Di A. Silente & A.DiJ.
“Toto-conclave?”
Da settimane ormai le condizioni di salute di Francesco I fanno discutere, a tal punto da generare quello che oggi, più o meno ironicamente, si chiama “toto-conclave”.
Attenzione, sia chiaro che con ciò non si intende “anticipare” la morte di una persona ancora viva, ma bensì si intende riflettere sul futuro di Santa Madre e Chiesa, un futuro incerto, nebuloso, specialmente per quanto riguarda il “dopo Bergoglio”.
Dopo i 26 anni di pontificato Wojtyliano, l’elezione della persona di Joseph Ratzinger significava solo una cosa: unità.
Il futuro Benedetto XVI fu colonna d’unione fra i vari schieramenti dottrinali dopo Giovanni Paolo II.
Dopo Francesco però, viene da domandarsi, ci potrà essere un punto di unione? Una forza unificatrice? E se sì, gioverebbe concretamente alla nostra Santa Chiesa?
Andiamo per gradi: Forza unificatrice?
Molti sono i papabili attualmente, alcuni di loro italiani, altri europei o extraeuropei. I porporati più in vista sono, ad esempio, il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI , Pierbattista Pizzaballa (Patriarca Latino di Gerusalemme), Mario Grech (Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi) ecc.
Visto lo scontento che quest’ultimo pontificato ha lasciato non solo nei cuori dei conservatori, ma anche e forse soprattutto nei cuori dei progressisti, ecco che entrambi hanno un obiettivo comune: la ricerca di una forza unificatrice che miri anzitutto a ristabilire l’istituzionalizzazione.
Il candidato moderato é un’ever green già dal conclave del 1958, motivo per cui anche il (probabile ma non sicuro) conclave del 2025 potrebbe vedere sorgere il “dottrinalmente diplomatico” che cerchi di mettere tutti d’accordo evitando di generare ulteriori scismi e di far fioccare scomuniche o sospensioni a divinis qua e là.
Il moderato in questione per molti é rappresentato da Pietro Parolin, Segretario di Stato , che non molto tempo addietro ebbe a riprendere, come un professore a scuola riprende i propri alunni, i chierici della Chiesa Tedesca che propongono più un Concilio Vaticano III che un Sinodo sulla Sinodalità…
Ricordiamo inoltre che, come riportato da alcuni siti cattolici come GloriaTv, il cardinale Parolin avrebbe manifestato ad alcuni suoi confratelli l’intenzione di sopprimere la Messa Tridentina per sempre, elemento che dunque andrebbe a svelare il suo sostanziale progressismo antitetico ad un concreto moderatismo.
Al contrario abbiamo il cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI, che, almeno nella pratica, avrebbe alcune intenzioni già viste prima di Francesco, ovvero quella che Don Andrea Mancinella nel libro “Golpe nella Chiesa” (Ed. Radio Spada) definisce essere una “Super Chiesa della diversità riconciliata”, una Super-Chiesa in cui ci sono dentro tutti: tradizionalisti, conservatori (filo-Vaticano II), progressisti. Una vera e propria “macedonia ecclesiale” insomma.
Questo fu il modello di Chiesa attuato e desiderato da Benedetto XVI… un vero e proprio confusionismo pratico poiché relativizza l’oggettiva dottrina della Chiesa, essendo che “tutte le posizioni in seno alla Chiesa sono tollerate”.
Zuppi dunque sarebbe il Papa del “Messa Tridentina alla mattina ed Ecumenismo simil Assisi 86’ al pomeriggio”.
Probabilmente il vero moderato risulta essere, a questo punto, il Patriarca Pizzaballa, rimasto sempre silente su questioni dottrinali scegliendo di non esporsi. Per di più, essendo egli Patriarca Latino di Gerusalemme, convive quotidianamente con i riti antichi della nostra Chiesa che non siano il rito di Paolo VI, ponendosi quindi come un possibile lume di tolleranza e apprezzamento dei riti più antichi (e originari) della Chiesa Cattolica Romana, oltreché ad essere fermo sui punti dottrinali in materia di morale e di costumi, lasciando però a desiderare su questioni di Ecumenismo, Libertà Religiosa, Collegialità eccetera.
Quel moderatismo che (non) giova
Certamente, come scrivevo, il candidato moderato rappresenterebbe il modo più “indolore” di superare il pontificato attuale, ma gioverebbe nel concreto alla Chiesa? Sarò diretto; No.
La Chiesa oggi come non mai, non ha bisogno di compromessi, ma di schieramenti ben precisi.
Questi moderatismi, seppur apprezzabili sotto certi punti di vista, non ponendosi come né carne né pesce, non si capisce bene dove vogliano portare la Chiesa, poiché essa può mantenersi stabile nella moderazione per alcuni pontificati, ma non fino alla fine dei tempi, dovrà quindi arrivare il giorno in cui lo schieramento con la Tradizione pura sarà deciso e totale.
Il Pizzaballa moderato che si pone come forza unificatrice può andar bene dopo il disastrato pontificato di Francesco, ma nei decenni a venire quel Pizzaballa moderato non servirà più né ai conservatori né ai progressisti.
La Chiesa necessita di un Pontefice che sistemi gli errori del Concilio Vaticano II, quegli errori interni ai documenti stessi del Concilio Ecumenico, documenti che non sono solo ambigui ed equivoci, ma anche e soprattutto erronei, e l’errore necessita di essere corretto.
La Chiesa necessita di un’autorità visibile, il Romano Pontefice appunto, che corregga quegli errori nefasti promossi da tutti i Pontefici a partire da Giovanni XXIII, continuando con Paolo VI, passando per Giovanni Paolo II e Benedetto XVI per poi concludere, almeno attualmente, con Francesco.
Il moderatismo non potrà essere soluzione per l’eternità, esso é solo ed esclusivamente soluzione di circostanza, soluzione temporanea ma non perenne. Pizzaballa oggi va bene, domani non più.
Ricordatevi che se oggi abbiamo avuto Jorge Mario Bergoglio come Papa della Chiesa Cattolica é stato grazie al moderatismo sostanzialmente filo-liberale dell’autorità che lo ha più direttamente preceduto, quell’autorità molte volte esonerata dalle responsabilità dai più che tendono a non voler accettare una scomoda verità.
Attenzione al “candidato moderato”, perché lo vedrete arrivare e sistemare alcune delle cose più importanti scombussolate da Francesco come il viaggiatore vede il miraggio dell’oasi con acqua nel deserto arido, ma appunto, é solo un’illusione.
Così come l’oasi con acqua che il viaggiatore vede nel deserto altro non é che una mera e pia illusione, così il Papa moderato che apparentemente si pone come soluzione alla crisi quantomeno bergogliana altro non è che una mera illusione, un’illusione non tanto ottica quanto spirituale e pratica.
Non lasciatevi ingannare, l’autorità futura non dovrà impegnarsi “soltanto” a sistemare il caos portato avanti da Francesco con accelerazione (motus in fine velocior), ma a sistemare il caos proposto e promosso dall’autorità a partire dai pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI con il Concilio Vaticano II.
“Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci” Mt. 7:15
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