la Madonna è corredentrice assieme a Cristo oppure no?
Dal pontificato di Bergoglio abbiamo visto iniziare questa disputa apparentemente accademica, ma letteralmente tiene sui carboni ardenti le correnti nella Chiesa che si concentrano sul culto della Madre di Dio.
In questi giorni, anzi in queste ore è stato pubblicato un documento intitolato “Mater Populi Fidelis. Nota dottrinale su alcuni titoli mariani riferiti alla cooperazione di Maria all’opera della salvezza”, la disputa si è di nuovo riaccesa. Oggi 4 novembre, il prefetto cardinale Víctor Manuel Fernández e il teologo don Maurizio Gronchi, professore ordinario presso la Pontificia Università Urbaniana.
Nel documento del Dicastero per la Dottrina della fede "Mater populi fidelis", approvato da Leone XIV, sconfessano molti Santi e pontefici del passato che hanno pregato e invocato Maria santissima con il titolo di Corredentrice e mediatrice .
(Questi Santi pontefici e confessori che hanno invocato Maria santissima con il titolo di Corredentrice già dal XV secolo si sono ingannati ? Ci hanno ingannati?) Le preghiere gli scritti! Il titolo tanto indigesto alla gerarchia modernista vogliamo ricordare ai lettori che per la prima volta viene pronunciato nel XV secolo, all’interno della tendenza ad associare Maria all’opera di Cristo Salvatore e ad affermarne la “compassione”.
Dal pontificato di Bergoglio abbiamo visto iniziare questa disputa apparentemente accademica, ma letteralmente tiene sui carboni ardenti le correnti nella Chiesa che si concentrano sul culto della Madre di Dio.
In questi giorni, anzi in queste ore è stato pubblicato un documento intitolato “Mater Populi Fidelis. Nota dottrinale su alcuni titoli mariani riferiti alla cooperazione di Maria all’opera della salvezza”, la disputa si è di nuovo riaccesa. Oggi 4 novembre, il prefetto cardinale Víctor Manuel Fernández e il teologo don Maurizio Gronchi, professore ordinario presso la Pontificia Università Urbaniana.
Nel documento del Dicastero per la Dottrina della fede "Mater populi fidelis", approvato da Leone XIV, sconfessano molti Santi e pontefici del passato che hanno pregato e invocato Maria santissima con il titolo di Corredentrice e mediatrice .
(Questi Santi pontefici e confessori che hanno invocato Maria santissima con il titolo di Corredentrice già dal XV secolo si sono ingannati ? Ci hanno ingannati?) Le preghiere gli scritti! Il titolo tanto indigesto alla gerarchia modernista vogliamo ricordare ai lettori che per la prima volta viene pronunciato nel XV secolo, all’interno della tendenza ad associare Maria all’opera di Cristo Salvatore e ad affermarne la “compassione”.
«Il titolo di corredentrice non dovrebbe sollevare obiezioni, poiché significa “cooperatrice della redenzione”. Si deve ammettere che in un certo senso tutta la Chiesa è corredentrice, che i cristiani sono corredentori essendo chiamati a collaborare all’opera della salvezza. Facendo allusione alla sua attività apostolica, san Paolo non esitava a scrivere: “Noi siamo i cooperatori di Dio” (1Cor 3,9)» Sotto il Pontificato di Giovanni Paolo II (1978-2005) c’è una forte risorgenza del movimento corredenzionista. «Ma Maria è corredentrice in un senso unico; ella non ha soltanto collaborato per l’applicazione all’umanità dei frutti della redenzione operata dal Cristo. Pur avendo ella stessa beneficiato della grazia redentrice di Cristo, ha collaborato direttamente al compimento del sacrificio redentore. […]. Senza voler entrare qui nei dettagli delle discussioni, ci limitiamo a constatare che tutte le indicazioni fornite dai testi evangelici vanno nel senso di una cooperazione materna di Maria a tutta l’opera redentrice e alla nascita della Chiesa. Invocando Maria come corredentrice e madre della Chiesa, il cristiano fonda il suo atteggiamento su questa rivelazione essenziale». Nell’Udienza generale di mercoledì 10 dicembre 1980 il Pontefice Giovanni Paolo II chiama Maria: «la Corredentrice». Nell'udienza dell'8 settembre 1982 afferma: «Maria, pur concepita e nata senza macchia di peccato, ha partecipato in maniera mirabile alle sofferenze del suo divin Figlio, per essere Corredentrice dell’umanità». All’Angelus di domenica 4 novembre 1984 chiama la Madonna: «la Corredentrice».
Nell’Omelia al Santuario di Nostra Signora de la Alborada a Guyaquil (Ecuador), il 31 gennaio 1985, afferma che «il ruolo di corredentrice di Maria non cessò con la glorificazione del Figlio». All’Angelus della Domenica delle Palme, 31 marzo 1985, chiama «Maria, la corredentrice». Papa Giovanni Paolo II oggi dalla Chiesa annoverato tra i suoi Santi di Maria santissima ne contemplò la sorprendente missione di Madre del Salvatore. La invocò come Immacolata, Addolorata e Corredentrice, esaltandone il ruolo singolare nella storia della salvezza e nella vita del popolo cristiano». La teologia ci ha fatto scoprire che la compassione di Maria ha partecipato alla nostra salvezza come meritoria, soddisfacente, sacrificale, ad immagine della Passione di Cristo. L’ultima caratteristica è quella di essere redentrice, o più precisamente, quando si tratta di Maria, di essere corredentrice.
Lo studio teologico del ruolo della Passione nella Redenzione iniziò nel Medioevo. Lo stesso vale per lo studio della compassione e della corredenzione. L’idea di corredenzione si trova nella tradizione solo implicitamente nelle espressioni: nuova Eve, socia, adjutrix (associata, aiutante).
Nell’insegnamento dei Papi Schema su alcuni insegnamenti papali in merito alla Corredenzione, dal Libro d’Oro di Maria Santissima.
Leone XIII, Enciclica Adjutricem populi, chiama Maria la «Riparatrice dell’universo».
Benedetto XV, Breve Inter sodalicia: «ella soffrì e quasi morì con il Figlio suo sofferente e morente, così rinunciò per la salvezza degli uomini ai suoi diritti di madre su questo Figlio e lo immolò per placare la divina giustizia, sicché si può dire, a ragione, che Ella abbia redento con Cristo il genere umano.»
INTER SODALICIA
Nell’Omelia al Santuario di Nostra Signora de la Alborada a Guyaquil (Ecuador), il 31 gennaio 1985, afferma che «il ruolo di corredentrice di Maria non cessò con la glorificazione del Figlio». All’Angelus della Domenica delle Palme, 31 marzo 1985, chiama «Maria, la corredentrice». Papa Giovanni Paolo II oggi dalla Chiesa annoverato tra i suoi Santi di Maria santissima ne contemplò la sorprendente missione di Madre del Salvatore. La invocò come Immacolata, Addolorata e Corredentrice, esaltandone il ruolo singolare nella storia della salvezza e nella vita del popolo cristiano». La teologia ci ha fatto scoprire che la compassione di Maria ha partecipato alla nostra salvezza come meritoria, soddisfacente, sacrificale, ad immagine della Passione di Cristo. L’ultima caratteristica è quella di essere redentrice, o più precisamente, quando si tratta di Maria, di essere corredentrice.
Lo studio teologico del ruolo della Passione nella Redenzione iniziò nel Medioevo. Lo stesso vale per lo studio della compassione e della corredenzione. L’idea di corredenzione si trova nella tradizione solo implicitamente nelle espressioni: nuova Eve, socia, adjutrix (associata, aiutante).
Nell’insegnamento dei Papi Schema su alcuni insegnamenti papali in merito alla Corredenzione, dal Libro d’Oro di Maria Santissima.
Leone XIII, Enciclica Adjutricem populi, chiama Maria la «Riparatrice dell’universo».
Benedetto XV, Breve Inter sodalicia: «ella soffrì e quasi morì con il Figlio suo sofferente e morente, così rinunciò per la salvezza degli uomini ai suoi diritti di madre su questo Figlio e lo immolò per placare la divina giustizia, sicché si può dire, a ragione, che Ella abbia redento con Cristo il genere umano.»
INTER SODALICIA
Lettera apostolica di Benedetto XV sulla cooperazione di Maria alla Redenzione del 22 marzo 1918.
Si tratta di un documento in apparenza minuscolo: una breve lettera rivolta alla romana Confraternita di Nostra Signora della Buona morte in data 22 marzo 1918. In realtà è molto importante perché il papa, facendo eco al suo predecessore san Pio X, si pronuncia per la prima volta nella storia del magistero papale in modo chiaro e si direbbe “formale” in favore della dottrina che sostiene la cooperazione di Maria alla Redenzione di Cristo compiuta sulla Croce, con la sua partecipazione mistica alla immolazione del Figlio per placare la divina giustizia.
Ecco un brano della lettera:
“….Che proprio l’Addolorata venga eletta e invocata come Patrona di una buona morte, corrisponde meravigliosamente alla dottrina cattolica e alla pia tradizione della Chiesa….Perché i Dottori ritengono concordemente che, se la Beatissima Vergine non ha apparentemente avuto partecipazione alcuna alla vita pubblica di Gesù Cristo, e riappare, poi, all’improvviso, sulla via del Calvario e sotto la Croce, ella non vi può essere stata presente senza un disegno divino. Perché così ella soffrì e quasi morì con il Figlio suo sofferente e morente, così rinunciò per la salvezza degli uomini ai suoi diritti di madre su questo Figlio e lo immolò per placare la divina giustizia, sicché si può dire, a ragione, che ella abbia redento con Cristo il genere umano. Evidentemente per questa ragione tutte le diverse grazie del tesoro della redenzione vengono anche distribuite attraverso le mani dell’Addolorata.…”.
Benedetto XV, Lettera Apostolica Inter sodalicia, 22 marzo 1918
Pio XI, Allocuzione, 30 novembre 1933: «Il Redentore non poteva, per necessità di cose, non associare la Madre Sua alla Sua opera, e per questo noi la invochiamo col titolo di Corredentrice.»
Dal discorso “Ecco di nuovo” ai pellegrini di Vicenza, 30 novembre 1933
Voi siete come mandati [a Roma] e raccomandati dalla Madonna di Monteberico, Signora della vostra regione, venerata in quel Santuario tanto famoso; inviati dunque della Vergine stessa, al centro della fede per arricchirvi dei tesori dell’Anno Santo della Redenzione in cui Ella ha tanta parte.
Il Redentore non poteva, per necessità di cose, non associare la Madre Sua alla Sua opera, e per questo noi la invochiamo col titolo di CORREDENTRICE. Essa ci ha dato il Salvatore, l’ha allevato all’opera di Redenzione fino sotto la Croce dividendo con Lui i dolori dell’agonia e della morte in Gesù consumava la Redenzione di tutti gli uomini. E proprio sotto la Croce, negli ultimi istanti della Sua vita il Redentore la proclamava Madre nostra e Madre universale: Ecce filius tuus, diceva di S. Giovanni che rappresentava noi tutti; e nello stesso Apostolo eravamo ancora tutti noi a raccogliere le parole: Ecce Mater tua.
Voi, buoni fedeli, dunque siete venuti a celebrare con Noi il XIX Centenario non solo della Redenzione, ma anche della maternità universale di Maria, proclamata ufficialmente e solennemente con le parole stesse del Figlio di Dio nel momento particolarmente solenne della Sua morte; siete venuti a rendere anche questo tributo di pietà alla Vergine Madre di tutti gli uomini e che voi potete ben dire con orgoglio e con fierezza filiale Madre vostra in modo tutto particolare.
Maria nell’insegnamento dei Romani Pontefici, Edizioni Paoline, Roma, 1959, pp. 242-243.
Si tratta di un documento in apparenza minuscolo: una breve lettera rivolta alla romana Confraternita di Nostra Signora della Buona morte in data 22 marzo 1918. In realtà è molto importante perché il papa, facendo eco al suo predecessore san Pio X, si pronuncia per la prima volta nella storia del magistero papale in modo chiaro e si direbbe “formale” in favore della dottrina che sostiene la cooperazione di Maria alla Redenzione di Cristo compiuta sulla Croce, con la sua partecipazione mistica alla immolazione del Figlio per placare la divina giustizia.
Ecco un brano della lettera:
“….Che proprio l’Addolorata venga eletta e invocata come Patrona di una buona morte, corrisponde meravigliosamente alla dottrina cattolica e alla pia tradizione della Chiesa….Perché i Dottori ritengono concordemente che, se la Beatissima Vergine non ha apparentemente avuto partecipazione alcuna alla vita pubblica di Gesù Cristo, e riappare, poi, all’improvviso, sulla via del Calvario e sotto la Croce, ella non vi può essere stata presente senza un disegno divino. Perché così ella soffrì e quasi morì con il Figlio suo sofferente e morente, così rinunciò per la salvezza degli uomini ai suoi diritti di madre su questo Figlio e lo immolò per placare la divina giustizia, sicché si può dire, a ragione, che ella abbia redento con Cristo il genere umano. Evidentemente per questa ragione tutte le diverse grazie del tesoro della redenzione vengono anche distribuite attraverso le mani dell’Addolorata.…”.
Benedetto XV, Lettera Apostolica Inter sodalicia, 22 marzo 1918
Pio XI, Allocuzione, 30 novembre 1933: «Il Redentore non poteva, per necessità di cose, non associare la Madre Sua alla Sua opera, e per questo noi la invochiamo col titolo di Corredentrice.»
Dal discorso “Ecco di nuovo” ai pellegrini di Vicenza, 30 novembre 1933
Voi siete come mandati [a Roma] e raccomandati dalla Madonna di Monteberico, Signora della vostra regione, venerata in quel Santuario tanto famoso; inviati dunque della Vergine stessa, al centro della fede per arricchirvi dei tesori dell’Anno Santo della Redenzione in cui Ella ha tanta parte.
Il Redentore non poteva, per necessità di cose, non associare la Madre Sua alla Sua opera, e per questo noi la invochiamo col titolo di CORREDENTRICE. Essa ci ha dato il Salvatore, l’ha allevato all’opera di Redenzione fino sotto la Croce dividendo con Lui i dolori dell’agonia e della morte in Gesù consumava la Redenzione di tutti gli uomini. E proprio sotto la Croce, negli ultimi istanti della Sua vita il Redentore la proclamava Madre nostra e Madre universale: Ecce filius tuus, diceva di S. Giovanni che rappresentava noi tutti; e nello stesso Apostolo eravamo ancora tutti noi a raccogliere le parole: Ecce Mater tua.
Voi, buoni fedeli, dunque siete venuti a celebrare con Noi il XIX Centenario non solo della Redenzione, ma anche della maternità universale di Maria, proclamata ufficialmente e solennemente con le parole stesse del Figlio di Dio nel momento particolarmente solenne della Sua morte; siete venuti a rendere anche questo tributo di pietà alla Vergine Madre di tutti gli uomini e che voi potete ben dire con orgoglio e con fierezza filiale Madre vostra in modo tutto particolare.
Maria nell’insegnamento dei Romani Pontefici, Edizioni Paoline, Roma, 1959, pp. 242-243.

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