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Lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa.


di don Ernesto Bellè
Cari Amici e lettori,
Al capitolo 2 degli Atti degli Apostoli si racconta l'episodio della discesa dello Spirito Santo. Gli apostoli insieme a Maria, la madre di Gesù, erano riuniti a Gerusalemme nel Cenacolo, probabilmente della casa della vedova Maria, madre del giovane Marco, il futuro evangelista, dove presero poi a radunarsi abitualmente quando erano in città; e come da tradizione, erano affluiti a Gerusalemme gli ebrei in gran numero, per festeggiare la Pentecoste con il prescritto pellegrinaggio. «Mentre stava per compiersi il giorno di Pentecoste», si legge, «si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme giudei osservanti, di ogni Nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita, perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua. Erano stupefatti e, fuori di sé per lo stupore, dicevano: “Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?…».Il passo degli Atti degli Apostoli, scritti dall’evangelista Luca in un greco accurato, prosegue con la prima predicazione dell’apostolo Pietro, che unitamente a Paolo, narrato nei capitoli successivi, aprono il cristianesimo all’orizzonte universale, sottolineando l’unità e la cattolicità della fede cristiana, dono dello Spirito Santo.
La Pentecoste celebra il dono dello Spirito, “che è Signore e dà la vita” e ci conduce a soffermarci sul ruolo dello Spirito nella Chiesa. Infatti, con la Pentecoste inizia il faticoso tempo della Chiesa. Lo Spirito Santo è certamente il frutto più bello della Pasqua di morte e risurrezione del Signore: Egli Lo soffiò sui discepoli adunati nel Cenacolo in preghiera. La Pentecoste è mistero di consolazione e di gioia, la gioia della presenza, felicità per la certezza che il Maestro è vivo, è con loro e dà loro il suo Spirito, Colui che li guiderà nella conoscenza della Verità: quella autentica che è libertà e pace. È lo Spirito del perdono dei peccati e lo Spirito della missione universale. Anzi: è il protagonista della missione affidata da Gesù agli apostoli e ai loro successori.

Lo Spirito Santo lo abbiamo ricevuto in dono anche noi. Lo abbiamo ricevuto nel Battesimo, ci è stato rinnovato nella Cresima, ci è offerto nell’Eucarestia. Lo Spirito Santo è Paràclito, è Difensore, è Avvocato, è Consolatore che viene riversato nei nostri cuori affinché noi possiamo vivere da discepoli del Signore anche se continua a essere per molti cristiani il grande sconosciuto. E, invece, è proprio Lui che ci dona la forza per vivere cristianamente e con audacia il nostro battesimo. Il popolo cristiano ha – per così dire – una certa familiarità con le due prime persone della Trinità, il Padre e il Figlio; meno con la terza: lo Spirito Santo. Al contrario la sua azione, pur essendo misteriosa e interiore, non per questo è meno reale e necessaria. Il mistero di Gesù Cristo non può compiersi nella Chiesa e in nessuno di noi, se non nello Spirito.

Se chiediamo alle persone chi sia lo Spirito Santo, la maggior parte non saprebbe che cosa rispondere. E se non sa rispondere è perché non Lo conosce, non ne ha esperienza, non Lo ha mai vissuto. “Lo Spirito Santo è il grande dimenticato della nostra vita: quanti pregano lo Spirito Santo? Molto pochi... E' il grande dimenticato! E Lui è il dono che ci dà la pace, che ci insegna ad amare e che ci riempie di gioia”.

Chi è dunque lo Spirito Santo? E' Dio; è la terza Persona della santa e beata Trinità. Tuttavia per immaginarlo abbiamo bisogno di simboli. La Sacra Scrittura offre delle immagini/segni per comprendere chi sia lo Spirito. Lo Spirito Santo è come il vento gagliardo della prima Pentecoste che non si è ancora fermato e che continua a santificare la vita degli uomini, a rinnovare la Chiesa, a consolare e confortare e prefigurare una nuova primavera: la primavera dello Spirito e della Chiesa. Lo Spirito è il dono del Risorto. Lo Spirito non è nient’altro il modo con cui Dio abita in noi. La festa di Pentecoste esprime la verità che Dio abita dentro di noi. Dio non è più presente fisicamente in mezzo a noi nella persona di Gesù di Nazareth; Dio è presente con il suo Spirito. Dunque lo Spirito Santo non è un dono di Dio, ma Dio che si fa dono: da lui nasce il popolo nuovo. Grazie allo Spirito, Dio si fa vicino, rimane in noi e ci dà la Vita.

Il giorno di Pentecoste apre il periodo dell'attività missionaria della Chiesa “Andate in tutto il mondo a predicare la buona novella”. Come lo Spirito Santo, dato dal risorto, ha avuto il compito di rinvigorire e sostenere la prima comunità cristiana, ora rinnova rafforza e sostiene la chiesa tutta nella sua azione pastorale. La Pentecoste è la festa della missione, è la festa del mandato dei credenti.
“Lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa evangelizzatrice … ”.
─ Pentecoste è la festa del mandato. Lo Spirito trasforma un gruppo di persone spaventate e smarrite in testimoni consapevoli e audaci. La parola del Signore si apre a un orizzonte di universalità. Non può essere bloccata dalla paura e dall'orgoglio.
─ Pentecoste è la festa della nuova creazione. La teofania del giorno di Pentecoste, come viene narrata negli Atti degli Apostoli, fa pensare alla creazione del mondo quando Dio plasmò i cieli, la terra, le acque e poi soffiò lo spirito di vita.
─ Pentecoste è la festa che rivela la misericordia compassionevole di Dio. Gesù risorto non soltanto dona lo Spirito in vista della missione, ma anche in vista del perdono dei peccati. Giovanni sottolinea una stretta relazione fra lo Spirito, la comunità dei discepoli e il perdono. La remissione dei peccati è una trasformazione che solo lo Spirito può compiere.
─ Pentecoste esprime la mediazione della Chiesa nel perdono dei peccati. Ma ricorda anche che la libertà può chiudersi al dono del perdono e della grazia.

“La Pentecoste è una festa che non finisce mai, dura ancora, durerà sempre... Come se un grande fuoco fosse stato acceso. Come un’esplosione di grida e di gioia. Mai una festa fu così inebriante, così esaltante”. Possedere lo Spirito Santo, significa, in realtà, essere da Lui posseduti, ricordando sempre la precedenza del "dono" sul "frutto", dell'essere sull'operare.

Questo é oggettivamente vero grazie al dono dei sacramenti, in particolare del Battesimo, della Confermazione e dell'Ordine Sacro, che hanno come effetto, nei fedeli, quella speciale "inabitazione permanente dello Spirito", che ne cambia l'essere, configurandolo a quello di Cristo Signore.

L'essere posseduti dallo Spirito, diviene particolarmente evidente nella vita dei Santi, che sono gli autentici riformatori della Chiesa. Ogni riforma, infatti, se non proviene dallo Spirito, é solo volontà umana, obbediente spesso al proprio capriccio o, peggio, agli imperativi del mondo; se invece proviene dallo Spirito, si attua e diffonde progressivamente, non con strumenti umani di pressione ideologica e disorientante sulle coscienze, ma con il fulgido esempio della Santità, universalmente accolta e riconosciuta.Allora coraggio! e lasciamoci guidare dal soffio dello Spirito. Lui che è "Signore e da la vita". Lui ci faccia sperimentare ogni giorno la novità e la bellezza della vera fede nel Cristo Risorto. Lui ci riempia dei suoi sette santi doni: Sapienza; Intelletto; Consiglio; Fortezza; Scienza; Pietà; Timore di Dio.



Emitte Spiritum tuum et creabuntur, alleluia.
Et renovabis faciem terrae, alleluia.


OREMUS

Deus qui corda fidelium Sancti Spiritus illustratione docuisti:
da nobis in eodem Spiritu recta sapere et de ejus semper consolatione gaudere.
Per Christum Dominum nostrum.
Amen.

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