Si rendono conto di averla fatta grossa e, come i bambini dopo una marachella grave, si nascondono. Già, nascondersi. Come i progenitori dopo aver disubbidito a Dio: “Adamo, dove sei?” Non ha certo il potere devastante del peccato originale ma quella intervista su Repubblica del 9 settembre ha lasciato il segno: per chi conosceva Enzo Bianchi è stata la conferma –l’ennesima- di come il sedicente “priore di Bose” sia poco più che un inquieto ottantenne ateo o, al più, aggrappato ad una viscida (nel senso di scivolosa. E non solo) religione umanitaria che ogni buon cattolico sa essere quella “religione propedeutica all’anticristo”.
Lo stesso padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, ha pubblicato almeno una decina di libri soltanto per metterci in guardia dalla eventualità di una religione umanitaria (“sarebbe una catastrofe”, ha scritto) ed un’altra decina per preannunciarci una apostasia. E non una apostasia di pochi, oligarchica, d’élite: no, no: una apostasia di massa e, udite udite, della stessa Chiesa. Preceduta dall’avvento del pastore idolo. I libri sono lì: basta leggerli.
Dunque il signor Bianchi ha davvero esagerato e, come si diceva, si è reso conto: lui ed il suo entourage. Come prima conseguenza l’articolo è scomparso dai siti internet di Repubblica e della “comunità di Bose”. E questo fa pensare. (comunque l’articolo intervista, almeno per ora, è qui:
http://www.unachiesaapiuvoci.it/notizia.php?Id_sezione=1&Id_notizia=847 ).
http://www.unachiesaapiuvoci.it/notizia.php?Id_sezione=1&Id_notizia=847 ).
Molti siti e blog cattolici non sono rimasti indifferenti, anzi. La reazione c’è stata, eccome. Ed anche forte. Verrebbe persino da pensare che in un ipotetico gioco delle parti l’intervista scandalo sia stata concordata: la pubblicazione è di poche ore successiva a quella dei due “Motu Proprio” che hanno sfaldato alla base la indissolubilità del Matrimonio. Chissà, forse è solo una coincidenza ed un nostro cattivo pensiero.
Ad ogni modo lunedì 14 settembre è intervenuto Antonio Livi su “La Nuova Bussola Quotidiana” con un articolo significativamente intitolato “Enzo Bianchi, l’«umanista ateo» getta la maschera” (LEGGI L’ARTICOLO DI LIVI ) e, in apertura, mons. Livi dice che la intervista “sarebbe ripetitiva e insignificante se non fosse anche il riassunto del vasto progetto politico-religioso di Enzo Bianchi”, un piccolo manifesto, dunque.
Nonostante l’ampio e documentato argomentare , sul piano teologico ma anche storico, mons. Livi non si fa illusioni di ricevere una qualche risposta, appunto, argomentata :“nemmeno lo stesso Bianchi è stato capace di contraddire le mie critiche alla sua falsa teologia, ad esempio quando gli facevo notare che parlava di Cristo come di una creatura, negandone esplicitamente la divinità (del resto lo ha imparato dal suo maestro Walter Kasper, il quale lo ha imparato a sua volta da Karl Rahner). Ogni volta che ha replicato alle mie critiche teologiche, Bianchi non ha saputo dire altro che in Vaticano lo stimano e lo nominano consulente di questo o di quello, e che i vescovi italiani lo chiamano continuamente a parlare ai fedeli delle loro diocesi”.
E non solo Bianchi: “Bruno Forte, Gianfranco Ravasi e tanti altri di fronte alle mie critiche teologiche (cfr il mio trattato su Vera e falsa teologia) non tentano nemmeno di confutarle ma si accontentano di mostrarmi orgogliosamente le loro insegne episcopali o cardinalizie.”
Mentre Papa Bergoglio va in America e ci avviciniamo al Sinodo ed all’inusuale “Anno Santo della misericordia” (un unicum nella Storia della Chiesa)a noi non resta che pregare come, nella chiesa, Livi saggiamente suggerisce : “a me non resta che pregare, mentre continuo a consigliare tutti di non prendere per magistero quello che Magistero assolutamente non è.”
cosimo de matteis
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