la virtù di prudenza ci aiuta a essere umili, a non cercare sfide superiori alle nostre forze, la prudenza nel pensiero di San Tommaso d’Aquino, che la definisce come la “retta ragione applicata all’agire” “recta ratio agibilium”: Summa Theologiae IIa IIae qq. 47-56). Questo primato spetta alla prudenza, in quanto rappresenta la retta norma di tutte le azioni. Chiediamo a Dio il dono della prudenza. Per imparare a essere prudenti volgiamo lo sguardo a Gesù, che della virtù della prudenza ci ha dato l’esempio più alto con la Sua vita: chiediamo a Lui di renderci partecipi di questa Sua virtù. Invochiamo il dono della prudenza di Maria, umile, saggia, fedele e gioiosa. Ci conforti l’esempio dei Santi di tutti i tempi, che hanno vissuto la prudenza con fede e carità di fronte alle scelte loro richieste. In particolare, domandiamo il dono della prudenza attraverso l’intercessione di San Giuseppe, uomo “giusto” (Mt 1,19), saggio e prudente in ogni cosa. Parlando della virtù di prudenza come aiuto per il discernimento, entriamo nella riflessione sulla prima delle quattro fondamentali virtù umane: la prudenza. Lascio a voi la lettura e la meditazione di alcuni passi biblici: Sap 7, 21-23; 9, 1-6.9-11; Mt 11, 25-27; 1Cor 2, 1-7.13-16; Gc 1, 5; 3, 13-17. Alla luce di quei testi, io cercherò di rispondere a tre domande: - che cos' è la prudenza? - da dove deriva? - quali frutti genera?
Che cos'è la prudenza?
In realtà, questa parola non suona tanto bene nel mondo attuale. Prudenza per noi significa essere cauti nella guida della macchina, osservare le regole stradali, stare attenti a non mangiare e a non bere troppo, ecc. Nella tradizione greca e patristica, e in quella biblica in cui è riflessa con altri nomi, la prudenza significa molto di più.
Anzitutto evoca la sapienza, cioè la capacità di vedere alla luce di Dio i fatti e le azioni umane da compiere. Leggiamo, per esempio, nel Libro della Sapienza: "Tutto ciò che è nascosto e ciò che è palese io lo so, poiché mi ha istruito la sapienza, artefice di tutte le cose" (7, 21). E, nella prima Lettera ai Corinzi, Paolo dice: "Tra i perfetti parliamo sì di sapienza, ma di una sapienza che non viene da questo mondo" (2, 6). E ancora: "Se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti generosamente e senza rinfacciare" (Gc 1, 5). Prudenza è l'equivalente di sapienza: saper comprendere gli avvenimenti e le scelte umane da fare, alla luce del Signore.
Prudenza vuol dire anche discernimento, capacità di distinguere, tra le azioni da programmare, ciò che porta a Dio e ciò che ce ne allontana, ciò che è secondo lo Spirito di Gesù e ciò che è contro tale Spirito. "L'uomo spirituale giudica ogni cosa" (1 Cor 2, 16). Il discernimento proprio di chi ha lo spirito della sapienza di Dio, distingue nei comportamenti quelli che rispondono al Vangelo da quelli che sono lontani da esso.
Inoltre, prudenza significa senso di responsabilità, cioè agire facendosi carico delle conseguenze delle proprie azioni. Infine, la prudenza (che la Bibbia -lo ripeto - chiama spesso sapienza) esprime, nella tradizione biblico-patristica, un altro concetto che sarà ripreso da san Tommaso: quello del decidere con realismo e concretezza, del non tentennare, del non aver paura di osare. È ben diverso dal nostro concetto di prudenza che invita a esitare, a essere cauti! Riassumendo: la prudenza, per la Bibbia e la tradizione, è sapienza che contempla alla luce di Dio gli eventi umani; discernimento che distingue tra ciò che porta a Dio e ciò che da Dio allontana; senso di responsabilità che si fa carico degli effetti delle proprie azioni; capacità di decidere ragionevolmente e coraggiosamente, senza paura di eventuali conseguenze negative a proprio danno. Infatti, e lo vedremo in seguito, la prudenza è congiunta con la fortezza e con il coraggio. Potremo dunque anche chiamare la prudenza con un termine familiare al nostro cammino pastorale: vigilanza, stato di veglia dell'intelletto che decide con assennatezza, concretezza e coraggio sulle azioni da compiere per servire Dio e per vivere il Vangelo.
Così intesa, la virtù della prudenza viene dallo Spirito santo: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti" (cioè ai prudenti secondo il mondo) "e le hai rivelate ai piccoli" (Mt 11, 25).
È lo Spirito che ci rivela la prudenza cristiana. Mi piace ricordare in proposito una bellissima preghiera del Cardinale J .H. Newman per ottenere il dono della prudenza o della sapienza: "Guidami, dolce Luce; attraverso le tenebre che mi avvolgono guidami Tu, sempre più avanti! Nera è la notte, lontana è la casa: guidami Tu, sempre più avanti! Reggi i miei passi: cose lontane non voglio vedere; mi basta un passo per volta. Così non sempre sono stato né sempre ti pregai affinché Tu mi conducessi sempre più avanti. Amavo scegliere la mia strada, ma ora guidami Tu, sempre più avanti! Guidami, dolce Luce, guidami Tu, sempre più avanti!".
La virtù della prudenza viene anche dall'esercizio del discernimento, dall'esercitarci a giudicare con oggettività secondo Dio. Porto un esempio: noi oggi siamo circondati dai mass-media (radio, televisione, giornali), e la prudenza è appunto quell'istinto che ci guida ad accendere o a spegnere la televisione, a guardare o a non guardare, a leggere o a tralasciare di leggere. Ci aiuta quindi a decidere in modo da non essere soffocati o aggrovigliati dai media. Inoltre la prudenza ci insegna a non accettare tutto, a vagliare le notizie, a esigere i riscontri, le fonti, ad aspettare le conferme. Ci guida, insomma, nel retto giudizio. Infine, la prudenza che ci è data dallo Spirito santo e dall'esercizio del discernimento, viene pure da una certa abitudine al silenzio, alla calma, evitando la precipitazione nei giudizi e nelle azioni. Spesso, soprattutto nel parlare, siamo molto imprudenti, molto insipienti e dissennati - che è tutto il contrario della prudenza -, perché non facciamo precedere alle parole un momento di silenzio, di sosta, di riflessione.
Quali frutti genera la prudenza cristiana?
Da quanto ho cercato di spiegare, dovremmo già intuire quali sono i frutti che fioriscono dalla prudenza cristiana. Chi la vive, chi è sapiente nel senso evangelico, è sempre in pace con se stesso, riconciliato con la realtà; non facendosi illusioni, non resta mai deluso, perché sa valutare ogni cosa con realismo e con concretezza, sa prevedere e pensare prima di agire. La prudenza genera dunque saggezza di vita, armonia, tranquillità d'animo e serenità, ordine, chiarezza, pace interiore e ci rende capaci di guardare a ciò che è essenziale.
Comunicare la parola
Comunicare la parola
Vi affido alcune domande alle quali potrete rispondere rimeditando, nei prossimi giorni, su questa riflessione comune: Tra tutte le virtù quella della prudenza oggi appare la più importante e perché? Per la mia vita personale, familiare, professionale, quali virtù considero più necessarie? Quali sono ai nostri giorni i difetti più vistosi contro la prudenza nel parlare, nel pensare e nell'agire? dove ci ha portato, per esempio, l'imprudenza nella gestione delle realtà sociali, civili, politiche? e quali circostanze, invece, favoriscono la prudenza? in quale modo possiamo educarci di più a esse? Come vivere un'etica nella vigilanza, che fonda appunto un'etica del discernimento?
Conclusione infine, vi invito a cercare, in questa settimana, gli esempi di prudenza nella Sacra Scrittura, esempi di saggezza e di discernimento. Per aiutarvi, vi suggerisco la figura di Pietro così come è descritta nei capitoli 10-11 degli Atti. Pietro, prima di battezzare il pagano Cornelio, si impegna in una scelta difficile, perché deve entrare in casa di un pagano (la legge non glielo permette), preparandosi quindi ad affrontare il giudizio di chi la pensa diversamente. I capitoli 10-11 degli Atti descrivono bene i diversi momenti attraverso cui Pietro giunge a un giudizio prudenziale e coraggioso sul da farsi e osa: osa abbandonare la sua casa, seguire i soldati, superare la soglia della casa del centurione, predicare e battezzare. Egli ha esercitato la virtù della prudenza e del discernimento ascoltando lo Spirito santo che lo ispira mediante una visione, osservando la coincidenza di alcuni fatti umani e ricordandosi di alcuni episodi della vita di Gesù. Potremo allora imparare anche noi a vivere la virtù della prudenza.


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