Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

domenica 7 gennaio 2018

07-Gennaio prima domenica dopo l’Epifania."Festa della Santa Famiglia"



La Festa della Santa Famiglia si celebra la domenica successiva alla solennità dell'Epifania. Se il Natale ci ha già mostrato la Sacra Famiglia raccolta nella grotta di Betlemme, oggi siamo invitati a contemplarla nella casetta di Nazareth, dove Maria e Giuseppe sono intenti a far crescere, giorno dopo giorno, il fanciullo Gesù. Possiamo immaginarla facilmente (gli artisti l’hanno fatto spesso) in mille situazioni e atteggiamenti, mettendo in primo piano o la Vergine santa accanto al suo Bambino, o il buon san Giuseppe nella bottega di falegname dove il fanciullo impara anche il lavoro umano, giocando.

QUAL È LA STORIA DI QUESTA FESTA?

La festa della Sacra Famiglia nella liturgia cattolica, nel secolo XVII veniva celebrata localmente; papa Leone XIII nel 1895, la fissò alla terza domenica dopo l’Epifania “omnibus potentibus”, ma fu papa Benedetto XV che nel 1921 la estese a tutta la Chiesa, fissandola alla domenica compresa nell’ottava dell’Epifania;papa Giovanni XXIII la spostò alla prima domenica dopo l’Epifania.

PERCHÉ FU ISTITUITA? 

La celebrazione fu istituita per dare un esempio e un impulso all’istituzione della famiglia, cardine del vivere sociale e cristiano, prendendo a riferimento i tre personaggi che la componevano, figure eccezionali sì ma con tutte le caratteristiche di ogni essere umano e con le problematiche di ogni famiglia. Innanzitutto le tre persone che la componevano: Maria la prescelta fra tutte le creature a diventare la corredentrice dell’umanità, che presuppose comunque il suo assenso con l’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele. Seguì il suo sposalizio con il giusto Giuseppe, secondo i disegni di Dio e secondo la legge ebraica; e conservando la sua verginità, avvertì i segni della gravidanza con la Visitazione a s. Elisabetta, fino a divenire con la maternità, la madre del Figlio di Dio e madre di tutti gli uomini. E a lei toccò allevare il Divino Bambino con tutte le premure di una madre normale, ma con nel cuore la grande responsabilità per il compito affidatale da Dio e la pena per quanto le aveva profetizzato il vecchio Simeone durante la presentazione al Tempio: una spada ti trafiggerà il cuore. Infine prima della vita pubblica di Gesù, la troviamo citata nei Vangeli, che richiama Gesù ormai dodicenne, che si era fermato nel Tempio con i dottori, mentre lei e Giuseppe lo cercavano angosciati da tre giorni.

CHI ERA SAN GIUSEPPE?

Giuseppe è l’altro componente della famiglia di Gesù, di lui non si sa molto; i Vangeli raccontano il fidanzamento con Maria, l’avviso dell’angelo per la futura maternità voluta da Dio, con l’invito a non ripudiarla, il matrimonio con lei, il suo trasferirsi con Maria a Betlemme per il censimento, gli episodi connessi alla nascita di Gesù, in cui Giuseppe fu sempre presente. Fu sempre lui ad essere avvisato in sogno da un angelo, dopo l’adorazione dei Magi, di mettere in salvo il Bambino dalla persecuzione scatenata da Erode il Grande e Giuseppe proteggendo la sua famiglia, li condusse in Egitto al sicuro. Dopo la morte dello scellerato re, ritornò in Galilea stabilendosi a Nazareth; ancora adempì alla legge ebraica portando Gesù al Tempio per la circoncisione, offrendo per la presentazione alcune tortore e colombe. La tradizione lo dice falegname, ma il Vangelo lo designa come artigiano; viene ancora menzionato nei testi sacri, che conduce Gesù e Maria a Gerusalemme, e qui con grande apprensione smarrisce Gesù, che aveva dodici anni, ritrovandolo dopo tre giorni che discuteva con i dottori nel Tempio; ritornati a Nazareth, come dice il Vangelo, il Bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza e la grazia di Dio era sopra di lui. Di lui non si sa altro, nemmeno della sua morte, avvenuta probabilmente prima della vita pubblica di Gesù, cioè prima dei 30 anni. Non sappiamo quanti anni trascorsero con la Sacra Famiglia ridotta senza Giuseppe, il quale, se non fu presente negli anni della vita pubblica di Cristo, né alla sua Passione e morte e negli eventi successivi, la sua figura nella Cristianità, si diffuse in un culto sempre più crescente, in Oriente fin dal V secolo, mentre in Occidente lo fu dal Medioevo, sviluppandosi specie nell’Ottocento; è invocato per avere una buona morte, il nome Giuseppe è tra i più usati nella Cristianità. Pio IX nel 1870 lo proclamò patrono di tutta la Chiesa; nel 1955 Pio XII istituì al 1° maggio la festa di s. Giuseppe artigiano; dal 1962 il suo nome è inserito nel canone della Messa.

COSA SI SA DELL’INFANZIA DI GESÙ? 

La terza persona della famiglia è Gesù; con la sua presenza essa diventa la Sacra Famiglia; anche della sua infanzia non si sa praticamente niente; Egli, il Figlio di Dio, vive nel nascondimento della sua famiglia terrena, ubbidiente a sua madre ed a suo padre, collaborando da grandicello nella bottega di Giuseppe, meraviglioso esempio di umiltà. Certamente assisté il padre putativo nella sua vecchiaia e morte, come tutti i buoni figli fanno, ubbidientissimo alla madre, ormai vedova, fino ad operare per sua richiesta, il suo primo miracolo pubblico alle nozze di Cana.In questa famiglia Gesù è cresciuto ed ha vissuto la maggior parte della sua esistenza terrena, in questa famiglia è stato educato, ha praticato un mestiere, ha creato rapporti tra persone, ne ha condiviso la storia. Ha avuto accanto una madre e un padre amorevoli che gli sono stati maestri.L’amore che ha unito la Santa Famiglia deve essere collante per tutte le famiglie. Giuseppe quale padre attento e premuroso ha avuto il compito di salvare la sua famiglia…L’Angelo dice a Giuseppe di prendere Gesù e Maria e di portarli in salvo, ed egli come sempre, ubbidisce, si fa umile alla richiesta di Dio. Ma l’Angelo dice anche a noi: «Prendi con te il bambino e sua madre!». !». Sì! Dobbiamo prendere con noi il bambino, accoglierlo nel nostro cuore, nella nostra vita, nei nostri pensieri. Natale è prendere con sé il bambino.

Perchè chi prende con sé Gesù impara ad amare; al contrario, chi prende con sé solo sé stesso, resta chiuso nel suo egocentrismo e si incattivisce. Giuseppe e Maria sono stati obbedienti alla parola dell’Angelo ossia alla Parola di Dio, sono stati genitori esemplari perchè hanno voluto Gesù, lo hanno seguito e protetto. Così come hanno fatto loro dobbiamo fare anche noi. Quali genitori dobbiamo cercare di essere padri e madri secondo il Vangelo.

E i figli, allo stesso tempo devono guardare a Gesù, guardare al suo amore per Maria e Giuseppe. Gesù è il centro della famiglia è il maestro dell’amore. Senza di lui la famiglia di Nazareth non sarebbe nemmeno nata. Senza di lui nessuna famiglia può sopravvivere. Perchè Gesù è amore, è quell’amore indissolubile, quella capacità di amare senza condizioni, quella fedeltà e rispetto che legano due o più persone che fanno parte dello stesso nucleo familiare.

- Prendiamo Gesù con noi e saremo salvi. Prendiamo Gesù con noi e sapremo vivere assieme, in famiglia e con gli altri.

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