Meditazioni sopra i dolori della SS. Vergine Madre di Dio proposte alla devozione dei fedeli da un sacerdote passionista. Roma, Santuario della Scala Santa, 1938]
Penoso commiato.
«Qui va inserita una meditazione molto bella, della quale tuttavia la Scrittura non parla; così il Serafico Dottore si introduce a raccontare il mestissimo commiato che Gesù volle prendere da Maria sua Madre prima di cominciare la sua passione. Confessa il Serafico, che di questo non parla la Scrittura, ma è cosa chiara che lo si può e lo si deve supporre. «È opinione comune dei santi che l'amoroso Redentore non principiasse l'atroce Passione senza averne prima domandato licenza alla dolcissima Madre sua che tanto amava e da cui sapeva di essere cotanto amato». Consideriamo perciò come Gesù e Maria ritiratisi dalla casa di Simone a quella di Marta e Maria, e ridottisi soli a soli nella stanza loro assegnata, dopo essersi detti tante cose col cuore in tumulto e lo sguardo turgido di lacrime, il Figlio rompe quel silenzio angoscioso e dice alla Madre che dalla seguente mattina cominceranno le supreme lotte col potere delle tenebre, e che egli in pochi giorni ne sarà vittorioso, ma con lo spargimento di tutto il suo sangue, e con la morte terribile della croce! Maria ascolta singhiozzando e piange! Poi con voce alterata dal pianto esclama: Oh se potessi andar io alla morte invece tua, o dolcissimo Figlio mio!...
Ma lo so, né la mia vita, né quella di qualsiasi altra creatura, ha tanto valore da bastare all'umano riscatto. Anch'io ho bisogno dello spargimento del sangue tuo, o Agnello divino, anch'io spero di essere in eterno con Dio nella gloria per i meriti tuoi!... Va pure a sacrificare sulla croce quella carne che prendesti dalle mie viscere a questo scopo! No, non posso né voglio oppormi ai voleri di Dio. Ecco, ripeterò ancora una volta, ecco la serva del Signore, si faccia di me secondo i suoi voleri!... Ma di questo sii certo, o Figlio mio, gli dice con enfasi abbracciandolo, baciandolo, bagnandolo di lacrime, che il cuore della madre tua sarà sempre con te; con te patirà, con te sarà straziato, il tuo sangue sarà mescolato alle mie lacrime: questo ti sia prova del mio ardente amore!...
Gesù che ben conosceva la sublime perfettissima santità della Madre sua, gradisce quegli sfoghi di materno amore, la conforta, rianima ed incoraggia, ricordandole che ella pure ha la sua parte notabilissima all'offerta della Vittima divina. E di chi sono io, secondo la carne, se non tuo? La Vittima che si offre è anche tua, anche tu la offri per la Redenzione del mondo, nella quale mi sarai eterna cooperatrice!
Non è facile per noi percepire ed esprimere i sovrumani sentimenti di quei nobilissimi Cuori in quella solennissima occassione! Riproduciamo nell'animo nostro il quadro commoventissimo dell'Uomo-Dio a colloquio con la Vergine Madre sua per comunicarsi il mutuo dolore, ed unirsi in un impeto di sublime carità al comune sacrificio per la Redenzione del mondo! Abramo col braccio steso in atto di immolare il suo unigenito dilettissimo Isacco, può suggerirci una parlante figura di Maria in quel penoso commiato dal suo Gesù.
Non distrarre, anima mia, i tuoi pensieri ad altre cose: cerca di penetrare nell'animo di Maria santissima e studiarne i sentimenti e gli affetti. È la più tenera fra le madri, che si duole pel suo Figlio sacrificato a morte: sì tutto ciò è vero, e nessun'altra madre sentì mai dolore simile al dolore di Maria; ma rifletti che quel dolore non era una ingrata sorpresa per Maria: non lo subiva contro sua volontà: non desiderava che le cose accadessero diversamente. Ringraziava Iddio che per la nostra salute mandava a morire l'Unigenito suo in quanto era anche Figlio di lei: e più lo ringraziava della parte che le concedeva alle pene acerbissime di Gesù!
O Maria Corredentrice nostra, impetrateci da Gesù Crocifisso, che nel meditare la passione di lui ed i vostri dolori, mettiamo da ogni umano carnale sentimento, per intendere il mistero di essi, e ricavarne frutto sano e duraturo.
Accrescerò la mia fiducia in Maria Addolorata nostra Corredentrice, e da lei imparerò a meditare ed imitare la Passione di Gesù Cristo.
ESEMPIO. Il ven. P. Domenico della Madre di Dio fu un insigne missionario passionista, chiamato all'apostolato in Inghilterra dalla santissima Vergine, mentre ancor giovane secolare pregava devotamente innanzi ad una sacra immagine di Maria nella chiesina di S. Angelo presso Vetralla. Da quel momento il Barberi (che tale era il suo cognome) non ebbe altra meta della sua vita che l'apostolato in quella straniera, lontana isola: per questo si fece religioso, studiò, ascese al sacerdozio, imparò più lingue, e venuto il tempo di dire addio alla patria sua, alla pace del chiostro, alla fruttuosa attività del ministero esercitato tra i compatrioti, nulla lo potè trattenere, che non volasse alla nebbiosa Albione, dove lo aspettavano persecuzione, derisioni, abbandono, disagi indicibili. Tutto vinse il fervoroso apostolo, riportando gran messe di anime.
PREGHIERA. O Regina degli Apostoli, Maria Addolorata, che licenziando alla passione e morte di croce il vostro dilettissimo figlio Gesù, non vi staccaste da lui con l'animo vostro, ma gli foste sempre compagna fedele, e partecipe di tutti i patimenti; insegnate anche a me a cercare in tutte le opere di carità e di apostolato, non la mia soddisfazione, né le lodi o la gratitudine degli uomini; bensì soltanto il beneplacito di Dio, sicché mi compiaccia di gustare nell'esercizio di esse tutti i patimenti di Gesù penante, tutti i dolori del vostro cuore materno. Così sia.
OSSEQUIO. Farete ogni mattina un breve atto di pia intenzione, protestandovi di non volere altra mercede delle vostre buone opere, che Dio solamente.
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