«Un buon cristiano sa, e lo sa dal suo Catechismo, che la vera Religione sta nella vera fede, sta nella Rivelazione, la quale si conclude con la morte dell’ultimo Apostolo ed è affidata alla Chiesa, che ne è interprete e custode».
(Card. Alfredo Ottaviani)
di A.diJ.
Carissimi amici e lettori,
oggi 12 dicembre nella memoria liturgica della Vergine di Guadalupe, patrona delle Americhe e del Messico, affidiamo a Lei che è mediatrice di tutte le grazie, Madre della Chiesa, questa supplica che noi popolo di Dio rivolgiamo al Sommo Pontefice elevando preghiere a Dio per chiedere la sua intercessione, protezione e guida per il Papa, affinché possa guidare la Chiesa con sapienza, illuminazione divina e forza, specialmente in momenti difficili come questi, e per la pace e la concordia nella Chiesa invocando su di Essa il sostegno divino.
Quando mai, è stato così…?
E’ un’espressione per dire, che sebbene in un passato recente o remoto ci sono state delle difficoltà, delle incomprensioni, dei “malesseri” di varia natura…e questo può accadere per qualsiasi argomento, tuttavia, non si è mai arrivati a questo punto!
Sì…chiunque nella Chiesa cattolica, oggi, fa fatica a nascondere l’imbarazzo nel guardare, nel sentire, nell’apprendere certe cose che veramente vanno ad urtare anche le sensibilità più lontane da ciò che è ritenuto o soprattutto creduto come “sacro”.
Nelle “cose di fede”, non si può giocare all’altalena e non si possono credere delle verità rivelate, salvo poi interpretarle secondo la propria opinione.
Nella sua grande umiltà e saggezza, la Chiesa ha sempre ritenuto che proprio le verità di fede sono il tesoro prezioso da custodire.
Queste verità non sono da tenere in una cassaforte, quasi fossero dei gioielli a rischio di essere rubati.
Tante volte, proprio in riferimento ai preziosi, avviene questo; cioè vengono tenuti in cassaforte, senza dare la possibilità che siano ammirati.
A cosa servono, se non a perdere di splendore?
Al contrario, la Chiesa, delle verità di fede rivelate, ne fa l’oggetto del suo annuncio, della sua testimonianza e anche del suo soffrire fino al martirio, se necessario.
Però, le custodisce sempre con rispetto e amore.
Sempre la Chiesa, ha voluto creare un organismo “ad hoc” per fare questo.
Nei secoli ha assunto denominazioni diverse, fino a quello attuale, e cioè dicastero per la dottrina delle fede.
Certamente, nell’organizzazione interna della Chiesa e in rapporto alla persona del Papa, è la realtà che necessita di maggior responsabilità, serietà e rispetto, proprio per la “materia” che tratta.
La storia sacra, fatta dalla Chiesa, ci ha offerto pagine meravigliose di questo organismo.
La tentazione è sempre quella di pensare e dire che in passato hanno sbagliato e che solo oggi siamo bravi ad interpretare e concretizzare la modalità giusta per aiutare il popolo di Dio a fare tesoro del deposito della fede.
Se così fosse, saremo troppo orgogliosi, e sicuramente chi verrà dopo di noi non tarderà a metterlo in evidenza.
Con queste riflessioni, come popolo di Dio, siamo a chiedere a lei, Santo Padre, di posare il suo sguardo sul dicastero per la dottrina della fede.
In questi primi mesi di pontificato, lei ci ha offerto l’immagine di un uomo di Dio che ascolta, discerne e quando necessario, interviene anche rivedendo alla radice posizioni precedentemente prese.
Tutti apprezzano la delicatezza con la quale lei, cerca di “aggiustare”, senza clamore, alcune decisioni del suo predecessore.
Questo, è indubbiamente molto bello e offre un’immagine di vera carità cristiana.
Ora, Santo Padre, accogliendo il “sentire” di tanto popolo di Dio, noi siamo a chiederle, per il bene della Chiesa e anche della persona interessata, di avvicendare l’attuale prefetto del dicastero per la dottrina della fede, il cardinale Fernandez.
Non vogliamo entrare sul merito delle motivazioni che hanno spinto Papa Francesco a volerlo in quel ruolo.
Tuttavia, non possiamo far finta di niente sul fatto che fin da subito, quando cioè è stato annunciato che sarebbe stato lui il prefetto, tantissimi hanno manifestato disappunto, in modo particolare nella sua patria, l’Argentina.
Sono troppi i pronunciamenti che ci sono stati in questi anni, da quando cioè lui è diventato prefetto, intrisi di ambiguità; questo ha necessariamente richiesto sempre nuovi interventi per chiarire meglio, per approfondire, per rivedere quanto detto precedentemente.
Inoltre, alla luce di quanto si è saputo fin dall’inizio e che è ritornato alla ribalta in questi ultimi giorni, il cardinale Fernandez, per una sua personale propensione ad un certo stile letterario, non è certo la persona più indicata a ricoprire questo ruolo.
Chi tace, chi non si pronuncia, non è detto che sia d’accordo con questa persona e con il suo stile.
Semplicemente, stiamo assistendo ad una rassegnazione da parte di molti su questa persona e su questo argomento, ma il malessere c’è e resta.
Il cardinale Fernandez potrà fare bene e meglio su un altro fronte, ma non su questo.
Santità, lo chiediamo per il bene della Chiesa, non per rancore verso la persona del cardinale. L’imbarazzo è ormai grande e si vede chiaramente che anche lui è imbarazzato, perché probabilmente la sua empatia era maggiore con Papa Francesco.
Da ultimo, Santità, prima che termini il Giubileo, le chiediamo un grande atto di coraggio che diventerebbe una grande testimonianza di fede, di paternità spirituale e vera fraternità.
Negli anni scorsi, tanti sacerdoti e vescovi si sono irrigiditi proprio per questioni inerenti l’interpretazione della fede e le loro applicazioni. Molti di loro hanno subito censure fino alla scomunica.
Quale gesto più bello potrebbe esserci, prima della fine del Giubileo, annunciare un suo desiderio di incontrarli tutti, ascoltando quello che hanno da dire.
Sono pastori che hanno dato la vita per amore di Cristo, del Vangelo e della fede.
Hanno accettato umiliazioni e condanne.
La supplichiamo, Santità….faccia questo atto di vera pietà.
Molte delle pesantezze che sono state buttate addosso a questi ministri sacri, si potevano evitare, semplicemente ascoltandoli e parlando con loro.
Non è stato fatto, ma ora si può fare.
Quale grande messaggio riceverebbe il popolo santo di Dio!
Santità, confermiamo il nostro amore per la Chiesa, per la sua persona e per la missione straordinaria che Dio le ha affidato.
Il Signore la benedica e protegga sempre, insieme alla Beata Vergine Maria Regina Crucis!
oggi 12 dicembre nella memoria liturgica della Vergine di Guadalupe, patrona delle Americhe e del Messico, affidiamo a Lei che è mediatrice di tutte le grazie, Madre della Chiesa, questa supplica che noi popolo di Dio rivolgiamo al Sommo Pontefice elevando preghiere a Dio per chiedere la sua intercessione, protezione e guida per il Papa, affinché possa guidare la Chiesa con sapienza, illuminazione divina e forza, specialmente in momenti difficili come questi, e per la pace e la concordia nella Chiesa invocando su di Essa il sostegno divino.
Quando mai, è stato così…?
E’ un’espressione per dire, che sebbene in un passato recente o remoto ci sono state delle difficoltà, delle incomprensioni, dei “malesseri” di varia natura…e questo può accadere per qualsiasi argomento, tuttavia, non si è mai arrivati a questo punto!
Sì…chiunque nella Chiesa cattolica, oggi, fa fatica a nascondere l’imbarazzo nel guardare, nel sentire, nell’apprendere certe cose che veramente vanno ad urtare anche le sensibilità più lontane da ciò che è ritenuto o soprattutto creduto come “sacro”.
Nelle “cose di fede”, non si può giocare all’altalena e non si possono credere delle verità rivelate, salvo poi interpretarle secondo la propria opinione.
Nella sua grande umiltà e saggezza, la Chiesa ha sempre ritenuto che proprio le verità di fede sono il tesoro prezioso da custodire.
Queste verità non sono da tenere in una cassaforte, quasi fossero dei gioielli a rischio di essere rubati.
Tante volte, proprio in riferimento ai preziosi, avviene questo; cioè vengono tenuti in cassaforte, senza dare la possibilità che siano ammirati.
A cosa servono, se non a perdere di splendore?
Al contrario, la Chiesa, delle verità di fede rivelate, ne fa l’oggetto del suo annuncio, della sua testimonianza e anche del suo soffrire fino al martirio, se necessario.
Però, le custodisce sempre con rispetto e amore.
Sempre la Chiesa, ha voluto creare un organismo “ad hoc” per fare questo.
Nei secoli ha assunto denominazioni diverse, fino a quello attuale, e cioè dicastero per la dottrina delle fede.
Certamente, nell’organizzazione interna della Chiesa e in rapporto alla persona del Papa, è la realtà che necessita di maggior responsabilità, serietà e rispetto, proprio per la “materia” che tratta.
La storia sacra, fatta dalla Chiesa, ci ha offerto pagine meravigliose di questo organismo.
La tentazione è sempre quella di pensare e dire che in passato hanno sbagliato e che solo oggi siamo bravi ad interpretare e concretizzare la modalità giusta per aiutare il popolo di Dio a fare tesoro del deposito della fede.
Se così fosse, saremo troppo orgogliosi, e sicuramente chi verrà dopo di noi non tarderà a metterlo in evidenza.
Con queste riflessioni, come popolo di Dio, siamo a chiedere a lei, Santo Padre, di posare il suo sguardo sul dicastero per la dottrina della fede.
In questi primi mesi di pontificato, lei ci ha offerto l’immagine di un uomo di Dio che ascolta, discerne e quando necessario, interviene anche rivedendo alla radice posizioni precedentemente prese.
Tutti apprezzano la delicatezza con la quale lei, cerca di “aggiustare”, senza clamore, alcune decisioni del suo predecessore.
Questo, è indubbiamente molto bello e offre un’immagine di vera carità cristiana.
Ora, Santo Padre, accogliendo il “sentire” di tanto popolo di Dio, noi siamo a chiederle, per il bene della Chiesa e anche della persona interessata, di avvicendare l’attuale prefetto del dicastero per la dottrina della fede, il cardinale Fernandez.
Non vogliamo entrare sul merito delle motivazioni che hanno spinto Papa Francesco a volerlo in quel ruolo.
Tuttavia, non possiamo far finta di niente sul fatto che fin da subito, quando cioè è stato annunciato che sarebbe stato lui il prefetto, tantissimi hanno manifestato disappunto, in modo particolare nella sua patria, l’Argentina.
Sono troppi i pronunciamenti che ci sono stati in questi anni, da quando cioè lui è diventato prefetto, intrisi di ambiguità; questo ha necessariamente richiesto sempre nuovi interventi per chiarire meglio, per approfondire, per rivedere quanto detto precedentemente.
Inoltre, alla luce di quanto si è saputo fin dall’inizio e che è ritornato alla ribalta in questi ultimi giorni, il cardinale Fernandez, per una sua personale propensione ad un certo stile letterario, non è certo la persona più indicata a ricoprire questo ruolo.
Chi tace, chi non si pronuncia, non è detto che sia d’accordo con questa persona e con il suo stile.
Semplicemente, stiamo assistendo ad una rassegnazione da parte di molti su questa persona e su questo argomento, ma il malessere c’è e resta.
Il cardinale Fernandez potrà fare bene e meglio su un altro fronte, ma non su questo.
Santità, lo chiediamo per il bene della Chiesa, non per rancore verso la persona del cardinale. L’imbarazzo è ormai grande e si vede chiaramente che anche lui è imbarazzato, perché probabilmente la sua empatia era maggiore con Papa Francesco.
Da ultimo, Santità, prima che termini il Giubileo, le chiediamo un grande atto di coraggio che diventerebbe una grande testimonianza di fede, di paternità spirituale e vera fraternità.
Negli anni scorsi, tanti sacerdoti e vescovi si sono irrigiditi proprio per questioni inerenti l’interpretazione della fede e le loro applicazioni. Molti di loro hanno subito censure fino alla scomunica.
Quale gesto più bello potrebbe esserci, prima della fine del Giubileo, annunciare un suo desiderio di incontrarli tutti, ascoltando quello che hanno da dire.
Sono pastori che hanno dato la vita per amore di Cristo, del Vangelo e della fede.
Hanno accettato umiliazioni e condanne.
La supplichiamo, Santità….faccia questo atto di vera pietà.
Molte delle pesantezze che sono state buttate addosso a questi ministri sacri, si potevano evitare, semplicemente ascoltandoli e parlando con loro.
Non è stato fatto, ma ora si può fare.
Quale grande messaggio riceverebbe il popolo santo di Dio!
Santità, confermiamo il nostro amore per la Chiesa, per la sua persona e per la missione straordinaria che Dio le ha affidato.
Il Signore la benedica e protegga sempre, insieme alla Beata Vergine Maria Regina Crucis!

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