Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana

mercoledì 13 novembre 2024

Il vescovo Mons.Strickland critica il Sinodo sulla sinodalità: "La respingo", "non è cattolica"



Il vescovo texano Joseph Strickland ha rivolto un duro rimprovero al Sinodo sulla sinodalità, invitando i cattolici a opporsi a coloro che seguono le orme di Giuda Iscariota. Lo riporta LifeSiteNews.

«Ci sono minacce all’orizzonte. Questo Sinodo sulla sinodalità, lo respingo, perché non è cattolico. Molte voci hanno già detto che questa non è la Chiesa cattolica», ha osservato Sua Eccellenza durante la copertura della notte elettorale di LifeSite martedì sera.

«Siamo in un momento in cui Giuda Iscariota sta alzando la sua brutta testa».

Esortando i cattolici degli Stati Uniti a «essere forti e gioiosi nella verità», il vescovo Stickland ha inoltre detto al conduttore della trasmissione e fondatore di LifeSiteNews John-Henry Westen che questo è un «momento critico in questa nazione e … nella Chiesa universale» poiché ci sono «minacce a quell’universalità che provengono tristemente da Roma stessa, dal Vaticano».«Siamo in territorio pericoloso per questa nazione, ma più importante, e più criticamente, credo, per la fede cattolica», ha continuato il vescovco emerito di Tyler, Texas. «La fede cattolica, la Chiesa cattolica, non crollerà. Cristo ha promesso che prevarrà contro le porte dell’inferno fino alla fine dei tempi».Tuttavia, «se si tratta di opporsi a un sacerdote o vescovo o qualcuno del Vaticano che sta proclamando un falso messaggio, dobbiamo essere discepoli di Gesù Cristo abbastanza forti da dire, “No. Viviamo la verità che è Cristo. Lui è la verità incarnata”».

Monsignor Strickland ha mantenuto un profilo pubblico attivo da quando è stato rimosso da papa Francesco dal suo incarico di vescovo di Tyler, Texas, per il suo sostegno, tra le altre cose, alla Santa Messa in rito tradizionale. Negli scorsi mesi il vescovo texano ha rilasciato dichiarazioni ricordando le presunte parole della Madonna di Fatima circa l’esistenza di «un’apostasia che inizierebbe al vertice» della Chiesa. Il prelato statunitense ha altresì parlato dei messaggi apocalittici della Madonna di Akita.

Mons.Strickland ha anche sostenuto che Giuda Iscariota vorrebbe «una fratellanza globale di uomini», ma che un tale «regno sulla terra» era «contrario a ciò che Gesù Cristo aveva proclamato».
«Abbiamo l’opportunità di combattere l’oscurità, il male e i falsi messaggi che stanno persino influenzando e infettando la chiesa», ha spiegato. «Dobbiamo essere forti. Dobbiamo essere chiari. Dobbiamo parlare e non permettere a nessuno in carica o su un pulpito di dire qualcosa che non è fedele a Cristo e lasciar perdere».
Mons.Strickland ha inoltre invitato i cattolici a pregare davanti a Cristo nel Santissimo Sacramento e a «smettere di scendere a compromessi» con coloro che seminano errori e a «proclamare chiaramente qual è la verità perché troppi sono illusi».

martedì 12 novembre 2024

Il Papa come Papa non può cadere in eresia formale, mentre può favorire l’eresia e cadere in eresia materiale




“Ci sono papi che Dio li dona, ci sono papi che Dio li tollera e ci sono papi che Dio li infligge.”


Carissimi amici e lettori,
è la più chiara, serena e ponderata puntualizzazione dello “status quaestionis”.


(del professor Gnerre)

Dunque, non tutti i papi sono uguali; ma non solo: ci possono essere dei papi che non rientrano nel disegno di Dio, ma la cui elezione è permessa da Dio o per castigo oppure per provare la fede dei cattolici.

Detto questo, chiediamoci: ci sono stati dei papi eretici o accusati di eresia nel corso della storia? La risposta è affermativa. Il Papa può essere accusato di eresia quando insegna qualcosa che è palesemente contro le verità di fede, e cioè contro i dogmi.Un caso celebre è quello di papa Onorio (625-640), il quale fu anatemizzato, per aver favorito l’eresia monotelita, da due successori, sant’Agatone (678-681) e da san Leone II (682-684), in occasione del Terzo Concilio di Costantinopoli del 681,tale dottrina fu dichiarata eretica.
Inoltre si presenterebbe un problema non facile: chi ha autorità sul Papa? Nessuno.
Neanche un concilio ecumenico perché un concilio è ecumenico solo se è il Papa a convocarlo.
In ogni caso il Papa da solo ha potere anche sul concilio ecumenico, perché questo è tale solo se è lui che lo convoca e se lo presiede sia attraverso se stesso sia attraverso un legato.
Infine le conclusioni di un Concilio valgono solo se il Papa le approva.

Dal XII al XVI secolo i teologi hanno comunemente ritenuto che il Papa potesse cadere nell’eresia.

Nel XII secolo Graziano (1075/80 – 1145/47) nel suo Decreto dice che il Papa non può essere giudicato da nessuno, salvo nel caso in cui si allontanasse dalla fede. Dunque, questa possibilità dell’allontanamento dalla fede era da lui contemplata.Oggi in certi ambienti pseudo-tradizionalisti circola lo spinoso dibattito sull' "una cum": se la Messa in comunione con Francesco  sia valida.
La comunione con il Papa, per quanto sia doverosa e santa, non riguarda la validità della Messa.
Per la sua validità è sufficiente che vengano proferite le parole essenziali della consacrazione: “Questo è il mio corpo”, “Questo è il calice del mio sangue”.
Per questo sono valide le Messe celebrate dagli ortodossi, pur non essendo in comunione con il Papa, che in alcuni patriarcati viene considerato come l’anticristo.
Neanche il Papa o un Concilio hanno affermato che per la validità della Messa sia necessario essere in comunione con il Papa.
Chi sostiene il contrario è nessuno, vale a dire uno che sotto il profilo teologico non conta niente e che per questa affermazione è eretico o quasi.
Sono cinque le tesi più importanti riguardanti la questione del “papa eretico”.

lunedì 11 novembre 2024

La Comunione dei Santi

di A.di J.
Carissimi amici e lettori,

uno dei dogmi più consolanti della nostra Fede è senza dubbio quello della Comunione dei Santi, che noi professiamo esplicitamente nel Credo colle parole: Credo nella Comunione dei santi. San Paolo lo illustra molto bene col paragone del corpo e delle membra: « Multi - scrive nella sua lettera ai Romani, capo XII, versetto 5 - unum corpus sumus in Christo, singuli autem alter alterius membra: Molti come siamo, noi formiamo un sol corpo in Cristo, e, pei rapporti reciproci, siamo membri gli uni degli altri». Bellissima imagine di una realtà ancor più splendida.La santa Chiesa cattolica comprende infatti non solo tutti i cristiani validamente battezzati che le sono fedeli nel corso della vita terrena, ma anche quelli che hanno già raggiunto la patria beata in Paradiso e quelli che stanno ancora espiando la loro pena in Purgatorio. Per questo la si distingue in Chiesa militante, Chiesa trionfante, e Chiesa purgante. Ma, grazie al vincolo della carità, cioè dell'amor di Dio, e della comune vita soprannaturale, pur essendo tanti, noi formiamo un solo corpo, un corpo mistico ma reale, di cui Nostro Signore Gesù Cristo è il capo e noi siamo le membra. E, come nel corpo umano ogni membro gode della vitalità di tutto l'organismo e coopera, per parte sua, al benessere del resto: così noi godiamo, ciascuno per conto nostro, del bene di tutto il corpo mistico, e cooperiamo, ciascuno per conto nostro, al bene di tutti gli altri membri. Sicchè ogni atto buono dei singoli fedeli giova a tutta quanta la Chiesa, ridonda a gloria di Dio e a beneficio di tutti i cristiani, eccetto i dannati.

Questa verità dovrebbe infervorarci a moltiplicare il più possibile le nostre opere buone, per concorrere al bene comune di tutta la Chiesa, che è la gloria di Dio e la partecipazione dei fedeli alla vita ed alla felicità divina, come appare analizzando anche solo schematicamente i rapporti che corrono, per la comunione dei Santi, tra la Chiesa militante, la Chiesa purgante e la Chiesa trionfante. Per questo sublime mistero: 1) tutti i membri della Chiesa godono della divina assistenza della SS. Trinità e della persona di Cristo in particolare, nonchè degli ineffabili doni divini di grazia e di gloria; 2) tutti i membri della Chiesa a loro volta offrono alla SS. Trinità, ed alla persona di Cristo in particolare, lodi, ringraziamenti e preghiere; 3) i Santi e gli Angeli del Cielo intercedono per i fedeli della terra e per le anime del Purgatorio; 4) i fedeli della terra rivolgono preghiere ai Santi ed agli Angeli del Cielo e fanno suffragi - offerta di preghiere, opere soddisfattorie, indulgenze -per le anime del Purgatorio; 5) le anime del Purgatorio pregano per i fedeli della terra. Così trionfa nella Chiesa quella carità che è vincolo di perfezione e che tende a sublimar tutti nella gloria con Dio per l'eternità. Se ne escludono volontariamente soltanto i peccatori ostinati che vanno alla perdizione. Ringraziamo pertanto Iddio di averci fatti cristiani e procuriamo di essere figli devoti della santa Chiesa. Animiamoci al massimo fervore nel rendere il culto dovuto a Dio, a N. S. Gesù Cristo, alla Beata Vergine, agli Angeli ed ai Santi; e siamo generosi nel far suffragi per le anime del Purgatorio. Le ricordiamo in modo particolare in questo mese di novembre che si apre colla festa dei Santi e continua colla pietosa memoria dei morti.

La Chiesa ci invita a prodigare la nostra carità a tutti i fedeli defunti; ma se ci sono anime che in questi tempi meritano più copiosi suffragi sono le anime dei nostri cari sacerdoti dei religiosi, dei lavoratori, delle vittime delle guerre .

La risurrezione dei corpi.

Mentre nei cuori è un'anelito di pace e per l'aria con fremiti di vittoria, attestiamo la nostra gratitudine a quanti per l'una e per l'altra han dato o danno la vita. Noi sappiamo, e ce lo ripete la Chiesa nella Messa dei defunti, che la morte non toglie ai fedeli la vita; la muta soltanto: Tuis enim fidelibus, Domine, vita mutatur non tollitur. E se ci raccapriccia lo scempio di tanti poveri corpi umani, straziati, dispersi, polverizzati o volatilizzati dai moderni ordigni di distruzione, ravviviamo la nostra fede: anch'essi, nonostante le mille trasformazioni della materia, saranno un giorno risuscitati dall'onnipotenza del Creatore in tutta la perfezione della loro costituzione organica, a somiglianza del corpo glorioso di Cristo risorto, per quell'eternità beata per cui vennero creati ed informati di un'anima spirituale ed immortale. È il gran mistero confermato dalla rivelazione di Nostro Signore che disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche dopo morte vivrà, e chi vive e crede in me non morirà in eterno (Vang. di S. Giov., XI, 25). È il gran mistero ampiamente illustrato dall'Apostolo S. Paolo nelle sue lettere e sintetizzato nella prima ai Corinti con queste testuali parole: « Fratelli, ecco io vi rivelo un mistero: risorgeremo veramente tutti, ma non tutti saremo cambiati. In un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; poichè suonerà la tromba ed i morti risusciteranno incorrotti, e noi saremo trasformati. Poichè bisogna che questo corpo corruttibile rivesta l'incorruttibilità, e che questo corpo mortale rivesta l'immortalità. E quando questo corpo mortale si sarà rivestito dell'immortalità, allora si avvererà la parola che è scritta: " La morte è stata assorbita nella vittoria" ». (1 Cor. XV).

Sarà il trionfo completo di Cristo su tutti gli uomini e su tutte le cose, sulle vicende del tempo e perfino sulla morte, per l'eternità.

Verità ben consolante! Iddio, che nel piano meraviglioso della creazione ha fuso nell'uomo lo spirito e la materia e ne ha fatto l'anello di congiunzione tra il mondo materiale e il mondo spirituale, ci ha predestinati alla immortalità ed alla vita eterna in corpo ed anima. Sicchè l'immortalità dell'anima e la risurrezione dei corpi è certa per tutti. Varierà però lo stato, la forma di vita nell'eternità, secondochè morremo cristianamente o no: in grazia o in disgrazia di Dio. Perché il Signore ci lascia l'uso completo della nostra libertà. Soccorrendoci di tutte le grazie di cui abbiamo bisogno, ci lascia sempre arbitri della scelta della nostra felicità od infelicità eterna.

Tremenda realtà che, mentre ci fa consci della responsabilità che assumiamo colla nostra condotta di fronte al giudizio divino e ci fa comprendere la necessità del Purgatorio per purificarci di ogni neo di colpa e farci degni della beatitudine eterna, deve spronarci ad esser larghi di suffragi per le povere anime che vi scontano la loro pena in attesa del Cielo. E deve pur preoccuparci di vivere e morire in grazia di Dio per sfuggire noi stessi l'eterna condanna richiesta dal peccato mortale, e ridurre al minimo la pena del Purgatorio richiesta dal peccato veniale deliberato e dalla commutazione della pena eterna dopo il perdono dei peccati mortali.

L'atto di contrizione perfetta.

Per questo, vorremmo raccomandare, a conclusione dei salutari richiami, l'abitudine di far bene e sovente l'atto di contrizione perfetta.

L'atto di contrizione, o di dolore perfetto, è un gran segreto di fronte alle sorprese della morte: poichè, quando dovessimo morire senza possibilità di confessarci, supplisce alla stessa confessione. E perchè sia perfetto basta che il motivo del nostro dolore sia unicamente quello di aver offeso la bontà e l'amore infinito di Dio. che è giunto fino alla passione e morte di Nostro Signor Gesù Cristo. È ciò che noi esprimiamo colle prime parole dell'Atto di dolore del piccolo Catechismo: Mio Dio, mi pento con tutto il cuore dei miei peccati e li odio e detesto come offesa della vostra maestà infinita, cagione della morte del vostro divin Figliuolo Gesù.

Ma la sua essenza sta nella disposizione del cuore; sicché, quand'anche non potessimo pronunciare questa formula, basta un palpito sincero del nostro cuore che si penta dei peccati perchè sono offesa di Dio, bontà e misericordia e amore infinito, per dare al nostro dolore la perfezione richiesta. Giova fare quest'atto, il più fervorosamente possibile, ogni sera prima d'andare a riposo, in tutti i pericoli, ed ogniqualvolta ci capita di commettere un peccato mortale e non abbiamo subito la comodità di confessarci; perchè sebbene, in quest'ultimo caso, non sopravvenendo la morte, ci resti l'obbligo di confessarcene al più presto, ci disponiamo almeno col cuore alla misericordia divina. Sia quindi questo il frutto pratico del ricordo del dogma della Comunione dei Santi, della festa di Ognissanti e del Mese dei morti. Offriamo spesso il Santo sacrificio della messa per nostri morti,assicuriamoci che abbiano suffragi per l'eterna felicità nel cielo.

domenica 10 novembre 2024

"La blasfemia di Sorrentino"



Carissimi amici e lettori, offriamo alla vostra attenzione questo scritto del professore Martino Mora sul film di Paolo Sorrentino esso è un grave e dolorosissimo oltraggio che ha inferto ai credenti con il suo film Parthenope. E lo porrà nella storia per avere attaccato la “sua Napoli” una ulteriore etichetta negativa, del tutto gratuita e ingiusta su quanto di più caro hanno i partenopei: il rispetto e la devozione per san Gennaro, patrono della città.
A.diJ.


di Martino Mora

SORRENTINO 
Il grande capitale finanzia artistoidi corrotti e malvagi per coprire di sterco l’immaginario collettivo dei popoli, conducendoli a sicura rovina.
Apprendo che nel suo ultimo film, Parthenope, il noto cinenasta Paolo Sorrentino mette in scena un rapporto sessuale tra il l’arcivescovo di Napoli, rappresentato come fisicamente disgustoso, e la giovane e bella protagonista, che si concede solo per il gusto della trasgressione sacrilega, dopo che il prelato l’ha vestita con le reliquie di San Gennaro. Consumato il rapporto sessuale, avviene sullo schermo il miracolo della liquefazione del sangue del santo.
Leggo anche che la prima parte del film (che vorrebbe essere un omaggio alla città di Napoli, evidentemente del tipo grottesco della scultura a forma di fallo appena installata) è dedicata al desiderio incestuoso di Raimondo Di Sangro, il fratello della protagonista -il riferimento all'omonimo noto massone ed occultista settecentesco non è evidentemente casuale - che non potendo possedere fisicamente la sorella si toglie la vita.
In questa decadente e morbosa atmosfera, non manca la scena dell’aborto che la ricca e viziata, anzi viziosa Parthenope (è anche il nome della protagonista) si autoprocura dopo essersi concessa, sempre per gusto della trasgressione, a un noto boss della camorra. Leggendo le recensioni nel film non mancherebbero neppure i rapporti saffici e il sesso di gruppo.
E' evidentemente il tipo di emancipazione femminile che il sistema orgiastico-mercantile desidera imporre a tutti popoli, iraniani e mondo islamico compresi.
Se penso che un personaggio come Sorrentino era diventato popolare presso cattolici estetizzanti tradizionali per una sua serie televisiva pseudocattolica, mi viene da piangere.
Che dire del film? E’ l’ennesimo disgustoso prodotto del sistema orgiastico-mercantile. Come le mostre di Marina Abramovich o gli attuali romanzetti pluripremiati o, scendendo ancora di livello, gli orribili testi dei rapper e trapper.
Tutto ciò che é laidume, squallore, desolazione, vizio, bruttura è oggi finanziato dai mecenati del capitalismo dell’intrattenimento per corrompere l’immaginario collettivo dei popoli. E’ il mecenatismo della dissoluzione.
Non a caso i Sorrentino, i Guadagnino e tutti gli italici protagonisti del cinema più nichilista e decadente sono popolarissimi a Hollywood.
Non si potrà sconfiggere questa oligarchia nichilista, ormai vicina al satanismo vero e proprio (il gusto ostentato per il sacrilegio parla da solo), di cui i tanti Sorrentino sono solo gli estetizzanti lacchè. senza mettere in discussione il sistema orgiastico-mercantile e quindi il capitalismo assoluto totalitario, che svilisce lo spirito in nome del denaro e del consumo.
E ancora prima senza una autentica conversione spirituale che ripristini sopra questa fogna maleodorante il primato assoluto del Vero, del Bene e del Bello.
P:S. Il produttore del film è Lorenzo Mieli, figlio del noto giornalista miliardario Paolo Mieli. La cosa non mi stupisce affatto.
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