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RUBRICA SPIRITUALE DEDICATA ALLA SANTISSIMA VERGINE MARIA a cura di don Davide Pagliarani superiore generale della Fraternità San Pio X





Maria Rifugio dei peccatori


Quando il peccato è entrato nel mondo, il flagello fu tale che Dio non comunicava più con l’uomo come all’inizio. Non c’era alcun valido rifugio per Lui. Tutto era tenebre.
Nella sua trasgressione, l’uomo chiuse il cuore nei confronti del suo Dio, e non poteva trovare alcun piacere in un contesto deturpato dal peccato, dove prima aveva potuto piacevolmente abitare.

Per migliaia di anni, lacrime e lamenti hanno segnato il cammino dell’uomo sulla terra. Privato della presenza di Dio, tutto era sofferenza e le tenebre ricoprivano la superficie della terra. Di tanto in tanto una sottile speranza penetrava nel cuore dell’uomo quando, attraverso le nuvole che si estendevano sul mondo, un sottile raggio di luce dal Cielo veniva a raggiungerlo. E poi, infine, il giorno è sorto.

Dal Suo trono, l’Onnipotente contempla un rifugio nella persona di un’umile vergine, dove può trovare una dimora tra gli uomini. Egli fece discendere la Persona adorabile del Suo Divino Figlio nel seno di questo rifugio, nel quale si compiacque, per divenire uno di noi e riparare il male fatto da Adamo, padre della razza umana.
Non poteva esserci macchia di alcun tipo là dove Egli scelse di abitare. In Maria piena di grazia, Maria la più pura, la più casta, Maria Immacolata, Egli trovò una dimora idonea, in cui poteva entrare senza ombre con la Sua Maestà e la Sua Santità infinite.


Uno dei titoli più incoraggianti per i poveri peccatori, che la Chiesa ci insegna a rivolgere a Maria nelle Litanie Lauretane è quello di «rifugio dei peccatori».

Dio riversò le Sue grazie su di Lei e Lei corrispose a ciascuna di esse con fede. Tutti coloro che sono curvi sotto il peso del peccato e sono lontani dalla loro vera dimora - come il soldato sul campo di battaglia, che, ferito e sanguinante, pensa a sua madre – dovrebbero ricordare la loro Madre Maria e cercare il suo aiuto. Lei sarà il loro rifugio sicuro e sotto la sua amabile protezione, troveranno il loro Salvatore pieno di misericordia. Gli angeli stessi gioiranno perché colui che si era perso è tornato e ha ritrovato attraverso Maria, il rifugio sicuro per tutta l’eternità.


 Sermone di s. Bernardino da Siena sul Cuore Immacolato di Maria 
 Dal sermone 9 sulla visitazione 

Sarà possibile che un uomo, con la sua bocca empia o addirittura abominevole, abbia la presunzione di parlare poco o tanto, della vera Madre dell'Uomo Dio, se non sulla scia della Rivelazione? Tanto più se si pensa che il Padre l'ha predestinata ad essere vergine, il Figlio la elesse come madre e lo Spirito Santo predispose che fosse dimora di ogni grazia. E io, piccolo uomo, con quali parole potrò esprimere i sentimenti di questo cuore di Vergine, già espressi dalla bocca di Dio, se non basta neppure la lingua di un angelo per descriverli? Il Signore disse: «L'uomo leale fa uscire il bene dallo scrigno del proprio cuore». Ed anche questa frase può essere un vero tesoro. E chi può pensare che sia più adatto a parlare del cuore della Vergine, se non la stessa Vergine, quella che meritò di diventare Madre di Dio e che ospitò lo stesso Dio nel suo cuore e nel suo seno per nove mesi? E quale tesoro più adatto che lo stesso amore divino, di cui era infiammato, come fornace, il cuore della Vergine ?

 Da questo cuore, come da una fornace di amore divino, la Vergine fece scaturire parole buone, cioè parole infiammate d'amore . Come da un'anfora colma di vino pregiato non può traboccare che vino pregiato; e come da un forno incandescente non può sprigionarsi che calore altissimo, così dalla Madre di Cristo non poté uscire nessuna parola che non fosse piena dell'amore e dell'ardore divino. La donna saggia che è una vera signora, usa pronunciare parole misurate, belle e sensate: perciò si legge che la benedetta Madre di Cristo pronunciò in sette diverse riprese, quasi sette parole ricolme di significato e di efficacia : ciò significa anche che ella era riempita dei sette doni dello Spirito Santo. Parlò due volte con l'angelo, due con Elisabetta, due con suo Figlio (una nel tempio e l'altra durante le nozze), una volta con i servitori. E in queste diverse occasioni parlò sempre moderatamente: si deve eccettuare il caso in cui lodò e ringraziò Iddio, quando prolungò il suo discorso dicendo: «L'anima mia magnifica il Signore». In questo caso parlò non con uomini ma con Dio. Queste sette parole furono pronunciate secondo un ordine e una sequenza che facevano vedere i sette modi di procedere e di agire dell'amore. Erano come sette fiamme del suo cuore ardente. 

 Dai documenti ecclesiastici 

Il culto liturgico con cui viene dato al cuore immacolato di Maria vergine il debito onore e a cui molti santi uomini e donne prepararono la via, dalla stessa sede Apostolica fu approvato la prima volta agli inizi del secolo decimonono, quando papa Pio VII istituì la festa del cuore immacolato della Vergine, da celebrarsi piamente e santamente da quelle diocesi e famiglie religiose che ne avessero fatto domanda; poi Pio IX vi aggiunse l'ufficio e la messa propria. In seguito il sommo pontefice Pio XII, accogliendo benignamente lo zelo ardente e il desiderio, sorto già nel secolo decimosettimo e in crescente sviluppo, di ottenere che simile festa fosse celebrata con maggiore solennità e fosse resa comune in tutta la Chiesa, nel 1942, quando una guerra atrocissima dilagava in tutto il mondo, avendo compassione delle infinite miserie dei popoli, per la sua pietà e fiducia nella Madre celeste, consacrò in forma solenne il genere umano al benignissimo cuore di lei e stabilì che fosse celebrata per sempre e dovunque la festa in onore del suo cuore immacolato con la messa e l'ufficio proprio.

 Omelia di s. Roberto Bellarmino vescovo

Sulle sette parole di Cristo in Croce cap. 12 

Il dover prendersi cura della vergine Madre, fu per san Giovanni un giogo veramente soave e un lieve incarico, impostogli dal Signore. Chi non avrebbe dimorato più che volentieri insieme con quella Madre, che aveva portato per nove mesi nel proprio seno il Verbo incarnato, e aveva abitato con lui per trent'anni completi? Chi non invidia quel prediletto di Gesù, perché, data l'assenza del Figlio di Dio, ottenne la presenza della Madre di Dio? Però, se non erro, anche noi con le nostre preghiere possiamo ottenere dal Verbo, che è generoso e che s'incarnò per noi e fu crocifisso per nostro amore, la grazia che lui stesso ci dica: «Ecco tua madre» e che indicandoci dica a sua Madre: «Ecco tuo figlio».

II Signore non è avaro di grazie, purché ci accostiamo al suo trono di grazia con fede e fiducia e non con finto, ma con vero e sincero amore. Egli, che volle che noi fossimo coeredi del regno del Padre, non disdegnerà averci coeredi dell'amore di sua Madre. Neppure la stessa benignissima Vergine sarà aggravata dalla moltitudine dei figli, avendo un cuore grandissimo e un desiderio ardentissimo che nessuno perisca di quelli che il suo Figlio redense con tanto prezioso sangue. Andiamo dunque con fiducia al trono della grazia di Cristo, e supplici e non senza lacrime domandiamo che per ciascuno dica alla sua Madre: «Ecco tuo figlio»; e a ciascuno di noi: «Ecco tua madre».

Quale vantaggio ci deriva dall'essere protetti da questa Madre? Chi ci potrà strappare dal suo seno? Quale difficoltà ci potrà rovinare, se noi ci fidiamo dell'appoggio della Madre di Dio e nostra? Inoltre noi non siamo i primi a godere di questi vantaggi: già altri, prima di noi, furono sottoposti allo speciale e materno patrocinio di questa Vergine, e nessuno se ne allontanò deluso o triste, ma tutti si partirono da lei felici e contenti, rassicurati dalla protezione di questa Madre. Di lei fu scritto: «Ella schiaccerà la tua testa». Di costei si fidano ed essi stessi nutrono fiducia di poter camminare sicuri su serpenti e basilischi, e di stritolare leoni e draghi. Inoltre non si capisce come possa rovinarsi colui, del quale Gesù disse alla Vergine: «Ecco tuo figlio», purché lui stesso non sia sordo quando Gesù gli dice: «Ecco tua madre».

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi. 

R. Grazie a Dio.

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