Alle Vostre Eminenze ed Eccellenze che leggeranno questa breve lettera.
Eminenza Reverendissima Card. Gualtiero Bassetti, apprendiamo dal quotidiano Avvenire la Sua supplica al Signore durante la Santa Messa della III Domenica di Pasqua, da Lei presieduta ancora una volta senza concorso di fedeli e a porte chiuse, come nel resto di Italia. Da quando la Chiesa italiana ha scelto di accogliere la decisione del Governo riguardo la sospensione del culto pubblico con il concorso del popolo, una decisione azzardata da parte della CEI che ha permesso allo Stato di interferire nella vita e azione della Chiesa rendendola dipendente dallo Stato civile, come se fosse un qualsiasi ente statale, la gerarchia ecclesiastica, dinanzi al popolo fedele di Dio e all'opinione pubblica, ha perso ogni forma di credibilità.
«Signore noi abbiamo bisogno di te! Dei tuoi gesti e delle tue parole: speriamo di poter tornare presto a celebrare l’Eucarestia! Te lo chiediamo col cuore». Eminenza, lodevole la preghiera di supplica, ma vorremmo ricordarLe che ai Pastori, cui è stato affidato di pascere il gregge per volontà del Signore cui Lei si rivolge, è dato ogni potere per non trarre la Santa Chiesa nei lacci della costrizione statale. Non più di tre giorni fa, Eminenza, aveva annunciato trionfalmente: «È ora di tornare a Messa». Lei era sicuro, che il 10 maggio avrebbe visto, anche se con limitazioni, la ripresa della Messe con il popolo. Invece, Vostra Eminenza, è arrivato un'ennesimo schiaffone così duro, condito da una sottile presa in giro, da parte del «devoto» Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma quando si colpisce un Principe della Chiesa, un Successore degli Apostoli, si colpisce lo stesso Corpo Mistico di Cristo! E questo oltraggio non può farci tacere! Eh no, Eminenza, non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo tacere! È ora che i Vescovi italiani prendano in mano la situazione. Non possono più accettare il diniego dello Stato e vedere compromesso l'esercizio della libertà di culto. Abbiate finalmente il coraggio di dare un sussulto di dignità, verrebbe a dire. Se Voi Vescovi lo aveste detto due mesi fa, non saremmo a questo punto, anche perché le stesse misure precauzionali per l'emergenza potevano esser bene adottate sin da allora senza pregiudicare il culto. Eminenza, sa quanti sacerdoti, quanti laici sono insoddisfatti per la resa senza condizioni da parte della CEI, che agisce in modo verticistico e senza tener conto del popolo che dovrebbe, per mandato divino, rappresentare e difendere dai soprusi dei nemici della Chiesa? Per questo deve iniziare con tutta l'assise episcopale (che è prossima a riunirsi) a fare la voce grossa con il Governo. Se la CEI vuole riacquistare credibilità, deve dare seguito, sin da subito, a queste parole: le Messe sono possibili già da subito rispettando le condizioni di distanziamento sociale. Con questo la Chiesa riaffermerebbe la propria libertà e sovranità, che il Governo tecnocratico sta calpestando. Voi Vescovi, avrete il coraggio di arrivare fino in fondo? Auspichiamo di sì! Ma temiamo che nella CEI prenda il sopravvento il solito mercanteggiare politico alla ricerca di un compromesso. L'unica possibilità, che vediamo al momento, è solo un movimento dal basso, di laici e sacerdoti, che facciano pressione sui propri Vescovi, affinché si riaffermino i diritti della libertà della Chiesa, mai così a rischio in Italia.
Gregorius et Hildegardis
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