Se vuoi che la tua vita non sia vuota, riempila di Dio.Dio vuol inserirsi nella tua vita,ma egli non lo fa senza il tuo consenso.Sii fedele alla corrispondenza della grazia perché la vita divina investa tutto il tuo essere.Non potrai scoprire Dio nella tua vita senza la contemplazione.Essa sarà giunta al sommo grado di perfezione quando,più che parlare con Dio, lo amerai.Non preoccuparti di quello che devi fare per il bene degli altri, solo non lasciarti sfuggire giorno per giorno con generosità le occasioni che il Signore ti manda.Non cercare la tua felicità nel ricevere, ma nel donare. la tua felicità é risposta del bene che farai, nella gioia che diffonderai attorno a te, nel sorriso che farai fiorire, nelle lacrime che avrai asciugato.Sarai veramente felice per quello che avrai potuto dare. Non hai diritto di essere felice da solo.Sia la tua vita spesa per gli altri, un cuore aperto a tutti e proverai quanto é sublime la poesia del donare; quanto sia vero il detto di Gesù: c'é più gioia nel dare che nel ricevere.Il tuo volto, i tuoi pensieri siano rivolti a Gesù. I Santi hanno donato tutto se stessi al prossimo vedendo in ognuno il volto di Gesù.Capirai che la vera felicità di questo mondo è solo in lui.Maria santissima vi prenderà per mano e vi accompagnerà in questo viaggio di amore verso di lui. Vi sono delle prove nella vita che ti pongono di fronte a un vuoto senza fondo, mentre il tuo cuore è tanto bisognoso e assetato di pienezza. In simili prove non allontanarti ma avvicinati a Dio poichè lui solo può colmare il tuo cuore che egli a fatto per sè .Anche Gesù si è sottoposto liberamente alle strette del dolore perchè in esso tu potessi configurarti a lui, portando ovunque e sempre le sofferenze della sua morte perchè in te si manifesti la sua vita e la sua gloria. Figliuolo, se veramente vuoi essere beato, occorre che Dio solo sia il tuo fine supremo ed ultimo. Questa intenzione purificherà i tuoi affetti, che purtroppo spesso s'inclinano viziosamente verso te stesso e verso le creature.
Carissimi amici e lettori, che nella Chiesa contino i gesti, si è sempre saputo. Ma a Ivrea ora contano soprattutto le posizioni. Quelle del corpo. Da qualche settimana, in diverse parrocchie, i fedeli che si inginocchiano per ricevere l’Ostia vengono sistematicamente saltati. Il messaggio è chiaro, il metodo pure: ti inginocchi? Non comunichi. La scena si è già vista più volte: il parroco si avvicina, Ostia in mano, e quando incontra un fedele inginocchiato... tira dritto. Nessuno dice nulla, ma tutti capiscono. Qualcuno si alza all’ultimo secondo per non fare la figura dell’eretico, altri restano lì, come statue di gesso, in ginocchio davanti all’altare e col vuoto tra le mani. Benvenuti nella nuova liturgia in salsa eporediese, dove non si sa bene cosa si prega, ma si sa benissimo come bisogna stare. La direttiva – perché di questo si tratta – non è scritta, non è firmata, non è motivata. Ma c’è. E gira. E viene fatta rispettare alla lettera, come certe leggi non dette dei regi...

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