Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

venerdì 21 aprile 2017

ECCO VOSTRA MADRE Padre Roger – Thomas Calmel o.p. (Omelia pronunciata in una delle messe del Congresso di Sion, il 2 maggio 1964)



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...Donna ecco i vostri figli, affinché otteniate loro la santità; affinché si lascino condurre da voi verso la mia carità perfetta che brucia come un fuoco inestinguibile. Saremo tanto più attenti alla parola di Gesù che (dice che) sua madre e nostra madre, a diverse riprese da un secolo, ci è apparsa per avvertirci solennemente della gravità dell’ora e della posta in gioco della Redenzione. La Vergine Immacolata, presente in mezzo al popolo di Dio lungo la suo storia, dal Fiat dell’Annunciazione e soprattutto dal Stabat del Calvario, si è resa ancora più presente in questi ultimi tempi. Per lo meno Ella ha manifestato la sua presenza in modo molto nuovo, più tenero e più patetico. Ricordatevi quelle apparizioni dalla Rivoluzione Francese; quelle apparizioni che non sono più circoscritti ad una anima o una congregazione, ma di cui la portata è veramente mondiale, quelle apparizioni nelle quali la Regina del cielo e della terra visita il suo popolo distratto, dimentico e ingrato, in balìa più che mai ai furori e alle manipolazioni del Nemico. Se la Fede ci permette di intravvedere lo strazio del Cuore di Nostra Signora alla sesta ora del Venerdì Santo, quando le tenebre spargono il loro tragico velo su Gerusalemme e su tutta la superficie della terra, questa stessa Fede ci rende attenti alla pena e alla sollecitudine della Vergine Maria quando si manifesta alla Rue du Bac o alla Salette, a Lourdes o a Fatima.


È la stessa Vergine Immacolata ed è sempre il grande dramma della redenzione degli uomini. Solo che, man mano scorrono i secoli, il dramma si è rivestito di una acutezza più temibile: perciò nostra Madre e Regina è intervenuta: Ella ha insistito per farcelo comprendere. Ultimamente a Fatima non ci ha solamente pressato di convertirci e di vivere in figli di Dio come lo aveva fatto a Lourdes; Ella ha insistito sulle conseguenze spaventose del rifiuto di conversione: per le anime l’Inferno eterno, e per i popoli la schiavitù comunista con la sua potenza inaudita di pervertire la società e di perdere le anime. Tuttavia, malgrado i pericoli nuovi che minacciano il popolo di Dio, e malgrado il materialismo del XX secolo sia altre quanto anti-cristiano e molto più organizzato delle grande eresie del V, del VII o del XVI secolo, - qualunque siano i progressi della contro-chiesa e delle preparazioni dell’Anticristo, - la Vergine Maria è sempre presente in mezzo al suo popolo, potente e invincibile; Ella ci tiene nella sua preghiera e nel suo Cuore; Ella lo dichiara molto chiaramente a Fatima, facendo menzione speciale non più solamente della sua Immacolata Concezione (come a Lourdes) ma anche del suo Cuore Immacolato e chiedendoci di consacrarci al suo Cuore purissimo. Ci basta guardare con una fede vigile e amorosa la Vergine delle apparizioni per cadere in ginocchio con un sentimento di profonda umiltà e di supplica ardente. La nostra Madre ci ha ricordato la gravità del momento storico in cui viviamo; ella è intervenuta espressamente per questo. Ma noi siamo così sprovvisti, così piccoli di fronte a questa situazione eccezionale. Dove prenderemo la forza, il coraggio, l’intelligenza indispensabili? Noi abbiamo solamente voglia di piangere e di supplicare: “Sancta Maria mater Dei, ora pro nobis, peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae.” Le nostre mani non sono forse del tutto vuote; probabilmente possiamo offrire gli sforzi intrapresi al fine di essere noi stessi fedeli e lavorare al risanamento del mondo. Uno di questi sforzi è la formazione civica e l’azione dottrinale conformemente al diritto naturale e cristiano. Ma qualunque ne sia la portata, e questa è lontana dall’essere trascurabile – come non sentirne l’insufficienza? “Non est nobis colluctatio adversus carnem et sanguinem…” (Ephes. VI, 12). Il nostro combattimento non è solamente contro la carne e il sangue, ma contro gli angeli cattivi in persona che vogliono rendersi signori e dominatori della storia. Sono loro, questi angeli delle tenebre, che hanno suggerito agli uomini l’idea sacrilega di organizzare il mondo non soltanto in maniera tale da soffocare le anime, ma anche da neutralizzare le loro reazioni perché queste non sentano l’orrore di tale soffocamento. Questi angeli delle tenebre hanno insegnato agli uomini l’impiego degli più svariati anestetici, affinché il mondo finisca col diventare un’anticamera confortevole dell’Inferno eterno. Il sistema scolastico, il sistema del lavoro e della proprietà, il sistema della famiglia, l’economia nel suo complesso, il sistema della formazione o piuttosto della deformazione delle intelligenze; in breve, i diversi organismi della vita sociale vengono combinati poco a poco con un pervertimento abbastanza preciso affinché le persone, più o meno a loro insaputa, divengano incoscienti di Dio e del suo Cristo, così come della legge naturale sulla famiglia, la patria e il lavoro. Si pretende bastare a sé stessi con le cose della terra, e perfino con le cose della terra manipolate e falsificate, sottomesse ad una trasformazione indefinita. Per molti contemporanei non è più Dio che è Dio, ma la trasformazione dell’universo senza scopo e senza legge. Niente è vero una volta per tutte, non esiste assoluto né legge morale, tutto deve essere tentato. Ecco qui un ateismo al tempo stesso mistico e pratico, realizzato nelle istituzioni e nella vita quotidiana. Da alcuni secoli l’umanità aveva conosciuto questo desiderio di un’apostasia generale; ma ai nostri giorni questo desiderio demoniaco è in via di realizzazione; la perversione ateista sta penetrando gradualmente nel tessuto del corpo sociale per impregnarne tutte le fibre. A questo spaventoso peccato di cui il clamore si innalza contro il Cielo da quasi tutti i punti della terra, dalle case e dalle fabbriche, dalle scuole e dai laboratori, dagli uffici e dalle sale per le conferenze, a questo peccato che prefigura quello delle ultime ore del mondo, quale efficace contrappeso possiamo apportare? In definitiva nessun altro che la santità. Perché tutti gli altri non saranno accetti a Dio, non avranno la fortuna di commuovere le anime di buona volontà, che alla condizione di essere motivati dalla ricerca della perfezione spirituale in Gesù Cristo. È evidente che non essendo anime divise non possiamo trascurare, nella nostra opposizione al peccato del mondo, lo studio della santa dottrina e dell’azione pratica. Ma non è meno evidente che, avendo il desiderio di essere benedetti da Dio nei nostri sforzi e di rendere premurose le anime di buona volontà, non possiamo trascurare nella nostra opposizione al peccato del mondo di tendere verso il perfetto amore di Dio. Ma se giustamente il rimedio è di tal natura, poiché il male raggiunge tale profondità, come non volgerci verso la nostra Madre nella grazia divina, la Madre del bell’amore, colei che ci fu donata dal Redentore allorché espiava il peccato del mondo? Come non pregare Nostra Signora e dirle, con una supplica umile e veemente, che ciò che ci è domandato ci oltrepassa, ma anche che abbiamo una confidenza illimitata nel suo soccorso: “Ad te clamamus exsules filii Evae…eia ergo advocata nostra illos tuos misericordes oculos ad nos converte.” Non basta combattere il male del mondo, bisogna anche farlo con un cuore puro. Noi dobbiamo tenere le due estremità: mettere in discussione le istituzioni antinaturali e anti-umane del mondo contemporaneo, ma avere allo stesso tempo anche la volontà di convertirci mettendole in discussione. Facciamo attenzione di fronte all’esistenza delle due attitudini opposte che possono tentarci, ma che sono inaccettabili tanto l’una quanto l’altra. Certi affermano: solo la santità conta; e questo è vero in un senso; ma da ciò essi traggono la conclusione molto falsa di limitarsi alla preghiera; oppure se essi intraprendono un’azione la limitano a ciò che essi chiamano la presenza, rifiutando di mettere in discussione gli errori e le tare del mondo moderno; talvolta anche rendendosene ingenuamente complici. Al contrario, altri reputano che sia sufficiente denunciare le istituzioni inique, oppure passare all’azione diretta; ma essi non vogliono preoccuparsi delle disposizioni del loro cuore, non vedono lo scandalo che essi possono causare per non portare un cuore abbastanza puro nel servizio di una giusta causa. Probabilmente, è bene dirlo: la colpa delle aberrazioni contemporanee incombe sugli adepti delle società segrete, sui chierici incantati, sui settari della contro-Chiesa che tirano i fili nell’ombra. Si ha ragione di dirlo; sarebbe ingenuità non vedere questo male, leggerezza stimarlo benigno, viltà il non combatterlo. Bisogna anche giudicare, riprovare e combattere con un particolare cuore, con un cuore offerto a Dio. Senza esitare un istante sulla legittimità della nostra causa e la necessità del nostro combattimento, senza rifugiarci in una preghiera irreale o dietro un apostolato incantato, domanderemo al Signore di condurre la lotta con più santità: “Signore, io so bene che ciò che faccio è da farsi in giustizia, ma concedetemi di farlo con un amore più puro.” È anche necessario esaminare se non siamo implicati, e in quale misura semmai lo saremmo, in istituzioni che portano al peccato; se partecipiamo ai diversi totalitarismi e se ne traiamo qualche profitto. Questo esame di coscienza non tende a diminuire la nostra combattività, ma piuttosto a renderla più pura, più comprensiva e più efficace; - più pura, perché avendo visto l’orrore del male in noi stessi, avendolo rigettato inflessibilmente, saremo meno esposti a rendercene complici presso gli altri; - più comprensiva e più efficace, perché sapendo per esperienza come abbiamo dovuto impegnarci per disfarci della nostra partecipazione personale al totalitarismo, e le difficoltà che abbiamo dovuto superare, comprenderemo meglio le difficoltà degli altri e potremo meglio aiutarle. Rimanendo ciascuno al proprio posto e secondo le proprie responsabilità, rifiutiamo di patteggiare con i costumi del totalitarismo nella stampa, nelle imprese, nei divertimenti. I nostri fratelli dei primi secoli si astenevano onestamente dai lavori e dalle manifestazioni infette dal peccato del paganesimo. Sappiamo opporre lo stesso rifiuto alle organizzazioni dell’apostasia contemporanea. Che la Madonna intervenga in questa sfera della vita pratica e ci ottenga un grande senso del reale. Che intervenga ugualmente Lei, la Regina dei confessori e dei dottori, la Vergine della Pentecoste, per darci il gusto della Parola di Dio, insegnandoci a meditare questa Parola tanto nella preghiera quanto nella riflessione dottrinale. E ciò tanto più per il fatto che lo studio della costituzione naturale della città richiede dei presupposti teologici. Più noi cercheremo di conoscere ciò che è la giustizia della città nella sua essenza e al tempo stesso l’aspetto che riveste nella nostra epoca tecnologica questa giustizia eterna, più dovremo anche meditare i misteri rivelati su Dio e sulla Città di Dio, al fine di situare al proprio posto il nostro studio delle cose umane, al fin di realizzare questo studio alla luce della nostra vocazione soprannaturale. “Donna, ecco tuo figlio – figlio, ecco tua madre”. Che queste parole definitive, valide per tutti gli uomini e per tutti i secoli, si realizzino per ciascuno di noi e per il nostro secolo volto verso la perdizione; per la gloria di Gesù Cristo e della Vergine Immacolata; affinché la nostra vita e la nostra lotta nel secolo presente siano una preparazione alla felicità della Patria eterna. Amen

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