Cei: mons. Russo
Il Governo italiano e il comitato tecnico scientifico hanno l'arroganza anche di imporre la soluzione e quanto possiamo apprendere dal comunicato che porta la firma del segretario generale della Cei Mons.Stefano Russo che ne sposa con entusiasmante zelo la proposta .
Il Viminale, attraverso una comunicazione ai prefetti, sia la Conferenza episcopale italiana, con una nota, hanno chiarito ogni aspetto delle celebrazioni delle esequie, con la possibilità anche della Santa Messa, rispettando tutti i criteri di sicurezza indicati.
Monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei, che firma la lettera, chiede che prima della cerimonia, in chiesa o all'aperto, sia controllata la temperatura corporea con un termoscanner e sia inibita la partecipazione se è superiore ai 37,5 gradi. Per quanto riguarda la celebrazione delle esequie con la Santa Messa, "nel momento della distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti. Sia il celebrante a recarsi ai posti".
La distribuzione dell’Eucarestia deve avvenire porgendola sulle mani dei fedeli, senza che il celebrante "venga a contatto fisico con esse". La nota complementare ribadisce e specifica quanto si legge sul documento del Viminale, e cioè che la chiesa deve essere igienizzata regolarmente, e spiega come.Nel confronto con le Istituzioni governative e il Comitato Tecnico-Scientifico, la Segreteria Generale sta affrontando le condizioni con le quali, gradualmente, riprendere le celebrazioni con il popolo e le attività pastorali.Nello specifico delle celebrazioni delle esequie, a complemento del testo del Ministero dell’Interno inviato questa mattina, vengono di seguito indicate alcune misure – già condivise – cui ottemperare con cura, nel rispetto della normativa sanitaria e delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.
Prima dell’accesso in chiesa dei partecipanti alle esequie funebri, sia garantita da un addetto alla sicurezza la misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termo-scanner. Questa disposizione è richiesta anche per le celebrazioni all’aperto. Venga bloccato l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5°C.
Vista la possibilità di celebrare le esequie anche con la Santa Messa, nel momento della distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti. Sia il celebrante a recarsi ai posti, dove i fedeli – al massimo quindici – sono disposti nel rispetto della distanza sanitaria.
Il sacerdote indossi la mascherina, avendo cura di coprirsi adeguatamente naso e bocca, e mantenga a sua volta un’adeguata distanza di sicurezza.
La distribuzione dell’Eucarestia avvenga dopo che il celebrante abbia curato l’igiene delle proprie mani; lo stesso abbia cura di offrire l’ostia porgendola sulle mani dei fedeli, senza venire a contatto fisico con esse.
Per quanto concerne la sanificazione, la chiesa sia igienizzata regolarmente, mediante pulizia delle superfici e degli arredi con idonei detergenti ad azione antisettica.
Al termine di ogni celebrazione si dovrà favorire il ricambio dell’aria.
Ove siano presenti spazi idonei, contigui alla chiesa, si prenda in considerazione la possibilità di celebrare le esequie all’aperto, con il rispetto delle distanze di sicurezza e delle altre indicazioni sopra disposte.
Si consideri anche l’ipotesi di celebrare le esequie funebri all’aperto nelle aree cimiteriali ove vi sia la possibilità di mantenere un adeguato distanziamento fisico.
L’Autorità ecclesiastica competente informi tutti i fedeli e chiunque entri in chiesa sulle disposizioni di sicurezza sopraindicate, sia attraverso i suoi canali di comunicazione, sia affiggendo all’ingresso della chiesa stessa appositi cartelli informativi.(la redazione)
Secondo il vescovo Schneider, qualsiasi divieto di comunione sulla bocca è “infondato”
“la Comunione in bocca è certamente meno pericolosa e più igienica rispetto a quella sulla mano”. Infatti, “da un punto di vista igienico, la mano trasporta un’enorme quantità di germi. Molti agenti patogeni vengono trasmessi attraverso le mani. Stringendo le mani di altre persone o toccando frequentemente oggetti, come maniglie delle porte o corrimano e maniglioni sui mezzi pubblici, i germi possono passare rapidamente da una mano all’altra; e con queste mani e dita non pulite le persone toccano spesso il naso e la bocca. E i germi possono sopravvivere per giorni sulla superficie degli oggetti toccati”. qualsiasi divieto di comunione sulla bocca è “infondato”, ed è come se le autorità della Chiesa "appoggiate dal governo" stessero usando il coronavirus come “pretesto” per per rendere più banale il modo di ricevere la Comunione. Sembra, dice il vescovo, che alcuni rappresentanti cattolici mostrino una sorta di “cinica gioia” nel diffondere sempre di più “il processo di banalizzazione e de-sacralizzazione del Santissimo e Divino Corpo di Cristo nel sacramento eucaristico, esponendo il Corpo del Signore a veri pericoli di irriverenza (perdita di frammenti) e sacrilegio (furto di ostie consacrate)”.
Una delle cose più incomprensibili, e comunque sbagliate, della chiesa e di quanti si definiscono Pastori, e farsi scrivere la tabella di marcia da un manipolo di burocrati che non sanno distinguere uno starnuto da una influenza.
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