La Chiesa cattolica sempre più nel mirino del governo sandinista in Nicaragua. A nulla sono valse le parole distensive pronunciate da Papa Francesco sul volo di ritorno dal Kazakistan. "In questo momento c'è dialogo", aveva detto il Sommo Pontefice rispondendo ad una domanda sulla situazione nicaraguense. Questa settimana, però, sono arrivate le parole di fuoco del presidente Daniel Ortega a schiaffeggiare la mano tesa dalla Santa Sede.
L'ex guerrigliero, che per la quarta volta nel 2021 dopo elezioni non del tutto chiare e cristalline,fortemente contestate dalla comunità internazionale, dall'inizio dell'anno in corso ha messo nel mirino la Chiesa cattolica che con i suoi vescovi e religiosi hanno avuto il coraggio e lo zelo apostolico e hanno
denunciato le violazioni dei diritti umani e la repressione della società civile in atto. La persecuzione religiosa per mano del regime tirannico che opprime il Nicaragua è più che evidente: in questi giorni ha fatto il giro del mondo l'immagine di monsignor Rolando José Alvarez Lagos in ginocchio e con le mani alzate, circondato da poliziotti armati.
È il vescovo della diocesi di Matagalpa e amministratore apostolico della diocesi di Estelí, noto per le sue parole critiche contro gli abusi di potere del dittatore Daniel Ortega. Oggi si trova agli arresti domiciliari.Ortega in uno dei suoi tanti deliri di onnipotenza ha affermato nel corso di una diretta televisiva che la Chiesa cattolica "usa i vescovi in Nicaragua per realizzare un colpo di Stato".
L'ex guerrigliero, che per la quarta volta nel 2021 dopo elezioni non del tutto chiare e cristalline,fortemente contestate dalla comunità internazionale, dall'inizio dell'anno in corso ha messo nel mirino la Chiesa cattolica che con i suoi vescovi e religiosi hanno avuto il coraggio e lo zelo apostolico e hanno
denunciato le violazioni dei diritti umani e la repressione della società civile in atto. La persecuzione religiosa per mano del regime tirannico che opprime il Nicaragua è più che evidente: in questi giorni ha fatto il giro del mondo l'immagine di monsignor Rolando José Alvarez Lagos in ginocchio e con le mani alzate, circondato da poliziotti armati.
È il vescovo della diocesi di Matagalpa e amministratore apostolico della diocesi di Estelí, noto per le sue parole critiche contro gli abusi di potere del dittatore Daniel Ortega. Oggi si trova agli arresti domiciliari.Ortega in uno dei suoi tanti deliri di onnipotenza ha affermato nel corso di una diretta televisiva che la Chiesa cattolica "usa i vescovi in Nicaragua per realizzare un colpo di Stato".
L'immagine calcinata del sangue di Cristo è diventata un simbolo della sofferenza del popolo nicaraguense, che prima dell'arrivo del Covid19 stava già attraversando una profonda crisi socio-politica ed economica, causata dal crudele regime sandinista di Daniel Ortega, segnalato dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite per la persistenza di gravi abusi dall’anno 2018.
“Qui stiamo sopravvivendo a tutte le pandemie che abbiamo, quella politica, sanitaria, della sicurezza e alle persecuzioni”, ha detto Mons. Silvio Fonseca la Chiesa nicaraguense vive la violenza che la assedia e che sembra non fermarsi. “Qui c'è un attacco frontale dello Stato contro la Chiesa, è una guerra aperta contro la Chiesa e l'obiettivo sia farla fuori”.Ogni giorno siamo più preoccupati perché ora il regime sta cambiando strategia. La polizia si è dedicata alla visita dei sacerdoti del Paese, assicurando loro protezione contro le minacce che possono esserci contro la Chiesa. Ma tutto questo nasconde la malvagità, è inquietante! È un nuovo capitolo che si apre per fingere che qui non c’è persecuzione religiosa, quando è il contrario. Qui c’è un odio istituzionalizzato, che ha permeato la mentalità e le azioni dei simpatizzanti del partito comunista e, tra loro, della polizia contro i preti. All’improvviso hanno iniziato a visitare tutte le chiese e tra i sacerdoti c'è preoccupazione per cosa si nasconde dietro tutto questo. Non ci inganneranno e stiamo vedendo fino a che punto può arrivare questa operazione di invasione delle Chiese, perché quando raggiungono un prete invadono una comunità cattolica.In Nicaragua c'è un popolo,c'è una Chiesa accanto al suo popolo che soffre ogni giorno, perché chiede che gli vengano riconosciuti la libertà e la democrazia, vogliono che il Paese possa eleggere i suoi leader in elezioni libere e trasparenti. La maggioranza in Nicaragua è cattolica e vogliono un cambiamento senza violenza, però c'è una repressione permanente, il Paese è militarizzato. C'è un popolo che soffre terribilmente e chiedono alla comunità internazionale di farsi almeno eco a ciò che sta accadendo nel Paese.
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