Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

martedì 20 dicembre 2016

Paura in Vaticano

«Non ho mai sperimentato nulla di simile nella mia vita»
(Ed Pentin)



di Matteo Donadoni




Apprendiamo dal sito lifesitenwes.com le esternazioni del vaticanista Edward Pentin, e dei suoi collaboratori John-Henry Westen e Jan Bentz, a seguito di un recente viaggio a Roma. Oltre Tevere pare ormai essere in vigore un regime di sospetto se non un vero e proprio Stato di Polizia. Il noto giornalista, non tentando nemmeno di nascondere il proprio sconcerto per questa situazione pietosa, racconta di aver visto un “modello costante” consistente di ansia diffusa e paura molto reale tra servitori fedeli della Chiesa. Cosa in vero mai riscontrata in dieci anni di corrispondenza. «Molti avevano paura di essere rimossi dalle loro posizioni».

Dice Pentin: «Verso la fine della nostra visita, un religioso molto di alto livello ha confermato le nostre osservazioni. Ha aggiunto: "Si può sentire la paura. È tangibile”».
È ormai noto infatti che, a seguito della pubblicazione dei cosiddetti “dubia” da parte dei cardinali coraggiosi (giunti a 6), il Vescovo di Roma ribolle di rabbia, soprattutto anche per il fatto che le suddette richieste pare siano tranquillamente appoggiate da almeno 20 o 30 altri cardinali, ma ciò ha chiaramente scatenato un’atmosfera di intimidazione e paura in Vaticano, dove oggi si vive in un clima radicalmente diverso da quello dei regnanti Papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Tanto per cominciare ricordiamo che il 23 novembre scorso i cardinali Burke e Pell sono stati ufficialmente rimossi dalla Congregazione per il Culto Divino e «l'appartenenza all’ufficio è stata recentemente sventrata <nella sua composizione>, con numerosi progressisti designati come sostituti». Questo ha di fatto lasciato solo il fortemente ortodosso cardinale Sarah, capo della Congregazione, de facto neutralizzato. Per di più, il cardinale Ouellet, Prefetto della Congregazione dei Vescovi, è stato anche lasciato con ben poca autorità reale, dal momento che vengono ormai nominati solamente vescovi progressisti. Come dice Bergoglio: “la svolta è irreversibile”.
Inoltre il collaboratore John-Henry Westen ha scoperto ben altro: «... Tutte le università cattoliche di Roma sono sotto osservazione e le lezioni dei professori monitorate per garantire che siano in linea con una libera interpretazione di Amoris Laetitia . I chierici sono segnalati ai superiori se sono uditi esprimere preoccupazioni circa Papa Francesco. Molti hanno paura di parlare apertamente, anche se in passato erano stati sempre molto disponibili. I vaticanisti ci ha detto di essere stati avvertiti più volte di non riferire nulla sui dubia».
Un’ulteriore conferma viene da un articolo del 13 dicembre su “OnePeterFive”, nel quale la vaticanista tedesca Maike Hickson ha dichiarato: «Ho sentito di rapporti secondo i quali il Vaticano è come uno stato occupato. Alcune fonti con cui ho parlato hanno una paura che le comunicazioni con i funzionari del Vaticano siano state controllate; alcuni hanno anche riportato anomalie sospette nelle loro conversazioni telefoniche in cui, caduta la linea, si è sentito l'audio degli ultimi momenti della loro conversazione più e più volte, come un loop, come se si stesse ascoltando una registrazione. Alcune persone che lavorano all'interno del Vaticano stanno consigliando i propri contatti all’esterno di non condividere informazioni sensibili via e-mail o dai loro numeri cellulari Vaticani».
Sembra una roba da DDR, un regime dei lavoratori della misericordia operaia. Tanto che monsignor Athanasius Schneider ha paragonato la situazione attuale alla sua esperienza in Russia, dove è nato nel tempo dell'Unione Sovietica, dicendo che «il dialogo sembra essere accettato solo se si pensa come tutti gli altri. Che è praticamente come un regime».
Conclude il dottor Pentin: «La frase comune che abbiamo continuato a sentire quella settimana a Roma è che c'è una "guerra" in corso nella Chiesa - una guerra dello "spirito del Vaticano II", progressisti contro i cattolici ortodossi. Una persona dopo l'altra ha incredibilmente usato quella parola».
(fonte Campari & de Maistre)

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