L’ERETICO CARDINALE WALTER KASPER di Don Lugi Villa Questo articolo del compianto Don Luigi è stato pubblicato sulla rivista mensile Chiesa Viva, n° 433 - dicembre 2010
Impaginazione e sottolineature sono nostre
Certo, è un fatto grave! Di sua propria confessione ha rotto la comunione di fede, indispensabile per l’unità cattolica.
A riguardo della necessità di appartenere alla Chiesa per essere salvi, il card. Walter Kasper ha scritto: «Con le sue Dichiarazioni, il Concilio [Vaticano II] ha rigettato l'antica teoria esclusiva e la pratica secondo la quale, dal fatto che Gesù Cristo è il solo e unico Mediatore della salvezza, non cè salvezza fuori della fede in Cristo, “Extra ecclesiam nulla salus” [Fuori della Chiesa non cè salvezza], secondo il famoso assioma del vescovo Cipriano di Cartagine[morto nel 258] [...]. Questa teologia esclusiva fu rimpiazzata da una teoria inclusiva (...). In Gesù Cristo la salvezza è venuta a tutti i popoli in maniera universale che include tutto ciò che è buono e vero nelle altre religioni».
Da parte mia, io credo che la Chiesa cattolica romana è la Chiesa di Cristo, fuori della quale non può esservi salvezza. È uno dei dogmi cattolici che nessuno può salvarsi fuori della Chiesa cattolica (Pio IX: “Quanti conficiamur maerore”, Dez. 2867).
Da questa divergenza di fede, scende una profonda divergenza di concezione nella pratica ecumenica, quale descritta dallo stesso Walter Kasper: «Prima del Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica intendeva il ristabilimento dellʼunità dei cristiani unicamente in termini di ritorno dei nostri fratelli separati alla vera Chiesa di Cristo... da cui si erano disgraziatamente separati. Questa fu l’espressione che usò Pio XI nella sua enciclica “Mortalium animos” del 1928. Il Concilio Vaticano II ne fece un cambiamento radicale (...). il vecchio concetto dell’ecumenismo del ritorno è stato rimpiazzato, oggi, da quello di “itinerario comune”, che dirige i cristiani verso il fine della comunione ecclesiale, compresa come unità nella “diversità riconciliata».
Ora, questo falso profeta, travestito da pecora, ma che dentro è un lupo rapace (Mt. 7, 15), non è stato mai denunciato, anzi!.. fu elevato agli onori cardinalizi e poi nominato Presidente del “Segretariato per l'Unità dei cristiani”. Davanti a questi fatti, come potranno rimproverarci di seguire i consigli di Cristo di diffidare (Mt. 7, 15) di fronte a coloro che sono all’origine di tali promozioni? E che abbiamo a comprendere la necessità che noi abbiamo di richiamare di essere protetti da sicure garanzie necessarie a salvaguardare la nostra fede cattolica, perché i nemici della Chiesa sono, ormai, all’interno di Essa!
Uno dei quali è chiarissimamente anche il cardinal Kasper che nega persino la divinità di Gesù Cristo. A comprova dei suoi “errori” che dovevano essere condannati con “anatemi”.
Noi non ci sbagliamo se osiamo dire che il cardinale Kasper non ha la fede cattolica!
Chi ha letto il suo libro: “Gesù, il Cristo” si sarà reso conto che il card. Kasper non crede che Gesù sia Figlio di Dio, in senso proprio. Secondo Lui, «questa confessione di Gesù Cristo Figlio di Dio... è un residuo di mentalità mitica, passivamente accettato» (p. 223).
Noi ci domandiamo: dove mette la confessione di Pietro a Cesarea di Filippo (Mt. 16, 16): «Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente», sanzionata da Gesù stesso: «Beato te, Simone Bar Jona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli».
Ma Kasper se la cava dicendo che Pietro disse: «Tu sei il Messia» (p. 142).
Anche del testo di Mc. 14. 61-63: «Sei Tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?»; e Gesù rispose: «Si, lo sono!». Quindi, per Kasper, Gesù sarebbe solo un “uomo” svuotandosi del suo “Io Dio”.
È più che evidente che il cardinale Kasper non ha più la fede cattolica dicendo che la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo é un'invenzione di San Paolo e di San Giovanni, per cui riporta una affermazione di Smulders (Catechismo olandese): «la dottrina della divinità e dell'umanità di Gesù costituisce uno sviluppo della convinzione originaria della fede che quest'uomo é la nostra salvezza divina».
È doveroso, quindi, che anche noi abbiamo a combattere coloro che contraddicono
- come dice San Paolo - «agli scritti insubordinati, ingannatori della gente, bisogna chiudere la bocca» (Tito 1, 7-11), come dovrebbe fare Roma, con gli “errori” dellʼeretico cardinale Walter Kasper!
Qui, ne riporteremo almeno i principali: -
Dopo essere stato il responsabile principale del “Catechismo Tedesco per Adulti”, pieno di inesattezze, di errori, dicendo persino che “i dogmi possono essere unilaterali, superficiali, ostinati, stupidi e prematuri”; dopo d’aver scritto che “un uomo moderno non può credere, perché incontra ostacoli che non riesce a superare, per cui deve accettare questa responsabilità”, e che “la fede la si può soltanto testimoniare”, e via dicendo; riportiamo, qui, altre “eresie” che portano la sua perfida firma.
1° KASPER NEGA I MIRACOLI
Kasper li dice “leggende”, “racconti” non storici, ma sono «un problema che rende piuttosto strana e difficilmente comprensibile all'uomo moderno l'attività di Gesù…», e scrive che «si ha l'impressione che il N. T. abbia arricchito la figura di Gesù di motivi extra-cristiani per sottolinearne la grandezza e l'autorità» (1).
E afferma persino che i miracoli, nei Vangeli, “possono essere interpretati anche come opera del demonio. In se stessi, poi, non sono così chiari e non costituiscono necessariamente una prova della divinità di Gesù” (p. 129).
Adesso, è doveroso far conoscere l’anatema del Vaticano I: «Se qualcuno dirà che i miracoli non sono possibili e che perciò tutti i racconti miracolosi contenuti anche nella Sacra Scrittura devono essere relegati tra le leggende e i miti, e che i miracoli non possono giammai essere conosciuti con certezza, né con essi si può debitamente dimostrare l'origine divina della religione cristiana, sia scomunicato!».
2° KASPER NEGA LA RISURREZIONE CORPOREA DI CRISTO
Infatti, scrive: «Nessun testo neo-testamentario asserisce di aver visto Cristo risorgere». E continua: «Gli enunciati della tradizione neo-testamentaria della risurrezione di Gesù non sono affatto neutrali: sono confessioni e testimonianze prodotte da gente che crede» (p. 176).
Anche della scoperta del “sepolcro vuoto”, scrive: «dobbiamo supporre che non si tratti di cenni storici, ma soltanto di artifizi stilistici, escogitati per richiamare l'attenzione e creare “suspance”» (p. 172)… «in ciò su cui si vuole richiamare l'attenzione, non é il sepolcro vuoto; si annuncia la risurrezione, e il sepolcro viene considerato soltanto come segno di questa fede» (p. 173).
Anche qui, su questa stupidità della “nuova esegesi biblica” v’è l’anatema del Vaticano I: «Se qualcuno dirà che la Risurrezione divina non possa essere fatta credibile da segni esterni, e che perciò gli uomini non devono essere mossi dalla fede se non da sola interna esperienza, o privata ispirazione, sia scomunicato!».
3° PER KASPER NON CI FU “ASCENSIONE” DI CRISTO IN CIELO
Per Lui, l’ascensione al cielo di Gesù va interpretata come una narrazione pasquale. Scrive: «Queste nubi che sottraggono Gesù allo sguardo dei discepoli attoniti, non sono un fenomeno metereologico, ma un simbolo teologico» (p. 203); quindi, niente “apparizioni”: «questi racconti vanno interpretati alla luce di quanto essi vogliono esprimere»; dove si parla di un Risorto che viene toccato con le mani e che consuma i pasti coi discepoli, «non vanno presi alla lettera» (p. 192), anche se, «a prima vista, potrebbero sembrare delle affermazioni piuttosto grossolane che rasentano i limiti delle possibilità teologiche e che corrono il pericolo di giustificare una fede pasquale troppo rozza».
Quelle apparizioni, quindi, non sono altro che “visioni” puramente spirituali!
4° KASPER AFFOSSA TUTTA LA MARIOLOGIA
Nella “nota 69” scrive: dei «difficili problemi teologici-biblici che la tematica del concepimento verginale solleva», per cui la verginità verginale maternità di Maria è «ancora aperta sul piano biblico». Perciò, il cardinale Kasper difende l'eretico Nestorio, il negatore della divina maternità di Maria. Ma Nestorio fu poi bollato dal Concilio di Efeso col titolo di “Giuda redivivo”.
Kasper, oggi scrive: «Oggi, in seguito alle ricerche condotte dalla teologia storica (?) si è propensi alla riabilitazione». Kasper, quindi, attaccando la divina maternità di Maria, lo si può dire un “Giuda moderno!”.
5° KASPER NEGA L'INFALLIBILITA' DELLA CHIESA
Quindi, la Chiesa cattolica non sarebbe più la custode infallibile della Divina Rivelazione. Ma la “cristologia” del Kasper attesta, così, la rovina di una teologia cattolica di «coloro che ripudiano il Magistero e l'autorità della Chiesa» (2).
Da quello che abbiamo scritto sul cardinale Walter Kasper, possiamo proprio dire che detto cardinale non ha più la Fede cattolica, e che la Chiesa ha un successore degli Apostoli che ha apostatato dalla nostra Fede cattolica.
Eppure, l’allora card. Joseph Ratzinger, per la nomina a Vescovo di Water Kasper, si congratulava scrivendo: «Per la Chiesa cattolica in Germania, in un periodo turbolento, Lei é un dono prezioso» (3).
Ma Noi, oggi, ci domandiamo se questi “doni preziosi” non siano, invece, dei veri “castighi”!
NOTE
1 - Cfr. W. Kasper, Gesù il Cristo, Queriniana, Brescia, p. 223.
2 - Cfr. Leone XIII, in “Providentissimus” e in “Vigilantiae”.
3 - Cfr. mensile 30 Giorni, maggio 1989.
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