Cari amici e lettori,
riceviamo e pubblichiamo di Stilum Curiae, negli ultimi giorni il loro sito è stato censurato a più riprese da FaceBook. Non è una novità, direte, voi; e avete ragione. Perché se ne parla in un articolo che riguarda mons. Viganò? Perché la maggior parte degli articoli rimossi da Facebook avevano nel titolo proprio quel cognome: Viganò. Allora ho pensato di aggirare il blocco scrivendo così: V*i*g*a*n*ò. Ha funzionato qualche volta, e poi è scattata la rimozione…Ed è per questo che mi sono rassegnato a usare nel titolo la formula Carlo Maria V., salvo poi, dopo aver pubblicato il post su Facebook, modificare il titolo usando il cognome completo.
Trovo la cosa interessante; evidentemente gli algoritmi hanno ricevuto ordini in questo senso. Ora, una delle battaglie che il coraggioso arcivescovo, a cui va tutta la nostra solidarietà e il nostro affetto nel processo farsa organizzato dal cinghiale argentino e dai suoi compari nella Vigna del Signore, è proprio questa: contro l’asservimento di Jorge Mario Bergoglio ai poteri mondialisti e globalisti, in una maniera che lo rendono di fatto il cappellano del NWO, dei Soros, dei Rotschild. Non a caso Facebook, proprietà di un certo Mark Zuckerberg, non ama altri termini nei titoli, e di questo abbiamo fatto esperienza recentissima con articolo rimossi. In quei titoli c’erano le parole WEF World Economic Forum, Massoneria, Nuovo Ordine Mondiale. Che caso, vero?
Qui sotto trovate l’articolo che l’amico Paolo Deotto ha scritto dopo la condanna farsa firmata da Tucho Besame Mucho Fernandez e voluta dal suo principale. Come abbiamo già rilevato, i tempi della reazione vaticana suscitano interrogativi. Si può ipotizzare che le “particolarità” umorali e psichiche del pontefice, mai tenute realmente sotto controllo anche negli anni passati, stiano raggiungendo un altro livello di disequilibrio. E sembra – da quello che filtra dal bunker di Santa Marta – che gli scatti d’ira, e gli sfoghi verbali non eleganti siano aumentati negli ultimi mesi. L’ampiezza della reazione negativa, mai registrata prima a questi livelli da un documento vaticano, verso Fiducia Supplicans, l’influenza dell’arcivescovo su ampie fasce dell’episcopato specialmente negli USA, dove i grandi alleati di Bergoglio, i dem di Obama, Clinton e Biden vedono avvicinarsi la vittoria di Trump e la considerazione che Viganò ha riscosso in maniera crescente nel Popolo di Dio possono essere concause scatenanti della mossa di Bergoglio.
Buona lettura e condivisione.
E adesso vedremo quanti e quali religiosi sapranno alzare la testa e, in nome della Vera Fede, solidarizzare con Monsignore.
La decisione del Dicastero per la Dottrina della Fede, con la quale si commina la scomunica a Mons. Carlo Maria Viganò
(vedi https://www.rainews.it/articoli/2024/07/vaticano-lex-santuffizio-scomunica-per-scisma-mons-carlo-maria-vigano-acb1c29c-67a8-4377-9d1d-54e9810c329a.html ) non era certo inattesa.
Non era inattesa, perché ormai c’è una chiarezza assoluta: per Bergoglio & c. c’è e ci sarà sempre spazio e accoglienza per preti e vescovi che difendono gli omosessuali, che sono stati implicati in squallide vicende scandalose, che hanno ridotto la liturgia a una farsa, che fanno prediche da centro sociale e non da parrocchia. C’è e ci sarà sempre posto per famiglie miste, allargate, ampliate, frullate. Non si negherà mai un’udienza a gruppi di travestiti. Si potranno sempre portare nei luoghi sacri immagini pagane o presunte “opere d’arte” scandalose e blasfeme.
Per Bergoglio & c. non esistono preclusioni. La misericordia viene distribuita. Ce n’è per todos, todos, todos.
Però, attenzione: tutto va bene per tutti, ad una condizione: non bisogna avere la pretesa di difendere la Dottrina e la Fede cattolica. Allora l’accogliente misericordia si trasforma e diventa durezza e punizione. Ma come, si dice da Santa Marta, non avete ancora capito che il nostro nemico è quel tale Gesù Cristo, che voi vi intestardite a chiamare Figlio di Dio e Redentore?
La scomunica è l’ultimo atto di una farsa tragica, in cui è in gioco la salvezza delle anime, ingannate, turlupinate, trascinate in un caos mentale e morale dove è permesso tutto e il contrario di tutto. Basta che entrambi non siano cattolici.
Noi ribadiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà a Mons. Viganò, tutta la nostra gratitudine per il suo coraggio e la sua chiarezza. Ribadiamo l’impegno a pregare per lui, perché il Signore gli dia sempre la forza per affrontare la malvagità dei negatori della Verità.
Restiamo in attesa di vedere quanti e quali preti e vescovi sapranno alzare la voce in difesa e solidarietà per mons. Viganò. E restiamo anche in attesa – ma ne faremmo volentieri a meno – di quanto scriveranno tanti amici, intellettuali ben più preparati di noi, per spiegarci, con approfondite analisi teologiche e giuridiche che, in fondo, a Viganò ben gli sta, perché le grane se le è cercate da solo.
E consentiteci di ribadire il parallelo con Sant’Atanasio, due volte scomunicato, perseguitato, anch’egli ai suoi tempi vittima dei “dotti”. Anch’egli un uomo che le grane “se le era cercate”, per amore della Verità.
Grazie, Monsignor Viganò, lei da anni è un faro nella nebbia tossica della confusione e dell’eresia. Preghiamo per lei, le siamo vicini, chiediamo al Signore di conservarla a lungo e le auguriamo di cuore ogni bene.
Non era inattesa, perché ormai c’è una chiarezza assoluta: per Bergoglio & c. c’è e ci sarà sempre spazio e accoglienza per preti e vescovi che difendono gli omosessuali, che sono stati implicati in squallide vicende scandalose, che hanno ridotto la liturgia a una farsa, che fanno prediche da centro sociale e non da parrocchia. C’è e ci sarà sempre posto per famiglie miste, allargate, ampliate, frullate. Non si negherà mai un’udienza a gruppi di travestiti. Si potranno sempre portare nei luoghi sacri immagini pagane o presunte “opere d’arte” scandalose e blasfeme.
Per Bergoglio & c. non esistono preclusioni. La misericordia viene distribuita. Ce n’è per todos, todos, todos.
Però, attenzione: tutto va bene per tutti, ad una condizione: non bisogna avere la pretesa di difendere la Dottrina e la Fede cattolica. Allora l’accogliente misericordia si trasforma e diventa durezza e punizione. Ma come, si dice da Santa Marta, non avete ancora capito che il nostro nemico è quel tale Gesù Cristo, che voi vi intestardite a chiamare Figlio di Dio e Redentore?
La scomunica è l’ultimo atto di una farsa tragica, in cui è in gioco la salvezza delle anime, ingannate, turlupinate, trascinate in un caos mentale e morale dove è permesso tutto e il contrario di tutto. Basta che entrambi non siano cattolici.
Noi ribadiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà a Mons. Viganò, tutta la nostra gratitudine per il suo coraggio e la sua chiarezza. Ribadiamo l’impegno a pregare per lui, perché il Signore gli dia sempre la forza per affrontare la malvagità dei negatori della Verità.
Restiamo in attesa di vedere quanti e quali preti e vescovi sapranno alzare la voce in difesa e solidarietà per mons. Viganò. E restiamo anche in attesa – ma ne faremmo volentieri a meno – di quanto scriveranno tanti amici, intellettuali ben più preparati di noi, per spiegarci, con approfondite analisi teologiche e giuridiche che, in fondo, a Viganò ben gli sta, perché le grane se le è cercate da solo.
E consentiteci di ribadire il parallelo con Sant’Atanasio, due volte scomunicato, perseguitato, anch’egli ai suoi tempi vittima dei “dotti”. Anch’egli un uomo che le grane “se le era cercate”, per amore della Verità.
Grazie, Monsignor Viganò, lei da anni è un faro nella nebbia tossica della confusione e dell’eresia. Preghiamo per lei, le siamo vicini, chiediamo al Signore di conservarla a lungo e le auguriamo di cuore ogni bene.
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