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“Itinerario Spirituale. Seguendo San Tommaso d'Aquino nella sua Somma teologica.”


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Capitolo VII - I Sacramenti di Gesù Cristo (A)

Il Verbo di Dio si è dunque incarnato a causa del peccato dell’uomo, per ripararlo e far così rinascere la Vita divina nelle anime, affinché esse possano nuovamente essere gradite a Dio e glorificarLo in questo mondo e nell’eternità.

Così Gesù, nel Suo Amore misericordioso, ha voluto prendere su di Sé in un certo qual modo i peccati dell’umanità e offrirsi in sacrificio di redenzione e di propiziazione a suo Padre, per restaurare la vita dello Spirito Santo, quella della carità nelle anime, con una partecipazione alla sua stessa vita, divenuta per gli uomini la sola sorgente di vita e di salvezza.

Il sacrificio del Calvario appare allora come la Luce che splende nelle tenebre, come l’unica fonte di vita nel deserto.

– Con quale mezzo Dio ci comunicherà questa nuova vita?

– Perpetuando il Calvario. Ci sarà ormai il solo sacrificio della Croce, una sola Ostia, un solo Sacerdote, che è Gesù stesso.

Non si insisterà mai abbastanza su questa meravigliosa invenzione della Misericordia divina che mostrerà chiaramente tutta la Provvidenza di Dio nella realizzazio­ne della Chiesa, del Sacerdozio e di tutti i Sacramenti, di cui l’Eucaristia, frutto del sacrificio e sorgente della nostra santificazione, sarà il centro e in qualche modo la ragion d’essere.

– Fra tutti i Sacramenti, qual è il più grande e in un certo senso il più importante o quello al quale tutti gli altri sono ordinati e nel quale in qualche modo tutti gli altri si completano?

– È il Sacramento dell’Eucaristia. In esso, infatti si trova contenuto sostanzialmente Gesù Cristo stesso, mentre in tutti gli altri si trova solo una virtù derivata da Lui. Così tutti gli altri sembrano essere ordinati o a realizzare questo sacramento, come l’Ordine, o a rendere degni, o più degni, di riceverlo, come il Battesimo, la Cresima, la Penitenza, l’Estrema Unzione, o almeno a significarlo, come il Matrimonio" (Pègues, pag. 429 - IIIa q.65 a.3).

Che noi possiamo perciò dare al mistero della Croce tutta l’importanza e tutto il posto che gli spettano nell’economia divina della Redenzione e nella sua applicazione alle anime lungo tutta la storia della Chiesa!

Bisogna riconoscerlo: al Sacrificio della Croce che si perpetua sui nostri altari non si dà sempre il suo posto, anche nell’insegnamento della Chiesa, nei catechismi; si tende a dare tutta l’importanza all’Eucaristia e a fare solo un’allusione accidentale al Sacrificio. Ciò rappresenta un grave danno per la fede dei fedeli, soprattutto di fronte agli attacchi virulenti dei protestanti contro il Sacrificio. Il demonio non si sbaglia, quando si accanisce a far scomparire il Sacrificio. Egli sa che attacca l’opera di Nostro Signore nel centro vitale e che ogni disistima del Sacrificio comporta la rovina di tutto il cattolicesimo, in ogni campo. L’azione che il demonio conduce dopo il Vaticano II è rivelatrice e obbliga coloro che vogliono rimanere cattolici a difendere coraggiosamente il sacrificio della Messa e il sacerdozio quali Nostro Signore li ha istituiti.

Tanto per la vita spirituale dei sacerdoti che per quella dei fedeli, è essenziale illuminare la nostra fede e la nostra intelligenza con l’atto, voluto dalla Sapienza divina, che ha fatto rivivere spiritualmente e soprannaturalmente l’umanità.

Quest’atto è la ragione dell’Incarnazione, la realizzazione della Redenzione, quello che glorifica Dio infinitamente e apre le porte del Cielo all’umanità peccatrice: è il Sacrificio del Calvario. Non si può non essere colpiti dall’insistenza di Nostro Signore, durante tutta la sua vita terrena, sulla sua «ora». «Desiderio desideravi» dice Nostro Signore: ho desiderato ardentemente l’ora della mia immolazione. Gesù è proteso verso la sua Croce.

Il «Mysterium Christi» è anzitutto il «Mysterium Crucis». Per questo nei disegni dell’infinita Sapienza di Dio, per la realizzazione della Redenzione, della Ricreazione, del Rinnovamento dell’umanità, la Croce di Gesù è la soluzione perfetta, totale, definitiva, eterna, con la quale tutto sarà risolto. È sulla relazione di ogni anima con Gesù crocifisso che verterà il giudizio di Dio. Se l’anima è in una relazione vivente con Gesù crocifisso, allora essa si prepara alla vita eterna e partecipa già della gloria di Gesù mediante la presenza dello Spirito Santo in lei. È la vita stessa del Corpo mistico di Cristo. «Se qualcuno non resta in me, è gettato via come il sarmento, e si secca, poi i sarmenti vengono raccolti e gettati a bruciare nel fuoco» (Gv. 15,6).

Per la nostra giustificazione, per la nostra santificazione, Gesù organizzerà tutto intorno a questa fontana di vita che è il suo sacrificio del Calvario. Egli fonda la Chiesa, trasmette il suo sacerdozio, istituisce i sacramenti per rendere partecipi le anime dei meriti infiniti del Calvario; San Paolo non esita a dire: «In mezzo a voi io ho ritenuto giusto non dover conoscere nient’altro che Gesù Cristo, e Gesù Cristo crocifisso» (1Cor. 2,2).

Ora il sacrificio del Calvario diventa sui nostri altari il Sacrificio della Messa, che, nello stesso tempo in cui realizza il Sacrificio della Croce, realizza anche il sacra­mento dell’Eucaristia, che ci rende partecipi della Vittima divina, Gesù crocifisso.

È dunque attorno al Sacrificio della Messa che si organizzerà la Chiesa, Corpo Mistico di Nostro Signore, che vivrà il Sacerdozio per edificare il Corpo Mistico con la predicazione che invoglierà le anime a purificarsi nelle acque del Battesimo per essere degne di partecipare al Sacrificio Eucaristico di Gesù, al banchetto della Vittima Divina ed unirsi così sempre più alla Santissima Trinità, iniziando già quaggiù la vita celeste ed eterna. È anche dalla Croce che la grazia del matrimonio ricevuta nel Sacrificio della Messa costruirà la Cristianità o il regno sociale di Gesù crocifisso, nella famiglia e nella società. La Cristianità è la società vivente all’ombra della Croce, della Chiesa parrocchiale costruita in forma di croce, sormontata dalla Croce, che accoglie l’altare del Calvario rinnovato quotidianamente, dove le anime vengono a nascere alla grazia e la conservano per il ministero dei sacerdoti, che sono degli altri Cristi.

La Cristianità è il villaggio, sono i villaggi, le città, i paesi che osservano la legge dell’amore imitando il Cristo in Croce, sotto l’influsso della vita cristiana della grazia. La Cristianità è il Regno di Gesù Cristo: le autorità di questa Cristianità si dicono «luogotenenti di Gesù Cristo» incaricati di far applicare la sua Legge, di proteggere la fede in Gesù Cristo e di aiutarla con tutti i mezzi affinché si sviluppi, in pieno accordo con la Chiesa. Si può dire, in verità, che tutti i benefici della Cristianità vengono dalla Croce di Gesù e di Gesù crocifisso: è la resurrezione dell’umanità decaduta per la virtù del sangue di Gesù Cristo.
(fonte F.S.S.P.X.)

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