Caso McCarrick / Dopo l’uscita del Rapporto vaticano Viganò commenta: “Mistificazioni e falsità. La fiction continua”
(fonte Aldo Maria Valli, Duc in altum )
Cari amici di Duc in altum, dopo che il Vaticano ha diffuso ieri il “Rapporto sulla conoscenza istituzionale e il processo decisionale della Santa Sede riguardante l’ec cardinale Theodore Edgar McCarrick”, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha scritto un primo commento a caldo, che per ora non entra nel merito dei contenuti del documento, ma denuncia una “operazione di mistificazione” circa le responsabilità degli insabbiamenti ed esprime “sdegno” per le accuse rivolte nei suoi confronti.
Ricordo che della vicenda McCarrick l’arcivescovo Viganò si occupa ampiamente nel suo libro Nell’ora della prova (Chorabooks) uscito pochi giorni fa e del quale ho parlato in questa presentazione, con la partecipazione di Ettore Gotti Tedeschi, Massimo Viglione e Aurelio Porfiri.
È stato reso noto il, 10 novembre, il Rapporto ufficiale della Santa Sede relativo al caso McCarrick: prima di esprimermi in merito, mi riservo di analizzarne il contenuto.
Non posso tuttavia non rilevare la surreale operazione di mistificazione nei riguardi delle responsabilità nell’insabbiare gli scandali del deposto cardinale americano, e allo stesso tempo non posso esimermi dall’esprimere il mio sdegno nel vedere rivolte contro di me le medesime accuse di insabbiamento, quando ho più e più volte denunciato l’inazione della Santa Sede dinanzi alla gravità delle accuse concernenti la condotta di McCarrick.
Un commentatore scevro da pregiudizi potrebbe notare i tempi più che sospetti della pubblicazione, così come il tentativo di gettare discredito sulla mia persona, accusata di disobbedienza e di negligenza da coloro che hanno tutto l’interesse di delegittimare chi ha portato alla luce una rete di corruzione e immoralità senza pari. La sfrontatezza e l’indole fraudolenta dimostrate in questa occasione avrebbero chiesto, a questo punto, di chiamare questa suggestiva ricostruzione dei fatti «Rapporto Viganò», risparmiando al lettore la spiacevole sorpresa di veder ancora una volta adulterata la realtà. Ma questo avrebbe richiesto onestà intellettuale, prima ancora che amore per la giustizia e per la verità.
A differenza di molti personaggi coinvolti in questa vicenda, non ho alcun motivo di temere che la verità possa contraddire le mie denunce, né sono in alcun modo ricattabile. Chi lancia accuse prive di fondamento con il solo scopo di distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica avrà l’amara sorpresa di constatare che l’operazione condotta contro di me non sortirà alcun effetto, se non dar prova ulteriore della corruzione e della malafede di chi per troppo tempo ha taciuto, ha negato, ha volto lo sguardo altrove e oggi deve renderne conto. La fiction vaticana continua.
+ Carlo Maria Viganò, arcivescovo
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