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Mons. Schneider e mons. Viganò terranno delle discussioni dottrinali con Roma?


Nella sua opera "Christus vincit: Christ’s Triumph Over the Darkness of the Age", pubblicato in inglese da Angelico Press e presto pubblicato anche in francese da Éditions Contretemps, mons. Athanasius Schneider non esita a mettere in discussione il Concilio Vaticano II : "Ho per molto tempo ritenuto che i testi del Concilio non costituivano un grosso problema. Da un lato, vedevo i testi del Concilio maltrattati dai liberali e, dall'altro, mi sembrava allora che le critiche di mons. Lefebvre fossero esagerate. Per me era impossibile pensare che un concilio o un papa potessero commettere un errore. Implicitamente, ho considerato ogni parola del Concilio e del Papa come infallibile, o almeno senza errori. […] Ora mi rendo conto di aver "spento" la mia ragione; anzi, un simile atteggiamento non è salutare e va contro la Tradizione della Chiesa, come la vediamo tra i Padri,i Dottori e i grandi teologi della Chiesa negli ultimi duemila anni" (P.116-117, ed. inglese)
E aggiunge: "Un esame onesto mostra che alcune espressioni dei testi del Concilio sono in rottura con la Tradizione costante del precedente Magistero. Dobbiamo sempre tenere presente il fatto che lo scopo principale del concilio era la pastorale e che il concilio non intendeva offrire insegnamenti particolari definitivi (P. 119, ed. inglese)

Da parte sua, mons. Carlo Maria Viganò ha stabilito per diversi mesi un legame di causa ed effetto tra il concilio e l'attuale crisi nella Chiesa: "I tentativi di correzione degli eccessi conciliari – invocando l’ermeneutica della continuità – si sono rivelati fallimentari: Naturam expellas furca, tamen usque recurret [Scaccia la natura con una forca, ma tornerà sempre] (Orazio Epist. I,10,24). La Dichiarazione di Abu Dhabi e, come mons. Schneider giustamente osserva, i suoi prodromi del pantheon di Assisi, “è stata concepita nello spirito del Concilio Vaticano II” " (Excursus sul Vaticano II e conseguenze, in Chiesa e post concilio del 9 giugno 2020).

Pertanto sorge una domanda: gli scambi tra i due prelati si trasformeranno in discussioni dottrinali con la Congregazione per la Dottrina della Fede, come tempo fa accadde per la Fraternità San Pio X? Si può mettere in discussione il Concilio, mostrando la sua discontinuità con il magistero precedente, senza che il cardinale Luis Ladaria Ferrer e Papa Francesco se ne scandalizzino? Per ora, solo Sergio Centofanti, vicedirettore del Dicastero per la Comunicazione, ha tentato di difendere il Concilio in un articolo pubblicato il 22 giugno su Vatican News, intitolato "Lo sviluppo della dottrina è fedeltà nella novità" . Ma questa debole difesa - più retorica che teologica - lungi dal chiudere il dibattito, lo richiede e addirittura lo esige. Un dibattito dottrinale con la Congregazione per la Dottrina della Fede e non con il Dicastero per la Comunicazione.

Padre Alain Lorans

(FONTE: FSSPX.NEWS)

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