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Perché diciamo no alla nuova Messa? E sì alla Santa Messa in Rito Romano Antiquior (Messa Tradizionale Latina)





1. Perché la nuova Messa non è una professione in equivoca della Fede cattolica (come la Messa Tradizionale), è ambigua e protestante. Pertanto, dato che preghiamo in accordo con ciò che crediamo, è naturale che non possiamo pregare con la nuova Messa alla maniera protestante e al tempo stesso credere che siamo cattolici!

2. Perché le variazioni non sono state solo di lieve entità, ma di fatto comportano “un fondamentale rinnovamento… un mutamento totale… una nuova creazione” (A. Bugnini, co-autore della nuova Messa).

3. Perché la nuova Messa ci porta a pensare che “le verità possono essere alterate o ignorate senza infedeltà nei confronti del sacro deposito della dottrina al quale la Fede cattolica è eternamente legata (Cardinali Bacci e Ottaviani, Breve Esame Critico del Novus Ordo Missae).

4. Perché la nuova Messa “rappresenta, sia nel suo insieme come nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio di Trento”, il quale, fissando i «canoni» del rito, eresse “una barriera invalicabile contro qualunque eresia che intaccasse l’integrità del Mistero” (ivi).


5. Perché la differenza tra le due Messe non sta semplicemente in una questione di mero dettaglio o solo in una modifica della cerimonia, ma “tutto ciò che è di valore perenne riceve solo uno spazio di minore importanza (nella nuova Messa), ancorché sussista ancora”

6. Perché “Le recenti riforme hanno dimostrato pienamente che le nuove variazioni nella liturgia non possano condurre a nient’altro che ad un completo disorientamento dei fedeli, che già manifestano segni di insofferenza e di allentamento della fede”.

7. Perché in tempi di confusione come quelli che viviamo adesso, sono le parole di Nostro Signore che ci guidano: “Dai loro frutti li riconoscerete”. I frutti della nuova Messa sono: calo del 30% dell’assistenza alla Messa della Domenica negli Stati Uniti (NY Times 24/5/75), declino de 43% in Francia (Cardinale Marty), declino de 50% in Olanda (NY Times, 5/1/76).

8. Perché “tra i migliori elementi del clero il risultato pratico (della nuova Messa) è una crisi di coscienza…”

9. Perché in meno di sette anni dall’introduzione della nuova Messa il numero dei sacerdoti nel mondo è diminuito da 413.438 a 243.307 – di quasi il 50% (dati della Santa Sede).

10. Perché “le ragioni pastorali addotte in appoggio a tale grave rottura con la Tradizione… non ci sembrano adeguate”.

11. Perché la nuova Messa non manifesta la fede nella Presenza Reale di Nostro Signore – la Messa Tradizionale la manifesta inequivocabilmente.

12. Perché la nuova Messa confonde la Presenza Reale di Cristo nell’Eucarestia con la Sua Presenza mistica tra di noi (avvicinandosi alla dottrina protestante).

13. Perché la nuova Messa rende indistinta quella che dovrebbe essere la differenza ben definita tra sacerdozio gerarchico e sacerdozio comune del popolo (come fa il protestantesimo).

14. Perché la nuova Messa favorisce la teoria eretica che è la fede del popolo e non le parole del sacerdote che rendono presente Cristo nell’Eucarestia.

15. Perché l’inserimento della “preghiera dei fedeli” luterana nella nuova Messa segue e presenta l’errore protestante che tutti sarebbero sacerdoti.

16. Perché la nuova Messa elimina il Confiteor del sacerdote, rendendolo collettivo col popolo, e promuovendo così il rifiuto di Lutero di accettare la dottrina cattolica - che il sacerdote è giudice, testimone e intercessore presso Dio.

17. Perché la nuova Messa ci dà ad intendere che il popolo concelebra col sacerdote – il che è contro la teologia cattolica.

18. Perché sei ministri protestanti hanno collaborato alla stesura della nuova Messa: George, Jasper, Shepherd, Kunneth, Smith e Thurian.

19. Perché, come Lutero eliminò l’Offertorio – visto che molto chiaramente esprime il carattere sacrificale e propiziatorio della Messa – così la nuova Messa lo ha cancellato e ridotto ad una mera Preparazione delle Offerte.

20. Perché una parte importante della teologia cattolica è stata messa da parte, al fine di permettere ai Protestanti di utilizzare il testo della nuova Messa senza difficoltà, pur mantenendo la loro antipatia per la vera Chiesa Cattolica Romana. Il protestante Thurian ha dichiarato che un frutto della nuova Messa “sarà che le comunità non cattoliche potranno celebrare la Cena del Signore utilizzando le stesse preghiere della Chiesa Cattolica” (La Croix 30.4.1969).

21. Perché la maniera narrativa della Consacrazione nella nuova Messa implica che essa è solo in memoriam e non è un vero sacrificio (tesi protestante).

22. Perché, attraverso delle gravi omissioni, la nuova Messa ci porta a credere che è solo un pasto (dottrina protestante) e non un sacrificio per la remissione dei peccati (dottrina cattolica).

23. Perché i cambiamenti come: mensa invece di altare, (sacerdote) fronte al popolo invece che al Tabernacolo, Comunione sulla mano, ecc. danno risalto alle dottrine protestanti (per esempio: la Messa è solo un pasto, il sacerdote solo un presidente dell’assemblea, ecc.).

24. Perché proprio i Protestanti hanno detto che “le nuove preghiere cattoliche dell’Eucarestia abbandonano la falsa prospettiva di un sacrificio offerto a Dio” (La Croix 10.12.1969).

25. Perché siamo al cospetto di un dilemma: o diventiamo protestanti con l’assistere alla nuova Messa o perseveriamo nella nostra Fede cattolica aderendo fedelmente alla Messa Tradizionale di tutti i tempi.

26. Perché la nuova Messa è stata ideata in accordo con la definizione protestante della Messa: “La Cena del Signore o Messa è una sacra sinassi o assemblea del popolo di Dio che si riunisce sotto la presidenza del sacerdote al fine di celebrare il memoriale del Signore” (n° 7 dell’introduzione al nuovo Messale, del 6.4.1969).

27. Perché, per mezzo di ambiguità, la nuova Messa pretende di essere gradita tanto ai Cattolici quanto ai Protestanti: pertanto è uno strumento dal doppio linguaggio e offensivo per Dio, che detesta ogni specie di ipocrisia. “Maledici il delatore e l’uomo di doppia lingua, 
perché fa perire molti che vivono in pace” (Siracide 28, 13).

28. Perché inni cattolici belli e familiari sono stati accantonati e sostituiti da nuovi inni con un sentire fortemente protestante, rafforzando così ulteriormente la netta impressione che non si assista ad una funzione cattolica.

29. Perché la nuova Messa contiene ambiguità che sottilmente favoriscono l’eresia, cosa che è più pericolosa che se fosse apertamente eretica, visto che una mezza eresia assomiglia ad una mezza verità!

30. Perché Cristo ha solo una Sposa, la Chiesa Cattolica, il cui officio di adorazione non può servire contemporaneamente religioni che le sono nemiche.

31. Perché la nuova Messa segue la Messa eretica di Cranmer e i metodi impiegati per introdurla seguono esattamente quelli degli eretici inglesi.

32. Perché la Santa Madre Chiesa ha canonizzato numerosi martiri inglesi che morirono perché si rifiutarono di partecipare ad una Messa come la nuova Messa.

33. Perché i protestanti che si convertono alla Fede cattolica rimangono scandalizzati quando vedono che la nuova Messa è uguale a quella a cui partecipavano come Protestanti. Uno di essi, Julien Green, si chiede: “Perché convertirci?”

34. Perché le statistiche dimostrano che dopo l’introduzione della nuova Messa, c’è stato un forte declino delle conversioni al Cattolicesimo. Queste conversioni, che erano fino 100.000 all’anno negli Stati Uniti, sono scese a meno di 10.000!

35. Perché la Messa Tradizionale ha forgiato molti santi: “Innumerevoli santi hanno abbondantemente nutrito la loro pietà verso Dio attingendo da [essa]” (Papa Paolo VI, Costituzione Apostolica Missale Romanum).

36. Perché la natura della nuova Messa è tale che facilita le profanazioni della Sacra Eucarestia, che accadono con una frequenza che era inconcepibile con la Messa Tradizionale.

37. Perché la nuova Messa, nonostante le apparenze, veicola una nuova Fede e non la Fede cattolica. Veicola il modernismo e segue esattamente le stesse tattiche del modernismo, utilizzando una terminologia vaga al fine di insinuare e far progredire l’errore.

38. Perché, introducendo diverse opzioni, la nuova Messa mina l’unità della liturgia, visto che ogni sacerdote è suscettibile di deviare secondo i suoi capricci, con la scusa della creatività.

39. Perché molti buoni teologi, canonisti e sacerdoti cattolici non accettano la nuova Messa e affermano che in buona coscienza non se la sentono di celebrarla.

40. Perché la nuova Messa ha eliminato molte cose: le genuflessioni (ridotte solo a tre), la purificazione delle dita del sacerdote nel calice, nessun contatto profano delle dita del sacerdote dopo la Consacrazione, la pietra d’altare e le sacre reliquie, le tre tovaglie d’altare (ridotte ad una sola), cose che “servono solo a sottolineare oltraggiosamente che la fede nel dogma della Presenza Reale è implicitamente ripudiata.”

41. Perché la Messa Tradizionale, arricchita e maturata in secoli di Sacra Tradizione, venne codificata (e non inventata) da un Papa santo, Pio V; mentre invece la nuova Messa è stata fabbricata artificialmente.

42. Perché gli errori della nuova Messa, accentuati nella versione in volgare, sono presenti nel testo latino.

43. Perché la nuova Messa, con le sue ambiguità e il suo permissivismo, ci espone all’ira di Dio, perché facilita il rischio di celebrazioni invalide. “I sacerdoti che in un prossimo avvenire, non avranno ricevuto la formazione tradizionale e che si affideranno al Novus Ordo col fine di ‘fare ciò che fa la Chiesa’, consacreranno validamente? È lecito dubitarne”(Breve Esame Critico del Novus Ordo Missae, n. 15).


44. Perché l’abolizione della Messa Tradizionale ci ricorda e la profezia di Daniele 8, 12: “Gli fu dato potere contro il sacrificio perpetuo a causa dei peccati del popolo”; e l’osservazione di Sant’Alfonso de’ Liguori che dice che essendo la Messa la migliore e più bella cosa che esiste nella Chiesa qui in terra, il diavolo si è sempre sforzato tramite gli eretici di privarci di essa.

45. Perché nei luoghi dove è mantenuta la Messa tradizionale, la fede e il fervore del popolo sono maggiori, mentre dove regna la nuova Messa accade il contrario (Relazione sulla Messa, Diocesi di Campos, in Roma, Buenos Aires, n. 69, agosto 81).

46. Perché insieme alla nuova Messa si ha una nuova catechesi, una nuova morale, nuove preghiere, nuove idee, un nuovo calendario – insomma una nuova Chiesa, una totale rivoluzione dell’antica. «La riforma liturgica… non ci si inganni, è con essa che incomincia la rivoluzione.” (Mons. Dwyer, Arcivescovo di Birmingham, portavoce del Sinodo dei Vescovi.)

47. Perché la bellezza intrinseca della Messa Tradizionale attrae le anime; mentre la nuova Messa, in assenza di un suo qualsiasi fascino, deve inventarsi novità e divertimenti per richiamare il popolo.

48. Perché la nuova Messa ha fatto proprii numerosi errori condannatida Papa San Pio V al Concilio di Trento (Messa interamente in volgare, le parole della Consacrazione dette a voce alta, ecc); da Papa Pio VI con la condanna del Sinodo di Pistoia (Bolla Auctorem Fidei): e da papa Pio XII (per esempio: l’altare a forma di mensa, vedi enciclica Mediator Dei).

49. Perché la nuova Messa vuole trasformare la Chiesa Cattolica in una chiesa nuova ed ecumenica che abbracci tutte le ideologie, tutte le religioni, verità ed errore; obiettivo già molto agognato dai nemici della Chiesa.

50. Perché la nuova Messa, abolendo il commiato e la benedizione finale quando il sacerdote celebra da solo, dimostra una mancanza di fede nella Comunione dei Santi.

51. Perché l’altare e il Tabernacolo oggi sono stati separati, manifestando così una divisione fra Cristo e il Suo sacerdote e il sacrificio dell’altare; fra Cristo e la sua Presenza Reale nel Tabernacolo; due cose che per la loro natura propria devono stare insieme (Pio XII).

52. Perché la nuova Messa non è più un culto verticale: dall’uomo a Dio, ma un culto orizzontale: tra gli uomini.

53. Perché la nuova Messa, anche se sembra conforme alle disposizioni del Concilio Vaticano II, in realtà si oppone alle sue istruzioni, dal momento che il Concilio ha dichiarato la sua volontà di conservare e promuovere il rito tradizionale.

54. Perché La Messa latina tradizionale di Papa San Pio V non è mai stata legalmente revocata e quindi continua ad essere un rito autentico della Chiesa Cattolica, per mezzo del quale i cattolici possono assolvere al loro precetto settimanale.

55. Perché il Papa San Pio V ha concesso un indulto perpetuo, valido “per sempre”, per celebrare la Messa tradizionale liberamente e lecitamente, senza scrupolo di coscienza, timore i pena o censura (Bolla Quo Primum).

56. Perché il Papa Paolo VI, nel promulgare la nuova Messa, ha dichiarato che il rito non è una definizione dogmatica (19 novembre 1969).

57. Perché il Papa Paolo VI, al cardinale inglese Heenan che gli chiedeva se revocava o proibiva la Messa Tridentina, rispose: “Non è assolutamente mia intenzione proibire la Messa Tridentina”.

58. Soppressa, nel Libera nos, la menzione della Beata Vergine, degli Apostoli e di tutti i Santi: la sua e loro intercessione non è quindi più chiesta neppure nel momento del pericolo (Breve Esame Critico del Novus Ordo Missae).

59. Perché in nessuna delle tre Preghiere Eucaristiche della nuova Messa si fa riferimento allo stato di sofferenza dei morti, in nessuna vi è la possibilità di un particolare “memento”. Minando così la fede nella natura redentrice del Sacrificio.

60. Perché, pur riconoscendo la suprema autorità del Santo Padre nel suo governo universale della Santa Madre Chiesa, sappiamo che neanche questa autorità può imporre una pratica che è così chiaramente contro la Fede: una Messa che è equivoca e favorisce l’eresia per ciò stesso è sgradita a Dio.

61. Perché, come dice il Concilio Vaticano I: “ai successori di Pietro, lo Spirito Santo non è stato promesso perché manifestassero, per sua rivelazione, una nuova dottrina, ma perché con la sua assistenza custodissero santamente ed esponessero fedelmente la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede” (D. 3070). 

62. Perché l’eresia o qualsiasi cosa che favorisca l’eresia, non può costituire materia di obbedienza. L’obbedienza è al servizio della Fede e non la Fede al servizio dell’obbedienza! Nel caso in questione, quindi, “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (Atti, 5, 29).

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  1. SENTENZE DA MEDITARE



    San Vincenzo di Lerino

    “Nella Chiesa Cattolica bisogna avere la più grande cura nel ritenere ciò che è stato creduto dappertutto, sempre e da tutti. Questo è veramente e propriamente cattolico […] Pertanto, predicare ai cattolici qualcosa di diverso da ciò che hanno ricevuto non è mai stato lecito, non è lecito in alcun luogo e non sarà mai lecito; e anatemizzare coloro che annunziano qualcosa di diverso da ciò che hanno ricevuto è sempre stato necessario, è ovunque necessario e sarà sempre necessario” Commonitorium, Ench. Patr. 2168).

    .

    San Roberto Bellarmino

    “Così come è lecito resistere al Pontefice che aggredisce il corpo, così è anche lecito resistere a quello che aggredisce l’anima o che perturba l’ordine civile, o, soprattutto, a quello che tentasse di distruggere la Chiesa. Dico che è lecito resistergli non facendo quello che ordina e impedendo l’esecuzione della sua volontà” (De Rom. Pont., Lib.II. c. 29).

    .

    Caietano

    “Bisogna resistere al papa che pubblicamente distrugge la Chiesa” (apud Victoria, “Opere”, p. 486).

    .

    Papa Adriano II

    “Onorio è stato anatematizzato dagli Orientali: però si deve ricordare che egli è stato accusato di eresia, unico crimine che rende legittima la resistenza degli inferiori ai superiori, come anche il rifiuto delle loro dottrine perniciose” (Alloc. III lect. in Conc. XIII, act.VII).

    .

    Cardinale Journet

    “Quanto all’assioma «Dove è il Papa, lì è la Chiesa» vale quando il Papa si comporta come Papa e capo della Chiesa; nel caso contrario, né la Chiesa è in lui, né lui nella Chiesa” (Caietano, II, II, 39,1, “L’Eglise du Verbe Incarné”, vol. II, pp. 839-840).

    .

    San Tommaso d’Aquino

    “Essendoci pericolo prossimo per la fede, i prelati devono essere ripresi, anche pubblicamente, dai sudditi” (Sum. Teol. II-II, a XXXIII. IV, ad 2).

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  2. Che sia tutto detto correttamente e secondo i fatti e la verità sono d'accordo. Quello che non capisco è che un Papa che stimo e amo, Benedetto XVI , insista a ripetere che i due riti si equivalgono e che le diversità sono apparenti o non ci sono affatto. Non si tratta di rito o di lingua liturgica, per me la s.messa antica potrebbe anche essere tradotta in gran parte nelle lingue nazionali e avrebbe lo stesso valore, così come invece la nuova messa potrebbe essere tradotta in latino e rimarrebbe una santa cena protestante, quale è. La teologia è diversa, tutto è diverso: è questo che effettivamente voleva il concilio? Se sì, allora al diavolo la nuova messa e il concilio, lascio questa che non è più la mia chiesa e continuerò a pregare da solo, come se fossi un esiliato in Siberia lontano da tutto e da tutti. Se invece questa nuova messa è andata oltre le indicazioni del concilio perchè si ripete che è valida? O la eliminiamo o cancelliamo il concilio. Perchè Benedetto equipara le due messe, le due teologie, le due chiese? Perchè non può fare diversamente? Forse perchè non può dire apertamente :"Cari fratelli, non è veto niente"? Per non dare scandalo ai fedeli? Non so e non capisco.

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    1. Carissimo Sergio Papa Benedetto è stato uno dei teologi del concilio non potrà mai sconfessarlo,ma lo ha criticato purtroppo del Concilio Vaticano secondo un semplice concilio pastorale unico nella storia della Chiesa , lo si vuole canonizzare come se i XIX concili dogmatici che la chiesa ha avuto fossero carta straccia o peggio superati , i Padri concilari e durante le sessioni conciliare celebravano la Santa Messa tradizionale e il Papa Giovanni XXIII ne aveva promulgato il messale edizione 1962 con Papa Paolo VI si è voluto stravolgere il tutto .Perché, introducendo diverse opzioni, la nuova Messa mina l’unità della liturgia, visto che ogni sacerdote è suscettibile di deviare secondo i suoi capricci, con la scusa della creatività.

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