A.diJ.
Di Flavio Pisaniello
Ho appreso dal blog cattolico statunitense “LifeSiteNews”, in un articolo pubblicato venerdì 17 gennaio, di una ennesima restrizione praticata da un vescovo su di un gruppo religioso intento a formalizzare il proprio status all’interno della Santa Chiesa.
Il protagonista/antagonista di questa vicenda altri non é che Mons. John Iffert, vescovo di Covington, Kentucky, che ha soppresso un’Ordine Religioso che celebrava esclusivamente la Messa Tridentina.
Per fare ciò, Mons. Iffert si é servito della Lettera in forma di motu proprio “Traditionis Custodes” di Francesco del 2021.
Martedì 14 gennaio il Monsignore annuncia ai fedeli della propria diocesi di aver ufficialmente soppresso i “Missionari di San Giovanni Battista” (MSJB), un gruppo religioso che, sin dalla sua fondazione, vive la fede cattolica secondo la Tradizione.
Detto gruppo é composto da due sacerdoti e diversi laici, con sede nella chiesa di Nostra Signora di Lourdes a Park Hills, Kentucky.
Il vescovo in questione, aveva pronto il decreto di soppressione già dal luglio scorso, eppure ha scelto di ritardarne la pubblicazione al fine di “concedere” ai Missionaries of St. John the Baptist di appellarsi a detta decisione prima che entrasse formalmente in vigore, ah la misericordia…
Nonostante “LifeSiteNews” abbia tentato di ottenere più informazioni dai Missionari sulla scelta fatta sull’appellarsi o meno, non è stata fornita risposta alcuna.
Ma una cosa é certa, che il vescovo che ha soppresso detto gruppo religioso nel mese di Agosto ha celebrato una “messa” (non so se ritenerla valida o comunque lecita) per un gruppo di supporto LGBT chiamato “Catholics Embracing All God's Children”…
Insomma, liturgie, o suddette tali, celebrate a favore di gruppi LGBT e soppressione di Ordini che celebrano secondo il rito del Santo Pontefice Pio V al solo fine di custodire quella che Mons. Lefebvre definì essere la “Messa di sempre”.
Mons. Iffert avrebbe giustificato tale soppressione servendosi di quanto Papa Bergoglio affermava in Traditionis Custodes nel 2021, sottolineando che tale soppressione é “necessaria” al fine di sopprimere sempre di più la resistenza, od ostilità, che da decenni va aumentando in modo impressionante verso la nuova forma del rito romano voluta dal pontefice Paolo VI e formata dalla Commissione per la Riforma Liturgica da lui istituita.
É sempre più evidente che ci troviamo nella “Chiesa del Paradosso”, ove coloro che celebrano delle sante messe a supporto di ideologie diaboliche, come quelle gender, fanno una vera e propria carriera nella Chiesa del tempo e regno di Francesco, mentre invece coloro che custodiscono salda la dottrina, la morale e la liturgia cattoliche fanno carriera al contrario, retrocedendo invece di avanzare, ritrovandosi dalla talare alla giacca e cravatta quando invece meriterebbero la porpora e l’anello.
Ma questo “procedere con paradosso” non é una novità, é qualcosa di già visto, basti pensare al fatto che Mons. Lefebvre mai ha visto la berretta cardinalizia nonostante abbia servito sempre e assai fedelmente non solo la Chiesa ma anche e soprattutto il papato romano, evangelizzando l’Africa, custodendo la Tradizione in “toto” fondando la FSSPX (Fraternità Sacerdotale San Pio X) nel 1970 ad appena 5 anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II.
Anzi, prima nel 1976 si ritrovò comminata una “sospensione a divinis” da parte di Papa Paolo VI per poi culminare nella rottura ufficiale con Roma con le Consacrazioni di Ecône del giugno 1988 senza mandato romano.
Ricordiamo altrimenti il povero Cardinale Alfredo Ottaviani, sotto Paolo VI ancora Prefetto del Sant’Uffizio (oggi “Dicastero per la Dottrina della Fede”), che dovette dare le dimissioni da Prefetto anzitempo per disperazione, dimissioni che furono immediatamente accettate senza discutere nemmeno per finta.
E mentre i tradizionalisti disperavano, i neo-modernisti imperavano, sul capo di De Lubac si posò la berretta cardinalizia ad opera di Giovanni Paolo II, lo stesso con Congar, sì, proprio quello che, sotto il pontificato di Pio XII, andava ad urinare davanti al portone del Sant’Uffizio in sfregio ad esso, eppur ricevette la berretta. Per fortuna Hans Urs Von Balthasar non arrivò al Concistoro, ma già fu scelto come futuro porporato anch’esso che certamente non ha bisogno di presentazioni.
Come vedete cari amici che mi leggete, la “Chiesa del Paradosso” non inizia il 13 marzo 2013, ma molto, molto prima.
Sosteniamo almeno con la preghiera l’Ordine Missionario di San Giovanni Battista, che la Vergine Santissima li protegga ora e sempre.
Per fare ciò, Mons. Iffert si é servito della Lettera in forma di motu proprio “Traditionis Custodes” di Francesco del 2021.
Martedì 14 gennaio il Monsignore annuncia ai fedeli della propria diocesi di aver ufficialmente soppresso i “Missionari di San Giovanni Battista” (MSJB), un gruppo religioso che, sin dalla sua fondazione, vive la fede cattolica secondo la Tradizione.
Detto gruppo é composto da due sacerdoti e diversi laici, con sede nella chiesa di Nostra Signora di Lourdes a Park Hills, Kentucky.
Il vescovo in questione, aveva pronto il decreto di soppressione già dal luglio scorso, eppure ha scelto di ritardarne la pubblicazione al fine di “concedere” ai Missionaries of St. John the Baptist di appellarsi a detta decisione prima che entrasse formalmente in vigore, ah la misericordia…
Nonostante “LifeSiteNews” abbia tentato di ottenere più informazioni dai Missionari sulla scelta fatta sull’appellarsi o meno, non è stata fornita risposta alcuna.
Ma una cosa é certa, che il vescovo che ha soppresso detto gruppo religioso nel mese di Agosto ha celebrato una “messa” (non so se ritenerla valida o comunque lecita) per un gruppo di supporto LGBT chiamato “Catholics Embracing All God's Children”…
Insomma, liturgie, o suddette tali, celebrate a favore di gruppi LGBT e soppressione di Ordini che celebrano secondo il rito del Santo Pontefice Pio V al solo fine di custodire quella che Mons. Lefebvre definì essere la “Messa di sempre”.
Mons. Iffert avrebbe giustificato tale soppressione servendosi di quanto Papa Bergoglio affermava in Traditionis Custodes nel 2021, sottolineando che tale soppressione é “necessaria” al fine di sopprimere sempre di più la resistenza, od ostilità, che da decenni va aumentando in modo impressionante verso la nuova forma del rito romano voluta dal pontefice Paolo VI e formata dalla Commissione per la Riforma Liturgica da lui istituita.
É sempre più evidente che ci troviamo nella “Chiesa del Paradosso”, ove coloro che celebrano delle sante messe a supporto di ideologie diaboliche, come quelle gender, fanno una vera e propria carriera nella Chiesa del tempo e regno di Francesco, mentre invece coloro che custodiscono salda la dottrina, la morale e la liturgia cattoliche fanno carriera al contrario, retrocedendo invece di avanzare, ritrovandosi dalla talare alla giacca e cravatta quando invece meriterebbero la porpora e l’anello.
Ma questo “procedere con paradosso” non é una novità, é qualcosa di già visto, basti pensare al fatto che Mons. Lefebvre mai ha visto la berretta cardinalizia nonostante abbia servito sempre e assai fedelmente non solo la Chiesa ma anche e soprattutto il papato romano, evangelizzando l’Africa, custodendo la Tradizione in “toto” fondando la FSSPX (Fraternità Sacerdotale San Pio X) nel 1970 ad appena 5 anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II.
Anzi, prima nel 1976 si ritrovò comminata una “sospensione a divinis” da parte di Papa Paolo VI per poi culminare nella rottura ufficiale con Roma con le Consacrazioni di Ecône del giugno 1988 senza mandato romano.
Ricordiamo altrimenti il povero Cardinale Alfredo Ottaviani, sotto Paolo VI ancora Prefetto del Sant’Uffizio (oggi “Dicastero per la Dottrina della Fede”), che dovette dare le dimissioni da Prefetto anzitempo per disperazione, dimissioni che furono immediatamente accettate senza discutere nemmeno per finta.
E mentre i tradizionalisti disperavano, i neo-modernisti imperavano, sul capo di De Lubac si posò la berretta cardinalizia ad opera di Giovanni Paolo II, lo stesso con Congar, sì, proprio quello che, sotto il pontificato di Pio XII, andava ad urinare davanti al portone del Sant’Uffizio in sfregio ad esso, eppur ricevette la berretta. Per fortuna Hans Urs Von Balthasar non arrivò al Concistoro, ma già fu scelto come futuro porporato anch’esso che certamente non ha bisogno di presentazioni.
Come vedete cari amici che mi leggete, la “Chiesa del Paradosso” non inizia il 13 marzo 2013, ma molto, molto prima.
Sosteniamo almeno con la preghiera l’Ordine Missionario di San Giovanni Battista, che la Vergine Santissima li protegga ora e sempre.
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