Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

martedì 10 aprile 2018

C’ERA UNA STRATEGIA GIÀ PREPARATA E PIANIFICATA "PILOTARE IL CONCILIO"

massoneria e giudaismo al concilio

AZIONE DELLA MASSONERIA "DENTRO" E DURANTE IL VATICANO II

Da cinquant’anni a questa parte, il liberalismo ha conquistato anche la Chiesa ed è per questo che i cattolici rimangono perplessi. Nuova messa, nuova teologia sacramentaria, nuovo catechismo, nuovo diritto canonico.... E’ una nuova religione che si sta instaurando. Come, cambiando un pò qua e un pò la, si può cambiare tutto...Quale Chiesa oggi?“Esiste un diritto dell’intero popolo di Dio perchè gli venga esplicitato con chiarezza ed oggettività che cosa sia stato il Vaticano II.? Ne va della fede e dell’autentica testimonianza cristiana. “Nel 1959 giunsero a Roma le risposte dei Vescovi di tutto il mondo alla lettera del Card. Tardini in cui si chiedeva loro di indicare le materie e gli argomenti da discutere nel prossimo Concilio (Roberto de Mattei, p. 128) . Le circa 3000 lettere pervenute costituiscono la materia di 8 volumi degli Acta et documenta concilio Vaticano II apparanda./.../La stragrande maggioranza dei padri chiedono solo una moderata riforma sulla linea della Tradizione; la condanna dei mali moderni, interni ed esterni della Chiesa, del relativismo, del modernismo, soprattutto del comunismo e nuove definizioni dottrinarie, in particolare riguardanti la Beata Vergine Maria /.../ e la Regalità di Cristo da opporre al laicismo imperante.

(N.d.R. = Non c’è traccia di tutte le cosiddette novità salva-vita così sbandierate ed esaltate nel postconcilio = N.d.R.) /.../ Il Concilio non esaudì le richieste che emergevano dalle richieste dei Padri, ma assecondò le rivendicazioni di una minoranza che, sin dall’inizio, con un colpo di mano, riuscì a porsi alla testa dell’assemblea e ad orientarne le decisioni. È quanto emerge inconfutabilmente dai dati storici” (Roberto de Mattei, Vaticano II Una storia mai scritta, Lindau, 2010, pp. 135-138). Insomma un vero “colpo di mano”. B) “Nell’ottobre del 1962, alla vigilia dell’apertura del Concilio, il Papa sostituì Bugnini con l’ottimo Padre Ferdinando Antonelli. Tra tutti i segretari delle commissioni preparatorie, il solo Bugnini non fu confermato segretario e gli fu tolta la cattedra di Scienze Liturgiche dell’Università del Laterano. Con questi provvedimenti Giovanni XXIII si mostrava chiaramente scontento dell’indirizzo preso dalla Commissione liturgica” (Roberto de Mattei, Una storia mai scritta, pp. 185-187). Mons. Felici fece ritirare dalle librerie cattoliche la traduzione italiana della lettera pastorale del card. Alfrink (dicembre 1960) sottoscritta dai vescovi olandesi, infetta di episcopalismo (l’infallibilità pontificia – secondo loro - sarebbe dentro l’infallibilità dell’episcopato mondiale, che, a sua volta, sarebbe fondato sull’infallibilità di tutta la comunità) (cfr. Roberto de Mattei), “Y. Congar (“esperto” al Concilio) aveva ben chiara la strategia da seguire:il coinvolgimento dell’opinione pubblica per fare avanzare al Concilio le richieste più audaci espresse da H. Kung (altro “esperto” al Concilio) /…/ È necessario che la pressione dell’opinione pubblica cristiana spinga il Concilio a esistere veramente e a concludere qualcosa” (Congar, Diario, vol. I, p. 66) (cfr. Roberto de Mattei, Una storia mai scritta, p 189). Nella prospettiva di Chenu (“esperto” al Concilio) e di Teilhard, avrebbe dovuto essere il mondo ad impregnare del suo spirito la Chiesa e non la Chiesa a santificare il mondo. /.../ Teilhard de Chardin era morto nel 1955. Nel 1957 il Sant’Uffizio aveva ordinato che le sue opere fossero ritirate dalle librerie cattoliche. Il 30 giugno del 1962, alla vigilia dell’apertura del Concilio, un Monitum del Sant’Uffizio ne aveva condannato ulteriormente le opere.Ma nello stesso anno (cioè contemporaneamente al Monitum del Sant’Uffizio che veniva così disatteso) era stato pubblicato un libro del padre Henry De Lubac (“esperto” al Concilio) su “La pensée religieuse du Pére Teilhard de Chardin, ed era apparso un articolo del padre Daniélou (“perito” al Vaticano II e morto nel 1974 improvvisamente e in modo strano) dal titolo “Signification de Teilhard de Chardin” in cui si esaltava l’eretico umanesimo integrale di Teilhard. Il suo nome aleggiava sul Concilio imminente e ne avrebbe costituito una chiave interpretativa” (Roberto de Mattei, Una storia mai scritta, pp. 189-190). D) “Tra coloro che accoglievano le tesi di Y. Congar c’era un gruppo di Padri conciliari del Centro-Europa, tra cui spiccava il neo-eletto primate del Belgio, il cardinale Leo-Joseph Suenens da cui era affascinato Giovanni XXIII. Nel mese di giugno 1962 il (massone) SUENENS riunì un gruppo di cardinali al Collegio belga di Roma, tra i quali gli arcivescovi di Monaco (il massone) DOPFNER, (il massone) LIÈNART di Lille, MONTINI di Milano, per discutere UN PIANO E UNA STRATEGIA PER IL PROSSIMO CONCILIO. Alla riunione parteciparono il card. Dopfner, il (vecchio massone) Card. Liénart, Montini e anche Siri. Suenens criticava gli schemi predisposti dalle Commissioni preparatorie e suggeriva al Papa di creare una commissione ristretta di pochi membri, per rispondere ai grandi problemi di attualità pastorale, evitando il pericolo d’immobilismo”. (cfr. Roberto de Mattei, Vaticano II, Una storia mai scritta, Lindau, 2010, pp. 192-193). E) “Nel mese di Agosto 1962, prima dell’apertura del Concilio, giunse al Papa la supplica di un cardinale canadese, il (massone), Paul-Emile Lèger. La lettera era firmata da altri cardinali massoni: Liénart, Dopfner, Alfrink, Konig e Suenens. Il documento criticava apertamente i sette primi schemi che avrebbero dovuto essere discussi nell’assemblea, affermando che essi non si accordavano con l’orientamento che Giovanni XXIII intendeva dare al Concilio” (cfr. Roberto de Mattei, Vaticano II, Una storia mai scritta, Lindau, 2010, p. 194). (N.d.R. = Invece Giovanni XXIII – a proposito di questi stessi schemi - nel discorso di apertura del Vaticano II affermò che: “In questi tre anni è stato svolto un lavoro intenso per preparare il Concilio. /.../ Questo tempo speso nel preparare il Concilio ci sembra sia stato quasi un primo segno e dono della grazia celeste” (n. 3.2). Quindi il rifiuto, al Concilio, degli schemi preparati in quei tre anni, significò gettare nella pattumiera la grazia celeste = N.d.R.). Nel luglio del 1962 Giovanni XXIII ricevette in udienza mons. Pericle Felice che gli presentò gli schemi conciliari rivisti e approvati (N.d.R. = Quelli che i cardinali massoni criticavano apertamente = N.d.R.). “Il Concilio è fatto” esclamò con entusiasmo Papa Roncalli – “a Natale possiamo concludere”! (cfr. Roberto de Mattei, Vaticano II, Una storia mai scritta, Lindau, 2010, pp. 192-193). “Fu grave, e gravido di tristi conseguenze, l’atto di rifiuto dei documenti preparatori, costati più di due anni di lavoro” (cfr. Roberto de Mattei, pp. 144-145).Il punto essenziale di questo «nuovo volto» che si vorrebbe imporre alla Chiesa cattolica, in chiara contraddizione con tutta la dottrina e con la Tradizione di diciannove secoli, è dato senza dubbio dall'amichevole apertura verso l'ebraismo massonico e comunista, nemico mortale del cristianesimo, dalla sua nascita fino ai nostri giorni. Durante tutta la sua Storia, la Chiesa dovette difendersi contro tutte le insidie, e dietro ad ogni eresia, sovversione o delitto anticristiano, incontrò sempre degli ebrei. Ugualmente, nel mondo moderno sono degli ebrei che hanno messo in campo le armi tremende del bolscevismo e del capitalismo internazionale, il cui vero scopo è l'oppressione dei popoli cristiani e la schiavizzazione dell'umanità.
Oltre alle Sacre Scritture, numerose opere di scrittori cattolici, i cui autori sono spesso alti dignitari della Chiesa, ci illustrano l'importanza che il popolo ebraico ha avuto nella storia della civiltà cristiana. In questa breve esposizione, faremo riferimento solo a quanto è avvenuto negli ultimi tempi; quanto esporremo rispetta però tutta la continua tradizione della perfidia ebraica e della conseguente difesa cristiana. È nostra intenzione dimostrare che gli agenti dell'ebraismo sono penetrati nel Tempio del Signore e si sono messi a predicare le eresie apprese nelle leggi talmudiche. Sono giunti al punto di servirsi dello scudo della Sacra Porpora per lanciare le loro false dottrine e per fare pressioni affinché la santa Chiesa - attraverso il Concilio Vaticano II - dichiari delle eresie come proprie. Si tratta di una verità che si può documentare e verificare nel modo seguente:
L'ebraismo internazionale, imbaldanzito dai successi ottenuti nell'ambito temporale, sferra ora un nuovo attacco contro la Chiesa cattolica, esigendo che Essa si contraddica nei suoi insegnamenti scagionando il popolo da ogni colpa di fronte all'intera umanità;

Gli ebrei, che sono giunti ad occupare elevati posti gerarchici nella Chiesa cattolica, hanno persuaso Giovanni XXIII, avvalendosi di un progetto subdolamente presentato, ad acconsentire alla creazione di un Segretariato per l'Unità dei Cristiani che è servito loro da trampolino per diffondere ogni tipo di propaganda in favore degli ebrei, eterni anticristiani. Al contrario, non è stata fatta nessuna propaganda in favore dell'unità dei cristiani; anzi, essi hanno agito contro di essa col creare dissensi in seno stesso alla Chiesa. Questi ebrei, a cui abbiamo accennato, sono il Cardinale Augustin Bea s.j. (1881-1968), Mons. Johannes M. Oesterreicher (1904-1993) e Padre Gregory Baum, ai quali si unirono i Vescovi Mons. Walter Kempe della Germania dell'Ovest - fin qui tutti della terra di Lutero - e Mons. Sergio Mendez Arceo (1907-1992; Mendez è un cognome ispano-ebraico), del Messico. Fatta eccezione soltanto per alcuni Padri Conciliari, che potrebbero obbedire a degli ordini estranei alla Chiesa, la totalità di coloro che hanno appoggiato le tesi in favore degli ebrei è stata ingannata da costoro perché essi hanno saputo nascondere fino ad ora la loro origine.Dalla massoneria non potevano che arrivare parole di elogio per l’anniversario del Concilio Vaticano II. Non che avessimo dubbi, sul punto. Tuttavia, fa una certa specie leggere come, con così tanta leggerezza, un’istituzione come la massoneria palesi in pubblico questa sua simpatia. Segno dei tempi, in cui certe influenze non vanno più occultate. Nel 1972 Paolo VI, ebbe tardivamente a riconoscere che: «Attraverso qualche fessura il fumo di Satana è entrato nella casa del Signore». Era già, decisamente, troppo tardi.

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