L'Italia deve incominciare a dire NO al traffico di esseri umani, NO al business dell'immigrazione clandestina.Ha ragione da vendere Salvini nella sua accusa contro l'ipocrisia degli altri Paesi Ue: "Nel Mediterraneo ci sono navi con bandiera di Olanda, Spagna, Gibilterra e Gran Bretagna, ci sono Ong tedesche e spagnole, c'è Malta che non accoglie nessuno, c'è la Francia che respinge alla frontiera, c'è la Spagna che difende i suoi confini con le armi, insomma tutta l'Europa che si fa gli affari suoi". La sinistra ha completamente perso il contatto con la realtà: i lavoratori italiani (che sono anche elettori) soffrono le conseguenze nefaste dell’immigrazione di massa – in termini di degrado, criminalità, dumping sociale e accaparramento delle risorse – e il Pd pensa bene di spiegar loro che non hanno motivo di sentirsi preoccupati e frustrati. E poi si meravigliano che gli operai votano Lega…Partiamo dal dato più evidente: nel momento in cui la maggioranza degli italiani ha bocciato severamente la «politica dell’accoglienza» e altre proposte di legge come il discusso ius soli, il presidente del Pd Matteo Orfini ha avuto l’ardire di sostenere che la sinistra avrebbe perso le elezioni perché non ha difeso a sufficienza i «migranti». Ma il discorso è più ampio.
Molto si è parlato delle immagini delle “torture nei lager libici” che hanno sconvolto Papa Francesco. A comunicare il proprio sgomento ai giornalisti è stato lo stesso Pontefice di ritorno dal viaggio in Irlanda. Immagini di una “spaventosa crudeltà”, che ovviamente per il Pontefice e per quotidiani come Avvenire, raccontano una Libia lontanissima dall’essere un porto sicuro vista la fine che fanno “quelli che tornano indietro”. I filmati non sono stati fatti visionare urbi et orbi perché “troppo choccanti”, dunque per le fonti dobbiamo affidarci a quanto ci racconta il quotidiano dei vescovi, ovvero che arrivano grazie “al tam tam degli smartphone”. In questo articolo di lunedì scorso Nello Scavo su Avvenire ci racconta in un pezzo traboccante di pathos la crudeltà di queste immagini.
Peccato però che a corredo del pezzo, come fossero dei fotogrammi estratti dai video o delle foto dello stesso contesto, con tanto di didascalie tipo “torture su un migrante nel fermo immagine da uno dei video visti anche da papa Francesco. Non pubblichiamo il video perché troppo cruento”, ci siano delle immagini false. O più precisamente delle immagini di torture avvenute in Nigeria e in Costa d’Avorio, o in Libia ma nel 2011, ad opera per giunta di milizie anti Gheddafi. Altro che “poveri migranti nei lager”, Avvenire ci sta raccontando una bufala bella e buona. A smontare la bufala ci aveva pensato già nel 2017 il debunker Snopes.com. A pubblicare per primi le foto delle torture furono nel febbraio e nel maggio del 2017 due blog italiani, Social Popular News e Milano in Movimento. Su quest’ultimo blog la foto veniva attribuita al fotografo Alessio Romenzi.
In realtà le foto sono state scattate per la maggior parte da fotografi dell’agenzia Reuters e riportano proprio didascalie relative al 2011 in cui si descrivono prigionieri alla periferia di Abidjan in Costa d’Avorio o in mano alle milizie libiche anti Gheddafi.
Di questa immagine con tre africani legati a testa in giù, che sempre secondo Avvenire mostrerebbe dei migranti nei lager libici, non si conosce esattamente l’origine. A pubblicarla nel 2017 è stato il sito nigeriano Tori.ng, che a sua volta l’ha ripresa da un utente Facebook che nella descrizione parlava di uomini catturati dopo aver commesso un crimine in Nigeria. Insomma Avvenire ci ha spacciato una fake news bella e buona grazie al lavoro del bufalaro Nello Scavo.
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