Esercizi Spirituali
di Sant'Ignazio
“Cinque giorni… un'eternità”
Carissimi lettori;
Da lunedì 9 novembre 2015 ore 12.00 a sabato 14 novembre ore 13.00 ad Albano Laziale si terranno gli esercizi spirituali, vi prego di pregare per me,e per le mie amiche che si eserciteranno. Come io pregherò per voi, e per la Santa Chiesa perchè possa ritornare a essere un Faro di speranza in questo mondo ricoperto di tenebre ; Vi lascio questa splendida meditazione del venerato Mons. Lefebvre: l’Arcivescovo, che è stato forse il più grande missionario del XX secolo
Uno sguardo allʼindietro
Vorrei tratteggiare, se permettete, qualche episodio di cui sono stato testimone durante la mia esistenza, durante questo mezzo secolo, per ben mostrare l’importanza che la Messa della Chiesa cattolica ha nella nostra vita, nella vita di un sacerdote, in quella di un Vescovo e della Chiesa. Giovane seminarista a Santa Chiara, al Seminario francese di Roma, c’insegnavano l’amore per le cerimonie liturgiche. Ebbi, allora, il privilegio d’essere cerimoniere, (quello che chiamiamo il “primo cerimoniere”) preceduto, d’altra parte, in questa carica da mons. Lebrun, già Vescovo di Autun, e da mons. Ancel, tuttora Ausiliare di Lione. Ero, dunque, primo cerimoniere sotto la direzione del caro e reverendo padre Haegy, conosciuto per la sua competenza liturgica. Amavamo preparare l’altare e le cerimonie e, la vigilia dello svolgimento di un’importante cerimonia, era per noi una grande festa. Abbiamo così imparato, ancora giovane seminarista, ad amare l’altare [...]. Ordinato sacerdote nella cappella del Sacro Cuore di via Royale a Lille, il 21 settembre 1929 da mons. Liénart,partivo due anni dopo in missione per raggiungere mio fratello, che era già nel Gabon, e là incominciai ad imparare ciò che era la Messa. Certamente conoscevo, per gli studi fatti, questo grande mistero della nostra fede, ma non ne avevo compreso tutto il valore, l’efcacia e la profondità. Ciò lo vissi giorno per giorno, anno per anno, in Africa e particolarmente nel Gabon dove trascorsi tredici anni della mia vita missionaria, prima nel seminario, poi nella savana, in mezzo agli africani, tra gli indigeni. E là ho visto, sì ho visto ciò che poteva la grazia della santa Messa nelle anime sante di certi nostri catechisti. Quelle anime pagane, trasformate dalla grazia del battesimo, dall’assistenza alla Messa e dalla santa Eucaristia, comprendevano il mistero del Sacricio della Croce e s’univano a Nostro Signore Gesù Cristo; nella sofferenza della Sua Croce, offrivano i loro sacrici e i loro patimenti con Nostro Signore Gesù Cristo, vivendo cristianamente [...]. Ho potuto vedere villaggi di pagani divenuti cristiani trasformarsi non solo spiritualmente e sovrannaturalmente, ma anche fisicamente, socialmente, economicamente, politicamente; trasformarsi perché quelle persone, da pagane che erano, diventavano coscienti della necessità di compiere il loro dovere malgrado le prove ed i sacrici, di mantenere i loro impegni e particolarmente gli obblighi del matrimonio. Allora il villaggio si trasformava poco alla volta sotto l’in- uenza della grazia e del santo Sacri- cio della Messa; e tutti quei villaggi volevano avere la propria cappella e la visita del Padre. La visita del missionario! Come era attesa con impazienza per poter assistere alla santa Messa, potersi confessare e comunicare. Delle anime si consacravano a Dio; dei religiosi, delle religiose, dei sacerdoti si offrivano e si consacravano a Lui. Ecco i frutti della santa Messa.
Il mistero della Croce
Perché tutto questo? Bisogna, in fondo, che studiamo un po’ i motivi profondi di questa trasformazione: è il Sacricio. La nozione di sacrificio è una nozione profondamente cristiana e profondamente cattolica. La nostra vita non può fare a meno del sacricio da quando Nostro Signore Gesù Cristo, Dio stesso, ha voluto prendere un corpo come il nostro e dirci: “Seguitemi. Prendete la vostra croce e seguitemi se volete essere salvati”, e ci ha dato l’esempio della sua morte in croce ed ha sparso il suo sangue. Oseremmo noi, sue povere creature, peccatori che siamo, non seguire Nostro Signore sulla via del suo sacricio e della sua croce? Questo è tutto il mistero della civiltà cristiana, della civiltà cattolica: la comprensione del sacrificio nella propria vita, nella vita quotidiana, e l’intelligenza della sofferenza cristiana; non considerare più la sofferenza come un male, come un dolore insopportabile, ma condividere le proprie pene e malattie con le sofferenze di Nostro Signore Gesù Cristo, guardando la Croce, assistendo alla santa Messa che è la continuazione della Passione di Nostro Signore sul Calvario. Comprendere la sofferenza: allora la sofferenza diventa una gioia, diventa un tesoro perché questa sofferenze unite a quelle di Nostro Signore, unite a quelle di tutti i martiri, di tutti i santi, di tutti i cattolici, di tutti i fedeli che soffrono nel mondo, unite alla Croce di Nostro Signore diventano un tesoro inesprimibile, un tesoro ineffabile, diventano d’una efcacia straordinaria per la conversione delle anime, per la salvezza della nostra anima. Tante anime sante, cristiane, hanno anche desiderato soffrire, hanno desiderato la sofferenza per unirsi ancora di più alla Croce di Nostro Signore Gesù Cristo. Questa è la civiltà cristiana. Beati coloro che soffrono per la santità, beati i poveri, beati i miti, beati i misericordiosi, beati i pacici, questo è l’insegnamento della Croce, questo ci insegna Nostro Signore Gesù Cristo dalla sua Croce. La civiltà cristiana, penetrata in questi paesi ancora recentemente pagani, li ha trasformati, li ha spinti a volersi dare governanti cattolici. L’ho constatato io stesso conoscendo alcuni dirigenti di questi paesi cattolici. Il popolo cattolico desiderava avere capi cattolici afnché sottomettessero anche il loro governo e tutte le leggi del paese a quello di Nostro Signore Gesù Cristo, al Decalogo [...]. Se diamo ora uno sguardo alla storia, ciò che vi ho detto si svolse già nei primi secoli dopo Costantino, nei nostri stessi paesi. Noi ci siamo convertiti, i nostri antenati e i capi delle nazioni si sono convertiti offrendo, per secoli interi, i loro paesi a Nostro Signore Gesù Cristo e, sottomettendoli alla croce di Gesù, hanno voluto che Maria ne fosse la Regina [...].
Il dramma del Concilio Vaticano II
Un altro fatto da evocare dopo questi squarci sulla civiltà cristiana, sia in Africa che nella nostra storia [...] è il considerevole avvenimento, svoltosi recentemente nella Chiesa, ch’è il Vaticano II. Dobbiamo constatare che i nemici della Chiesa sanno, forse meglio di noi, quanto vale una Messa cattolica. In merito è stato scritto un poema in cui si prestano a Satana delle parole che manifestano come tremi ogni volta che una Messa, una vera Messa cat- tolica, viene celebrata, perché questa gli ricorda la Croce, ed egli sa bene di essere stato vinto per suo mezzo. Così i nemici della Chiesa, quanti fanno messe sacrileghe nelle sètte ben note, e i comunisti stessi, conoscono bene il valore di una Messa e il valore di una Messa cattolica [...]. La Messa cattolica s’oppone al programma dei partiti, che è un pro- gramma satanico: ecco le ragioni profonde di ciò che è la Messa, il sacricio.Ora, lo sapete bene, abbiamo tutti delle prove, delle difcoltà nella vita, nella nostra esistenza ed abbiamo bisogno di sapere perché soffriamo, perché queste prove, perché questi dolori, queste tribolazioni: perché questi cattolici, queste persone stese sui giacigli? Gli ospedali pieni di ammalati, perché? Perché? Il cristiano risponde: per unire le mie sofferenze a quelle di Nostro Signore Gesù Cristo sul santo altare e così partecipare all’opera di redenzione di Nostro Signore, meritare per me e per le anime la salvezza del Cielo. Quando i nemici della Chiesa si sono inltrati nel Concilio, il primo obiettivo è stato di demolire e distruggere, nella misura del possibile, la Messa. Potete leggere i libri del cattolico inglese Michel Davies, che ha scritto opere molto belle per dimostrare come la riforma liturgica del Vaticano II assomiglia esattamente a quella che s’è prodotta ai tempi di Cranmer, n dalla nascita del Protestantesimo inglese: esattamente. Se si legge la storia della trasformazione liturgica, operata anche da Lutero, ci si accorge che è stato seguito lentamente, ma esattamente, lo stesso procedimento, seppure sotto apparenze ancora buone ed esteriormente cattoliche. Hanno tolto proprio dalla Messa ciò che fa il suo carattere sacricale, il suo carattere di redenzione dal peccato mediante il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, la vittima che è Nostro Signore Gesù Cristo. Hanno fatto della Messa una semplice assemblea tra le tante, presieduta dal sacerdote. Non è questa la Messa. Perciò non è sorprendente che la Croce non trion più, perché il sacri- cio non trionfa più e gli uomini non hanno altri pensieri che accrescere il loro tenore di vita, cercare denaro, ricchezze, piaceri, comodità e agevolazioni terrene, e perdono così il senso del sacricio.
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