Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam! Cuore di Gesù: Sole di giustizia nell’Europa cristiana
Questa solennità ha una data mobile e viene celebrata il venerdì dopo il Corpus Domini; il sabato che segue è dedicato al Cuore Immacolato di Maria. Fu la mistica francese santa Margherita Maria Alacoque la messaggera del culto che nel 1856 papa Pio IX estese a tutta la Chiesa cattolica
La devozione al Sacro Cuore di Gesù si ebbe nel XVII secolo, prima ad opera di Giovanni Eudes (1601-1680), poi, grazie alle rivelazioni private della visitandina Margherita Maria Alacoque, propagate da Claude La Colombière (1641-1682) e dai confratelli della Compagnia di Gesù.
Alla fine del secolo XVII, l’Europa era sotto il giogo del protestantesimo, che, anche se ostacolato dalla Contro-Riforma, diffondeva comunque le sue eresie e cominciava a corrompere gli spiriti, che si allontanavano dalla Chiesa. Per contrastare questi pericoli che incombevano, il Sacro Cuore apparve a Santa Margherita Maria Alacoque, facendole delle rivelazioni.
I messaggi del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria erano indirizzati al re Luigi XIV di Francia, detto il “Re Sole”, ma con una particolare richiesta: la consacrazione del Re e della Francia al suo Sacro Cuore, con i privilegi che questa devozione avrebbe ottenuto, irradiando di benedizioni la società monarchica.
“Fa’ sapere al figlio primogenito del mio Sacro Cuore che, come la sua nascita temporale fu ottenuta grazie alla devozione ai meriti della mia santa Infanzia, così la sua nascita alla grazia e alla gloria eterna verrà ottenuta mediante la consacrazione che egli farà di se stesso al mio adorabile Cuore, che vuole trionfare sul suo e, mediante questo, sui cuori dei grandi della terra”.
“Il Sacro Cuore vuole regnare nella sua reggia, essere raffigurato sui suoi stendardi e inciso sulle sue armi, per renderle vittoriose su tutti i suoi nemici, abbattendo ai suoi piedi le teste orgogliose e superbe, per farlo trionfare su tutti i nemici della Chiesa”.
“Il Sacro Cuore desidera entrare con pompa e magnificenza nei palazzi dei prìncipi e dei Re, per esservi oggi onorato tanto quanto venne oltraggiato, umiliato e disprezzato durante la sua Passione. Egli desidera di vedere i grandi della terra tanto abbassati e umiliati ai suoi piedi, quanto allora venne annichilito”.
Il Sacro Cuore desiderava essere esposto nelle case, venerato dalle famiglie e negli ambienti della società monarchica, così che le élite, con il buon esempio, ne diffondessero la devozione e il popolo gli rendesse onore.
“Egli vuole dispensare i tesori delle sue grazie di santificazione e di salvezza, cospargendo di benedizioni tutte le imprese del Re, rivolgendole a sua gloria e rendendone vittoriose le armi”.
La consacrazione richiesta da Nostro Signore Gesù al Re non si realizzò e un secolo dopo, la Rivoluzione francese avanzò velocemente, abbattendo la monarchia e muovendo persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre.
Lungo un percorso di decadenza sociale, l’uomo impose la sua centralità, sostituendosi a Dio ed esercitando poteri occulti e strategici, opposti alla giustizia ed alla carità evangelica.
L’uomo del razionalismo privò per decenni la società dei valori cristiani, e universali, provocando una inevitabile dissoluzione morale, nelle ideologie, negli ambienti e nei costumi.
Dopo la morte del Re Luigi XIV la Francia iniziò la sua inarrestabile discesa, con ripercussioni sull’Europa cristiana, oramai alla deriva.
Durante la prima Guerra mondiale furono esibite oltre tredici milioni di bandiere e i soldati francesi indossarono i gagliardetti che riportavano il Sacro Cuore di Gesù con la dicitura “espoir et salut de la France”, speranza e salvezza di Francia.
Il «Bulletin de Montmartre» (maggio 1917, p. 83) parla della “vocazione della Francia”: “Ogni volta che la Francia sale sul Calvario, essa si fa apostolo del Sacro Cuore. Lo abbiamo visto nel 1793 e nel 1870. E adesso lo vediamo in questa terribile guerra. I tredici milioni di distintivi del Sacro Cuore fanno miracoli. Le duecentomila bandiere di Nostro Signore sventolano in mezzo alle raffiche di mitraglia. L’esempio è contagioso! L’Europa ci guarda meravigliata!”.
La portata di tale evento indispose talmente il governo laicista, che vietò la consacrazione dei singoli soldati al Sacro Cuore e la diffusione dei rispettivi simboli religiosi.
A Fatima, nel 1917, Dio chiese la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria, ma con particolare riferimento alla Russia; ancora una volta questa richiesta non venne accolta e le disastrose conseguenze della seconda guerra mondiale, del comunismo ateo e dei suoi errori non si fecero attendere.
A distanza di quasi un millennio la società è giunta ad un tale degrado che ci si chiede quale sia il modello perfetto di società civile a cui aspirare per recuperare la dignità che si è perduta con la decadenza della Civiltà cristiana. Formula che ritroviamo nell’Enciclica Immortale Dei di Leone XIII: “Vi fu già tempo che la filosofia del Vangelo governava gli Stati, quando la forza e la sovrana influenza dello spirito cristiano era entrata bene addentro nelle leggi, nelle istituzioni, nei costumi dei popoli, in tutti gli ordini e ragioni dello Stato (…); quando procedevano concordi il Sacerdozio e l’Impero, stretti avventurosamente tra loro per amichevole reciprocanza di servizi”.
Il Re ed il Papa, uniti strettamente dallo spirito cristocentrico, erano “i convocati” da Dio per essere i detentori esclusivi di due poteri centrali ed universali, il potere temporale subordinato al potere spirituale del Vicario di Cristo… Il binomio inscindibile di un programma di vita sociale e civile perfetto, fondato sul modello gerarchico, istituito per “ordine naturale” da Dio e solo attuabile con lo spirito crociato che in passato proclamava a gran voce: Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam!
La beata Maria del Divin Cuore, contessa Droste zu Vischering ispirata da Dio, invitò il Papa Leone XIII a promulgare l’enciclica Annum Sacrum, con cui si realizzava la consacrazione del genere umano al Sacro Cuore di Gesù. Altre due encicliche contribuirono alla diffusione della devozione: la Miserentissimus Redemptor di Pio XI e l’enciclica Haurietis Aquas di Pio XII.
Il 16 giugno 1675, durante l’ottava del Corpus Domini, Nostro Signore manifestò a Margherita Maria Alacoque il suo dolore per le irriverenze dei fedeli al suo Sacro Cuore e per i sacrilegi commessi dagli empi: “Ciò che mi è ancor più sensibile è che sono i cuori a me consacrati che fanno questo”. Dopo l’ottava del Corpus Domini, per riparare a tali offese Gesù, fece una ulteriore richiesta, che il venerdì fosse dedicato alla devozione del suo Cuore e con Comunioni, in riparazione delle offese da lui ricevute. Egli designò esecutore e propagatore di tale devozione, il padre spirituale di Margherita, il gesuita san Claude de la Colombiere (1641-1682), superiore della vicina Casa dei Gesuiti di Paray-le-Monial. Le prime due cerimonie in onore al Sacro Cuore e con la presenza della santa mistica, furono realizzate il 20 luglio 1685 e poi il 21 giugno 1686, a cui partecipò tutta la Comunità delle Visitandine.
Margherita Maria Alacoque venne poi proclamata santa il 13 maggio 1920 da papa Benedetto XV.
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