Aggiornamento. In un lungo articolo: Segnalazioni papali: Papa Francesco e la falsa dicotomia, The Remnant del 16 febbraio [qui], sviluppa una articolata analisi sulla fisionomia sempre più evidente che va assumendo l'attuale pontificato. E si basa sull'omelia rivolta ai cardinali nel corso dell'ultimo concistoro [qui], nella quale il papa ribadisce il suo programma. Traduco velocemente la conclusione, perché rivela inquietanti coincidenze con ciò che abbiamo visto delinearsi nel discorso al clero romano da noi commentato di seguito. Ecco lo stralcio da The Remnant :
[...] Ci ha detto ogni giorno quello che ha previsto per la Chiesa. Presentare la misericordia di Cristo come una giustificazione per infrangere la legge di Cristo, mettere la misericordia di Dio in opposizione alla sua giustizia, affermando l'assunto folle, anti-razionale che esse sono naturalmente contrarie e inconciliabili.
Se abbiamo accettato l'evidenza e vediamo che Francesco è parte di questo movimento - non possiamo chiamarlo un complotto perché è confezionato davanti alle telecamere sulla stampa mondiale - dobbiamo chiederci perché questo specifico problema.
La gravità di questa imminente crisi non può essere esagerata. Se la proposta viene accettata, avrà conseguenze di portata molto maggiore di qualunque altra manipolazione post-conciliare, come la comunione nelle mani o le chierichette. Si scuoteranno in un solo colpo i veri pilastri della fede: l'Eucaristia e il sacerdozio. L'Eucaristia, la cui presenza è stata a malapena conservata nella Nuova Messa, verrà sistematicamente profanata. E coloro dai quali ci si aspetterà la profanazione, saranno i sacerdoti che verranno puniti se vi si rifiutano.
E sarà anche la parola fine di ogni speranza di restaurare la fede attraverso l'impegno di giovani e fedeli nuove leve di sacerdoti, dal momento che solo coloro che hanno dimostrato la loro volontà di profanare la Santa Eucaristia saranno dichiarati idonei per il seminario.
Sull'ultimo discorso di Bergoglio al clero romano [qui] mi limito a notare che – nell'affrontare il tema dell'Ars celebrandi – non c'è alcun riferimento sul sacrificio e sacerdozio di Cristo, nella passione e nella messa, mentre grande risalto è dato al mistero non meglio identificato e all'omelia, che è certo importante, ma è momento catechetico e non atto liturgico.(1)
E non manca l'ennesima rude bordata ai cosiddetti "tradizionalisti" sui quali, al solito, questo papa fa di ogni erba un fascio. mostrando la sua ignoranza sulla Tradizione e chi la ama. Se non si tratta di ignoranza, è ideologica idiosincrasia che si traduce in disprezzo e rifiuto di tutto ciò che ha a che fare con il passato (da dimenticare e non da assumere incarnandolo nel proprio tempo) e con la dottrina che contrasterebbe con il dogma dell’infallibilità del magistero della Chiesa in senso storicista e si opporrebbe all’opera dello “Spirito Santo che soffia dove vuole”. E si oblitera sempre di più il fatto che la tradizione, con la sua fedeltà alla dottrina, veicola e trasmette ad ogni generazione la verità donataci da Cristo - l'unica salvifica - presupposto della libertà e della vita eterna; il che comporta che una pastorale che non sia ancorata saldamente nella verità rivelata non conduce alla libertà e non porta alla salvezza.
Sui riferimenti alla Messa antiquior, riprendo quanto scrive Luisa. Ecco il passaggio, a proposito del Summorum Pontificum:
" [....] Un gesto, questo, – ha spiegato oggi Francesco – che il suo predecessore, “uomo di comunione”, ha voluto compiere per tendere “una mano coraggiosa ai lefebvriani e ai tradizionalisti”, ovvero tutte quelle persone che avevano desiderio di celebrare la Messa secondo l’antico rituale. Tuttavia questo tipo di Messa cosiddetta “tridentina” – ha ribadito il Papa – è una “forma extraordinaria del rito romano”, quello cioè approvato dopo il Concilio Vaticano II. Quindi non è reputata un rito distinto, ma solamente una “diversa forma del medesimo rito”. Tuttavia – ha aggiunto Francesco – ci sono preti e vescovi che parlano di “riforma della riforma”.
Bergoglio dimentica che è Benedetto XVI ad aver parlato di "riforma della riforma", parole che non gli sono state perdonate, che è Benedetto XVI ad aver creato nel 2009 una Commissione ad hoc per quella riforma, seppellita dalle opposizioni virulente.
"Alcuni di loro sono “santi” e ne parlano “in buona fede”. Questo però “è sbagliato”, ha detto il Santo Padre. Ha quindi riferito il caso di alcuni vescovi che hanno accettato seminaristi “tradizionalisti” mandati via dalle altre diocesi, senza prendere informazioni su di essi, perché “si presentavano molto bene, molto devoti”. Li hanno ordinati, ma questi hanno poi mostrato “problemi psicologici e morali”. Non è una prassi, ma ciò "accade spesso" in questi ambienti, ha detto il Papa, e ordinare questi tipi di seminaristi è come mettere “una ipoteca sulla Chiesa”. Il problema di fondo è che alcuni vescovi a volte sono travolti “dalla necessità di avere nuovi preti in diocesi”, pertanto non viene operato un adeguato discernimento tra i candidati, tra i quali dietro alcuni si possono nascondere degli “squilibri” che poi si manifestano proprio nelle Liturgie. La Congregazione dei Vescovi – ha riferito ancora il Pontefice – è dovuta infatti intervenire con tre vescovi su tre di questi casi, sebbene non accaduti in Italia.Un`ipoteca sulla Chiesa!
Addirittura! E, invece, i sacerdoti che hanno procurato scandalo per il loro comportamento immorale e criminale, quelli che non credono più alla Presenza Reale di Cristo, quelli che da decenni deformano e manipolano la Liturgia e le coscienze?Nulla da dire su costoro che sono legione?
Si parla di "taluni" per gettare una cattiva e cupa luce su tutti solo perché hanno una vocazione "tradizionale"? Sono, quelle del papa, parole gravissime che gettano VOLUTAMENTE il discredito sui cattolici tradizionali e la Liturgia.
Chi avesse ancora dei dubbi sui pensieri e sentimenti di papa Bergoglio verso i cattolici detti "tradizionali" e la Liturgia Antica è servito.
Aggiungo che ben si comprende - o forse ancor meglio - la stroncatura usata nei confronti dei Francescani dell'Immacolata fedeli al carìsma originario (non è neppure bastato che fossero biritualisti!). E sono purtroppo identificabili inediti segnali di intimidazione nei confronti dei vescovi, che non dovessero essere del tutto avversi alla Tradizione.
E poiché la Liturgia è culmine e fonte della vita di fede – che diventa vita ecclesiale e civile – elex orandi lex credendi, è da qui che nasce tutto lo scempio ingravescente e la sofferenza del corpo mistico di Cristo, che è la Sua Chiesa, con ripercussioni sulla morale, che ne scaturisce come naturale conseguenza.
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1. Significativamente, prima di scendere dall'altare per l'omelia, il celebrante – nel Ritoantiquior – si toglie il manipolo e la pianeta (o solo il manipolo quando indossa la càsula), proprio a sottolineare il fatto che esce dall'azione liturgica ed entra in un momento d'insegnamento e di esortazione insieme. Quando sale di nuovo sull'altare, indossa di nuovo i paramenti liturgici.
(fonte chiesa post concilio)
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