Dopo poco meno di quarant'anni dalla prima edizione, abbiamo sentito la necessità di ripubblicare questo testo fondamentale di Mons. Marcel Lefebvre; non un libro vero e proprio di cui fu autore, ma una raccolta di [brevi, ndr] scritti, conferenze, omelie di un periodo della storia della Fraternità San Pio X che va dal 1974 a quello immediatamente successivo all'ingiusta sospensione a divinis (1976) del prelato francese.
Il tema, sintetizzato dal celebre e appariscente titolo, è quello della reazione alla crisi nella Chiesa. Sono passati decenni da quel preciso contesto; il Corpo Mistico di Nostro Signore ha subìto, da parte della sua stessa gerarchia, nuovi ed ulteriori colpi rispetto a quelli denunciati allora da Mons. Lefebvre: ci fu Assisi nell'86, ci furono e ci sono innumerevoli incontri ecumenici patrocinati dall'autorità ecclesiastica. Ci sono le recentissime derive di Papa Bergoglio, ultimi strascichi di una Chiesa in rovina.
Perché dunque pubblicare un testo così “datato”, pubblicato in una fase in cui non era possibile immaginare quanto sarebbe caduto in basso il mondo cattolico?
Perché, a pensarci bene, non c'è mai stata nessuna vera reazione all'odierna crisi se non quella di Mons. Marcel Lefebvre e di coloro che hanno seguito i princìpi da lui indicati. Nessuna vera denuncia, nessuna vera soluzione, nessun tentativo di ripresa che non sia quello iniziato dall'Arcivescovo fondatore della Fraternità San Pio X e proseguito dalle comunità religiose che ne hanno abbracciato la linea guida.
[…] L'acume teologico e la provvidenziale giustezza [di Mons. Lefebvre, ndr] nell'individuare le cause della crisi, e nel proporre il principio di reazione ad essa, è ammirevolmente riassunto in questi pochi scritti e discorsi, che volutamente sono stati lasciati nel loro stile parlato e semplice, con qualche nota esplicativa di alcuni fatti dati per scontati dal prelato all'epoca in cui scriveva o parlava, e che oggi possono non risultare chiari a tutti.
Ecco perché, dopo vari decenni, questo testo non ha perso attualità. Se il lettore arriverà a capire (o a rafforzarsi nella sua convinzione) che il piano ideato dal demonio per distruggere la Chiesa – piano perfezionatosi nei secoli – è arrivato ad un punto di finezza tale da obbligare alla falsa scelta tra la Fede cattolica, da un lato, e l'obbedienza alla Gerarchia costituita, dall'altro, egli avrà smascherato questo piano e, dunque, avrà colto qual è il colpo da maestro di Satana.
Ma Mons. Lefebvre non esita nel darci la soluzione: “disobbedire” per obbedire realmente; cioè, in altre parole, far pendere la bilancia a favore della Fede e “obbedire” alla Chiesa di sempre, ai papi di sempre, ai dogmi di sempre, nell'apparente “disobbedienza” agli errori moderni, veicolati da chi ha la missione di condannarli, e che, facendolo, condanna paradossalmente chi invece continua ad essere cattolico.
Mons. Lefebvre non si sbagliò, all'epoca. Non sbaglia, ne siamo certi, chi si attiene a questo principio e rifiuta di adeguarsi agli errori moderni, rifiutando tutti i presunti insegnamenti moderni, rifiutando di assistere ad un rito di sapore protestante quale il Novus Ordo Missae, rifiutando di frequentare le parrocchie vuoi per i sacramenti, vuoi per il catechismo, rifiutando infine ogni compromesso con un'autorità (seppure legittima) inquinata da quegli stessi errori da cui si vuole guardare.
E la causa di tutti questi errori, come brillantemente ebbe ad individuarla l'Arcivescovo fondatore della Fraternità San Pio X, fu il Concilio Vaticano II, preparato e diretto da vescovi e cardinali liberali, appoggiato e sostenuto da papi altrettanto liberali.
Ancora oggi, a distanza di tanto tempo, non c'è che una soluzione: non basta condannare questo o quell'errore in particolare, non basta avversare tale o talaltra riforma, ma bisogna rifiutare totalmente lo spirito rivoluzionario che ha animato il Concilio, in quanto sintesi pratica del modernismo filosofico e teologico, ritornando risolutamente all'integrità della nostra santa Religione, senza compromessi; pregare, infine, perché i lacci di Satana si rompano e liberino la santa Chiesa dall'oppressione di cui è prigioniera, e soprattutto la liberino dai suoi distruttori.
Per far ciò, ogni buon cattolico dovrà essere animato da un profondo spirito soprannaturale e dalla vita della grazia, nella certezza che solo Dio Onnipotente, per intercessione della Beata Vergine Maria, si degnerà di far trionfare la sua Chiesa e di mettere fine all'orribile crisi che la attraversa, sconfiggendo ed umiliando i suoi nemici
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