Il sangue dei martiri è il vero tesoro della chiesa
Dall’Africa all’estremo oriente, passando per l’America. I numeri della persecuzione in odio alla fede crescono anno dopo anno. Ma a vincere è sempre la speranza: “L’ultima parola non è la croce, ma la resurrezione”
Si può stimare che, nel mondo, oggi, un cristiano ogni 12 subisca una qualche forma di persecuzione. E' stata redatta una lista di 50 Paesi dove i seguaci di Cristo sono maggiormente sotto tiro, con trattamenti come “singoli o gruppi di persone a motivo della fede in Gesù” che possono andare dalla discriminazione culturale e sociale, al disconoscimento familiare, dalla privazione di lavoro e di reddito fino ad abusi fisici, torture, rapimenti, mutilazioni, distruzione di proprietà, imprigionamenti, assassini. In testa a triste classifica ci sono Corea del Nord e Afghanistan. Nelle “top ten” figurano però anche Somalia, Sudan, Pakistan, Eritrea, Libia, Iraq, Yemen e Iran. È in Pakistan che la persecuzione ha i connotati più violenti in assoluto, adesso anche nello Sri Lanka. I Paesi europei nella lista sono la Turchia, al 31° posto, e l’Azerbaigian, al 45°. Colombia e Messico gli unici del continente americano. Una escalation di intolleranza è stata registrata in Libia e in India, dove a motivo della crescente influenza del radicalismo induista sono stati compiute aggressioni su oltre 24mila cristiani indiani. Nel corso degli scorsi mesi sono peggiorate anche il Nepal (che è entrato quest’anno nella classifica ed è al 25° posto) e l’Azerbaigian.L’oppressione islamica continua a essere la fonte principale di persecuzione dei cristiani, non confermandosi solamente ma estendendo la sua morsa in varie aree”.
Anche in Europa
L'Unione europea: il rapporto pubblicato dall'Osservatorio sull'intolleranza e sulla discriminazione contro i cristiani in Europa (OIDCE in acronimo inglese), organizzazione non governativa con sede a Vienna e membro della Piattaforma dei diritti fondamentali dell'Agenzia europea dei diritti fondamentali, segnala come nel Vecchio Continente i casi di intolleranza e di discriminazione nei confronti dei cristiani siano in aumento. Diversi i casi riportati nei vari paesi membri in cui la negazione dei pari diritti e l'emarginazione sociale dei cristiani è stata evidenziata.
In Svezia: nel 2015 a Göteborg, città in cui è forte il reclutamento jihādista, case e negozi dei cristiani assiri sono state marchiate con la "N" di Nazareno, nello stile dell'Isis, e imbrattate con frasi di minaccia quali "convertitevi o morirete".
In Turchia: il 5 febbraio 2006 viene assassinato a Trebisonda, don Andrea Santoro; il 16 dicembre 2007, padre Adriano Franchini, cappuccino italiano da 27 anni in Turchia, viene accoltellato a Smirne da un diciannovenne; il 3 giugno 2010 il monsignor Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia, viene assassinato nella sua abitazione ad Iskenderun (la greca Alessandretta) dal suo autista, il ventisettenne Murat Altun. Il 25 dicembre 2010 la messa di Natale celebrata nei villaggi di Rizokarpaso e Ayia Triada per i trecento cristiani residenti nel Cipro settentrionale viene interrotta con l'uso della forza dalle autorità locali. Il Parlamento europeo ha condannato l'episodio ma non è seguito alcun altro provvedimento. Con lo scoppio della guerra civile in Siria e dei disordini in altre aree del mondo islamico, sono iniziate violente persecuzioni contro le comunità cristiane delle regioni sotto il controllo degli insorti. E il mondo politico ateo della sinistra o come oggi si definisce laico non fa altro che sdrammatizzare e continuare a insistere che questi selvaggi siano una ricchezza per la nostra civiltà.
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