Questa festa è il compimento delle promesse antiche di salvezza del genere umano, la manifestazione dell’amore ineffabile del Creatore per le sue creature, la celebrazione della venuta al mondo e della manifestazione a tutte le Genti del Messia, Figlio di Dio.
Nei secoli passati molto è stato detto dai santi padri sul mistero dell’Incarnazione. Come loro un tempo, anche noi oggi ascoltiamo con attenzione le parole delle preghiere e degli inni liturgici, meditiamo la Sacra Scrittura che ci trasmette questo glorioso avvenimento e non smettiamo di contemplare con ammirazione questo straordinario miracolo. E’ di primaria importanza che noi cristiani non soltanto esortiamo gli altri a seguire alti ideali morali, ma ci impegniamo di persona a incarnarli nella nostra vita quotidiana, prima di tutto nel servizio concreto al nostro prossimo. Allora, con l’aiuto di Dio, vedremo in noi crescere i veri frutti dello Spirito: “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5, 22).
“Cerchiamo di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone” (Ebr 10, 24). Superando conflitti e divisioni porteremo al mondo il sorprendente annuncio della nascita del Salvatore e con le opere testimonieremo la straordinaria bellezza e forza spirituale della fede cattolica. Gli ultimi decenni hanno comportato per la nostra fede per la nostra vita, non poche difficoltà e prove: a causa di una decadenza e un rilassamento dei valori non negoziabili, esse sono tuttavia prove passeggere e perciò non ci fanno paura. L’esperienza del secolo passato ci ha insegnato molte cose e deve esserci di ammonimento.
Continuiamo a percorrere le vie della salvezza, consci che Dio è con noi. Rafforziamoci nella fede, perché Dio è con noi. Confermiamoci nella speranza, perché Dio è con noi. Sforziamoci di crescere nell’amore, operando il bene, perché Dio è con noi.
Riponiamo tutta la nostra fiducia nel Signore, poiché Egli “è una roccia eterna” (Is 26, 4) e, come testimonia l’apostolo Pietro, “in nessun altro c’è salvezza” (At 4, 12). E che la luce di Cristo rischiari sempre il nostro cammino terreno, e questo cammino ci porti al Regno dei cieli, che il Signore ha preparato per quanti lo amano.
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