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IL SANTO IL SANTO ROSARIO del sac. dott. Luigi Villa



LA VERGINE MARIA 
Finché Maria vi sorregge, non cadrete; finché vi protegge, non avrete di che temere; finché vi conduce, non vi affaticherete; ed essendovi propizia, giungerete al porto della salvezza. (San Bernardo di Chiaravalle)

Tante persone hanno sentito parlare di una celebre enciclica di Leone XIII, la “Rerum novarum” che voleva ricordare ai cristiani i gravi problemi che poneva il capitalismo e la gravissima situazione del mondo del lavoro. Con una vita da Sommo Pontefice durata quasi una trentina dʼanni, ha potuto ben osservare le inquietudini del mondo moderno. Si è ben premunito dellʼazione sociale, nonostante le molteplici preoccupazioni che esigevano la sua costante presenza. Si è occupato dinanzi al mondo intero di scrivere anche delle encicliche sul Santo Rosario, dal principio del suo Pontificato fino alla fine di esso. Dal 1883 al 1903, ha dimostrato che la recita del Santo Rosario non era una semplice devozione, ma unʼautentica preghiera che ci univa strettamente a Gesù e Maria, ricordandoci che Dio si è fatto uomo, che anche Lui è vissuto in una famiglia, che è morto su una croce per amore nostro, che è risuscitato, che ha aperto il Cielo, dove ci ha preparato un posto. Inoltre, il Rosario ci mostra il posto che occupa la Santa Vergine che la Vergine ebbe in questa vita, la sua morte e la sua glorificazione. Il Rosario, quindi, non è solo una preghiera, ma anche un esempio vivente che ti commuove e ti trascina. Ma quanti conoscono lʼorigine meravigliosa del Santo Rosario? Forse, ben pochi sanno della sua origine celeste, da quando la SS. Trinità inviò lʼArcangelo Gabriele a Nazareth a Maria, iniziando così quella perpetua lode che si ripeterà di secolo in secolo a sua lode: «AVE MARIA!».. Iniziò subito con i primi cristiani, come risulta dalla Liturgia attribuita a S. Giacomo, con le parole: «Ave, Maria, piena di Grazia, il Signore è con Te; Tu sei benedetta tra tutte le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, perché hai messo al mondo il Salvatore delle anime nostre». Invece, la seconda parte dellʼAve, Maria: «Santa Maria, Madre di Dio, ecc.» risale, secondo alcuni studiosi di Sacra Scrittura e Liturgia, al quinto secolo, mentre, secondo altri, questa seconda parte risalirebbe allʼanno 1508; Il Papa Celestino lʼavrebbe aggiunta per combattere lʼeresia di Nestorio. Comunque, le due preghiere al “Pater” di Gesù, e lʼ“Ave” dellʼArcangelo Gabriele ci vengono senzʼaltro entrambe dal cielo. Anche prima di S. Domenico, vissuto nel secolo XII, molti fedeli e Santi solevano recitare spesse volte il “Pater” e lʼ“Ave” per ottenere le grazie dal Signore, e persino lʼinfilare i grani per segnarne il numero. Se ne trovano esempi anche nei primi secoli della Chiesa. Vi sono autori di agiografia che affermano che S. Bartolomeo pregava cento volte al giorno e cento alla notte lʼorazione domenicale e la salutazione angelica. Il beato de la Roche scrive che, già nel secolo VIII, si dipingevano oranti con la corona in mano. Ma chi divise in quindici parti lʼattuale forma del Rosario, composto dal “Pater” e dalle dieci “Ave, Maria”, fu la stessa Santissima Vergine Maria. Questo è il fatto, narrato da padre Lacordaire. S. Domenico aveva predicato da tanto tempo contro lʼeresia degli albigesi, ma inutilmente. Allora, il Santo Fondatore dei Domenicani, si ritirò, in quel di Tolosa, in una foresta a pregare. Dopo tre giorni e tre notti, fu assorto in estasi e gli apparve la Madre di Dio, circonfusa di splendori, scortata da tre Regine, ciascuna delle quali era circondata da cinquanta Vergini. La prima regina vestiva una abito bianco; la seconda, un abito rosso; la terza, un abito tessuto con oro. La spiegazione, S. Domenico lʼebbe dalla Vergine stessa: «Queste tre regine - gli disse - rappresentano le tre corone del Rosario. Le cinquanta vergini rappresentano le cinquanta “Ave, Maria” di ogni corona... Dei colori disse: il bianco rappresenta i misteri gaudiosi; il rosso, i misteri dolorosi; lʼoro, i misteri gloriosi... Ecco il Rosario. Diffondi questa preghiera ovunque, e gli eretici si convertiranno, i fedeli persevereranno fino alla beatitudine eterna». S. Domenico, confortato da questa apparizione, si recò subito a Tolosa, in una chiesa. Da quel momento le campane suonarono da sole, e gli abitanti, sorpresi, accorsero in massa alla chiesa. S. Domenico, allora, iniziò una predica sulla Giustizia di Dio e sul rigore dei suoi Giudizi, aggiungendo, però, che per salvarsi non cʼera altro mezzo che implorare la Misericordia della Madre della misericordia. Approfittando, poi, di quellʼoccasione, dopo aver spiegato cosʼera il santo Rosario, iniziò a recitarlo ad alta voce. Ma i tolosani non si arresero ancora alla conversione. Scoppiò allora un terribile temporale e la terra tremò paurosamente. A compiere lʼopera, la statua della Madonna alzò il suo braccio in segno di minaccia. Il popolo, allora, implorò misericordia e abiurò le eresie e si iscrisse, seduta state, alla Confraternita del Rosario. Più di centomila eretici abiurarono gli errori degli Albigesi. Episodi di conversioni si moltiplicarono ovunque. La Madonna del Rosario fece vincere anche i combattenti di quella santa Crociata, come quella di Simone di Montfort, nonostante la sua piccola armata, mentre S. Domenico pregava sulla montagna. Il santo Rosario, quindi, è un mezzo potente di vittoria per tutte le battaglie che ci assillano la vita. Usiamolo tutti i giorni, anche in famiglia, meditando, contemporaneamente, i Misteri dellʼIncarnazione della Vita e della Passione, della Risurrezione di Gesù. Esso ci fortificherà contro i numerosi vizi del secolo, contro gli attacchi del Mondo e dellʼinferno, portandoci alla vittoria e alla salvezza. Se volete conservare intatta la vostra Fede cattolica, recitate e meditate di frequente questo salterio di Maria. Sarà lʼalimento della mente e del cuore che ci libererà dai nostri difetti, infiammando lʼanima nostra dellʼAmore verso Dio!

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