Luigi Gonzaga ( Mantova 1568 – Roma 1591) è riconosciuto in tutta la Chiesa come patrono dei giovani, perché fin da bambino si diede da fare per realizzare i suoi grandi desideri. Nella Compagnia di Gesù, egli è anche detto patrono dei “teologi”, cioè dei gesuiti che stanno affrontando gli studi di base di teologia, necessari per divenire sacerdoti. Luigi morì infatti all’età di 23 anni, quando era ancora studente al Collegio Romano. E’ perciò sepolto nella chiesa di Sant’Ignazio a Roma, al tempo cappella dell’importante università pontificia.
Luigi era il primogenito del marchese di Castiglione, appartenente a un ramo cadetto dei Gonzaga di Mantova. Sperimentò così il meglio e il peggio della prassi della grande nobiltà italiana. Per esempio, aveva conosciuto il modo di fare violento della truppa dei soldati comandati da suo padre. Durante un anno, aveva vissuto alla corte dei Medici, sperimentando gli effetti dolorosi che provocava l’infedeltà coniugale in questa famiglia. Infine, fece parte del corteo di nobili che si recò in Spagna per l’incoronazione a imperatore di Federico II. In quell’occasione fu notata la finezza dei modi del giovane Gonzaga e gli venne perciò chiesto di tenere un discorso ufficiale.
A 17, impose a suo padre la sua scelta di diventare gesuita, benché per le sue doti fosse il successore ideale per il marchesato. Se scelse di entrare in Compagnia, fu per assicurarsi di non ricevere un trattamento privilegiato. Luigi morì a Roma, dopo aver servito i malati durante un’epidemia di peste.
Nacque da Maria Santena di Chieri e dal marchese Ferdinando, discendente dalla nobile e potente famiglia dei Gonzaga, nel 1568. Dalla madre, insieme col latte succhiò pure i primi germi di santità, facendo prevedere l'eccelso grado di perfezione a cui sarebbe sì rapidamente asceso.
Ancora piccolo, molte volte fu veduto dai servi e dalla stessa madre in un angolo remoto del palazzo assorto in preghiera.
Il marchese suo padre, intanto, ignaro di tutto il lavoro soprannaturale che la grazia divina operava nel suo caro Luigino, e sedotto dal desiderio di grandezza, intendeva fare del figlio una celebrità. Perciò non cessava di mandarlo or da questo, or da quell'altro grande, senza avvedersi che un tale modo di agire contribuiva mirabilmente a rendere uggiosa al giovane principe la vita pomposa, vuota e sciocca delle corti.
Luigi contava appena sedici anni quando chiese al padre di entrare nella Compagnia di Gesù. Questi, vedendo fallite e deluse tutte le sue speranze, si oppose, ma invano. Il nostro Santo insistè con tanto coraggio e fermezza, che vinse le opposizioni paterne. Ed eccolo finalmente, dopo la bufera, approdare al porto desiderato della Compagnia di Gesù. Fin dal suo primo ingresso nella religione, egli si prefisse un programma di vita: dietro l'illuminata guida dei suoi superiori, avrebbe fatto tutto quello che tornasse gradito al Signore e fuggito come peste e veleno tutto ciò che in qualche modo potesse offenderlo.
Nonostante la sua innocenza, non risparmiò duri colpi di flagello al suo corpo, perché noi tutti, non innocenti e dalla carne .guasta, imparassimo quale è il mezzo per spegnere la triste fiamma della passione. A questo aggiunse una semplice ma affettuosa devozione a Maria SS, a cui consacrò il suo giglio profumato col voto di perpetua verginità. Ventiquattrenne fu trovato maturo per il cielo. In Roma serpeggiava la peste micidiale, che seminava ovunque le sue vittime. Il santo giovane chiese di essere mandato in soccorso dei poveri appestati, e fu accontentato, ma egli stesso contrasse il morbo. Dopo pochi giorni di malattia, circondato dai confratelli, se ne volava serenamente al cielo il 21 giugno del 1591.
Dal Papa è stato proposto a modello di tutta la gioventù.
PRATICA — Per custodire la purezza occorre la preghiera, la mortificazione e la fuga delle occasioni pericolose.
PREGHIERA. — O angelico S. Luigi, facci comprendere che la cosa più importante su questa terra e il farci santi.
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