Santissimo Padre, l'ora è suonata: la Chiesa si riprenda la Sua sovranità e i ministri di Dio riportino ai fedeli i Sacramenti e permettano la partecipazione alla Santa Messa!
Gregorius et Hildegardis
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