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mercoledì 16 ottobre 2024

Il business del giubileo 2025! A Roma Iddio nun è trino, è quattrino”




Carissimi amici e lettori,

siamo a un passo dal Giubileo del 2025 indetto da Bergoglio, gli occhi del mondo sono rivolti verso Roma. In apparenza, tutto risulta chiaro e lineare: il papa indice un giubileo e l’Italia lo aiuta mettendoci dei soldi, perché la città di Roma ne trae vantaggio.Un giro d'affari da quattro miliardi. Il Giubileo che partirà il 24 dicembre avrà un impatto economico di tutto rispetto: e non potrebbe essere altrimenti, con 30 milioni di pellegrini previsti nel corso di tutto l'Anno Santo.
«Ci aspettiamo 100mila visitatori al giorno», ha dichiarato il sindaco Roberto Gualtieri ad agosto, dal palco del Meeting di Rimini, ossia 35 milioni di persone. L'associazione di categoria degli operatori del settore Assoturismo Lazio (a sua volta parte di Confesercenti) ha spiegato che la spesa media di un turista a Roma si aggira tra i 200 e i 260 euro al giorno. Ma è il turismo religioso che genera più fatturato . Questo perché chi viene a Roma per motivi religiosi di solito si appoggia a strutture ecclesiastiche che hanno trasformato i conventi in Alberghi da quattro a cinque stelle, che accolgono grandi gruppi, spesso formate da pellegrini con portafogli piuttosto danarosi.
In vista del Giubileo, la “fabbrica del falso” a Roma è in piena attività. Non solo cantieri per rendere la Capitale pronta all’arrivo di milioni di fedeli da tutto il mondo, anche il malaffare si prepara al grande business. Pendagli, rosari, bracciali e medagliette recanti abusivamente loghi registrati dalla Santa Sede raffiguranti la “Tiara papale” e il simbolo del “Giubileo 2025-Pellegrini di speranza”, infatti, sono stati individuati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, nel corso di un apposito piano di controlli messo in campo nella Capitale presso rivendite di souvenir e di oggettistica sacra ubicate nel centro storico.
Gli accertamenti delle Fiamme gialle del 2° e del 3° Nucleo Operativo Metropolitano di Roma hanno permesso di risalire all’importatore della merce, resosi responsabile anche della violazione della normativa europea in materia di sicurezza dei prodotti, considerata la potenziale nocività dei metalli utilizzati per la realizzazione degli oggetti.
Quattro persone di etnia sinica, cui sono riconducibili le rivendite dove sono stati rinvenuti gli articoli, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per i reati di introduzione e vendita nel territorio nazionale di prodotti contraffatti e di immissione in commercio di prodotti contenenti sostanze vietate dalla normativa comunitaria.
Ma nel cuore del Gianicolo lo stato Vaticano apre 11 mila metri quadri di negozi. Scatta lo shopping e il Giubileo non è ancora cominciato.

Con i soldi pubblici del Grande Giubileo del 2000 fu realizzato il parcheggio dei pullman nella pancia del Gianicolo: dopo 23 anni si cambia, all'ultimo piano del parcheggio nasce un centro commerciale da 11 mila metri quadri. Il Vaticano si prepara a gestire in solitudine il business dei pellegrini e il Giubileo non è ancora iniziato.

La storia è tipicamente romana. Col Grande Giubileo del 2000, lo Stato Italiano finanzia e di fatto regala allo Stato Vaticano i lavori necessari a realizzare il parcheggio pullman del Gianicolo, un'opera che avrebbe dovuto togliere buona parte dei bus turistici dal Centro e dare alla città un po' di respiro. Per realizzare l'opera in zona extraterritoriale, furono sacrificate nella parte della rampa di accesso da lungotevere i resti della rampa del Gianicolo e si rese necessario un decreto dell'allora ministro Giovanna Melandri per sbloccare e “frenare” ulteriori indagini archeologiche.
Un centro commerciale privato gestito dal Vaticano

Ora, a meno di 2 mesi dal Giubileo del 2025, il Vaticano si fa il suo grande centro commerciale privato, con accessi sempre privati dalla grande scala mobile di via della Conciliazione, via di Porta Cavalleggeri e via Urbano VIII, attraverso un meccanismo societario che affida a una di scatole la gestione del 11 mila metri quadri. Dunque, per gentile concessione dell'Italia, il Vaticano affida alla Terminal Vaticano il parcheggio che, a sua volta, lo affitta al Dicastero per l'evangelizzazione che, a sua volta, lo affida alla società romana Galak che già controlla una serie di esercizi commerciali in Vaticano per la vendita di sacri gadget. E per il commercio di vicinato dei quartieri Prati, Della Vittoria, Borgo e Aurelio un colpo mortale.
Dai pullman ai negozi, l'autarchia commerciale

Secondo la logica del “sacro commercio”, i pellegrini arriveranno in pullman, scenderanno dal bus ed entreranno direttamente tra i 50 negozi e nell'area food. A detta della società Vatican Mall, “sarà uno dei più importanti punti di riferimento per lo shopping del centro di Roma, una Boutique Experience, dove l'utente si sentirà al centro del mondo”.
Per ora stimati 4 milioni di visitatori l'anno, poi il Giubileo

Le stime parlano di 4 milioni di utenti l'anno che diventeranno 35 in pieno Giubileo con almeno 300 assunzioni molte della quali già operative, visto che l'inaugurazione ufficiale è avvenuta per il 16 marzo 2023,con tanto di taglio del nastro con politici e alte sfere del Vaticano.

Ma è extraterritoriale o valgono le regole di Roma?

Ma i dubbi sull'opera sorgono spontanei. Se l'area del centro commerciale è di proprietà del Vaticano, allora il Comune di Roma si è visto crescere un'opera nella totale indifferenza; diversamente se anche una porzione fosse in territorio italiano, allora c'è' da chiedersi se è stato chiesto un cambio di destinazione d'uso da parcheggio a centro commerciale e se esiste una licenza comunale. Dubbi che solo il Comune potrà e dovrà chiarire. L'unica cosa certa è che “A Roma, Dio non è trino, ma è quattrino”

martedì 15 ottobre 2024

Bergoglio e Tucho sognano un’altra Chiesa che non ha nulla a che fare con la fede cattolica.



A.diJ.

Carissimi amici e lettori,

il documento Traditionis custodes cancella il lavoro di Benedetto XVI , stabilendo dei limiti e ostacoli arbitrari a ciò che era stato stabilito precedentemente da papa Ratzinger e nel rispetto della libertà dei sacerdoti e dei fedeli. Questo documento segna un «deplorevole passo indietro». Inoltre non è fiducioso (anzi non lo è per niente) che tutti i vescovi possano garantire una generosa autorizzazione dell'uso dei libri liturgici in vigore nel 1962, poiché molti vescovi non sono «Traditionis custodes, ma traditionis ignari (ignoranti della Tradizione), obliviosi (dimentichi della Tradizione), o peggio traditionis evertores (demolitori della Tradizione)». Alla pari di chi li ha eletti.
Oggi si parla tanto di chiesa sinodale dove tutti cani e porci, possono dire la propria opinione , ma se l’interessato o che sia vescovo o religioso è per qualche ragione risulta antipatico al Monarca, o non sembra essere della sua linea, la mannaia cade come il lampo. Una nuova concezione di Chiesa sta emergendo attraverso diverse dichiarazioni ufficiali riguardanti il percorso sinodale. Questo processo sinodale assomiglia più a un esperimento sociologico e ha poco a che fare con il fatto che lo Spirito Santo si faccia sentire attraverso tutto ciò. Questa potrebbe quasi essere chiamato blasfemia. Sta diventando sempre più chiaro che il processo sinodale sarà usato per cambiare una serie di posizioni dottrinali della Chiesa, con lo Spirito Santo gettato nella mischia nel ruolo di sostenitore dei cambiamenti, quando in realtà lo Spirito Santo ha sempre ispirato il contrario nel corso dei secoli. Il cardinale Fernández, l’autore della Fiducia supplicans, evidentemente ci considera tutti stupidi. Insiste che “benedire le coppie gay non significa giustificarle”. Insiste che la benedizione non sarà “liturgica o ritualizzata”e non implicherà la loro giustificazione. Ma Dio si compiace di ciò che benedice! E nei casi che stiamo considerando viene benedetta una coppia gay.Si chiede a Dio di compiacersi di qualcosa di contrario alla sua volontà!I cattolici omosessuali devono considerare la loro condizione come una croce e sono chiamati a praticare la castità e ad avvalersi della preghiera e della grazia sacramentale per avvicinarsi gradualmente alla perfezione cristiana. Ma ora frequenti approcci ufficiali sembrano trascurare questo insegnamento, ovviamente autorevole.La sinodalità abusa, come detto, della parola magica inclusione. C’è qualcosa di ossessivo nel ricorso ad essa; non è solo una questione di parole, è uno scopo che viene dichiarato in molti interventi.L’aggettivo sinodale “è diventato uno slogan con cui si sta architettando una rivoluzione per cambiare radicalmente la morale e il deposito fidei della Chiesa secondo un’ideologia contemporanea che nega molto di ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato”.Non si tratta di una questione puramente teorica, perché questa ideologia è già stata messa in pratica da alcuni anni nella Chiesa in Germania e del nord europa, diffondendo errori, confusione, divisione – anzi, scisma – con grande danno per molte anime. Con il Sinodo sulla sinodalità che si sta svolgendo dentro le mura Vaticane, non fa altro che confermare i nostri timori, che “stanno sognando un’altra Chiesa che non ha nulla a che fare con la fede cattolica. Vogliono abusare di questo processo per cambiare la Chiesa cattolica, ma non solo in un’altra direzione, bensì verso la sua distruzione”.

lunedì 14 ottobre 2024

Katéchon di Martino Mora




Carissimi amici e lettori,
il carissimo amico , il professore Martino Mora offre alla vostra attenzione questa riflessione . A 
voi tutti buona lettura!

La Meloni che stringe accordi ambigui col superfondo finanziario Black Rock del signor Larry Fink, è in fondo la stessa storia di Draghi il gran banchiere, impostoci con un golpe da Goldman Sachs per farne gli interessi (e sierarci tutti).

Oppure sul versante politico, sono la stessa storia il sostegno ostinato a Zelensky e ora l’accondiscendenza cieca verso i crimini efferati di Netanyauh.
Chi ha i soldi ormai comanda il mondo. E i soldi li hanno loro. Proprio loro.
Ma non è sempre stato così. Un tempo chi comandava aveva spesso anche i soldi, ma come conseguenza. Imperatori, Papi e signori non comandavano perché ricchi, ma semmai erano ricchi, e non certo agli attuali livelli, perché comandavano avendo l'Auctoritas.
La lotta del soggettivismo rivoluzionario moderno contro tutte le forme di Auctoritas, e l’ascesa plurisecolare dei valori materiali contro i principi spirituali (fino al più volgare materialismo pratico odierno) hanno consegnato di fatto il mondo occidentale ormai indifeso nelle mani del vitello d’oro capitalista. E del suo immenso potere.
Per questo comandano loro. I plutocrati. I lupi che gestiscono i "mercati finanziari”.
Essi sostengono tutte le follie anticristiane e antiumane, dal gender all’immigrazionismo senza limiti, dal dirittismo suicida e abortista all’intolleranza sempre più aperta verso ogni forma di pensiero alternativo.
Non vogliono più saperne di limiti morali né frontiere statuali, né di identità collettive, né di etnie, né di razze, né di culture radicate. Nemmeno dei due sessi (ora “generi fluidi). Per loro va bene che si consideri femmina anche chi non ha la vagina, e definiscono transessuale anche un bambino di cinque anni.
La sinistra liberal, woke, lavora sempre per loro, è il loro braccio politico e la loro massima portavoce; ma in fondo anche la destra liberale, finto-sovranista, non scherza affatto. E' un'alternanza per imbecilli.
Loro, i padroni del denaro, vogliono un unico mondo senza più limiti, differenze, religioni, culture e identità, una piatta e liscia superficie marittima dove la tecnica e il capitale siano l’unica legge, perché regni quell’a-nomia (assenza di vera legge) che ricorda tanto La Bestia apocalittica.
L’american-sionismo, comunemente definito “Occidente”, è la negazione di tutta la nostra storia e tutta la nostra cultura, che è ellenica e cristiana. Di tutta la nostra Tradizione.
E’ l’Oro contro lo Spirito, é il Mare informe e smisurato contro la Terra, è la Zivilisation contro la Kultur, è il nichilismo contro tutto ciò che ha reale valore; è l’odio protervo di ciò che è basso e laido contro tutto ciò che è alto e nobile.
Loro la chiamano “società aperta”, la più chiusa e ostile della storia alla Trascendenza, cioè a ciò che ha vero valore.
La stessa Chiesa cattolica, dal Concilio in poi, si è di fatto sottomessa, servendolo, a questo potere. E continuerà a servirlo finché Dio lo permetterà.
Occorre sperare geopoliticamente, per ora, in tutto ciò che é freno, che eserciti cioè un minimo di forza katechontica contro l'american-sionismo: la Russia, il mondo sciita, i dittatori laici del mondo islamico, il Venezuela di Maduro, persino la Cina, che è sì prigione a cielo aperto, ma che è almeno esente dalla folle mentalità messianica american-sionista che vuole sottomettere il mondo intero al suo mostruoso nichilismo.

domenica 13 ottobre 2024

Testamento spirituale di Sammy Basso

Carissimi amici e lettori,
Davanti ad ogni morte, specialmente poi se avvenuta come quella di Sammy Basso, l'atteggiamento più vero è il silenzio. Il silenzio che parla attraverso le lacrime. Un silenzio che parla, ma nello stesso tempo un silenzio carico di parole da ascoltare.Sono le parole della fede, le parole di un Dio che, contro l'apparenza di questo momento, vuole farci vivere in pienezza.Eccola la parola di fede: è Lui il nostro futuro. Si è davvero forti nella fede quando con tutte le nostre forze possibili accettiamo Dio nella nostra vita e nella nostra morte. Un Dio che ci ha donato la vita alla nostra nascita e non ce la toglie per l'eternità.Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata una abitazione eterna nel cielo.Ecco la lettera che Sammy Basso scritta il 22 settembre 2017 prima di consegnarla ai suoi genitori in una busta chiusa. Letta 11 ottobre, giorno del suo funerale, durante l’omelia.



La Repubblica, 11-10-24


Carissimi,
Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa lettera perché se c’è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. Non che ci fosse qualcosa di male, nei funerali, dare l’ultimo saluto ai propri cari è una tra le cose più umane e più poetiche in assoluto. Tuttavia, ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, ci sono sempre state due cose che non sopportavo: il non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non poter consolare chi mi è caro. Oltre al fatto di non poter parteciparvi, ma questo è un altro discorso…
E perciò, ecco che ho deciso di scrivere le mie ultime parole, e ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che quello che ho vissuto, e visto che si tratta dell’ultima volta che ho la possibilità di dire la mia, dirò solo l’essenziale senza cose superflue o altro….
Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l’ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente. Fin da bambino, come ben sapete, la Progeria ha segnato profondamente la mia vita, sebbene non fosse che una parte piccolissima di quello che sono, non posso negare che ha influenzato molto la mia vita quotidiana e, non ultime, le mie scelte. Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio, né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio.
[...]


Mi rendo conto ora, mentre scrivo questa lettera, immaginando come sarà il mio ultimo momento nella Terra, che è il più stupido desiderio che si possa avere. La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L’amore che si crea nella vita invece è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l’amore ci viene da Dio. Se c’è una cosa di cui non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco. Chi mi conosce sa bene che non sono un tipo a cui piaccia dare consigli, ma questa è la mia ultima occasione… perciò ve ne prego amici miei, amate chi vi sta intorno, non dimenticatevi che i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma la fine. Il mondo è buono se sappiamo dove guardare!


In molte cose, come vi ho già detto, sbagliavo! Per buona parte della mia vita ho pensato che non ci fossero eventi totalmente positivi o totalmente negativi, che dipendesse da noi vederne i lati belli o i lati oscuri. Certo, è una buona filosofia di vita, ma non è tutto! Un evento può essere negativo ed esserlo totalmente! Quello che spetta a noi non è nel trovarci qualcosa di positivo, quanto piuttosto di agire sulla retta via, sopportando, e, per amore degli altri, trasformare un evento negativo in uno positivo. Non si tratta di trovare i lati positivi quanto piuttosto di crearli, ed è questo a mio parere, la facoltà più importante che ci è stata data da Dio, la facoltà che più di tutti ci rende umani.


Voglio farvi sapere che voglio bene a tutti voi, e che è stato un piacere compiere la strada della mia vita al vostro fianco. Non vi dirò di non essere tristi, ma non siatelo troppo. Come ad ogni morte, ci sarà qualcuno tra i miei cari che piangerà per me, qualcuno che rimarrà incredulo, qualcuno che invece, magari senza sapere perché, avrà voglia di andare fuori con gli amici, stare insieme, ridere e scherzare, come se nulla fosse successo. Voglio esservi accanto in questo, e farvi sapere che è normale. Per chi piangerà, sappiate che è normale essere tristi. Per chi vorrà fare festa, sappiate che è normale far festa. Piangete e festeggiate, fatelo anche in onore mio.


Se vorrete ricordarmi invece, non sprecate troppo tempo in rituali vari, pregate, certo, ma prendete anche dei bicchieri, brindate alla mia e alla vostra salute, e siate allegri. Ho sempre amato stare in compagnia, e perciò è così che vorrei essere ricordato.


Probabilmente però ci vorrà del tempo, e se voglio veramente consolare e partire da questo mondo in modo da non farvi stare male, non posso semplicemente dirvi che il tempo curerà ogni ferita. Anche perché non è vero. Perciò vi voglio parlare schiettamente del passo che io ho già compiuto e che tutti devono prima o poi compiere: la morte.


Anche a solo dirne il nome, a volte, la pelle rabbrividisce. Eppure è una cosa naturale, la cosa più naturale al mondo. Se vogliamo usare un paradosso la morte è la cosa più naturale della vita. Eppure ci fa paura! È normale, non c’è niente di male, anche Gesù ha avuto paura.


È la paura dell’ignoto, perché non possiamo dire di averne avuto esperienza in passato. Pensiamo però alla morte in modo positivo: se lei non ci fosse probabilmente non concluderemo niente nella nostra vita, perché tanto, c’è sempre un domani. La morte invece ci fa sapere che non c’è sempre un domani, che se vogliamo fare qualcosa, il momento giusto è “ora”!


Per un Cristiano però la morte è anche altro! Da quando Gesù è morto sulla croce, come sacrificio per tutti i nostri peccati, la morte è l’unico modo per vivere realmente, è l’unico modo per tornare finalmente alla casa del Padre, è l’unico modo per vedere finalmente il Suo Volto.


E da Cristiano ho affrontato la morte. Non volevo morire, non ero pronto per morire, ma ero preparato.


L’unica cosa che mi dà malinconia è non poter esserci per vedere il mondo che cambia e che va avanti. Per il resto però, spero di essere stato in grado, nell’ultimo mio momento, di veder la morte come la vedeva San Francesco, le cui parole mi hanno accompagnato tutta la vita. Spero di essere riuscito anch’io ad accogliere la morte come “Sorella Morte”, dalla quale nessun vivente può scappare.


Se in vita sono stato degno, se avrò portato la mia croce così come mi era stato chiesto di fare, ora sono dal Creatore. Ora sono dal Dio mio, dal Dio dei miei padri, nella sua Casa indistruttibile.


Lui, il nostro Dio, l’unico vero Dio, è la causa prima e il fine di ogni cosa. Davanti alla morte nulla ha più senso se non lui. Perciò, sebbene non c’è bisogno di dirlo, poiché Lui sa tutto, come ho ringraziato voi voglio ringraziare anche Lui. Devo tutta la mia vita a Dio, ogni cosa bella. La Fede mi ha accompagnato e non sarei quello che sono senza la mia Fede. Lui ha cambiato la mia vita, l’ha raccolta, ne ha fatto qualcosa di straordinario, e lo ha fatto nella semplicità della mia vita quotidiana.


Non stancatevi mai, fratelli miei, di servire Dio e di comportarvi secondo i suoi comandamenti, poiché nulla ha senso senza di Lui e perché ogni nostra azione verrà giudicata e decreterà chi continuerà a vivere in eterno e chi invece dovrà morire. Non sono certo stato il più buono dei cristiani, sono stato anzi certamente un peccatore, ma ormai poco conta: quello che conta è che ho provato a fare del mio meglio e lo rifarei.


Non stancatevi mai, fratelli miei, di portare la croce che Dio ha assegnato ad ognuno, e non abbiate paura di farvi aiutare nel portarla, come Gesù è stato aiutato da Giuseppe di Arimatea. E non rinunciate mai ad un rapporto pieno e confidenziale con Dio, accettate di buon grado la Sua Volontà, poiché è nostro dovere, ma non siate nemmeno passivi, e fate sentire forte la vostra voce, fate conoscere a Dio la vostra volontà, così come fece Giacobbe, che per il suo essersi dimostrato forte fu chiamato Israele: Colui che lotta con Dio.


Di sicuro, Dio, che è madre e padre, che nella persona di Gesù ha provato ogni umana debolezza, e che nello Spirito Santo vive sempre in noi, che siamo il suo Tempio, apprezzerà i vostri sforzi e li terrà nel Suo Cuore.


Ora vi lascio, come vi ho detto non amo i funerali quando diventano troppo lunghi, e io breve non sono stato. Sappiate che non potrei mai immaginare la mia vita senza di voi, e se mi fosse data la possibilità di scegliere, avrei scelto ancora di crescere al vostro fianco. Sono contento che domani il Sole spunterà ancora….


Famiglia mia, fratelli miei e amore mio, Vi sono vicino e se mi è concesso, veglierò su di voi,


Vi voglio bene.


Sammy






sabato 12 ottobre 2024

L'attivista pro-life subisce orribili maltrattamenti dopo che Biden/Harris l'hanno messa in prigione per aver protestato contro l'aborto


L'attivista pro-life Heather Idoni

L'attivista pro-life Heather Idoni , è stata incarcerata dal Dipartimento di Giustizia sotto l'amministrazione (del cattolico solo di facciata) Biden per aver tentato di salvare un feto in una clinica per l'aborto tardivo a Washington DC, continua a subire gravi maltrattamenti da parte degli U.S. Marshals.

Idoni e suo marito, entrambi molto impegnati nell'impegno pro-life, hanno cinque figli biologici e hanno adottato 10 ragazzi dall'Ucraina.

Heather è dietro le sbarre dall'agosto 2023 ed è stata condannata e sentenziata in due processi, uno a Washington, DC e un altro a Nashville, Tennessee, con l'accusa di aver violato il FACE Act pro-aborto e di "cospirazione contro i diritti". (Assassinare dei bambini non sono diritti è strage carissimi )Il Dipartimento di Giustizia e l'FBI sono stati pesantemente coinvolti in entrambi i processi, che hanno preso di mira pacifici pro-life per aver difeso i nascituri. Idoni deve affrontare ulteriori accuse in un terzo processo a Detroit, Michigan, per le stesse accuse.

Calvin Zastrow, collega attivista pro-life e coimputato nel caso di Nashville, ha informato CatholicVote che, a causa dei vari processi a cui è stata sottoposta, Idoni viene spesso trasferita tra le prigioni federali. Per ben tre volte, durante il trasporto, lo US Marshal responsabile di Idoni le ha stretto la catena attorno alla vita così forte che le è stato difficile respirare.

L'ultima volta che è successo, il maresciallo ha effettivamente emesso una minaccia di morte, avvertendo che se Idoni si fosse lamentato, l'ufficiale avrebbe stretto la catena il più possibile la volta successiva, secondo Zastrow. CatholicVote ha informato il Congresso dei maltrattamenti e della minaccia di morte, e il deputato Chris Smith, co-presidente della Tom Lantos Human Rights Commission e co-presidente del Pro-life Caucus per la Camera, è intervenuto direttamente con gli US Marshals. "Il deputato Smith ha assistito la signora Idoni, e altri sostenitori pro-life che sono stati trattati ingiustamente, con vari problemi negli ultimi mesi", ha detto a CatholicVote Michael Finan, portavoce di Smith.
Idoni è diabetica e ha avuto un ictus la scorsa primavera, solo pochi mesi dopo essere stata tenuta in isolamento con le luci della sua cella tenute accese ininterrottamente per 22 giorni. Il trattamento è qualificato secondo gli standard ONU nelle Nelson Mandela Rules come isolamento prolungato e tortura .

Mentre era detenuta in una prigione federale a Washington, DC, a Idoni sono stati negati alcuni dei suoi farmaci per il diabete e farmaci essenziali per il cuore prescritti dal suo medico dopo l'ictus di marzo, fino a quando il Congresso non è intervenuto direttamente nella questione. All'epoca, in seguito a una telefonata durante la quale Idoni ha iniziato ad avere palpitazioni cardiache, questo giornalista ha contattato la polizia di DC, che ha trasportato Idoni in un invio di emergenza in un ospedale per il monitoraggio. L'incidente ha portato alla corretta somministrazione dei suoi farmaci in seguito.

Mentre è attualmente in attesa del processo a Detroit, Idoni è stata nuovamente messa in isolamento, trattenuta nella sua cella per 23 ore al giorno, secondo Zastrow. Il Congresso è a conoscenza dei maltrattamenti subiti mentre era dietro le sbarre e sta lavorando con gli US Marshals per porre rimedio alla situazione.

Come ha riportato CatholicVote , la scorsa settimana il deputato Chip Roy ha invitato i colleghi del Congresso ad abrogare il FACE Act , che il presidente democratico pro-aborto Bill Clinton ha firmato nel 1994 su richiesta dei lobbisti dell'aborto dopo che le strutture della Planned Parenthood hanno iniziato a chiudere in tutto il paese a causa delle proteste pacifiche dell'Operation Rescue. Come ha osservato Roy, il FACE Act è diventato "uno degli strumenti preferiti dell'amministrazione Biden-Harris per attaccare il movimento pro-life".

"L'amministrazione l'ha usata in modo sproporzionato in casi di americani pacifici e quotidiani che protestavano contro l'aborto, mentre in gran parte chiudeva un occhio su centinaia di attacchi violenti e registrati a centri di risorse per la gravidanza e chiese sulla scia della sentenza trapelata Dobbs contro Jackson Women's Health Organization", ha detto Roy.

Roy ha spiegato che il suo ufficio è stato in grado di confermare che "a maggio 2024, il Dipartimento di Giustizia Biden-Harris aveva accusato 24 casi FACE Act contro 55 imputati". Due dei casi sono stati presentati per conto di centri di risorse per la gravidanza.

"Ciò significa che quasi il 92% di tutti i casi del FACE Act Biden-Harris sono stati intentati contro dimostranti pro-life, nonostante oltre 285 chiese e 94 centri di risorse per la gravidanza e gruppi pro-life siano stati attaccati e vandalizzati da maggio 2022", ha denunciato Roy.

Il Dipartimento di Giustizia di Biden ha unito le accuse di violazione del FACE con l'accusa di "cospirazione contro i diritti" per minacciare gli attivisti pro-life con 11 anni di prigione. L'ex presidente Donald Trump ha condannato l'armamento delle agenzie federali contro gli americani pro-life, chiedendo il rilascio dei pro-life che il Dipartimento di Giustizia di Biden ha gettato dietro le sbarre.


fonte LifeNews
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venerdì 11 ottobre 2024

11 ottobre“Divina maternità di Maria”

Icona della SS. Theotokos,
come si evince dal nomen sacrum
ΜΡ ΘΥ, stante per Μήτηρ Θεοῦ,
ossia "la Madre di Dio".


Carissimi amici e lettori,

nel rito romano  la festa della“divina maternità di Maria”; si celebra l'11 ottobre. L'origine della data, di per sé apparentemente strana in quanto lontana dal Natale, ha motivazioni storiche: l’11 ottobre 431, durante il Concilio di Efeso, venne definita la verità di fede della “divina maternità di Maria”; così nel 1931, ricorrendo il XV Centenario del Concilio, papa Pio XI ne istituì la festa liturgica, quindici secoli esatti dopo la chiusura del Concilio di Efeso, terzo dei Concilii Ecumenici. La dichiarazione della verità di fede che stabilisce Maria come Madre di Dio, afferma la duplice natura umana e divina di Cristo, di conseguenza sancisce anche che Maria è Madre di Cristo e quindi di Dio.
A.diJ.

Grazie al minuzioso lavoro fatto dal circolo veneziano di studi liturgici orientali e occidentali, torniamo indietro e vediamo come tutto avvenne: 
il Concilio di Efeso e la Divina Maternità di Maria

Il Concilio d'Efeso fu convocato per il 7 giugno 431 dall'Imperatore Teodosio II, con l'accordo di Papa Celestino I, su richiesta del Patriarca di Alessandria S. Cirillo, il quale aveva avuto molto a che scontrarsi con le tesi eretiche propugnate da Nestorio. Infatti, nel pieno dei dibattiti cristologici sulle due nature di Nostro Signore, si trovò ad avere particolare successo la tesi del nestorianesimo, la quale, pur sostenendo la coesistenza di due nature in Gesù Cristo, a differenza dunque del monofisismo, negava l'unione ipostatica tra di esse, ritenendole completamente separate: l'uomo-Cristo era solo Θεόφορος, portatore di Dio, perché portava in sé l'essenza del Λόγος divino, non condividendosi però con lui totalmente. La più grande conseguenza di questa tesi era avvertibile in campo mariologico, e dunque anche nel culto mariano: essendo la natura umana di Cristo disgiunta da quella divina, solo la prima era stata generata dalla Vergine Maria, la quale era dunque Χριστοτόκος, genitrice di Cristo, e nulla più. L'eresia nestoriana rischiava tuttavia di catalizzare gran parte del mondo cristiano, dopo che, nel 428, l'eresiarca era stato nominato Patriarca di Costantinopoli, e ciò spinse il campione d'ortodossia S. Cirillo a perorare la causa del Concilio anzi all'Imperatore.
Ciò che permise la risoluzione in tempi rapidi del Concilio di Efeso fu un imprevisto, che fece ritardare diversi dei partecipanti: gli stessi legati del Papa di Roma arrivarono dopo la data prevista, e il Patriarca Cirillo fremeva per l'apertura delle sessioni. Il concilio fu definitivamente aperto il 21 giugno, due settimane esatte dopo, quando a mancare ormai erano solo Giovanni Antiocheno e gli altri vescovi siriani, ossia la quasi totalità dei nestoriani che avevano diritto a prender parte al Concilio. Vista la situazione favorevole, S. Cirillo, in qualità di presidente, decise di aprire le sessioni. La prima si tenne il giorno successivo: il Patriarca Alessandrino e il Papa Romano presentarono una loro professione di fede, e chiesero ai Padri di confrontarla con quella nestoriana: essi conclusero che la prima era decisamente più aderente al Credo niceno rispetto alla seconda, che fu rigettata. Nei giorni immediatamente successivi, i Padri accolsero come verità di fede la tesi sostenuta da S. Cirillo in una sua lettera privata a Nestorio, nella quale per la prima volta compariva il termine di Θεοτόκος, genitrice di Dio, dacché la Beata Vergine aveva partorito "Dio come uomo". Successivamente, 197 Padri firmarono il decreto di condanna delle tesi di Nestorio come gravemente eretiche.
Il 26 giugno, quando giunsero Nestorio e Giovanni, trovarono la situazione precipitata, e si affrettarono dunque a convocare un conciliabolo che condannasse come eretici Cirillo e Memnone di Efeso, suo grande sostenitore. Le tensioni tra i nestoriani e i cattolici, che si ripercuotevano non solo nella conduzione di due sinodi separati (intanto, il 31 luglio anche le ultime due dichiarazioni di fede erano state firmate dai Padri Efesini), ma anche sulla popolazione locale, pure essa divisa tra ortodossi ed eretici, andarono avanti senza eventi sostanzialmente determinanti, sinché l'11 ottobre l'Imperatore Teodosio stesso sancì la fine dei lavori del Concilio, venendo conseguentemente approvati e pubblicati gli otto canoni e i dodici anatematismi elaborati durante i cinque mesi di lavoro.

Dopo il Concilio di Efeso, il nestorianesimo fu proclamato fuorilegge da Teodosio II all'interno dell'Impero: gli eretici fuggirono in maggior parte nel vicino Impero Sasanide, dove fu ufficialmente adottato il culto nestoriano (sinodo di Seleucia, 486), che perdurò nei secoli, conoscendo una massiccia evangelizzazione sino alla Cina, e sopravvisse anche all'ondate islamiche, resistendo tuttora in alcune Chiese Orientali, come quella Caldea, separate, indipendenti ed eterodosse, ancorché una parte di esse nel XV secolo ammendò i propri errori e si riconciliò alla Chiesa Cattolica.

Il titolo di Θεοτόκος è probabilmente uno dei più cari alla spiritualità bizantina e orientale, essendo quello con cui più spesso è invocata la Beata Vergine; non bisogna tuttavia dimenticare che nella preghiera mariana occidentale per eccellenza, l'Ave Maria, si contiene comunque l'equivalente espressione Mater Dei. La festa della Divina Maternità, che come accennavamo all'inizio si celebra l'11 ottobre nel Rito Romano, è festeggiata anche dalle altre Chiese Orientali e Occidentali, ancorché in date diverse: nel rito bizantino e in quello ambrosiano, exempli gratia, si celebra attorno al Natale di Nostro Signore, subito dopo nell'uso greco e subito prima in quello milanese.

ATTI DEL SACROSANTO CONCILIO DI EFESO (excerpta)


Sentenza di condanna di Nestorio:


Il santo sinodo disse: oltre al resto, poiché l'illustrissimo Nestorio non ha voluto né ascoltare il nostro invito né accogliere i santissimi e piissimi vescovi da noi mandati abbiamo dovuto necessariamente procedere all'esame delle sue empie espressioni. Avendo costatato dall'esame delle sue lettere, dagli scritti che sono stati letti, dalle sue recenti affermazioni fatte in questa metropoli e confermate da testimoni, che egli pensa e predica empiamente, spinti dai canoni dalla lettera del nostro santissimo padre e collega nel ministero Celestino, vescovo della chiesa di Roma, siamo dovuti giungere, spesso con le lacrime agli occhi, a questa dolorosa condanna contro di lui. Gesù Cristo stesso, nostro signore, da lui bestemmiato ha definito per bocca di questo santissimo concilio che lo stesso Nestorio è escluso dalla dignità vescovile e da qualsiasi collegio sacerdotale.


6 Canoni:


I. Scomunica per apostasia ai metropoliti che parteggiano per le tesi del pelagiano Celestio
II. Scomunica per apostasia ai vescovi che ritrattassero la condanna sottoscritta a Nestorio
III. Svincolamento dei chierici ortodossi dall'obbedienza ai vescovi nestoriani
IV. Deposizione e scomunica per apostasia dei chierici nestoriani
V. Conferma della deposizione per i chierici deposti dai vescovi ortodossi e reintegrati da Nestorio
VI. Scomunica per chiunque disattendesse a quanto stabilito dal Santo Concilio Efesino


2 Dichiarazioni conclusive:


I. Conferma della fede stabilita dal Concilio Niceno e anatema su chiunque si allontani da essa, con condanna della setta dei Messaliani.
II. Conferma dei diritti delle suddivisioni ecclesiastiche (Patriarcati e Provincie).


12 Anatematismi:


I. Se qualcuno non confessa che l'Emmanuele è Dio nel vero senso della parola, e che perciò la santa Vergine è madre di Dio perché ha generato secondo la carne, il Verbo fatto carne, sia anatema.
II. Se qualcuno non confessa che il Verbo del Padre assunto in unità di sostanza l'umana carne, che egli è un solo Cristo con la propria carne, cioè lo stesso che è Dio e uomo insieme, sia anatema.
III. Se qualcuno divide nell'unico Cristo, dopo l'unione le due sostanze congiungendole con un semplice rapporto di dignità, cioè d'autorità, o di potenza, e non, piuttosto con un'unione naturale, sia anatema.
IV. Se qualcuno attribuisce a due persone o a due sostanze le espressioni dei Vangeli e degli scritti degli apostoli, o dette dai santi sul Cristo, o da lui di se stesso, ed alcune le attribuisce a lui come uomo, considerato distinto dal Verbo di Dio, altre, invece, come convenienti a Dio, al solo Verbo di Dio Padre, sia anatema.
V. Se qualcuno osa dire che il Cristo è un uomo portatore di Dio, e non piuttosto Dio secondo verità, come Figlio unico per natura, inquantoché il verbo si fece carne e partecipò a nostra somiglianza della carne e del sangue, sia anatema.
VI. Se qualcuno dirà che il Verbo, nato da Dio Padre è Dio e Signore del Cristo, e non confessa, piuttosto, che esso è Dio e uomo insieme, inquantoché il Verbo si è fatto carne (43) secondo le Scritture, sia anatema.
VII. Se qualcuno afferma che Gesù, come uomo, è stato mosso nel Suo agire dal Verbo di Dio, e che gli è stata attribuita la dignità di unigenito, come ad uno diverso da lui, sia anatema.
VIII. Se qualcuno osa dire che l'uomo assunto dev'essere con-adorato col Verbo di Dio, con-glorificato e con-chiamato Dio come si fa di uno con un altro (infatti la particella con che accompagna sempre queste espressioni, fa pensare ciò), e non onora, piuttosto, con un'unica adorazione l'Emmanuele, e non gli attribuisce una unica lode, in quanto il Verbo si è fatto carne, sia anatema.
IX. Se qualcuno dice che l'unico Signore Gesù Cristo è stato glorificato dallo Spirito, nel senso che egli si sarebbe servito della sua potenza come di una forza estranea, e che avrebbe ricevuto da lui di potere agire contro gli spiriti immondi, e di potere compiere le sue divine meraviglie in mezzo agli uomini, sia anatema.
X. La divina Scrittura dice che il Cristo è divenuto pontefice e apostolo della nostra confessione, e che si è offerto per noi in odore di soavità a Dio Padre. Perciò se qualcuno dice che è divenuto pontefice e apostolo nostro non lo stesso Verbo di Dio, quando si fece carne e uomo come noi, ma, quasi altro da lui, l'uomo nato dalla donna preso a sé; o anche se qualcuno dice che ha offerto il sacrificio anche per sé, e non, invece, solamente per noi (e, infatti, non poteva aver bisogno di sacrificio chi noin conobbe peccato), sia anatema.
XI. Se qualcuno non confessa che la carne del Signore è vivificante e (che essa è la carne) propria dello stesso Verbo del Padre, (e sostiene, invece, che sia) di un altro, diverso da lui, e unito a lui solo per la sua dignità; o anche di uno che abbia ricevuto solo la divina abitazione; se, dunque, non confessa che sia vivificante, come abbiamo detto inquantoché divenne propria del Verbo, che può vivificare ogni cosa, sia anatema.
XII. Se qualcuno non confessa che il Verbo di Dio ha sofferto nella carne, è stato crocifisso nella carne, ha assaporato la morte nella carne, ed è divenuto il primogenito dei morti (47), inquantoché, essendo Dio, è vita e dà la vita, sia anatema.

giovedì 10 ottobre 2024

Francesco ha distrutto l’unità dei fedeli con il Papa.

di padre Joachim Heimerl von Heimthal (Arcidiocesi di Vienna) 

Si è cattolici quando si è in unità con il Papa. Questo è sempre stato evidente e, come per tutto ciò che è evidente, doveva arrivare un momento in cui l’evidente diventava improvvisamente discutibile. Siamo onesti: l’unità della Chiesa con il Papa è ormai solo un desiderio o un ideale storico. In realtà, però, questa unità non esiste da decenni, o almeno non completamente. I progressisti non sono mai stati in piena unità con il Papa. Questo non è stato diverso sotto Giovanni Paolo II e Benedetto XVI di quanto non lo sia oggi sotto Francesco. Ma siamo onesti: anche i cattolici conservatori hanno preso le distanze da Francesco, e non da quando egli li ha regolarmente etichettati come “indietristi”. Questo fa di Francesco un Papa con cui nessuno è in (piena) unità, a parte i suoi favoriti e seguaci. L’unica cosa grottesca è che sia i cattolici progressisti che quelli conservatori invocano l’unità con Francesco per rimanere “cattolici”. È chiaro a tutti che questa “unità” in realtà non è altro che uno scheletro anemico. Inoltre, lo stesso Francesco si distingue per posizioni tutt’altro che cattoliche. Nella storia della Chiesa, questa non è solo una novità, ma una catastrofe, e qui almeno è il punto in cui il cosmo cattolico si rovescia. Dopo tutto, il Papa non è fine a se stesso e l’unità con lui non è un feticcio cattolico. Il suo ufficio serve unicamente a unire la Chiesa a Cristo, ed è solo per questo motivo che l’unità con il Papa è importante. Da quando c’è Francesco, però, questa unità non è più possibile, perché lui stesso non è più in (piena) unità con Cristo. Sappiamo tutti che è così, anche se quasi nessuno lo dice. Forse è qualcosa di simile "all'omertà” in cattolico; "l'omertà”, come sappiamo, è la “legge del silenzio” che nessuno nella mafia infrange. Ma se dovessimo tacere qui, “le pietre griderebbero” (Lc 19,40): Cristo non ha benedetto le relazioni adulterine, né quelle omosessuali! Francesco, invece, ha autorizzato tutto questo in modo eretico e blasfemo. Inoltre, continua a negare l’unica salvezza dell’umanità attraverso Gesù Cristo e sostiene che tutte le religioni dovrebbero portare a Dio. In base a ciò, Cristo sarebbe solo un’opzione tra le tante, anche se Egli stesso afferma il contrario: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Se dipendesse da Francesco, potremmo essere tutti musulmani o indù invece che cristiani; il sacrificio di Cristo sarebbe stato superfluo e i martiri avrebbero versato il loro sangue invano. Se il Papa è il garante dell’unità della Chiesa con Cristo, allora Francesco si è messo completamente fuori gioco dopo tutto questo. Se sia ancora Papa o possa rimanere Papa in queste circostanze dovrebbe essere deciso da altri, ma questi si stanno comodamente ritirando dietro la legge dell’omertà. In ogni caso, Francesco ha raccolto intorno a sé solo vassalli fedeli; quando fa le nomine, considera coerentemente solo coloro che hanno attirato l’attenzione per le loro posizioni eretiche. Anche questo elemento parla un linguaggio chiaro e porta una testimonianza schiacciante nei confronti del papa: Francesco sta corrodendo la Chiesa dall’interno e la sta trasformando nel suo personale sistema di clientele. Come cattolici comuni, non possiamo fare nulla per cambiare questa situazione, ma dobbiamo porci una domanda cruciale: cosa significa tutto questo per la nostra unità con Cristo e con la Chiesa, e soprattutto con l’attuale Papa? Una cosa è chiara: se adottassimo le discutibili opinioni di questo Papa, peccheremmo contro Cristo e la Chiesa, e – Francesco o non Francesco – non dobbiamo farlo in nessun caso. Ovunque Francesco vada contro Cristo, non dobbiamo quindi seguirlo, e per favore: non dobbiamo farlo! Anche questo lo sanno tutti, ma nessuno lo dice,(eccetto qualcuno) ed ecco di nuovo la legge dell’omertà. Ma per favore non fraintendetemi: non direi mai che Francesco è "l'anti-Cristo” (come alcuni sostengono), ma è certamente un “anti-Cristo” nella misura in cui a volte insegna il contrario di Cristo. Non c’è dubbio che Francesco abbia profondamente diviso la Chiesa e inferto il colpo più grave al papato. Pertanto, è giunto il momento di infrangere la legge dell’omertà “cattolica”, per Cristo, per la Chiesa e per il (prossimo) Papa.
(fonte Stilum Curiae)

mercoledì 9 ottobre 2024

Omelia di Mons. Tissier de Mallerais a Saint-Nicolas-du-Chardonnet

Carissimi amici e lettori,
eravamo a Parigi nella bellissima Chiesa di Saint-Nicolas-du-Chardonnet nel cuore del quartiere latino,una domenica di Giugno del 2012, quando Mons. Tissier de Mallerais, alzandosi in piedi tiene la sua meravigliosa omelia iniziando con questa premessa:

“Non pensiamo che per il fatto che Roma oggi ci propone un accordo, una situazione ufficiale nella Chiesa, dobbiamo rinunciare a proclamare queste verità, evidentemente forti, che contraddicono il Concilio” .

“Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, così sia.


“Mi è stato dato ogni potere in Cielo e sulla terra, andate dunque e insegnatelo a tutte le nazioni, battezzatele nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
Questa è la missione della Chiesa e la missione della Fraternità san Pio X.

E’ la fede che abbiamo nel potere di Nostro Signore Gesù Cristo; nel potere di Cristo Re e di Cristo Sacerdote che ci anima dalla nostra fondazione. Abbiamo condotto questa battaglia per il Cristo Sacerdote, per il suo sacerdozio, per i suoi sacerdoti, e per il Cristo Re, cioè per una civiltà cattolica, per uno Stato cattolico.

Noi continueremo a lottare, carissimi fedeli, come lo hanno fatto i santi dei primi secoli della Chiesa di fronte alle eresie che minavano la fede cattolica come oggi. Dobbiamo fare un paragone tra le eresie ariane, contro la SS. Trinità, e l'eresia attuale contro il Sacerdozio e la Regalità di Gesù Cristo.

Comincerò questo paragone esponendovi semplicemente tre eresie dell'antichità che sono state vinte dai santi e dai sacerdoti.

Innanzitutto l'arianesimo. Ario, sacerdote ad Alessandria d'Egitto, si erse contro il dogma cattolico dichiarando: “ No, il Verbo di Dio, il Figlio, non è uguale al Padre, non è Dio. Il Verbo di Dio è una creatura”, e cita san Paolo a sproposito dicendo che “Egli è il primogenito tra tutte le Creature”. San Paolo ha scritto che Gesù è il primogenito di tutte le creature, considerando il piano di Dio. Dio lo ha visto per primo nel suo piano di creazione.Ha visto suo Figlio incarnato. Ario dice “ No! E' indegno che Dio diventi carne. Io ho trovato una nuova dottrina: il Verbo non è Dio”.

Allora si riunisce un concilio, un vero concilio, quello di Nicea, per condannare Ario e dichiarare che il Verbo di Dio è in tutto uguale al Padre. Il Verbo è consustanziale al Padre, come affermiamo ogni domenica nel Credo: consubstantialem Patri: il Verbo, Dio Figlio, è consustanziale a suo Padre. Insieme formano un'unica sostanza, un solo Dio.

E’ questa una parola filosofica, che non esisteva nella Bibbia ed i padri del concilio hanno esitato ad adottarla poiché proveniva dalla filosofia e dal paganesimo. Essa poteva portare a pensare cose completamente stravaganti, come il fatto che Dio Padre e Figlio sarebbero soltanto delle rappresentazioni di una sola persona. Dunque in Dio esisterebbe un'unica persona che assumerebbe di volta in volta la maschera del Padre o del Figlio. Anche sant'Atanasio ha avuto delle difficoltà ad adottare quel vocabolo, consustanziale, ma alla fine lo ha adottato, ed ha applicato il concilio di Nicea.

Per questo ha lottato, combattuto e sofferto. E’ stato mandato in esilio, si è rifugiato nel deserto: per la fede nella Santissima Trinità; per difendere l'uguaglianza assoluta del Padre e del Figlio; per difendere la divinità del Verbo di Dio. Non è forse quello che dobbiamo fare anche noi, cari fedeli, combattendo senza pietà gli eretici ariani?

Fu l’energia di Sant’Atanasio che in gran parte contribuì a sconfiggere l'eresia ariana. Dunque, non dobbiamo cessare la lotta che durerà ancora, a mio parere, vent'anni perché la crisi che subiamo attualmente è una crisi grave, quindi una crisi lunga. La storia della Chiesa mostra che tutte le grandi crisi sono durate settant'anni come l'arianesimo o il grande scisma. Quindi probabilmente la crisi conciliare durerà settant'anni, perciò dobbiamo aspettare ancora trent'anni. Non crediamo troppo in fretta alla vittoria. L’otterremo, perché Gesù ha dato ogni potere alla sua Chiesa e noi lo crediamo.

La seconda eresia sorta in seguito fu l'eresia nestoriana.

Nestorio, vescovo, patriarca di Costantinopoli, dichiara che dire che il Verbo è divenuto carne, “Verbum caro factum est”, è uno scandalo. “Affermare che Dio si unisca ad una carne, cioè al corpo di Gesù è uno scandalo. Dio è puro spirito, non può unirsi ad un corpo. Ciò ripugna alla filosofia, ed io, Nestorio, ho trovato un'altra soluzione. Gesù, l'uomo Gesù, per i suoi atti ha meritato la divinità. Così Gesù è diventato Dio, dunque Gesù è Dio”. Affermare che Gesù sia Dio è perfettamente corretto. Ma si può dire che Nestorio professasse la fede cattolica? Egli afferma che Gesù è Dio, ma in che modo? Non è Dio che si è fatto uomo, è Gesù, l' uomo Gesù, che è diventato Dio. E’ forse questa un’affermazione cattolica? No di certo. E’ un’eresia. Purtroppo è ciò che un certo professore di Ratisbona, quarant'anni fa, professava nelle sue lezioni, dicendo che Gesù va talmente al di là di se stesso, grazie alla sua carità...,si estende oltre a se stesso fino da unirsi all'Uno, cioè a Dio. Un'eresia, che assomigliava a quella nestoriana.

Dunque stiamo bene attenti, cari fedeli, a professare la fede cattolica come si deve. Non basta dire che Gesù è Dio, bisogna affermare che Dio che si è incarnato. Dio si è fatto uomo. E’ il mistero dell'Incarnazione. Allora ci sono stati dei santi, come san Cirillo d'Alessandria, che hanno lottato per questo errore, perché se Gesù non è Dio, se è un uomo, allora la Santa Vergine ha messo al mondo un uomo. Dunque la Santa Vergine non è Madre di Dio. “Santa Maria Madre di Dio, prega per noi, no, non può essere vero, la Santa Vergine è Madre dell'uomo Gesù Cristo”. Questa è' un'eresia, un'offesa alla Madonna. Come negare la sua maternità divina? San Cirillo si erse contro di essa, e con lui il concilio di Efeso, affermando che la Santissima Vergine è veramente Madre di Dio poiché ha messo al mondo Colui che è Dio da tutta l’eternità, l'Uomo-Dio, Gesù Cristo. Se Maria SS. è Madre dell'Uomo-Dio, è la Madre di Dio. Suo Figlio è Dio. La seconda Persona della SS. Trinità, Dio Figlio.

San Cirillo fu un santo che non esitò a confutare le eresie e perciò fu anche perseguitato. Egli le ha confutate spiegato la fede cattolica. Così dobbiamo fare noi oggi, cari fedeli, confutando la libertà religiosa, e spiegando la fede cattolica. La libertà religiosa vuole che si rispettino tutti quelli che professano gli errori religiosi. Vuole che lo Stato lasci la libertà a tutti gli errori, a tutte le false religioni, in nome della dignità umana. Noi diciamo di no. E’ Gesù Cristo che deve regnare, che deve regnare nei cuori e deve regnare pubblicamente nello Stato. Lo Stato deve essere cattolico.

Noi vogliamo confutare l'errore di questa falsa dignità umana; della libertà di tutti (i falsi culti), che lo Stato dovrebbe rispettare. Ciò è impossibile e falso. Dobbiamo invece affermare la Verità, cioè che solo Gesù ha il diritto di regnare pubblicamente nello Stato. Ecco cosa dobbiamo fare seguendo l'esempio di san Cirillo d'Alessandria. Non pensiamo che per il fatto che Roma oggi ci propone un accordo, una situazione ufficiale nella Chiesa, dobbiamo rinunciare a proclamare queste verità, evidentemente forti, che contraddicono il Concilio. Non dobbiamo rinunciare a combattere il Concilio e gli errori del Concilio.

Il terzo esempio che vi farò è quello dell'eresia dei Pneumatomachi.

Dopo il concilio di Efeso, alcuni affermarono che lo Spirito Santo non é Dio. Terza eresia: “Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, ma lo Spirito Santo non, non lo è. Lo Spirito Santo è una creatura. La prova? Il fatto che sia Gesù a mandarlo:“ il Paraclito, lo Spirito di Verità che vi manderò quando sarò presso il Padre ”. Se Gesù manda qualcuno significa che è una creatura”. Ecco l’errore dei Pneumatomachi.

Allora, cari figlioli, è forse vero che lo Spirito Santo non è Dio? Spero che siate pronti a protestare e a professare la vostra fede. Sì, lo Spirito Santo è Dio, come il Padre e il Figlio. Noi facciamo il segno della croce nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo per mostrare che le Tre Persone divine sono tutte e tre Dio. “Nel nome del Padre”, c'è un solo nome, quello del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Un unico Dio in Tre Persone. Lo Spirito Santo è Dio. Allora san Basilio di Cesarea, nel Ponto, si erse per protestare contro questo errore e dire: “Lo Spirito Santo è veramente Dio, noi dobbiamo adorarlo come il Padre ed il Figlio”. Egli ha lottato per questo ed ha trionfato sull'errore.

Avvicinandosi alla soluzione della crisi, dopo forse venti o trent'anni, san Basilio vedendo che gli eretici, Pneumatomachi, cominciavano a convertirsi, (sarebbe bello che ora i conciliari cominciassero a convertirsi, ma non è il caso. Nessuno. Né a Roma né nelle diocesi. Nessuno) vedendo che cominciavano a ritornare alla fede cattolica decise che non era il caso di insistere, obbligandoli a dire che lo Spirito Santo è Dio, perché questo avrebbero esitato a professarlo.

Allora ha fatto uso di una formula più tenue, dicendo che lo Spirito Santo deve adorarsi con il Padre e con il Figlio e riceve la medesima gloria del Padre e del Figlio: “Noi dobbiamo adorare lo Spirito Santo come il Padre ed il Figlio, dobbiamo tributare la medesima gloria allo Spirito Santo che al Padre ed al Figlio”. Una formula più tenue, ma che professa la fede cattolica, senza equivoci. Se dobbiamo adorare lo Spirito Santo, è perché è Dio; se noi dobbiamo la stessa gloria allo Spirito Santo che al Padre ed al Figlio, è perché lo Spirito Santo è Dio.

San Basilio non ha usato parole equivoche riguardo agli eretici, che ritornavano alla Chiesa. Ha preteso che professassero la fede cattolica integrale ma con una formula più tenue. Ha fatto uso di prudenza, cosa molto buona, ma professando la vera fede. Non accettando di firmare delle cose equivoche. Ecco cosa dobbiamo fare oggi. Rifiutare delle formule equivoche e non smettere di condannare l'errore e di professare correttamente la fede cattolica.

Quando i conciliari, fra vent'anni o venticinque anni torneranno; quando si pentiranno del Concilio, quando vedranno continuare la catastrofe con i seminari completamente vuoti, le chiese in rovina, l'apostasia e l’immoralità ovunque, vorranno fare penitenza, e riconosceranno tali errori. Quando i conciliari nella Chiesa cominceranno a mostrare pentimento noi potremo usare formule più tenui per aiutarli a tornare, ma non adesso, mentre la crisi attualmente imperversa totalmente. Ora noi dobbiamo proclamare e condannare gli errori del Concilio, specialmente la negazione della regalità di Cristo, il rifiuto di Cristo Re.

Ecco, cari fedeli, il nostro programma di battaglia. Non facciamoci illusioni, la crisi è lungi dall'essere finita. Bisognerà combattere ancora a lungo e organizzarci per perseverare e continuare a professare la fede cattolica integrale, con la totale fiducia nel potere di Nostro Signore Gesù Cristo.

“Mi è stato dato ogni potere così in Cielo come in terra, andate dunque nel mondo intero, predicate la Verità, predicate la Santissima Trinità, predicate il Cristo Re, predicate il Cristo Sacerdote, affidatevi anche alla mia Madre divina, che ha tutte le grazie, che distribuisce tutte le grazie. E' anche grazie a Lei che trionferò sui miei nemici, è grazie a Lei che riporterò la fede cattolica integra nella mia Chiesa. Affidatevi a mia Madre, Vergine, Immacolata nella sua Fede”. Che la santa Vergine ci conservi la santa fede immacolata.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, così sia.

Annunciamo con dolore il decesso di S. E. R. Monsignor Bernard Tissier de Mallerais.


S. Ecc. Mons. Bernard Tissier de Mallerais è tornato alla Casa del Padre. Ha darne l'annuncio pochi minuti  fa dalla casa Generalizia della Fraternità San Pio X il suo superiore generale, Rev. don Davide Pagliarani e il suo consiglio generale.


fsspx.news/fr/news/rappel-dieu-mgr-bernard-tissier-mallerais-47993


Monsignor Bernard Tissier de Mallerais è nato a Sallanches, nell'Alta Savoia, il 14 settembre 1945.


Dopo aver conseguito una laurea in biologia, nell'ottobre del 1969 è entrato nel seminario internazionale della Fraternità sacerdotale San Pio X di Ecône, in Svizzera.

Il 29 giugno 1975 è stato ordinato presbitero da monsignor Marcel Lefebvre a Ecône. È stato prima professore, poi vicerettore e infine rettore del seminario internazionale di Ecône. In seguito è stato nominato segretario generale della Fraternità sacerdotale San Pio X.

Nel giugno del 1988 l'arcivescovo Marcel Lefebvre ha annunciato la sua intenzione di consacrare Bernard Tissier de Mallerais e altri tre sacerdoti - Bernard Fellay, Alfonso de Galarreta e Richard Williamson - come vescovi. Monsignor Lefebvre tuttavia non aveva il mandato pontificio - ovvero il permesso del papa - per conferire il sacramento come normalmente richiesto dal canone 1382 del Codice di diritto canonico. Il 17 giugno 1988 il cardinale Bernardin Gantin, prefetto della Congregazione per i vescovi, ha inviato ai quattro sacerdoti un avviso canonico formale che notificava loro che sarebbero incorsi automaticamente nella pena della scomunica se fossero stati consacrati da monsignor Lefebvre senza il permesso del papa.
Il 30 giugno 1988 padre Tissier de Mallerais e gli altri tre sacerdoti sono stati comunque consacrati vescovi da monsignor Lefebvre e da monsignor Antônio de Castro Mayer. Il 1º luglio 1988 il cardinale Gantin ha pubblicato una dichiarazione in cui affermava che Lefebvre, de Castro Mayer, Tissier de Mallerais e gli altri tre vescovi appena ordinati "hanno subito ipso facto la scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica".
La Fraternità sacerdotale San Pio X ha negato la validità delle scomuniche, affermando che le consacrazioni erano necessarie a causa di una crisi morale e teologica nella Chiesa cattolica.Benedetto XVI il 21 gennaio 2009 ha revocato la scomunica,aprendo quindi un ulteriore sbocco per la riconciliazione.



martedì 8 ottobre 2024

Analisi / Da zombie a zero, ovvero da Ratzinger a Bergoglio. La parabola della Chiesa antropocentrica




Carissimi amici e lettori,

ricevo e pubblico per gentile concessione del Professore Martino Mora articolo apparso sul Blog di Aldo Maria Valli un interessante Analisi a voi buona lettura.


di Martino Mora

“Distinguo tre gradi di presenza della religione nella società: attivo, zombie e zero. Oggi nel mondo angloamericano siamo al grado zero, non c’è traccia di quei valori religiosi che inquadravano i comportamenti e gli schemi mentali degli individui” (Emmanuel Todd sul Quotidiano nazionale di ieri).

Emmanuel Todd, noto storico e sociologo francese di origine ebraica (è nipote di Paul Nizan) è una delle poche menti davvero lucide nel mondo attuale.

Personalmente sposo completamente la sua posizione geopolitica (critica Usa e Israele) e la sua analisi delle finte democrazie occidentali, che chiama “oligarchie”, e che a scanso di equivoci io preferisco chiamare, sorelianamente, “plutocrazie”.

Come Todd, credo che viviamo nel nichilismo radicale a causa della secolarizzazione e della perdita di riferimenti trascendenti. Come Todd, penso che in Occidente siamo passati dalla” fase zombie” alla “fase zero” della religione. Ma chi è lo zombie? Un morto vivente.

La gerarchia della Chiesa cattolica è entrata nella” fase zombie” negli anni euforici del boom economico del Secondo dopoguerra (anni di passaggio al disastro totale quasi in ogni campo) col pontificato disastroso del bonario Giovanni XXIII e col Concilio Vaticano II (1962-1965) che hanno aperto la Chiesa alla mentalità antropocentrica, modernista, liberale, ecumenista, quasi che il fondatore del cristianesimo non fosse più Gesù Cristo, ma Immanuel Kant e l’umanitarismo.

Da questa “fase zombie”, di una Chiesa che sembrava ancora viva e presente, vivendo di rendita e investendo quasi esclusivamente sull’aspetto esteriore, mediatico, di immagine, mentre crollava nelle coscienze, nelle vocazioni e nella dottrina, Paolo VI (il freddo desacralizzatore bresciano) e Giovanni Paolo II (l’antropocentrico globetrotter polacco) sono stati i massimi protagonisti. Emblematica la durissima lotta di monsignor Lefebvre, il vescovo teocentrico, contro entrambi.

Benedetto XVI, eletto nel 2005, si trova di fronte al disastro completo, al quale, prima come perito conciliare e poi come stretto collaboratore di Giovanni Paolo II, aveva a sua volta dato un notevole contributo.

Cerca di salvare il salvabile: difende la casamatta della morale sessuale e liberalizza la Messa antica, toglie la “scomunica” ai discepoli di Lefebvre; ma continua a frequentare sinagoghe, moschee e templi luterani, alzando peana alla civiltà liberale. Ammesso che fosse una fragile diga, dopo otto anni non regge più.

Nel 2013 l’elezione di Bergoglio sancisce il passaggio dalla “fase zombie” alla “fase zero”. Da allora la gerarchia ecclesiastica (non solo l’argentino che ne è al vertice) non dice né fa più quasi nulla di cattolico, mentre invece dice e fa tanto, anzi tantissimo, di non cattolico e pure di anticattolico. Diventa una Ong, completamente al servizio del vero potere plutocratico.

Tutti coloro che alla Burke, alla Müller, alla Bussola e, scendendo grandemente di livello, alla Cionci e alla Minutella, sognano un ritorno alla Chiesa conciliar-ratzingeriana, vorrebbero tornare alla “fase zombie”, in cui la gerarchia cattolica è antropocentrica, modernista, riduce (se va bene) la religione alla morale e di fatto ha già perso la fede nel trascendente ma fa finta di non saperlo.

La Chiesa si salverà, salvando anche la civiltà, solo e soltanto tornando al cristocentrismo totale, ripudiando l’antropocentrismo. L’antropocentrismo nichilista degli zombie.

Il decimo concistoro di Bergoglio all'insegna del nepotismo fa Figli e figliastri



A.diJ.

Carissimi amici e lettori,

Domenica 7 ottobre durante la recita dell'angelus, Jorge Mario Bergoglio ha annunciato per l'8 dicembre solennità dell'Immacolata il suo decimo concistoro, in cui creerà 21 nuovi cardinali provenienti da tutto il mondo.
Paolo VI stabilì che il numero massimo dei Cardinali che hanno la facoltà di eleggere il Romano Pontefice fosse fissato in 120. Giovanni Paolo II, nella Costituzione Apostolica Universi Dominici gregis del 22 febbraio 1996 ha ribadito tali disposizioni.
Con questa ultima infornata il numero dei cardinali elettori salirà a 142, dei quali 112 nominati da Bergoglio, quasi l'80 per cento. Il numero calerà nel corso del 2025, quando 13 cardinali avranno più di 80 anni. Tuttavia, il decimo Concistoro di Bergoglio fornisce diverse indicazioni che non possono essere ignorate, una percentuale con la quale Bergoglio rafforza la sua nefasta eredità che gli
garantiranno una maggioranza incredibilmente ampia tra coloro che voteranno nel prossimo conclave, e tra questi figura anche il noto pro-LGBT padre Timothy Radcliffe, e Rolandas Makrickas 
monsignore lituano Commissario straordinario per la basilica di Santa Maria Maggiore che ha aperto una gelateria in Basilica senza seguire le norme sulla trasparenza volute da Bergoglio stesso.Con Entrate speciali a Pagamento Vengono chiamati "diritti di apertura straordinaria" non si era mai sentita una cosa del genere. Su Silere non possum troverete tutti i particolari. (
Potete trovare qui gli articoli).

"Gelato miracoloso; ostia con doppia panna; la messa è finita, mangiate il gelato. Evabbè". Al grido di non facciamoci mancare niente, la gelateria di Santa Maria Maggiore ha ideato un gusto di gelato appositamente per la basilica."Nevicata"
Il neo-porporato, fin dal primo momento in cui ha messo piede all’interno della Chiesa tanto cara a Bergoglio per la presenza della "Salus Populi Romani", Rolandas Makrickas ha dimostrato particolare confidenza più con il dio quattrino che con quello trino, ed ha intrapreso iniziative che avevano ben poco di evangelico ed erano in palese violazione delle norme stabilite dallo stesso Jorge Mario Bergoglio.
Il Capitolo dei Canonici, ormai, non conta assolutamente nulla Bergoglio con le sue scelte è riuscito a sedare anche questo organo che aveva il fine di assicurare la vita di preghiera della Basilica.
Tra i 21 nuovi cardinali c’è anche Roberto Repole, arcivescovo metropolita di Torino, nonché vescovo di Susa,non proprio uno sconosciuto delle periferie si fece conoscere dalle parti di Santa Marta, curando la collana di 11 piccoli volumi "La teologia di Papa Francesco".  corrisponde perfettamente ai desiderata del pontificato corrente, nel quale egli si è inserito con particolare scaltrezza. Preferisco momentaneamente fermarmi qui perché Non ci sono più parole! 
ma vi lascio con un racconto che inizia come tutte le favole 

C’era una volta...

C’era una volta….

Così iniziano tante fiabe che ci siamo sentiti raccontare da bambini o che noi stessi abbiamo raccontato ai nostri bambini.

Dicendo “cera una volta…”, qualche volta proviamo come un senso di nostalgia per qualcosa che non c’è più e che quando c’era, era invece così bello e importante.

Sì, è proprio così!

Tante cose che “una volta” erano garanzia di bellezza, equilibrio, giustizia, continuità e tanto altro, oggi non ci sono più o si sono così trasformate da non apparire più come tali.

C’era una volta anche il “Sacro Collegio Cardinalizio”!

Fino a qualche tempo fa non si aveva paura a connotare con la parola sacro/a tanti aspetti della vita di fede o di ciò che riguarda nel concreto la prassi e la forma della fede.

Sacro/a è una parola che identifica una cosa come “riservata”.

A chi?

Per che cosa?

Riservata a Dio; pensiamo ad una sacra ordinazione.

Coloro che vengono ordinati, sono “consacrati” per la maggior gloria di Dio e per la salvezza delle anime.

Pensiamo ad un sacro Matrimonio.

Gli sposi che si accolgono reciprocamente e consacrano il loro amore davanti a Dio, si donano l’un l’altra e viceversa e rendono la loro unione “sacra”, cioè riservata ad un progetto grande che mira al loro bene, a quello della società e della fede cristiana.
Potremo poi accostare tanti aspetti materiali, come l’edificio chiesa, arredi e paramenti sacri; tutte cose che ci aiutano a riservare a Dio il primo posto, per trovare un posto giusto anche a tutti gli altri e ad ogni cosa.

Desacralizzate le persone e le cose, piano piano vengono meno i princìpi e i valori, l’impegno e la responsabilità.

C’era una volta anche il “Sacro Collegio Cardinalizio”!

Coloro che venivano scelti ad assumere questo titolo, sapevano bene cosa avrebbe comportato per loro.

Nella cerimonia di creazione dei cardinali che era in vigore prima della riforma seguita a quella liturgica e tante altre, i cardinali avvicinandosi al Papa, gli baciavano non solo il piede, ma anche il ginocchio e il cuore, per sottolineare quel patto santo che ci sarebbe stato da quel momento in poi tra loro e il Vicario di Cristo, un patto santo che se avesse richiesto l’effusione del sangue, sarebbero stati pronti a farlo.
Ancora, il Papa portava il dito indice del prescelto davanti alla bocca, per ricordare che avrebbero dovuto essere prudenti, riservati e silenziosi.
C’erano poi tanti altri bei segni che poi sono stati tolti, per semplificare, ma che semplificando hanno svilito di significato il momento solenne del concistoro.
Ma c’era anche un’altra prassi che era garanzia di imparzialità, di vera rappresentatività e di non nepotismo.

Proprio così!

Perché il nepotismo è ritornato alla grande con questo pontificato.

Non è esagerato se mi esprimo così, perché i primi a farlo sono coloro che sostengono senza mezzi termini che Papa Francesco, con i suoi numerosi concistori ha preparato il prossimo conclave, predisponendo la sua successione affinchè sia allineata con il suo pontificato.

Ecco il nuovo nepotismo, neppure mascherato, anzi, ben evidenziato.

Le gloriose e storiche sedi cardinalizie, che erano garanzia di rappresentatività su scala mondiale, punto di riferimento per i Vescovi e per il popolo di Dio, sono ormai saltate.

Abbiamo nazioni umiliate, vedi Parigi e altre sedi che hanno perso il loro status di faro rassicurante.

Povera Italia!

Povera Venezia, Milano, e Palermo Genova  Napoli e Firenze! (tutte sedi Sedi cardinalizie con vescovi insignificanti senza arte e ne parte)

Se però a sedersi sulle vostre cattedre sarà un allineato, allora, anche se appena nominato arcivescovo, subito dopo diventerà cardinale, come è successo a Bologna e adesso a Torino.

Sono convinto che tanti Signori Cardinali nominati in questi anni, si domandano ancora che servizio possono dare alla Santa Madre Chiesa e al Vicario di Cristo vivendo dove vivono.

E’ proprio il caso di dire che sono stati fatti cardinali per una questione di onore, visto che non possono venire a Roma.

E poi, quando mai si è sentito dire che un Papa abbia avuto bisogno di un Consiglio ristretto di cardinali per governare la Chiesa?

O sono tutti consiglieri e si ascoltano tutti o si faccia a meno di crearli!

Vogliamo proprio sperare che lo Spirito Santo illumini il cuore e la mente di questi porporati e non smettano la sacra porpora subito dopo la cerimonia di investitura come succede spesso a molti di loro.

Quella talare rossa o i segni che la richiamano, dovrebbero guardarli spesso e ricordarsi che sono chiamati a dare la vita per Cristo, per la Chiesa e per ogni uomo.

Dovrebbero ricordarsi che diventando cardinali devono imparare a dire dei bei Sì e altrettanti no, anche a costo di perdere la porpora se fosse necessario.

Dovrebbero ancora ricordarsi che la berretta rossa non li autorizza a minare le fondamenta della Chiesa e un giorno dovranno rispondere a Dio di quello che hanno fatto, portando il popolo di Dio alla confusione e alla deriva.

“A chi fu dato molto, sarà chiesto molto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più”.

Povera Germania, già saccheggiata dagli errori protestanti e ora in procinto di essere buttata nel burrone dell’eresia, proprio da coloro che dovrebbero portarla ai verdi pascoli della Rivelazione e della Santa Tradizione che è garanzia di salvezza.
La porpora di qualcuno in questo momento, non è sinonimo di fedeltà, ma di patto oscuro con colui che vuole la distruzione della Chiesa.

Chi vincerà?

Vincerà sempre Cristo e tutti coloro che rimarranno fedeli a Cristo e alla sua Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e Romana, cioè legata al successore dell’apostolo Pietro.
Ci saranno sicuramente tribolazioni e il sangue non lo verseranno solo i veri “principi” della Chiesa, ma anche tanto buon popolo di Dio che non permetterà alle forze degli inferi di prevalere.

Ai nuovi cardinali e anche ai vecchi, auguriamo di pensare ogni giorno a quello che dovrebbero essere e di baciare con devozione la loro talare rossa e anche di indossarla, per ricordarsi che il suolo sul quale camminiamo, è stato bagnato dal sangue dei martiri e noi dobbiamo onorarli con una vita santa.

Ad maiorem Dei gloriam!

lunedì 7 ottobre 2024

«Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre» (Gv 14, 6-7):


Carissimi amici e lettori,
il Vescovo di Treviso Mons. Michele Tomasi e l'imam di treviso, ricoperti con il telo termico si abbracciano e pregano non si sa chi, per i migranti in ricordo del naufragio di Lampedusa, questi incontri vengono sponsorizzati dalla Caritas e finanziati dalle entrate dell'8x1000 che servirebbero a sostenere l'apostolato di molti sacerdoti ma così non è, buona parte va a finanziare le ONG.

Questa farsa viene proposta da 11 anni dalla Caritas tarvisina, in ricordo di chi muore in mare e lungo le altre vie della migrazione. Il vescovo Michele Tomasi ha detto che "oggi molti vorrebbero che il grido dei migranti smettesse", perché dà fastidio, perché mette in difficoltà i sistemi economici e gli equilibri internazionali. Sarebbe più corretto dire piuttosto che la Chiesa cattolica post-concilio, campa sui proventi elargite da alcune elite come quelle del filantropo George Soros,che spingono l'immigrazione illegale. Perché hanno come obiettivo la sostituzione della manovalanza nelle industrie e nei cantieri dei cittadini italiani ed europei, con i più docili migranti.
Vorremmo sapere dal vescovo oltre a fare finta di pregare, con gli infedeli, osserva il comandamento dato da Gesù? "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.Chi crederà sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato". Vogliamo ricordare al Presule anche che nel Vangelo di Matteo al capitolo 28 dice: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato". Il vescovo di Treviso sa che noi cristiani «Adoriamo l'unico Dio nella Trinità e la Trinità nell'unità, senza confusione delle persone e senza divisione dell'essenza»?
La Santissima Trinità è inconcepibile per un maomettano, un evidente segno di politeismo. Chi ha confezionato il Corano ha inteso specificare e sottolineare che Allah è solo, nella sua condizione. Il vescovo di Treviso vive il cristianesimo in una sorte di bolla puntando sul sensazionalismo e con questi gesti getta ancora più confusione e sgomento.  Pregare con i musulmani di fatto è la negazione della pretesa di Cristo di essere "la via, la verità, la vita", l'azzeramento del senso dell'Incarnazione e della Redenzione.

Il “Catechismo della Dottrina Cristiana” quello di San Pio X, lo teniamo o lo buttiamo? Quel catechismo che da bambini, abbiamo imparato e che continuiamo a custodire gelosamente nelle nostre famiglie. Mi viene detto, altri tempi, d’accordo, ma forse, temo, anche altra religione. Nella religione di oggi, la religione sincretistica di Assisi, le parole-chiave sono misericordia, ascolto, discernimento, accompagnamento, in quella di ieri erano preghiera e peccato. Nel catechismo del 1912 leggo: “I cattivi che non servono Dio e muoiono in peccato mortale meritano l’inferno”. Fantastico. Il venerdì era vietato mangiare carne, si deplorava il “dilagare dell’empietà e dell’immoralità”, i protestanti venivano definiti eretici e i maomettani venivano chiamati maomettani (adesso per compiacerli li chiamano musulmani, per non evidenziare l’inferiorità di un culto che nasce da un uomo-uomo e non da un uomo-Dio).“Al regno di Dio dobbiamo arrivare per via di molte tribolazioni”: frase molto più ragionevole di tutte le omelie pronunciate dai vescovi dopo l’ultimo concilio che è più devastante di un terremoto. Lo tengo o lo butto, San Pio X, il tuo catechismo che mi rende antico e sospetto e mi fa rischiare continuamente il linciaggio da parte dei misericordiosi. Mi sa che lo tengo perché Dio ha controfirmato il tuo catechismo facendoti Santo attraverso i miracoli documentati nel processo di canonizzazione, mentre il catechismo dei misericordiosi è ancora privo di convalida.






sabato 5 ottobre 2024

Mons. Viganò contro la cerimonia azteca per la nuova presidente messicana: «Tutti gli dèi dei pagani sono demoni»



L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha postato su X un commento riguardo alla cerimonia pagana istituita a Città del Messico per l’«investitura» del nuovo presidente messicano Sheinbaum.

La cerimonia pagana sarebbe stata voluta in sostituzione della tradizionale benedizione cristiana al presidente.

«Dopo sessant’anni di ecumenismo (dal pantheon di Assisi alla Pachamama in Vaticano) e di sistematica distruzione della dottrina sulla unicità ed esclusività della vera Chiesa di Cristo – la Chiesa Cattolica Apostolica Romana – come strumento di salvezza, cosa impedisce di erigere idoli di Bafometto negli edifici pubblici e di celebrare riti pagani alla presenza delle autorità?» scrive monsignor Viganò.

«Stiamo tornando ai tempi di Giuliano l’Apostata, ma questa volta con l’incoraggiamento di chi pretende di essere riconosciuto come Papa della Chiesa Cattolica».

venerdì 4 ottobre 2024

Osservatorio sulla Chiesa e il mondo "Guai a coloro che chiamano il bene male e il male bene"



"Le grandi donne sono quelle madri che danno la vita propria, affinché non venga mai meno la vita dei figli". (lo disse mia Madre)
A.di J.

Carissimi amici e lettori,

viviamo un tale tempo di confusione sia in questioni morali che dottrinali  che fanno rabbrividire. Con le aberranti aperture del Concilio Vaticano II, troviamo di tutto e di più nella Chiesa e nel mondo, dal teologo pazzo che non digerisce le "papali" espressioni di Bergoglio contro l'aborto e lo rimprovera in nome dell'etica delle eccezioni. Stiamo parlando di Gabriel Ringlet classe 1944, un sacerdote e teologo belga, di quelli che amano definirsi “liberi pensatori”. Questo non è  un prete qualunque, ma Professore e pro-Rettore emerito all'Università Cattolica di Lovanio, quella che di recente si è distinta per aver contestato il Papa, perché ha elogiato e onorato la figura di Re Baldovino, dichiarando ai giornalisti in aereo di rientro dal Belgio, che è stato coraggioso perché abdicò per un giorno nel 1990 perché non volle firmare la legge che liberalizzava l'aborto. 
 
Le dichiarazioni del primo ministro Alexander De Croo, e del teologo suo conterraneo Gabriel Ringlet sono "inaccettabili"  e il messaggio dovrà essere chiaro.

Il primo ministro belga conclude i suoi sproloqui "Chiedendo rispetto per le donne che devono poter decidere liberamente del loro corpo senza l'interferenza della Chiesa".

Al primo ministro Alexander De Croo facciamo una semplicissima domanda:"lei  porta rispetto alle donne"? Vista la sua notorietà nell' aver intrattenuto chat erotiche con la pornostar italiana Eveline Dellai.
(notizia apparsa su Silere non possum il 03 ottobre 2024)

Il Belgio carissimi lettori, viene chiamato anche“Eurabia” nonostante la presenza di una famiglia reale storicamente legata alla Chiesa Cattolica, è da anni che ormai il piccolo Paese è  alla deriva, consente  agli omosessuali di sposarsi e a chi vuole di praticare l'eutanasia, terminando la propria vita senza aspettare la fine naturale della propria esistenza.(Questo io lo chiamo omicidio di stato non civiltà) Addirittura, si spendono i soldi dei contribuenti per discutere se il diritto all'eutanasia possa essere concesso anche ai minori.
Per il Belgio, come per tanti altri paesi Europei, come l'Italia possiamo dire che siamo entrati in un  “inverno demografico", grazie alle leggi scellerate proposte e messe in atto dai suoi legislatori.

Ma se guardiamo il Belgio, alla sua capitale Bruxelles, che è diventata un crocevia di popoli di "cultura islamica", possiamo considerarla la capitale di Eurabia, come la chiamano in molti. 
È la città più islamizzata d’Europa, con il 25% della popolazione originaria di paesi di cultura arabo-islamica. (E questi i figli li fanno). Sono tra 250mila e 300 mila gli islamici solo a Bruxelles quelli censiti,che continuano a osservare le proprie leggi e tradizioni islamiche, in barba alla laicità dello stato. Ogni tanto la  gerarchia della Chiesa cattolica, si accorge che in europa e nel mondo, c'è una mattanza di bimbi, grazie alla legge dell'aborto e timidamente prova a levare la  sua voce in difesa di essi,ma viene silenziata dalle cancellerie di mezzo mondo. La Chiesa post-concilio non gode più di autorevolezza. Anche in Australia, come in buona parte dell'Europa e del presunto mondo civilizzato , l'aborto è la prima causa di morte con 80.000 bambini uccisi all'anno, seguito dall'infarto con 18.000 morti l'anno.
Ogni mese ci sono in media 9 bambini abortiti che rimangono vivi (ricordo che è possibile abortire fino alla nascita), che per legge debbono essere lasciati morire come cani, senza potergli dare latte o acqua, aspettando che muoiano di inedia su un tavolo di metallo, anzi no, se uno trattasse così un cane andrebbe in galera.

Da notare che se quegli 80.000 bambini l'anno non fossero uccisi, la popolazione sarebbe in bilancio positivo e non ci sarebbe bisogno di importare indiani Pakistani con lauree finte e dalle abitudini questionabili.

In compenso ci sono coppie disperate che vorrebbero adottare un bambino e non riescono a farlo, perché l'offerta (al netto degli aborti, ovviamente) è drammaticamente inferiore alla domanda.
Ma poi la Chiesa continua ostinatamente a percorrere quella medesima strada dissestata del famoso dialogo con il mondo che hanno tracciato con il Concilio Vaticano II.(Io  direi piuttosto un dialogo tra sordi). Se il mondo non vi ascolta più carissimi vescovi, dovete prendervela esclusivamente con voi stessi, e non addossare ad'altri le responsabilità.Tornare indietro non vuole dire chiudersi alla modernità e al mondo, ma significa ripartire da Cristo che è la Via, la Verità e la Vita. No quella magra vita piena d'illusione che tutti affannosamente vivono male. Ma la vera vita.
Il cristiano può tornare indietro,alle radici si, per prendere l'ispirazione, per proseguire, sapendo che "con Dio, tutto è possibile".

Il«Si quæris miracula » è la più nota preghiera antoniana, da dire, secondo la tradizione, per ritrovare gli oggetti perduti. 
Sarebbe il caso che i vescovi riuniti al sinodo con Francesco, la recitassero per ritrovare quella fede cattolica, che da sessanta anni hanno eclissato per abbracciare nuove ideologie e dottrine. 

Nelle loro stravaganti liturgie penitenziali per il sinodo, in quel gigantesco circo-mediatico, dovrebbero i vescovi uniti al Pontefice, chiedere perdono e cospargersi il capo di ceneri, per aver permesso e trasformato la Santa Chiesa in una sorta di ONG dedita all'ambiente e all'ecologia,dovrebbero provare vergogna per il peccato di mancanza di coraggio che hanno avuto nel difendere la fede cattolica. Dovrebbero chiedere perdono a Dio Padre, di aver stravolto il Santo Sacrificio dell'altare, trasformandolo in un semplice banchetto conviviale, di essere responsabili della dannazione eterna di molti fanciulli e fedeli che a causa delle loro strambe idee hanno perso la fede .