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Cannarozzo: La Chiesa Sempre Più Verso il Protestantesimo.






Carissimi amici e lettori, il 4 Ottobre su Stilum curiae e apparso un interessante  articolo di Antonello Cannarozzo, davvero bello che merita la nostra più attenta lettura, ci offre questa disamina impietosa dello stato della Chiesa attuale. Buona lettura, riflessione e condivisione….


La Chiesa sempre più verso il protestantesimo,

dunque verso il nulla

Per motivi professionali e personali, devo leggere, purtroppo, anche siti di pseudo cattolici che con la protervia dell’ignorante salgono sulla “cattedra virtuale” e sentenziano errori, sacrilegi, eresie e tutto nel silenzio colpevole di chi dovrebbe vigilare, pretendendo, poi, che il mondo cristiano li segua.

Si è perso il senso del sacro e chi legge questo sito non ha certo bisogno delle mie affermazioni per saperlo.

Il discorso sarebbe lungo da affrontare, ma sentendo tanti sproloqui mi è tornato alla mente un episodio di molti anni fa.

Ero davanti allo splendido duomo di Orvieto, quando un vecchio amico sacerdote mi propose una riflessione. “Vedi – mi disse- la bellezza di questa opera umana, dagli affreschi ai mosaici e tutto questo capolavoro è nato per conservare solo un pezzetto di pane azzimo, la nostra Santa Ostia, il Corpo ed il Sangue di Cristo” e proseguì dicendo “Così noi uomini nel nostro duomo, che è anima, dobbiamo accogliere con tutto l’amore ed il rispetto questa grazia infinita; l’Ostia che il sacerdote ci porge alla balaustra dell’altare” (Ancora non c’era la riforma di Paolo VI, ndr)


Un ricordo caro che purtroppo mi ha riportato a considerare la drammatica situazione della Chiesa attuale, specialmente per come è trattato tutto ciò che è sacro.

Non è un caso che oggi il dogma della santa Eucarestia, fondamento della Chiesa, è preso di mira dai nemici di Cristo che preferiscono volgere il loro sguardo al mondo con le sue inutili lusinghe che non a Dio, ma è ancora più grave che tra le file di costoro ci sono molti che appartengono al clero, con grave scandalo per i fedeli.

Una lenta sopraffazione che viene da lontano da cinquant’anni di post Concilio che tanto male ha arrecato alla Chiesa.

Pio XII, nella enciclica ‘Mediator Dei’, ci ricorda che: “Il mistero delle santissima Eucarestia, istituita dal Sommo Sacerdote Gesù Cristo e rinnovata in perpetuo per sua volontà dai ministri, è come la somma e il centro della sacra liturgia”.

Quanta bellezza in queste parole, purtroppo, il protestantesimo, insieme al laicismo e al relativismo sono penetrati nel cuore della Chiesa stravolgendo l’ortodossia cattolica di sempre proprio nella S. Messa, non è più concepita come Sacrificio, (ovviamente parliamo di molti e non di tutti i sacerdoti. Ndr) ma come un convito fraterno, dove non si celebra il dolore dell’Ultima Cena di Gesù con la conseguente crocefissione, ma direttamente la Resurrezione, un invito allora alla gioia, alla festa, altro che penitenza.

Come si può, con questo comportamento, partecipare all’Offerta cruenta che si celebra quotidianamente durante la celebrazione della S. Messa? Si svilisce di fatto, se ciò fosse possibile, la sua grandezza.

Leggo, tra le memorie suor Pascalina Lehnert, fedele collaboratrice di papa Pacelli, dal suo libro ‘Pio XII. Il privilegio di servirlo’, questa bella descrizione: “Alle sette, Pio XII si dirige verso la cappella; si inginocchia sul grande inginocchiatoio, ove la sua figura appare ancora più slanciata, e si prepara al Sacrificio divino. Si dirige quindi all’altare e indossa i paramenti sacri. Egli pronuncia così chiaramente le preghiere di rito che ogni sillaba è facilmente comprensibile e al tempo stesso non è detta troppo forte da recare disturbo. Iniziano le preghiere dell’Introitus. Inchinato profondamente e mettendo in ogni parola la sua anima, egli recita mentalmente il Confiteor”.

Quanto amore per la Santa Liturgia in queste righe, oggi il prete, fino alla tragica riforma di Paolo VI, era di fatto giustamente l’Alter Christus, mentre ora è solo il Presidente dell’assemblea eucaristica dove, seguendo ancora le idee protestanti, si unisce ai fedeli senza più alcuna differenza tra i ruoli.

Le parole della Consacrazione poi non sono più considerate la sostanziale presenza eucaristica, ma solo un mero simbolo e da questo deriva tutta la non curanza nel trattare l’Ostia, specialmente nei suoi frammenti di pane consacrato, considerato Corpo di Cristo solo nella sua totalità, mentre sappiamo che in ogni minimo frammento c’è la Sua presenza. È come l’oro purissimo dove anche nell’infinitamente piccolo atomo c’è tutta la completa composizione dell’oro.

Così non ci si inginocchia più davanti al Tabernacolo, né tanto meno adorano il Santissimo in esso celato e, finita la Messa, sciolta di fatto l’assemblea “conviviale”, il pane consacrato non è più che un simbolo e non più una realtà di fede.

Ancora Pio XII il 28 aprile 1939, rivolgendosi ai Sacerdoti, affermava: “Finché sui campi del nostro globo spunterà una spiga di grano e penderà un grappolo d’uva, e un sacerdote salirà pensoso del sacrificio l’altare, l’Ospite divino sarà con noi; e il credente curverà nella fede la mente e il ginocchio innanzi a un’Ostia consacrata. Fede senza la quale è vano segno il piegare di un ginocchio”.

Inutile, allora, in questo ambito di modernità, accostarsi alla Confessione prima di riceve l’Ostiaperchè il riunirsi in nome di Gesù, secondo la nuova vulgata, è già una forma di riconciliazione con Luie con i fratelli.

Il pensiero corre inevitabilmente a quante migliaia di comunioni blasfeme vengono fatte ogni giorno nel mondo per colpa di queste idee.

Attraverso costoro, la Chiesa fondata da Cristo non è più un perfetto organismo fatto di norme, di dogmi, di riti sacri e di gerarchia, ma più semplicemente è una società di Mutuo Soccorso dove ciascuno fedele vive il rapporto con Dio nella sua intimità, sensibilità e cultura, insomma la fede come un supermarket, dove si sceglie ciò che ci piace, meglio se c’è pure l’offerta speciale.

Nessuna religione, si afferma, deve emergere sulle altre come vera e unica via per la salvezza, tutte le religioni sono uguali.

Leggiamo dall’Enciclopedia Cattolica (vol. v imprimatur 1950) che: “La teoria dell’ecumenismo che viene adoperata nei tempi moderni per indicare ogni sorta di attività religiosa che non si limiti ai problemi interni di una chiesa cristiana nel senso proprio ecumenismo è la teoria più recente escogitata dai movimenti interconfessionali, specialmente protestanti, per raggiugere l’unione delle chiese cristiane” e prosegue “si vede subito che tali teorie sono in contrato con fede cattolica”.

Il dialogo interreligioso di Assisi nel 1986 ne è la colpevole testimonianza.

Non c’è più una definitiva e netta divisione tra vero e falso, “Il vostro parlare sia sì sì, no no, il resto viene dal demonio” (Matteo 5), mentre oggi tutto è sempre vago in un ricorrente ’si, però, nella misura in cui, forse’, dove di fatto non ci sarebbe più un Credo unico perché non c’è più una ‘verità assoluta’ ed è triste che a professarlo siano ancora una volta sacerdoti o religiosi.

Davanti a questo appiattimento religioso, i cattolici dovrebbero domandarsi perché mai Cristo è venuto tra noi e si caricato di tutti i nostri peccati ed è morto in Croce e Resuscitato?

Per puro passatempo o perchè solo Lui ha parole di vita eterna per la nostra salvezza? La risposta ce la dà lo stesso Gesù: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. (Giovanni, 12,14).

C’è altro da dire ai vari circoli ecumenici nella loro corsa verso il baratro spirituale?

In sintesi sono le nuove dottrine che amaramente si possono trovare anche su internet, sono presentate senza vergogna, colpendo proprio l’Eucarestia e, dunque, la fede cattolica e con essa la dignità e la civiltà umana.

Cristo e la sua azione salvifica sono colpevolmente dimenticati !

“Se non mangerete la carne del Figliuolo dell’uomo, … non avrete in voi la vita» (Io. 6, 54). Il suo amore senza limiti ha messo questa condizione alla nostra felicità: Non avrete parte con me (per usare le parole del Signore stesso Giov. 13, 8), se non vi nutrirete con la mia carne (discorso di Pio XII, 31 maggio 1953).

Parole che oggi non sembrano più avere un senso.

Come in tutte le rivoluzioni, la sovversione comincia sempre da un piccolo gruppo ben agguerrito per poi, come in questo caso, spargere i suoi veleni anche nel corpo santo della Chiesa.

Ai giorni nostri, alcuni cosiddetti teologi, influenzati dal resuscitato modernismo, ‘sintesi di tutte le eresie’, come lo definiva S. Pio X, con la complicità di biblisti, liturgisti, sacerdoti, filosofi, per non citare i mass media e quant’altro, stanno da anni stravolgendo la santa Dottrina, creando solo una grande confusione di idee intorno alla fede nella sua essenza più viva.

La trasgressione costante del rito liturgico, la tiepidezza con cui viene trattato il SS Sacramentoe, non ultimo, due parole sulla penosa tendenza a concelebrare la Messa, sacrificando quella individuale, dimenticando che anche se a concelebrare fossero mille preti, la Messa non è moltiplicata per mille, ma rimane sempre una sola Messa, unica ed indivisibile consacrazione, come uno è l’altare e uno è il tempo liturgico.

Davanti a tutto questo bisogna ribadire con forza ciò che è la Dottrina cattolica da ciò che non lo è, rifacendosi ai dogmi di sempre della Chiesa, dicendo subito che è bugiardo affermare che il Vaticano II abbia abolito le norme promosse nel Concilio di Trento, così è bugiardo che il movimento ecumenico annulla tutte le differenze in materia di fede e di costumi ed è, dunque bugiardo affermare che la Chiesa cattolica può essere assimilata alle altre realtà spirituali, come abbiamo visto sopra.

È bugiardo dichiarare che alcuni peccati ritenuti gravi, oggi non siano più tali, come se ci fosse una specie evoluzione nei Comandamenti di Dio, così come ricevere la Comunione senza confessarsi. Purtroppo, nessuno con autorità ribatte loro che la morale cattolica è rimasta immutata.

È bugiardo ritenere peccato solo quello in cui uno crede seguendo Il relativismo che rifiutando ogni valore oggettivo e assoluto, umilia la persona, schiacciandola verso l’anarchia e la morte.

È bugiardo che la misericordia di Dio dispensi dal dovere di pentirsi, correggersi e combattere le proprie passioni. Preferire, come fecero i santi martiri, la morte piuttosto che offenderLo.

È bugiardo che la Chiesa possa obbligare i fedeli a ricevere esclusivamente la comunione in mano che sia abolita la norma che la vietava. Secondo la Cei il nuovo rito non è obbligatorio, ma facoltativo.

La Santa Sede ha ribadito che “si conservi la consuetudine di deporre la particola sulla lingua, consuetudine che poggia su una tradizione plurisecolare (rito della comunione fuori dalla Messa, istruzioni 1979)

È bugiardo che lo spirito della nuova Alleanza abbia dispensato i fedeli dai precetti del Decalogo, lasciando gli uomini liberi di assecondare i propri istinti.

È bugiardo che ormai bisogna accettare il nuovo corso uniformandosi ad una prassi liturgica che si fa credere sempre più diffusa per favorirne la propagazione.

Ciò che è contro il bene delle anime non può acquistare alcun valore di legge “Nessuna consuetudine che sia contraria al diritto divino, può ottenere forza di legge (Cod dir. Canonico c. 24/1) e siccome di violazioni, profanazioni, irriverenze sono all’ordine del giorno nella nostra martoriata Chiesa, i fedeli debbono vigilare per la salvezza delle loro anime e per la difesa della nostra Fede.

Antonello Cannarozzo

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