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Trenta Giorni con Leone XIV “Sparire perché rimanga Cristo”



di A.diJ.
Carissimi amici e lettori,
l'8 maggio 2025 esattamente un mese fa, è stato eletto al quarto scrutinio il primo Pontefice nordamericano. Nato il 14 settembre 1955 a Chicago, negli Stati Uniti, finora era prefetto del Dicastero per i vescovi e presidente della Pontificia commissione per l'America Latina. Uomo di Curia, con un passato da missionario in Perù. Prevost è il primo Papa agostiniano della storia. E come il grande vescovo Agostino dovrà mettere ordine nella Chiesa, ricucire agli strappi che sono stati fatti,alla Tunica di Cristo che è «tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo» (Gv 19, 23). Anche questa è un’immagine della Chiesa, che vive non da sé, ma da Dio.
( Benedetto XVI Stephan Ackermann, Vescovo di Treviri)

Come tutti sanno la collegialità, la sinodalità, che si è paventata negli ultimi sinodi non potrà mai essere compatibile con la costituzione sacramentale della Chiesa.

Papa Leone XIV, però, dovrà governare e per farlo avrà bisogno della propria squadra e di un personaggio chiave: il Segretario di Stato, il responsabile della politica interna ed estera della Santa Sede. Per ora e solo temporaneamente, il Papa ha confermato nei loro incarichi tutti i collaboratori del predecessore , compreso il cardinale Parolin. Non c'è dato sapere, se a breve, arriverà un sostituto.
La Curia Romana cuore amministrativo e operativo del papato, dovrà essere funzionale alla missione evangelica del Sovrano Pontefice. Leone XIV purtroppo suo malgrado, dopo gli ultimi decenni di mal governo, eredita una Chiesa ferita, per non dire agonizzante su tutti i fronti. Papa Leone XIV dovrà affermare vigorosamente come fece il suo predecessore Leone Magno l'unità della Chiesa, e rivendicare la supremazia di vescovo di Roma su ogni altro e su tutta la Chiesa.

I primi passi di questo pontificato leonino sono stati caratterizzati da un atteggiamento di umiltà e di connessione con il popolo. Sta dimostrando una particolare attenzione e rispetto per i fedeli. Ha definito la missione della Chiesa come testimoniare la fede in Cristo salvatore. Invitando a pregare per le vocazioni e ha incoraggiando i giovani a non avere paura di rispondere all'invito della Chiesa.

Grazie alle telecamere di Vatican Media, la Messa pro Ecclesia del Papa eletto, celebrata nella Cappella Sistina, non è più un evento a porte chiuse riservato ai soli cardinali, ma un evento mondiale. Ricorda ad ogni membro della Chiesa ad essere un testimone di Cristo, senza cercare visibilità personale, ma facendo spazio affinché sia Lui a essere riconosciuto. "sparire perché rimanga Cristo."

Il pontefice ha invitato i cardinali 
a meditare sulla missione della Chiesa e sulla professione di fede di san Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16), "sintesi dell'eredità che la Chiesa, attraverso la successione apostolica, ha custodito, approfondito e trasmesso per duemila anni".

Afferma la divinità di Cristo sottolineandone al contempo l'umanità. La risposta di Pietro, spiega Leone XIV, contiene due dimensioni inscindibili: "il dono di Dio e il cammino da percorrere per lasciarsi trasformare". Due dimensioni affidate alla Chiesa e che sono al centro della sua missione, spiega il Papa, che vede in ciò una chiamata ad essere "custode fedele" di un tesoro spirituale.

L'omelia risponde poi alla domanda di Gesù: "La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?" (Mt 16,13). Il Papa distingue il "mondo", che percepisce Gesù come "insignificante, al massimo curioso", pronto a rifiutarlo se diventa esigente in materia di moralità; e la “gente” che vede Gesù come un uomo giusto ma lo abbandona durante la Passione, delusa dalla sua semplice umanità.

Questi atteggiamenti sono molto attuali: "Rappresentano idee che si possono trovare in molte persone". Per alcuni, la fede cristiana è riservata a "persone deboli e poco intelligenti"; altri considerano Gesù un leader carismatico senza riconoscerne la divinità. Queste idee rivelano una ricerca di significato in cui la fede è soppiantata dalle certezze materiali.

"Per questo la missione è urgente in questi luoghi, perché la mancanza di fede porta spesso a tragedie: perdita del senso della vita, dimenticanza della misericordia, violazione della dignità della persona, crisi familiari e tante altre ferite di cui soffre terribilmente la nostra società". L’omelia si è conclusa con questa preghiera: "Che Dio mi conceda questa grazia [di farmi piccolo], oggi e sempre, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria, Madre della Chiesa". 

E anche noi uniti nella preghiera chiediamo allo Spirito Santo come fatto Dominica Pentecostes nell' omelia Mons.Viganò

(Vieni, Luce dei cuori: illumina l’intelletto e infiamma il cuore di papa Leone, perché non sia più Simone, ma Pietro. Possa egli riconoscere e condannare gli errori e le deviazioni della chiesa conciliare e sinodale, riportando la Sposa dell’Agnello al suo ruolo di Madre e Maestra di tutti i popoli, unica Arca di salvezza, solo sicuro porto nella tempesta che infuria).

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