Meditazioni sopra i dolori della SS. Vergine Madre di Dio proposte alla devozione dei fedeli da un sacerdote passionista. Roma, Santuario della Scala Santa, 1938
39. Maria ascolta l'Apostolo Giovanni.
Già trascorsa la metà di quella notte angosciosa, che alla dolente Madre dovette sembrare eterna, ecco entrare in casa commosso e trepidante il figlio di Maria Salome, Giovanni, che con grande vivezza e commozione racconta a quelle pie donne quel che ha veduto e udito riguardo a Gesù.
Giovanni non era fuggito al momento della cattura, ma insieme a Pietro aveva seguito le orme della banda che si menava via straziandolo l'Agnello divino. Era entrato nel palazzo de' principi dei sacerdoti, aveva fatto introdurre anche Pietro, e poi seguito più da presso che poteva l'amato Maestro. Diceva dell'interrogatorio fattogli da Anna, dello schiaffo datogli dal servo villano: parlava dei falsi testimoni addotti contro Gesù; della solenne confessione da lui fatta della sua divinità; degli urli, schiamazzi, proteste del Sinedrio a quell'affermazione; della condanna a morte pronunziata per acclamazione contro il Cristo, il Figlio di Dio vivo! Qui coprendo con uno scoppio di pianto una pietosa reticenza, prosegue a descrivere più con cenni e sospiri che parole l'indegno scempio usato dal servitorame di palazzo, e anche dai gravi dottori in legge verso la divina persona di Gesù. Pugni, schiaffi, sputi in faccia, parole villane, provocazioni indegne, cose inenarrabili adoperate contro di lui: e del suo patire si era appena al principio! Quanto soffrirà a quest'ora il caro Maestro!
Se Giovanni era commosso e piangente nel fare quel racconto, immagini chi può l'angoscia che causava nel tenerissimo cuore della Vergine! Le lacrime eran quasi un sollievo, quando non ne disseccava la fonte la troppo veemenza dell'ambascia, da restarne quasi impietrita. Oh come vedeva vive e palpitanti quelle scene indegne con i suoi occhi di madre! Quanto soffriva nel sapere deturpato di sputi, percosso di schiaffi quel bellissimo volto divino, che ella aveva sempre baciato più con religiosa riverenza, che con affetto materno! Nella veemenza del dolore la si vedeva con la pezzuola in mano fare il gesto di asciugare quel volto imbrattato come se lo avesse lì presente! Povera Madre, quanti motivi di afflizione trovava in qualunque circostanza ponesse attenzione!
E gli amici di Gesù dove sono? I più fuggiti per paura di compromettersi, gli altri impotenti a porgergli aiuto: ricordava la desolata Madre quel detto: «Elongasti a me amicos, et proximos meos a miseria». Tu, o Signore, disponi che si allontanino da me amici e conoscenti nell'ora del maggiore bisogno!
E la perfida, voluta, meditata ingiustizia dei maggiorenti del suo popolo contro l'innocente Figlio di Dio, quanto contristava l'animo della Vergine Madre. I testimoni addotti, neppur pagati e sobillati, riescono a produrre un reato qualunque contro l'Innocente: eppure no, lo si deve proclamare reo! Non ha colpe? Gli s'imputi a colpa la verità confessata!... La confessione della verità sia dichiarata bestemmía!...
Un'altra madre qualsiasi, anche se del resto virtuosa, nella situazione di Maria avrebbe dato in ismanie, imprecato contro l'ingiustizia degli uomini, espresso lamenti, se non bestemmie contro Dio e la sua Provvidenza che simili cose permetteva!
Maria no, non impreca, ma prega per gli ingiusti principi, per i deboli amici del Figlio; non si lamenta con Dio, ma adora riverente le sue disposizioni, offrendosi prontissima a soffrire anche di più per essere più simile al Figlio di Dio, e cooperare alla salute degli uomini!
Quanta confusione per te, anima mia, che quando è tempo di provare a Gesù il tuo sincero attaccamento, ti spaventi delle prove, rifiuti di soffrire, e Dio non voglia che in questi momenti tu preferisca di accomunarti coi nemici di Gesù, invece dichiararti per lui a viso aperto!.. Vergine Santissima, infondetemi del vostro coraggio!
Calpesterò generosamente ogni rispetto umano, quando si tratti dell'onore di Gesù Cristo, e della salvazione dell'anima mia.
ESEMPIO. Il servo di Dio Contardo Ferrini, rinomato professore di Diritto, e scrittore di opere monumentali, visse, studiò, percorse la sua splendida carriera in tempi avversi più che mai alla professione aperta ed integrale di Cattolico Romano. L'ateismo, il liberalismo, il materialismo, l'anticlericalismo settario, erano in piena fioritura al suo tempo. Eppure il magnanimo Cristiano, non solo conservò integra nel cuore la fede in Gesù Cristo Dio, e nella Chiesa divinamente istituita; ma non usò mai di alcun ripiego per dissimularla; anzi andò in cerca di tutte le occasioni, per mostrarsi credente, sino al rifiuto di ogni compromesso, sino alla frequenza pubblica dei Sacramenti, sino alla pratica delle opere di misericordia, sino all'acquisto delle virtù cristiane più opposte allo spirito del mondo. Il pio Cristiano era uomo di orazione, e soggetto preferito delle sue meditazioni erano i misteri della vita di Gesù, e delle prerogative di Maria, della quale era devotissimo.
PREGHIERA. Intercedeteci, o Vergine Maria, dal vostro Figliolo Gesù, cui tanto costò la redenzione dell'anima nostra, un aumento di fede, di speranza e di carità; e perché diventiamo degni di conseguire tutto quello che ci ha promesso; fate, o Madre nostra carissima, che a vostra imitazione, amiamo sempre l'osservanza dei precetti, che egli ci ha dato, senza aver paura del mondo o del demonio.
OSSEQUIO. Non fatevi sfuggire occasione alcuna di affermare la vostra fede in Gesù Cristo Dio, e di zelarne l'onore.
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