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La misericordia di Francesco I, è “selettiva”.


Fiumi di inchiostro sono stati versati, dai siti cattolici, sulla durissima reprimenda del Vaticano contro Radio Maria, dalle cui antenne sarebbe stato detto che il terremoto dell’Italia centrale sarebbe stata una punizione divina per il varo della legge sulle unioni civili. Non si parli di “Punizioni divine”! Il numero 2 della segreteria di stato, monsignor Becciu, ha invitato Radio Maria a “correggere i toni del linguaggio e conformarsi di più al Vangelo e al messaggio della misericordia e della solidarietà propugnato con passione da papa Francesco”. Forse non tanti lettori ricordano chi sono i Francescani dell’Immacolata dal saio azzurro: questo ordine religioso nuovo (fondato negli anni ’70 da padre Stefano Manelli, ancora vivente) col proposito di vivere radicalmente la “regola” di San Francesco d’Assisi e una speciale offerta di sé all’Immacolata – secondo la specifica ascetica di padre Kolbe, morto martire ad Auschwitz offrendosi di sostituire un condannato a morte padre di famiglia. Questa strada severa ha richiamato un gran numero di vocazioni: 800 frati e suore, mentre gli altri ordini religiosi sono ormai vuoti e radi.

Ora, sono ormai quasi quattro anni che questo folto gruppo di anime, fra cui molti sacerdoti, e laici terziari, è oppresso e perseguitato. Sottoposto a commissariamento, il fondatore allontanato e praticamente agli arresti, i frati sacerdoti (mani consacrate) molti sospesi a divinis, tutti col divieto persino di cercare di lasciare l’ordine per cercare di diventare normali preti diocesani; i pochi vescovi che hanno accettato di incardinarli sono stati a loro volta commissariati: è accaduto al vescovo di Albenga che ne aveva accolto tre . 

Chi li perseguita? Il Papa.

Quello che ha preso il nome “Francesco”, e di cui tutti i media celebrano la “misericordia”, ha deciso di sopprimere l’ordine francescano più fedele a quello del poverello di Assisi, infliggendo un supplizio continuo a queste povere anime, angoscia alle loro famiglie (sono tutti giovani),

privandole della libertà che la Chiesa ha sempre riconosciuto ai figli di Dio, la libertà di obbedire alle chiamate dello Spirito. Un ordine religioso

Troppo severo, troppo tradizionalista (Messa in latino)? Non si sa, perché un’accusa precisa non è stata mai formulata nelle forme dovute in tal modo, essi non possono difendersi. A mezza bocca, nelle stanze del potere si è farfugliato di mancanza di “sensus Ecclesiae”, in pratica li si accuserebbe di non essere entusiasti del Concilio Vaticano II. Ogni critica all’idolo comporta i fulmini di una gerarchia che, per il resto, è di manica larghissima sui vizi propri.(Basta aprire i quotidiani ne trovate uno al giorno ). Lo si vede dai continui insulti che Bergoglio lancia contro i fedeli alla dottrina della Chiesa, “farisei” , “moralisti pedanti” e pavoni” eccetera; opponendo la sua sterminata, incondizionata misericordia verso “gli ultimi” nelle “periferie”.

Ebbene: la misericordia di Francesco, è “selettiva”. E in favore di telecamera.

Così quando andò con codazzo di tv all’isola di Lesbo per mostrare la sua idea di “accoglienza senza limiti”, e come rimprovero vivente al nostro egoismo, si riportò sull’aereo tre famiglie di profughi. Tutte musulmane. “Il papa si è giustificato che sono state scelte non per l’appartenenza religiosa, ma perché avevano le carte in regola”. In realtà, rivela Valli, almeno “una famiglia cristiana con le carte in regola” a Lesbo c’era.Questa gelida cattiveria mostra che Bergoglio non è andato a Lesbo come buon samaritano, ma come ideologo spietato. Del resto le tre famiglie islamiche che ha portato a Roma, le ha immediatamente sbolognate alla Sant’Egidio. Come certe dame ricchissime che adottano piccoli indiani, e li fanno crescere dalle cuoche e giardinieri.Una “bontà” che ha prodotto in Vaticano un regime di terrore: lui sbatte fuori, licenzia, esclude, dittatorialmente, anzi dispoticamente. “Io sono il papa, e non devo dare ragione a nessuno delle mie decisioni”, come secondo il vaticanista Tosatti ha detto quando ha preteso il licenziamento di un dipendente vaticano che lo aveva criticato.Ebbene la misericordia di Francesco, è un tipo di violenza alle coscienze rette di cui Bergoglio approfitta sempre più spesso: esige l’obbedienza secondo tradizione, per comandare l’autodistruzione della tradizione stessa; fa leva sulla propria autorità papale per imporre la distruzione dell’autorità; obbliga i più fedeli a tradire la propria intima coscienza, che è esattamente il solo ‘peccato’, secondo Rahner, che non sarà perdonato. Dunque abolisce nei fedeli quella “libertà di coscienza” di cui proclama di voler rispettare ad ogni costo, quando parla a Eugenio Scalfari. Rispetta la libertà di coscienza della Bonino, ma non dei Francescani dell’Immacolata, e dei tanti cattolici.Non c’è da stupirsi se il clima, dietro le Mura e nei Palazzi, non sia esattamente sereno. E c’è da chiedersi quale credito dare a tutto questo sfanfarare sulla misericordia.

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