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La stampa parla dei F.I. : “c’era tanta gente che piangeva…”
Di Francesco Agnoli, da Libertà e persona
Sui F.I. si stanno accendendo i riflettori: è un bene, perchè lo sporco, con la luce, viene fuori. Ci vorrà tempo, ma verrà fuori del tutto.
Venerdì un lungo articolo sul Secolo XIX di Genova spiega che i Francescani sono stati “cacciati dai conventi del ponente ligure“. Il giornalista, Paolo Crecchi, parla apertamente di “spietatezza” usata nei loro confronti; parla anche di “epurazioni“. Quanto all’epuratore, padre Volpi, il giornalista spiega di averlo cercato “invano“. E chiude scrivendo che il sacerdote che è stato mandato a sostituire i F.I. ha detto: “C’era tanta gente che piangeva per la partenza dei frati. Sono uomini buoni“.
In loco, le cose si vengono a sapere. E la gente che piange, per la partenza dei frati, è molta, anche altrove. Ma Volpi e Bruno non ci sentono.
Anzi, continuano a raccontare menzogne. Come dimostra l’articolo di oggi sul Corriere della Sera. Richiesti dal giornalista del perchè della chiusura della casa di Imperia, qualcuno (Volpi, o Bruno?) ha risposto che 3 frati sono “troppo pochi per poter far fronte alla nostra regola di vita comunitaria e agli impegni pastorali“. Spiegazione evidentemente falsa e mendace. Si sono chiuse tutte le case nella diocesi di Albenga, perchè, come è noto, il padre Volpi ha così ritenuto di vendicarsi di mons. Oliveri, vescovo della città ed aperto estimatore dei F.I.
Il Corriere continua spiegando che l’ordine, sempre a detta dei frati consultati (cioè Bruno, Volpi o chi per loro), sarebbe spaccato tra una “minoranza” che non capisce i modi degli epuratori, e “non vuole cedere il potere” e una maggioranza collaborativa.
Trattasi invece, come ormai è chiaro, di una ulteriore menzogna, che si potrebbe smentire semplicemente leggendo le precedenti circolari di padre Volpi (pubblicate su questo sito), in cui il cappuccino epuratore ammette apertamente di aver trovato molte resistenze a destra e a manca, tra frati e laici… Qaunto al potere, si vede bene chi lo vuole, tutto per sè. Per la verità, si vedeva anche prima: osservando, da fuori, il presenzialismo asfissiante di padre Bruno…
La chiusura è quella solita: “Il papa ci è molto vicino e gli siamo grati“. Nascondersi dietro il papa è ciò che Volpi e Bruno stanno facendo per giustificare ogni loro abuso.
Si tratta di un modo di fare meschino, per due motivi: il primo, perchè è evidente a tutti che il papa è stato a lungo informato da una sola campana, quella di Volpi, Bruno e amici (di questo dovrebbero fare “mea culpa” i F.I. stessi, che hanno lasciato per anni Bruno in posizioni di potere e gli hanno permesso di tenere tutte le relazioni più importanti, in curia e con i media; relazioni che Bruno ha saputo gestire, con abilità volpina, pro domo sua); il secondo, perchè l’argomento di autorità, utilizzato in questo modo, è la classica ammissione di mancanza di argomenti.
Chi mente sempre (vedi la bugie sulla chiusura della casa di Imperia, e quella sul fatto che a non condividere i modi di Volpi e Bruno sarebbe una “minoranza“), mente, è facile immaginarlo, anche al papa. Anzi, a maggior ragione, mente all’autorità, in nome della quale dice di compiere l’abuso. E’ sempre successo e succederà ancora…
Di Francesco Agnoli, da Libertà e persona
Sui F.I. si stanno accendendo i riflettori: è un bene, perchè lo sporco, con la luce, viene fuori. Ci vorrà tempo, ma verrà fuori del tutto.
Venerdì un lungo articolo sul Secolo XIX di Genova spiega che i Francescani sono stati “cacciati dai conventi del ponente ligure“. Il giornalista, Paolo Crecchi, parla apertamente di “spietatezza” usata nei loro confronti; parla anche di “epurazioni“. Quanto all’epuratore, padre Volpi, il giornalista spiega di averlo cercato “invano“. E chiude scrivendo che il sacerdote che è stato mandato a sostituire i F.I. ha detto: “C’era tanta gente che piangeva per la partenza dei frati. Sono uomini buoni“.
In loco, le cose si vengono a sapere. E la gente che piange, per la partenza dei frati, è molta, anche altrove. Ma Volpi e Bruno non ci sentono.
Anzi, continuano a raccontare menzogne. Come dimostra l’articolo di oggi sul Corriere della Sera. Richiesti dal giornalista del perchè della chiusura della casa di Imperia, qualcuno (Volpi, o Bruno?) ha risposto che 3 frati sono “troppo pochi per poter far fronte alla nostra regola di vita comunitaria e agli impegni pastorali“. Spiegazione evidentemente falsa e mendace. Si sono chiuse tutte le case nella diocesi di Albenga, perchè, come è noto, il padre Volpi ha così ritenuto di vendicarsi di mons. Oliveri, vescovo della città ed aperto estimatore dei F.I.
Il Corriere continua spiegando che l’ordine, sempre a detta dei frati consultati (cioè Bruno, Volpi o chi per loro), sarebbe spaccato tra una “minoranza” che non capisce i modi degli epuratori, e “non vuole cedere il potere” e una maggioranza collaborativa.
Trattasi invece, come ormai è chiaro, di una ulteriore menzogna, che si potrebbe smentire semplicemente leggendo le precedenti circolari di padre Volpi (pubblicate su questo sito), in cui il cappuccino epuratore ammette apertamente di aver trovato molte resistenze a destra e a manca, tra frati e laici… Qaunto al potere, si vede bene chi lo vuole, tutto per sè. Per la verità, si vedeva anche prima: osservando, da fuori, il presenzialismo asfissiante di padre Bruno…
La chiusura è quella solita: “Il papa ci è molto vicino e gli siamo grati“. Nascondersi dietro il papa è ciò che Volpi e Bruno stanno facendo per giustificare ogni loro abuso.
Si tratta di un modo di fare meschino, per due motivi: il primo, perchè è evidente a tutti che il papa è stato a lungo informato da una sola campana, quella di Volpi, Bruno e amici (di questo dovrebbero fare “mea culpa” i F.I. stessi, che hanno lasciato per anni Bruno in posizioni di potere e gli hanno permesso di tenere tutte le relazioni più importanti, in curia e con i media; relazioni che Bruno ha saputo gestire, con abilità volpina, pro domo sua); il secondo, perchè l’argomento di autorità, utilizzato in questo modo, è la classica ammissione di mancanza di argomenti.
Chi mente sempre (vedi la bugie sulla chiusura della casa di Imperia, e quella sul fatto che a non condividere i modi di Volpi e Bruno sarebbe una “minoranza“), mente, è facile immaginarlo, anche al papa. Anzi, a maggior ragione, mente all’autorità, in nome della quale dice di compiere l’abuso. E’ sempre successo e succederà ancora…
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