Già da diversi anni i dati Istat certificano il drammatico calo delle nascite nel nostro paese, tanto che il numero dei morti ha ormai superato quello dei nati. Eppure, Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, sembra focalizzare l’attenzione sul problema demografico proprio ora, guarda caso nel bel mezzo del dibattito politico circa l’approvazione dello “Ius soli”.
In un articolo dell’otto ottobre dal titolo “Senza i figli degli immigrati inverno demografico più rigido”, Francesco Riccardi descrive con dovizia di particolari statistici il trend negativo delle nascite in Italia, per concludere che l’apporto demografico degli stranieri, seppur non sia risolutivo, rappresenta una delle poche ancore di salvezza cui aggrapparsi.
In sostanza, il quotidiano Avvenire pare mettere in luce dati certi e ormai ampiamente noti per finalità puramente ideologiche, dal momento che nell’articolo non v’è alcune menzione circa le cause profonde dell’inverno demografico del nostro paese, se non un timido riferimento a motivazioni generiche e facili da spendere, come la crisi economica e i cambiamenti culturali. Nessun accenno dunque alla causa prima del drammatico calo delle nascite in Italia ma anche in Europa, ossia l’aborto volontario.
E’ opportuno ricordare che sono ormai sei milioni i morti ufficiali dall’entrata in vigore della sciagurata legge 194/1978, di cui a maggio 2018 ricorrerà il quarantennale della sua approvazione. Sappiamo inoltre che, in realtà, il numero dei bambini a cui è stato impedito di nascere è di gran lunga superiore al dato numerico ufficiale (già di per sé ampiamente significativo), visto l’avvento anche nel nostro paese della nuova frontiera dell’aborto chimico, con l’immissione nel mercato di un gran numero di efficaci pesticidi umani, e considerato il fatto che i bambini uccisi nel corso degli ultimi decenni a loro volta avrebbero messo al mondo dei figli. Pertanto, il numero complessivo di cittadini italiani che mancano all’appello sono un numero impressionante che sfugge alle statistiche ma che certamente ammonta a decine e decine di milioni. Per di più, la mentalità contraccettiva e abortista, ingenerata soprattutto dal cattivo esempio prodotto da norme contro la vita e contro l’uomo, ha infettato larga parte delle famiglie italiane, non più aperte alla vita. Occorre dunque sottolineare che senza la piaga dell’aborto libero, legale e gratuito in Italia non vi sarebbe il problema demografico e probabilmente neppure quello economico.
Alcuni parlamentari appartenenti ai soliti schieramenti politici stanno facendo lo sciopero della fame per protestare contro la presunta violazione dei diritti umani a causa della mancata approvazione dello Ius soli, che impedirebbe soprattutto ai bambini stranieri che nascono in Italia di essere considerati cittadini italiani a tutti gli effetti.
Nessuna protesta con annesso sciopero si leva dalle aule parlamentari né tantomeno dai vescovi italiani a favore di tutte quelle decine di milioni di bambini e cittadini italiani a cui è stato letteralmente impedito di nascere con la violenza. Ironia della sorte, sotto la scure dell’aborto di stato e dell’insensato principio di autodeterminazione della donna cadono anche i figli degli stranieri, come evidenziato anche nell’articolo apparso su Avvenire; quegli stessi figli per i quali, ipocritamente, parte della politica e del mondo cattolico più in vista si straccia le vesti perché non vengono ancora riconosciuti come cittadini italiani …
Per fortuna, o meglio, grazie alla Provvidenza ci pensa la Marcia per la Vita a rompere la coltre di silenzio, menzogne e ipocrisia che copre il più grande genocidio dell’umanità. Ogni anno, ormai dal 2011, decine di migliaia di persone sfilano per le vie della capitale per protestare senza giri di parole contro l’aborto volontario, contro la legge 194. La Marcia per la Vita è una manifestazione che si svolge nell’arco di una giornata ma i cui effetti si protraggono durante tutto il corso dell’anno e lo dimostra il clamoroso e quasi inspiegabile successo mediatico dell’evento, la nascita di nuovi gruppi e associazioni prolife, il crescente numero delle adesioni alla Marcia.
Tutti segnali che lasciano ben sperare e che stimolano gli organizzatori a proseguire con rinnovato vigore nel lungo e faticoso cammino verso la cancellazione dall’ordinamento giuridico italiano di leggi ingiuste e omicide come la 194.
Del resto, gli incredibili passi in avanti compiuti dall’amministrazione Trump nella lotta all’aborto sono il frutto dell’attivismo prolife americano cresciuto in quantità e qualità grazie alla march for life che si svolge a Washington ogni anno da quasi cinquant’anni.
Il problema demografico italiano non si risolve facendo lo spot allo Ius soli ma diffondendo quella cultura della vita che non può non contemplare la ferma condanna della legge 194 e di tutte quelle norme che violano il primo dei diritti, quello alla vita. (A.D.M)
(fonte corrispondenza romana)
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