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SETTEMBRE:MESE DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA ADDOLORATA

Meditazioni sui Dolori della Madonna Addolorata.

[ Meditazioni sopra i dolori della SS. Vergine Madre di Dio proposte alla devozione dei fedeli da un sacerdote passionista. Roma, Santuario della Scala Santa, 1938]

40. Pietro pentito ricorre a Maria.

La triste notte era all'ultima veglia, già l'alba imbiancava il balzo d'oriente, foriera del gran giorno della umana Redenzione. Nella casa di Maria madre di Giovanni, Marco si svegliava ancora in pianti e lamenti, e tutti si stringevano attorno alla Madre di Gesù, per consolarla del loro meglio. Quand'ecco entrare frettoloso e sconvolto Simon Pietro singhiozzante e stemperato in lacrime: 


avrebbe voluto nascondere il suo volto, tanta vergogna provava; ma il bisogno più grande era quello di cercare una persona, che sola poteva palesargli tutto il significato di quello sguardo di Gesù, che era sempre il suo maggior rimprovero, e nel tempo stesso la sua più consolante speranza. Scorge la Persona cercata che sembra l'immagine del dolore impietrito, ma quanta bontà spirano quegli occhi lacrimosi, quanta fiducia gli danno! Si appressa alla Vergine Madre e cadutogli ginocchioni innanzi, col gesto e con lo sguardo la supplica di perdono per parte sua, e che voglia assicurarlo che anche Gesù lo ha perdonato. Quello sguardo, quello sguardo lo ferisce e conforta ancora, e gli fa versare dagli occhi un profluvio di lacrime! Conversus Dominus respexit Petrum... Et egressus foras Petrus flevit amare! Riesce a mala pena a far la sua confessione spezzata dai singhiozzi e dai sospiri che gli soffocano il cuore.
«Ah, cara Madre del mio Signore, il vile, l'ingrato, il cattivo che fui! Per difenderlo menai colpi all'impazzata, recisi anche un orecchio: mi pareva così di dimostrargli a prova come non mi fossi scandalizzato di lui!... Ma lo spavento di quest'orribile notte mi vinse, presi a fuggire, ma mi vergognai della mia viltà... tornai indietro, lo seguii da lungi; mi riuscì con l'intervento di Giovanni ad entrare fin dentro all'atrio del palazzo; ma, oh vigliacco! proprio sulla porta ebbi paura della portinaia e le risposi che non ero discepolo di Gesù! Non compresi il male che avevo fatto: mi parve una misura di prudenza; e non ebbi alcuno scrupolo di mescolarmi con la ciurmaglia dei servi e dei ministri che stavano sogghignando a scaldarsi ad un fuoco che avevano acceso in mezzo all'atrio. Quanti ne vomitavano d'improperi contro Gesù quelle bocche di dannati! Avrei voluto nascondermi sotterra per non essere conosciuto come suo discepolo! Disgrazia volle che lo fossi, e mi furono rivolti sarcasmi e maligne insinuazioni! Persi il lume degli occhi, non ascoltai più che la paura, e giù a spergiurare, negare, che non l'avevo mai conosciuto.
Volevo levarmi di là, ma andavo come un mentecatto: sulla porta dell'atrio altre domande, altri sogghigni al mio indirizzo, ed altra mia viltà... Ma sento cantare il gallo, ricordo le parole di Gesù, ed ecco che proprio allora i miei sguardi si incontrano con quelli di Gesù, che mi guarda in modo che non dimenticherò mai più».
Maria mescolando le sue lacrime a quelle di Pietro, lo solleva da terra, e confortandolo gli dice: Confida, figlio carissimo, che anche per te soffre il Figlio di Dio vivo; la tua dolorosa penitenza è segno che i suoi patimenti non sono inutili, ma fruttuosissimi per te. Quello sguardo che ancora ti penetra il cuore è pegno di perdono generoso, di rinnovata amicizia. Non sente Maria nè avversione nè sdegno per Pietro, che ha vilmente rinnegato il suo Figlio; ma compassione, ma amore materno più vivo che mai, perché lo vede sinceramente piangere il suo fallo. Anche per Maria Addolorata è un conforto, ed un incoraggiamento a soffrire con Gesù ogni peccatore che sinceramente si penta di aver offeso Dio, e gli chieda perdono. Quelli che affliggono il suo cuore materno sono quei pretesi giusti a modo loro, che commettono contro Gesù la più orrenda ingiustizia, e si persuadono di aver ragione!
O Maria, Madre di misericordia, implorate per me peccatore la misericordia del vostro divin Figlio, che mi guardi, benignamente e converta.
È di Dio tutto quello che c'è in me di bene di qualunque ordine: di mio non ho che il nulla ed il peccato: mi riterrò dunque il più grande peccatore.

ESEMPIO. Santa Margherita da Cortona, nata in umile condizione, fu allevata bambinetta nella pietà cristiana, e cresceva su devota della Madonna, che le ispirava desideri di purezza e di santità. Ma per quell'infelice dono di bellezza che aveva, e più per la povertà, cadde deplorevolmente, e dimenticò tutto. Dio però la guardava con occhi di misericordia: l'è ucciso l'amante, ne vede il cadavere quasi disfatto sotto un groviglio di frasche: rientra in sé, piange la sua disgrazia morale ai piedi di Maria; ottiene per intercessione di lei il perdono da Gesù, ed i peccati commessi diventano per lei uno stimolo incessante ad opere di penitenza, ad esercizio di ogni virtù. Così quella santità che aveva bramato da bambina, la raggiunse da donna penitente. Non diffidare mai della misericordia di Dio!

PREGHIERA. O Vergine santissima, che siete l'Avvocata dei poveri peccatori, ecco ai vostri piedi un miserabile, che ha bisogno di tutto il validissimo vostro patrocinio. Sono consapevole a me stesso di avere tante volte offeso il vostro Figlio Gesù, rinnegandolo con le opere, mentre gli credo e lo adoro col cuore. Quanta confusione ne provo di questa mia deplorevole debolezza! Voi sola, o potente Avvocata, mi potete ottenere il perdono da Dio, offrendogli le vostre lacrime da voi sparse per me. Fatelo, Madre mia dolcissima; che io mi penta dei miei peccati, che io li odii e detesti, sì da ricevere fruttuosamente il Sacramento della riconciliazione! Così sia.

OSSEQUIO. Fate un atto di penitenza dei vostri peccati; e se tardate a confessarvi, ricorrete alla dolcissima Madre Addolorata per richiedere una contrizione perfetta e fare una buona confessione.

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