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I 140 anni della nascita al cielo dell'Eminentissimo e Reverendissimo Cardinale LUIGI AMAT DI SAN FILIPPO E SORSO Vescovo di Porto, Velletri e Ostia Commendatario di San Lorenzo in Damaso Decano del Sacro Collegio Cardinalizio



«Ecce sacerdos magnus, qui in diébus suis plácuit Deo»: non si può che sintetizzare e ricordare con tali gravi parole la vita di un Uomo, un Sacerdote, un Vescovo, un Principe della Chiesa Romana. Il 30 marzo di 140 anni or sono la Corte Pontificia e la Santa Chiesa tutta piangevano uno dei suoi figli più illustri e fedeli: l’Eminentissimo Cardinale Luigi Amat di San Filippo e Sorso, Decano del Sacro Collegio. Il busto marmoreo del compianto Principe troneggia ieratico ancora oggi, sopra il suo sepolcro, nella Basilica di San Lorenzo in Damaso in Roma, di cui Sua Eminenza fu commendatario. Era egli figlio della gloriosa isola di Sardegna, onore e vanto dell’Archidiocesi Primaziale Cagliaritana, che gli diede i natali.


Discendente da nobile famiglia catalana, trasferitasi in Sardegna durante la dominazione spagnola, nacque a Sinnai (Cagliari), nella residenza estiva della famiglia Amat, il 20 giugno 1796 da Giovanni, marchese di San Filippo, e da Eusebia di Sorso. Frequentò le scuole di retorica e di lettere nel collegio cagliaritano di San Giuseppe, presso i Padri Scolopi, e a 19 anni conseguì la laurea in giurisprudenza presso la Regia Università di Cagliari. Nel 1818 il giovane Amat, dato il brillante ingegno e l’esemplare pietà, fu avviato alla carriera ecclesiastica e annoverato tra gli alunni della Pontificia Accademia dei Nobili Ecclesiastici. Fu ordinato sacerdote nel Duomo di Cagliari sua patria, da S. E. Mons. Nicolo Navoni, Arcivescovo Metropolita di Cagliari e Primate di Sardegna e Corsica. Per l'interessamento del Segretario di Stato di S.S. Pio VII, il cardinale Ercole Consalvi, fu intanto ammesso tra i Prelati Domestici di S. Santità, per poi essere promosso Protonotario Apostolico. Da subito mons. Amat prestò servizio presso la Corte Pontificia e nella Curia Romana, quale officiale della Congregazione del Buon Governo, del Tribunale criminale e vice-legato pontificio a Bologna. In seguito fu promosso Delegato Apostolico della città e ducato di Benevento, di Spoleto e Rieti. Gli fu conferito un canonicato del Capitolo Metropolitano di Cagliari, con prebenda di Sarroch. Il 9 aprile 1827 fu preconizzato arcivescovo in partibus di Nicea e inviato come Nunzio Apostolico presso la Corte di Napoli. Fu consacrato il 22 aprile successivo dal cardinale Giuseppe Maria Spina, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, assisitito dagli Arcivescovi Pietro Caprano, Segretario delle Congregazioni per gli Affari Ecclesiastici Straordinari e Propaganda Fide, e Luigi Bottiglia Savoulx, Decano della Camera Apostolica. Nel capoluogo partenopeo fu di particolare aiuto alla Santa Sede durante i moti del 1831, controllando i movimenti degli elementi rivoluzionari nel Regno delle Due Sicilie. Nel novembre del 1831 fu destinato Nunzio a Madrid. Per la situazione politica della Spagna poté giungere in sede solo dopo la morte di Ferdinando VII (1833), e a Madrid la sua missione, a causa della grave crisi scoppiata per i contrasti tra carlisti e cristini e delle incertezze della S. Sede nel riconoscere il governo di Isabella, si esplicò unicamente in qualche atto di ministero spirituale, soprattutto durante il colera. Le relazioni diplomatiche tra i due stati, fino ad allora solo formali, si ruppero definitivamente nell'agosto del 1835 con l'allontanamento dell'Arcivescovo Amat, che, prima di ritornare a Roma, si fermò per breve tempo a Parigi. Il papa Gregorio XVI gli conferì la gloria della Porpora Romana nel concistoro del 19 maggio 1837, creandolo cardinale presbitero di San Maria in Via. Grande giubilo pervase l’intera isola di Sardegna. Il Marchese Amat illuminò la facciata del palazzo di famiglia nell’antico quartiere di Castello in Cagliari e lo stesso fece fare, a sue spese, per la facciata della Cattedrale. L’Arcivescovo ed il Capitolo Metropolitano di Cagliari cantarono solenne Te Deum in Duomo, a cui si unirono Magistrati civici, nobili, clero e tutto il popolo. Il cardinale Luigi Amat di San Filippo e Sorso era il quarto figlio di Sardegna ad essere innalzato a sì gloriosa dignità. Prima di lui hanno rivestito la Sacra Porpora il cagliaritano Benedetto Cao (XI secolo), diacono di Santa Prassede, creato cardinale dal papa Gregorio VII; il seneghese (Oristano) Agostino Pipia (1660-1730), Maestro Generale dell’Ordine dei frati predicatori, del titolo di San Sisto, creato cardinale da Benedetto XIII; il cagliaritano Diego Gregorio Cadello (1735-1807), Arcivescovo Metropolita di Cagliari e Primate di Sardegna e Corsica, creato cardinale da Pio VII (non ricevette un titolo in quanto mai si recò a Roma dopo il concistoro).
Il 19 novembre successivo al Concistoro, il Pontefice nominò Sua Eminenza Legato Pontificio a Ravenna, con facoltà straordinarie anche per Bologna, Ferrara e Forlì, ove ebbe modo di mostrare qualità di ottimo governante e amministratore, così da ottenere, dopo un triennio, il rinnovo della carica, anche per le richieste degli abitanti di quelle provincie.

In un periodo di particolare fervore politico e in una zona dove i contrasti tra le varie correnti erano spesso molto aspri, il Cardinale si distinse per oculatezza e fedeltà al Pontefice. Egli s'interessò ai problemi dell'agricoltura, favorendo la creazione di stabilimenti industriali a essa connessi, e agevolò gli scambi commerciali mediante l'apertura di nuove strade provinciali. Per impedire ogni forma di speculazione e di usura e incoraggiare nello stesso tempo il risparmio nelle classi povere, promosse l'apertura di numerose Casse di Risparmio in Ravenna e nella provincia.

Questa politica s'incontrava spesso con quella del cardinal Mastai Ferretti, allora legato d'Imola, con cui il cardinale Amat era in perfetto accordo di vedute e di metodo sia per quel che riguardava la politica amministrativa sia nel prevenire ed eliminare i pericoli di ogni possibile cospirazione.

Fu richiamato a Roma nel 1843, nominato prefetto della Sacra Congregazione di Propaganda Fide e presidente della Reverenda Camera degli Spogli. Salito al trono Pio IX, gli fu affidata la legazione di Bologna, dove giunse il 3 gennaio 1847, per rimanervi fino al 28 ottobre dell’anno successivo. Seguì il papa a Gaeta, per poi continuare a servirlo nella Curia Romana una volta rientrato nell’Urbe.

Il 15 marzo 1852 optò per l’ordine dei cardinali vescovi col conferimento della Sede Suburbicaria di Palestrina. Nel corso degli anni, fino alla sua dipartita in cielo, Sua Eminenza ricoprì diverse cariche: Vice Cancelliere di San Romana Chiesa, Sommista delle Lettere Apostoliche, Camerlengo del Sacro Collegio, Arciprete della Patriarcale Basilica Liberiana, Prefetto della Sacra Congregazione del Cerimoniale. Il 27 settembre 1852 sommò al titolo suburbicario la commenda di San Lorenzo in Damaso, ritenendola fino alla morte. Nell’ottobre 1870 optò per la Sede Suburbicaria di Porto, a cui aggiunse le Sedi di Ostia e Velletri il 12 marzo 1877, divenendo Decano del Sacro Collegio Cardinalizio. In tale veste diresse il conclave del 1878, fino a formulare al cardinale Pecci la domanda: “Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?”.

Un mese dopo l’esaltazione al Sommo Pontificato di Leone XIII, Sua Eminenza Reverendissima il cardinale Luigi Amat di San Filippo e Sorso, gloria, onore e vanto dell’isola di Sardegna e del clero cagliaritano, chiuse gli occhi a questo mondo. Era il 30 marzo 1878. Esposto nella Chiesa di Santa Maria in Valicella e sepolto temporaneamente nel cimitero in Campo Verano, fu solennemente traslato nella Basilica di San Lorenzo in Damaso. In memoria aeterna erit justus!

di F. d'Esquivel

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