Sono Trascorsi cinque anni, dalla storica rinuncia al soglio di Pietro di Papa Benedetto XVI, e l'ascesa di Papa Francesco, alla suprema cattedra di Pietro per guidare la Chiesa cattolica, un nocchiero, capace di portare la nave della Chiesa fuori dalla tempesta, un pastore che ci guidasse alla conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia". Uno che restaurasse ogni uomo in Cristo. In cinque anni di pontificato la Chiesa cattolica, guidata Jorge Mario Bergoglio ha prodotto che tre italiani su quattro non vanno in chiesa, se provate a chiedere ai parroci perché le parrocchie sono sempre mezze vuote, allargano le braccia, sorridono di un sorriso amaro, e rispondono: «Qui non è che manca la fede. Qui il problema è che c'è troppa modernità e troppo poca continuità con la tradizione cattolica con la fede di sempre». I giovani si annoiano, cercano Dio , vogliono sacerdoti che testimoniano Dio, e ne difendano i suoi diritti .
Non amano il relativismo
''Difendiamo l'integrità della dottrina cattolica. Il relativismo, cioè il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina, appare come l'unico atteggiamento all'altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie".
Queste sono le parole pronunciate da Joseph Ratzinger. Oggi i giovani sono molto più attenti, dei giovani di ieri, la chiesa non si governa con gli slogan, la chiesa ha una Dottrina che se viene accantonata è messa da parte per fare largo alle nuove ideologie, questa chiesa diventa dinnanzi alla storia, e al mondo la grande meretrice, la prostituta degli stati."Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde, gettata da un estremo all'altro". Un tentativo di condizionare la rotta della Chiesa. Questo non va bene, così come non va bene l'idea per cui, "avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa cattolica viene spesso etichettato come fondamentalismo".«Effetto Bergoglio»! Papa Francesco, così popolare e apprezzato, sembra non sortire alcun effetto positivo sulla pratica religiosa degli italiani. Insomma, mentre rimane stabile il numero di coloro che continuano a professarsi cattolici non praticanti, diminuisce progressivamente il numero di coloro che almeno la domenica si recavano in una chiesa o in parrocchia per assistere alle funzioni religiose.
La presenza nei luoghi di culto, in buona sostanza, è arrivata proprio sotto Bergoglio ai minimi storici.Sotto il pontificato di Benedetto XVI la partecipazione si è sempre tenuta oltre il 30 per cento mentre è arretrata con Francesco. D'altro canto aumentano quelli che non mettono mai piede in chiesa,neppure la domenica.Val la pena ricordare che Oltralpe le cose vanno anche peggio. Un anno fa ebbe un'eco molto ampia sui media la notizia che negli ultimi dieci anni si è «perso» un migliaio di luoghi di culto, trasformati in esercizi commerciali, biblioteche e persino in fast food, e Moschee.Francesco il riformatore, Francesco il papa dei poveri e degli ultimi ha dimenticato la cosa più importante, custodire il depositum fidei. Usando il termine "deposito", in greco paratheke, si vuole significare che la Chiesa nel corso dei secoli non aggiunge nulla alla rivelazione di Gesù, ma la trasmette fedelmente, come un bene ricevuto in custodia. Il termine paratheke è presente solo tre volte in tutto il Nuovo Testamento ed è sempre accostato al termine phylassein (custodire), come a sottolineare il dovere di ascoltare, conservare e poi restituire o trasmettere intatto quanto Gesù ha affidato agli Apostoli. Dunque con la morte dell'ultimo degli Apostoli, ovvero S.Giovanni, si considera conclusa la Rivelazione pubblica, e quindi alle verità da essi insegnate non è più possibile "aggiungere" nulla.La trasmissione del deposito della fede avviene non solo tramite le sacre Scritture, ma anche (e soprattutto) attraverso la Tradizione. L'insegnamento della Chiesa non si limita perciò al contenuto dei libri sacri, ma comprende anche tutto ciò di cui essa ha preso coscienza nel corso dei secoli. Volendo stabilire un confronto fra le due Fonti della Rivelazione, è doveroso osservare che la Tradizione:
cronologicamente precede la S. Scrittura;
presenta autorevolmente la medesima, in quanto ne fissa il Canone e ne garantisce la “divina ispirazione” con la conseguente “inerranza”;
completa la S. Scrittura, che da sola non è una sintesi compiuta delle verità rivelate.
Papa Francesco e l' attuale episcopato non piacciono più ai fedeli,ogni giorno che passa è un’ulteriore conferma, ovvero che papa Francesco passerà alla storia come il più grande bluff: uno che è riuscito a illudere il mondo intero, non solo catturando il consenso dei vecchi storici nemici della Chiesa (atei, mangiapreti e marxisti), ora inginocchiati a baciare i suoi piedi.Papa Francesco sta quieto un giorno, e di notte ne inventa una delle sue, senza mai ponderare l’opportunità pastorale delle sue azioni. Ma chi è il buon pastore se non colui che sappia valutare quando uscire dall’ovile, dove andare e da quale spirito farsi guidare? A questo papa interessa solo sparare qualche battuta, fare un gesto spettacolare, far colpo sui media. Va in giro, e torna lasciando tutto come prima, o peggio di prima, aggiungendo illusioni a illusioni. Papa Francesco lavora sulla pelle della gente, che rimane li per li incantata solo perché ha il prurito per qualcosa che sa di nuovo, ma quando realizzano che la strada intrapresa da questo papa porta alla perdita della Fede fuggono e cercano pascoli sicuri dove potersi ristorare.Ed ecco il grosso equivoco della Chiesa di oggi. Se prima parlava solo di anima, oggi parla solo di politica, di economia. della cura del creato, insomma una chiesa ecologica.
Troppa politica e poca dottrina, la Chiesa sembra che sia diventata una onlus", "stanno andando fuori strada", i fedeli "non sono d'accordo su come guidano la chiesa cattolica", " troppa mondanità implicati sempre in scandali" . Sono queste le motivazioni che spingono i cattolici italiani ad allontanarsi da Papa Francesco e dall'attuale gerarchia. I vescovi sono divenuti clown, si prendono gioco di Dio e dei sentimenti della pietà cristiana. Concludo facendo un invito al Romano Pontefice,di non prendersi gioco di Dio, oggi è arrivato a 81 anni, non sappiamo quando il Signore la convocherà, ma sappia che dovrà presentarsi al Suo tribunale insieme ai suoi vescovi che oggi mettono in discussione persino la presenza reale nell'eucarestia. Al cospetto di tale inversione di rotta, i giornali fanno il loro onesto e scontato lavoro. Riprendono le frasi di papa Francesco in evidente contrasto con ciò che i papi e la Chiesa hanno sempre insegnato e le trasformano in titoli da prima pagina. E allora il “normalista”, che dice sempre e ovunque quello che pensa l’”Osservatore Romano”, tira in ballo il contesto. Le frasi estrapolate dal benedetto contesto non rispecchierebbero la mens di chi le ha pronunciate. Ma, ed è la storia della Chiesa che lo insegna, certe frasi di senso compiuto hanno senso e vanno giudicate a prescindere. Se in una lunga intervista qualcuno sostiene che “Hitler è stato un benefattore dell’umanità”, difficilmente potrà cavarsela davanti al mondo invocando il contesto. Se un papa dice in un’intervista “Io credo in Dio, non in un Dio cattolico” la frittata è fatta a prescindere. Sono duemila anni che la Chiesa giudica le affermazioni dottrinali isolandole dal contesto. Nel 1713, Clemente XI pubblica la costituzione “Unigenitus Dei Filius” in cui condanna 101 proposizioni del teologo Pasquier Quesnel. Nel 1864, Pio IX pubblica nel “Sillabo” un elenco di proposizioni erronee. Nel 1907, San Pio X allega alla “Pascendi dominici gregis” 65 frasi incompatibili con il cattolicesimo. E sono solo alcuni esempi per dire che l’errore, quando c’è, si riconosce a occhio nudo. Una ripassatina al “Denzinger” non farebbe male.
Per altro, nel caso delle interviste di Bergoglio, l’analisi del contesto può persino peggiorare le cose. Quando, per esempio, papa Francesco dice a Scalfari che “il proselitismo è una solenne sciocchezza”, il “normalista” subito spiega che si sta parlando del proselitismo aggressivo delle sette sudamericane. Purtroppo, nell’intervista, Bergoglio dice a Scalfari: “Non voglio convertirla”. Ne scende che, nell’interpretazione autentica, quando si definisce “solenne sciocchezza” il proselitismo, si intende il lavoro fatto dalla Chiesa per convertire le anime al cattolicesimo.Su questa scia, si sta alzando sull’orizzonte l’idea di una nuova Chiesa, “l’ospedale da campo” evocato nell’intervista a “Civiltà Cattolica” dove pare che i medici fino a ora non abbiano fatto bene il loro mestiere.
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