(di Cristina Siccardi) Innumerevoli sono, da Nord al Sud d’Italia, i Santuari dedicati alla Madonna del Carmelo e innumerevoli saranno, come da tradizione, le processioni ed i riti che si terranno, anche quest’anno, in occasione del 16 luglio.
Parallelamente ad una civiltà profana e pagana, rimangono a baluardo della cristianità proprio i Santuari, dove gli abitanti di questi luoghi si sentono legati da un’antica e sacrale appartenenza, che va ben al di là delle ideologie e delle mode. Dietro ad ogni Santuario del Carmine esistono grazie e miracoli privati e collettivi. Antiche e recenti storie prodigiose a dimostrare il soccorso mariano. Il legame che unisce le popolazioni italiane alla Madonna del Carmelo è sorprendente e si è stabilito, con grande frequenza, con gli allevatori, i pescatori, gli agricoltori, gente che trae dalla natura il sostentamento delle proprie famiglie.
Processioni, preghiere, rosari, novene, tenzoni medioevali, sbandieratori, falconieri, maestri d’armi, giochi, tripudio di colori, fiori e fuochi pirotecnici creano scenografie propizie per i momenti di festa dedicati alla Madonna, dove le persone dimenticano temporaneamente di vivere in un tempo anticattolico. Da oltre 400 anni, per esempio, la tradizione ripete a Cuneo, con gli stessi percorsi, gli stessi riti, gli stessi oggetti devozionali e le stesse divise del XVII secolo la processione della vigilia della Festa mariana.
Lo scorso anno 70 confraternite e oltre 1000 confratelli hanno partecipato al corteo religioso, vestiti dei costumi tipici dei Cavalieri del Santo Sepolcro, di Santa Croce, delle Umiliate di Bernezzo, della Misericordia, dei Battuti di Fossano, di San Sebastiano di Castelletto Stura, oltre a quelle della Cattedrale guidate dalla Compagnia del Carmine, dagli incappucciati di San Sebastiano, dei confratelli di San Giacomo e da Confraternite francesi, monegasche e di Siviglia. Presenti anche gli impressionanti Cristi liguri portati a spalle dai giovani.
A Chialamberto, nelle Valli di Lanzo (Torino), in frazione Vonzo, la Vergine del Carmelo viene onorata nel Santuario della Madonna del Ciavanis la seconda domenica di luglio, con pellegrinaggio la mattina al Santuario, posto a circa 1800 m s.l.m. In un tripudio alpino di magnificente bellezza si perviene al magnifico spalto del Santuario mariano, cui si accede salendo 300 scalini in pietra.
A Luzzogno (Verbania) vengono consegnati gli scapolari, ogni 16 luglio, ai bambini che compiono 1 anno, come atto di affidamento alla Madonna e ogni 50 anni la statua della Vergine viene trasportata solennemente: la prossima processione cadrà nel luglio del 2037. A San Valentino, frazione di Badia Calavena (Verona), la festa della Madonna del Carmine dura tre giorni con triduo di preparazione, musica e fuochi d’artificio.
Nella chiesa è visibile una fotografia dei 50 soldati di San Valentino che, grazie all’intercessione della Madonna, tornarono a casa dopo la seconda Guerra mondiale. La mattina della prima domenica seguente il 16 luglio, nella Chiesa di Santo Stefano del Ponte a Sestri Levante (Genova), i Sestresi festeggiano la Madonna del Carmelo quale «grande madre delle vigne e dei frutteti». La statua della processione, con la confraternita e grandi crocefissi, viene addobbata con grappoli d’uva fatti maturare in anticipo.
A Terracina (Latina) la statua della Madonna viene portata in processione prima per le strade addobbate con le luminarie, poi, giunta al porto, prende la via del mare sull’ultima delle paranze dei pescatori illuminate per l’occasione. All’altezza del promontorio del Circeo viene gettata una corona di alloro e fiori in ricordo dei caduti in mare. Al rientro in porto la statua viene accolta da uno spettacolo pirotecnico, mentre cittadini e turisti si affollano sulle bancarelle della fiera e intorno ai banchi dei pescatori in occasione della Sagra del pesce.
A Roma la Festa del Carmine è molto sentita e viene celebrata in tutte le parrocchie, conventi e monasteri Carmelitani. Il primo sabato dopo il 16 luglio inizia la Festa de Noantri, la più popolare solennità religiosa di Roma, che ha il suo vertice nella processione della Madonna Fiumarola in barca sul Tevere, l’ultima domenica di luglio. Il 15 luglio, nel paese di Campomaggiore (Potenza), vengono portati in processione delle sculture a forma di chiesa, realizzate dai diversi quartieri del paese.
Il 16 luglio si svolge la solenne processione, alla quale partecipano donne che seguono scalze la statua della Vergine, cantando alla Madonna del Carmelo. La benevolenza della Vergine per questo luogo è riscontrabile nell’aver intercesso per la salvezza della popolazione intera dalla frana che distrusse il paese nel 1885, rivelando a due contadini l’imminente catastrofe.
I festeggiamenti a Napoli si protraggono per una settimana circa e trovano il loro culmine in uno spettacolo pirotecnico che prevede l’accensione di fuochi che circondano il campanile della Chiesa della Madonna del Carmine di 75 metri, il più alto della città. L’origine della festa è rievocativa di un evento miracoloso: il 17 ottobre 1439 la città era assediata dall’esercito di Re Alfonso V d’Aragona e del fratello Pietro, intenzionati a contendere il trono di Napoli al duca Renato d’Angiò.
Pietro diede ordine di colpire il convento del Carmine divenuto caposaldo dell’armata Angioina e da una enorme bombarda fu sparata una palla contro il convento, che cadde dove era custodito un crocifisso ligneo della seconda metà del XIV secolo: non solo esso non venne distrutto, ma cambiò le pose facciali e del corpo. Da allora è oggetto di grande venerazione ed è custodito sotto l’arco del transetto, dentro un grande tabernacolo.
I festeggiamenti a Gragnano (Napoli), durano circa 15 giorni, durante i quali oltre alle novene e alle omelie di predicatori francescani, si celebrano due processioni; una grande folla di fedeli le accompagna, dominate dal grande carro dorato trainato dai simboli dei quattro evangelisti, sul quale la Madonna risplende nei suoi abiti carmelitani, con corona e manto regale.
A Sannicandro di Bari si festeggia il 15 e il 16 luglio. Nella seconda parrocchia sannicandrese, il Carmine, si inserisce la manifestazione dell’abitino dei Quattro Cantoni, meglio conosciuta come «U Pizz’kellò». Il gioco consisteva e consiste nel realizzare una piramide umana, composta da nove persone che deve avanzare su un percorso rettilineo. I quattro Cantoni sono le quattro contrade del paese (ossia Assunta, Torre, Carmine e Castello) che si sfidano in gare ad eliminazione diretta.
Palmi (Reggio Calabria) fu epicentro del terremoto del 16 novembre 1894, la sera dell’evento la popolazione portò in processione la statua della Madonna del Carmine che, fin dal 31 ottobre mostrava segni prodigiosi quali pianto, movimenti degli occhi, cambio di colorazione del volto. Quando la processione raggiunse l’estremità della città, si verificò il violento sisma che colpì gran parte delle case, ma perirono solo 9 persone su circa 15.000 abitanti, la maggior parte dei quali si trovava in processione. A Buseto Palizzolo (Trapani) la festa è tra le più sentite manifestazioni di fede della Sicilia Occidentale.
Dopo la Santa Messa del 16 luglio celebrata dal Vescovo, la pregevole immagine della Madonna del Carmelo con Bambino, opera dello scultore Rosario Bagnasco, viene «scinnuta», ovvero scesa dall’altare maggiore, e rivestita con abiti bianchi a protezione dal sole e dalla polvere, e trasportata a spalla nella Chiesa della Madonna di Fatima di Pianoneve, seguendo un suggestivo percorso tra campi, ulivi e vigne.
Questi sono minimi esempi della galassia Flos Carmeli disseminata su tutta la penisola, i cui echi non possono raggiungere gli attuali interessi di chi ha potere, ma la Vergine del Carmelo si muoverà ancora alla vista dei sinceri onori a Lei tributati e all’ascolto della soave orazione a Lei dedicata: «Madre mite, pura nel cuore, ai figli tuoi sii propizia, stella del mare (…) Giglio cresciuto tra alte spine, conserva pure le menti fragili e dona aiuto. /Forte armatura dei combattenti, la guerra infuria, poni a difesa lo scapolare./ Nell’incertezza dacci consiglio, nella sventura, dal cielo impetra consolazione (…)».
( fonte corrispondenza romana)
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