Sia lodato Gesù Cristo, nostro Signore e la sua Santissima Madre, Maria.
Cari fratelli e sorelle, oggi, 13 maggio, ricordiamo la data della prima apparizione della Madonna a Fatima, nella Cova d’Iria, ai tre pastorelli Francesco, Giacinta e Lucia.
In quel 13 maggio del 1917, quando in buona parte dell’Europa rombavano i cannoni e gli eserciti dei vari imperi e regni si confrontavano in sanguinose carneficine, la Vergine Maria, in obbedienza alla divina volontà, ha scelto questo umile villaggio del Portogallo, per portare un messaggio antico e sempre nuovo.
Non è una novità, circa la scelta del luogo assolutamente anonimo dove si è mostrata.
Circa sessant’anni prima, aveva scelto un altro sconosciutissimo villaggio sotto i Pirenei, Lourdes, per dialogare con una fanciulla povera, debole e senza un minimo di cultura di questo mondo.
Se andiamo indietro nella storia, ci rendiamo conto che questa strategia soprannaturale è una costante dell’agire di Dio e dei suoi ambasciatori, prima fra tutte Maria.
Sul perché di Lourdes, Fatima e altri luoghi che diventeranno segni privilegiati della presenza di Dio, tante argomentazioni sono state portate, molteplici dibattiti si sono aperti e chiusi senza trovare nulla di sensazionale; l’unica cosa che possiamo pensare e dire, e che Dio e i suoi collaboratori non guardano ciò che il mondo tiene in grande considerazione per fare le loro scelte.
La condizione necessaria affinchè Dio possa posare il suo sguardo su un luogo, e che lì vi siano delle persone dal cuore semplice, libere da pregiudizi e profondamente innamorate della fede cristiana.
Persone che non hanno la presunzione di cambiare la dottrina della fede, perché, se Gesù è arrivato a dire che lui non era venuto a cambiare neanche un trattino della legge antica, così non possiamo farlo noi.
Dio…la Vergine Maria, sua più grande e insostituibile collaboratrice, hanno sempre trovato anime belle con queste caratteristiche e soprattutto nei bambini, che rispecchiano maggiormente l’identità dei “piccoli” del Vangelo, hanno individuato il luogo vitale per depositare quei grandi messaggi che poi, con la forza e generosità della fede dei singoli, si sono divulgati in tutto il mondo.
Oggi, ricordare il 103simo anniversario di quella apparizione, con ciò che l’aveva preparata e con quelle che seguiranno, significa renderci conto ancora una volta e di più che Dio ci ama di amore infinito…che ci porta non solo nel cuore, ma che viviamo nella sua stessa vita.
Quel giorno e quell’anno, non erano certo sinonimo di pace, tranquillità, serenità nelle famiglie, nei paesi e nelle nazioni.
I popoli si stavano combattendo creando delle raccapriccianti carneficine, e di lì a poco, sarebbe scoppiata quella tremenda epidemia che fu chiamata la “febbre spagnola” che seminò migliaia di vittime in tutta Europa e non solo.
Anche i nostri libri storici parrocchiali, riportano delle notizie inerenti a ciò.
In mezzo a questo trambusto, Maria Santissima ha fatto soffiare un dolce vento per attirare l’attenzione di quei tre bambini intenti a pascolare le loro pecore.
E’ bello pensare che abbia comunicato con loro attraverso il dialetto che conoscevano, perché anche loro erano sprovvisti di quella cultura di base che oggi ci appartiene.
Maria, dirà tante cose a quei bambini…tante e grandi per la loro piccola testolina, ma sapranno custodirle con amore e affidarle a quelle mani e quei cuori che poi sapranno presentarli alla Chiesa e al mondo per interpretarle in modo intelligente e soprattutto illuminato dalla fede.
Fatima, con le sue apparizioni, diventerà famosa per i segreti e anche se ai nostri giorni sembra che tutto sia spiegato, poiché si è concretizzato, tuttavia, non vogliamo avere la presunzione di dire che abbiamo svelato il mistero di Dio.
I segreti di Fatima non sono più importanti di quella fede che in forza del nostro Battesimo siamo chiamati a vivere nei momenti belli e meno belli!
Se i giorni, gli anni, i momenti della storia…possiamo classificarli così, belli e meno belli, gioiosi e tragici….quello che stiamo vivendo, come lo classifichiamo?
Forse tragico…negativo…privo di speranza…ma per quale motivo?
Per il virus che sta affliggendo i nostri corpi e la nostra psicologia?
Anche in quel 13 maggio 1917 c’erano questi presupposti…c’era la guerra, la spagnola, gli imperi che avevano dato gloria e sicurezza ai popoli si stavano sfaldando creando tutte quelle incognite che noi oggi potremo paragonare alla recessione economica, ai danni causati alle attività produttive e commerciali e altre cose simili.
Eppure, Maria, ha invitato quei bambini a pregare…si è presentata come la Regina del Santo Rosario e ha detto loro di pregarlo sempre, per la salvezza delle loro anime e di quelle che sono in purgatorio e per evitare di correre il rischio di essere preda delle fiamme dell’inferno.
Questo è il male più grande che pare ci siamo dimenticati; non che dobbiamo vivere nella paura, ma neanche pensare che questa sia un’invenzione.
Maria, ha mostrato a Francesco, Giacinta e Lucia quelle fiamme e ne sono rimasti spaventati.
Oggi, ci rendiamo conto che la Chiesa stessa fa fatica a ricordare che queste sono realtà vere e rischiano di contagiare quella parte straordinaria di noi che si chiama anima.
Questa sera, vogliamo affidarci tutti all’intercessione della Madonna e dei pastorelli di Fatima; Francesco e Giacinta, che il Signore ha voluto portare in Paradiso quasi subito dopo le apparizioni e oggi sono invocati come Santi.
Lucia, che ha trascorso la sua lunga vita, protetta dalla vita religiosa e claustrale e oggi riposa vicina ai suoi piccoli amici nella prima Basilica di Fatima.
Invochiamo la Madonna perché ci aiuti a purificarci dalle nostre cattive condotte nei riguardi della vita cristiana; la invochiamo ancora perché ci faccia venir fame di preghiera e ci accompagni a visitare le verità eterne della nostra fede cristiana, senza le quali non può esserci salvezza.
Ancora, invochiamo la Madonna perché salvi la Chiesa e le faccia recuperare quello spirito di autenticità che tanto facilmente si può perdere essendo nel mondo.
Preghiamo la Madonna perché ci aiuti a ripartire, dopo questa pandemia….dove ripartire non vuol dire soltanto riaprire strade, negozi, attività, ma soprattutto recuperare la nostra dignità di figli di Dio che sanno riconoscere quello che è giusto dare a Cesare e quello che è altrettanto giusto dare a Dio.
Forse…tutti dobbiamo chiederci quanti pasticci abbiamo fatto fino a questo momento, mischiando sacro e profano, Cesare e Dio.
Ci aiuti la Madonna ad essere saggi…ad avere il cuore semplice di quei pastorelli che hanno capito tutto pur non sapendo leggere e scrivere.
Il tempo di Cesare è breve…tanto breve…potrebbe essere finito fra un istante.
Il tempo di Dio è eterno!
Il tempo di Cesare si paga con la moneta tintinnante…l’eternità di Dio non si compra e non si vende….si eredita in forza di quella fede che decidiamo di vivere in pace con Dio e tra di noi.
Lunedì prossimo, 18 maggio, è una data importante.
Riprenderemo anche a celebrare le Sante Messe con la partecipazione del popolo.
Di quale popolo sto parlando?
Voi che mi state ascoltando, chi pensate che sia il popolo che Dio sta aspettando?
Se pensiamo che siano gli altri, rispetto a me….allora non abbiamo capito niente!
Se invece questo nuovo inizio ci interpella dal vivo, allora siamo sulla strada giusta.
Vergine Santa, parla al nostro cuore e donaci il coraggio di Francesco, Giacinta e Lucia, che non avevano paura delle minacce che venivano loro fatte; aiutaci a risollevarci nel corpo e nello spirito e dona alle nostre Comunità la gioia dello spirito, la fierezza dell’essere cristiani, il desiderio dell’annuncio profetico, senza guardare in faccia a niente e nessuno.
Con te, o Maria, senza cambiare le parole, diciamo a Gesù: Gesù mio, perdona le nostre colpe; porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.
Lorenzo e Stefano
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