Una raccolta di meditazioni sui misteri del Santissimo Rosario scritte dal santo Preposito Curato di Torre del Greco, Vincenzo Romano (1751-1831).
Testo raccolto da Salvatore Di Simone
MISTERI DOLOROSI
MISTERI GLORIOSI
Racconta il Malvenda che, meravigliandosi San Domenico come il Rosario poteva operare effetti strepitosissimi ed ottener grazie singolarissime, gli comparve Maria Vergine e gli disse che non facesse tali meraviglie perché essa non solamente era la padrona e la tesoriera delle grazie, ma di vantaggio aveva lasciato ai suoi devoti il canale a poterle ricevere; e questo canale era il Rosario. Ma per ricevere queste grazie, il Rosario si deve recitare senza distrazione, né colla bocca sola; ma con attenzione e con la considerazione dei misteri. I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità (Gv 4, 23). E San Bernardo dice: “La preghiera è del cuore, non delle labbra; Dio infatti non ascolta le parole di chi prega, ma guarda il cuore dell’orante”. Tutti i Sommi Pontefici, e fra questi Sisto V e San Pio V nelle loro Bolle attribuirono alla meditazione dei misteri, non già alla sola pronuncia delle parole, le grazie trionfatrici, che mutavano gli uomini in tutt’altro di quel ch’erano, recitando il Rosario: “Con questo modo di pregare i fedeli incominciarono ad essere accesi da queste meditazioni in modo da essere trasformati subito in altri uomini”. E San Domenico, come narra Luminoso d’Aposo suo coetaneo, inculcava la meditazione dei misteri. La stessa Santa Chiesa nell’orazione della Messa e dell’Ufficio non prega per i suoi fedeli in virtù principalmente delle preci, ma in virtù della considerazione dei misteri: “O Dio, il cui Figlio unigenito con la Sua vita, morte e risurrezione ci ha meritato il Paradiso, ti preghiamo di concederci che, meditando questi misteri del Santo Rosario della Beata Vergine Maria, imitiamo gli esempi in essi contenuti e otteniamo i beni che essi promettono”. La meditazione dei misteri è l’anima del Rosario. Prima di cominciare il Rosario, ciascuno si fermi un po’, entri in se stesso: faccia un atto riflesso di volerlo recitare col pensiero della mente e cogli occhi della fede vedere quel mistero che considera e procuri di cavarne sempre qualche frutto per la riforma dei costumi.
MISTERI GAUDIOSI
Nel primo Mistero Gaudioso si considera come la Vergine Santa fu annunciata dall’Angelo Gabriele, che doveva concepire e partorire il nostro Signore Gesù Cristo. I. L'eccessiva carità del Figlio di Dio, il quale per nostro amore e per la nostra salvezza si fece uomo. Noi dunque dobbiamo amarlo, perché Egli prima ha amato noi. Se conosciamo non averlo amato, dolore, risoluzione e preghiera. II. Appena fattosi uomo il Figlio di Dio, rivolto al suo Eterno Padre, disse: Ecco, io vengo o Dio per fare la tua volontà: io mi ci sottometto con tutto il mio cuore e faccio della vostra volontà una legge indispensabile che mi sono impressa nel cuore, per essere la regola di tutta la mia condotta. Dal primo momento sino alla morte seppe adempiere perfettamente la volontà del Padre. Ecco l’esempio che noi dobbiamo seguire, il principale dovere che dobbiamo adempiere, ecco l’indispensabile nostra obbligazione. Ecco la regola della vera santità, il principio della vera felicità, cioè fare sempre la volontà di Dio. 2 Qual cosa più giusta che l’uomo si assoggetti alla volontà di Dio? Questa ci assicura il Paradiso: chi fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli, entrerà nel Regno dei cieli. Esaminiamoci, se l’abbiamo adempita; altrimenti, pentimento. III. Gesù Cristo nel principio della Sua Incarnazione si protestò ancora di voler impiegare tutt’i momenti della Sua vita per nostro amore e cedere a noi i meriti Suoi infiniti. Dunque dobbiamo almeno spendere tutt’i momenti di nostra vita per Gesù. Esame, confusione. IV. La Vergine Santissima nell’atto di esser sublimata all’altissima dignità di Madre di Dio, profondissimamente si umilia: Ecco la serva di Dio, si faccia di me secondo la tua parola. Qui insegna a noi l’esercizio dell’umiltà per essere esaltati. V. Nel tempo che Maria Santissima stava sola ritirata nella Sua casa in Nazareth, conversando con Dio, riceve da Dio sì gran favore. Impariamo anche noi il segreto di essere da Dio favoriti, amando la solitudine e la conversazione col Signore, ch’è stato solito sempre in tali esercizi compartirli.
Nel secondo Mistero Gaudioso si considera come la Vergine Santa, avendo inteso che Santa Elisabetta era gravida, si partì subito ed andò a visitarla in casa sua e stette con essa tre mesi. I. Appena entrata Maria Santissima nella casa di S. Elisabetta, colmò di grazie e di benedizioni celesti tutta quella famiglia; per mezzo di lei S. Giovanni Battista fu santificato, S. Elisabetta ripiena di Spirito Santo e fu comunicato lo spirito di profezia a S. Zaccaria. Maria Santissima è l’acquedotto universale, per cui passano a noi tutte le grazie. Chi desidera grazie, ricorra a Maria con sicurezza di riceverle. II. Se vogliamo efficacemente ogni grazia per Maria, imitiamola, specialmente in tre virtù, ch’ella c’insegna in questo mistero. Il fervore e la vera devozione cioè di fare prontamente quel che Dio vuole da noi. Partitosi l’Angelo da Lei, nonostante tutte le considerazioni, le quali potevano arrestarla in casa sua, conoscendo esser quello il volere di Dio, si mette in viaggio, corre, vola con una incredibile sollecitudine per vie scoscese e difficili. E noi serviamo Dio in questa maniera? Andiamo subito che chiama? con tutta prontezza dovunque ci chiama? III. L’umiltà. La Vergine Santissima, superiore, visita l’inferiore; mentre S. Elisabetta la loda, Maria destramente rivolge il discorso, indirizzando la gloria alla sua sorgente: L’anima mia, dice, dà al suo Signore la gloria, perché non ha disdegnato di volgere lo sguardo sulla bassezza della sua serva. Impariamo a non ricercare la reputazione degli uomini, a non ricevere le loro lodi, o quando si ricevono, rivolgerle a gloria di Dio. IV. La Carità. La Vergine Santissima, conoscendo che visitando la sua cugina Elisabetta, avrebbe resa lei e la di lei famiglia partecipe della pienezza delle sue grazie, mossa da fervente e forte carità verso il prossimo, non badando né a incomodi, né a patimenti, sollecitamente si mette in viaggio. La carità verso il prossimo è il distintivo dei cristiani; chi ama il prossimo ama Dio ed adempie tutta la legge. V. S. Giovanni Battista saltellò per giubilo nel seno di S. Elisabetta per la presenza di Gesù Cristo che egli conobbe, amò e adorò come suo Signore e Re. E noi non salteremo per allegrezza alla presenza di Gesù Sacramentato?
Nel terzo Mistero Gaudioso si considera come, essendo venuto il tempo di partorire, partorì Maria nella città di Betlemme il nostro Redentore nella mezzanotte fra due animali nel Presepio. I. Anima cristiana, entra col tuo pensiero nella grotta di Betlemme; vedi cogli occhi della fede chi è quel Bambino che giace nella mangiatoia. Egli è il Figlio di Dio che si è fatto uomo affinché l’uomo fosse fatto figlio di Dio; e difatti nel tuo battesimo fosti fatto figlio adottivo di Dio. Ringrazialo e pentiti che per i tuoi peccati tu hai perduto sì gran dignità, e d’ora innanzi mena vita degna di figlio di Dio. II. Il Figlio di Dio discende dal Cielo alla mangiatoia per portare noi al cielo. E tu perché cammini per la via dell’inferno? Che pazzia! Via, su prega quel Bambino che ti porti al cielo. La carità ha tirato il Figlio di Dio in terra per innalzare l’uomo dalla terra al cielo. III. Il Figlio di Dio infinitamente ricco si è fatto povero per arricchire l’uomo dei suoi beni e liberarlo da tutti i mali. E tu buttati ai suoi piedi, cercagli grazie, che certamente te le concederà. IV. La nascita di Gesù Cristo è morte dei vizi e vita delle virtù. Vedi, se v’è in te qualche vizio: prega quel Bambino, che l’uccida, e se manca qualche virtù, pregalo che te la dia. V. Quel Bambino è la delizia del Paradiso; ed egli là patisce il freddo, la puzza, le punture della paglia e va pensando a tutto quello che poteva patire per te fino alla sua morte. Ed il tuo cuore non si sente ancora acceso di amore per lui? Gettati ai suoi piedi: adoralo, ringrazialo, amalo.
Nel quarto Mistero Gaudioso si considera come nel giorno della sua Purificazione la Vergine Santa presentò nostro Signore nelle braccia del vecchio Simeone. I. Gesù Cristo volle essere presentato nel Tempio per pubblicamente presentarsi al suo Eterno Padre; lo fece per la sua liberalità e carità. L’uomo, poi, che per giustizia è obbligato a sacrificarsi a Dio, non lo farà. A chi finora ti sei consacrato? Se al demonio, pentiti e consacrati a Dio. II. Gesù Cristo che offrì un continuo sacrificio di tutta la sua vita, cominciando dalla prima sua infanzia fino alla morte, ci dà esempio di fare un continuo sacrificio della nostra vita. Quanti momenti hai speso in bagattelle, e forse nei vizi? Confonditi, risolvi d’impiegarli tutti sempre a Dio, dicendo spesso: Mio Dio, io sono tutto vostro. III. Gesù Cristo da ch’era Bambino si consacrò al suo Eterno Padre; egli insegna a noi presto a darci tutto a Dio e non differire. Tu che aspetti? che l’ira di Dio ti stermini? Presto, presto, pentiti e datti a Dio davvero! IV. La Vergine Santissima non era obbligata alla legge della Purificazione, ed ella l’osserva. E tu, che sei obbligato ad osservare la legge di Dio, come l’osservi? Confonditi, risolvi. V. La Vergine Santissima non rifiuta comparire disprezzata come se fosse immonda tra le altre donne immonde, quantunque ella era purissima; confonde la nostra superbia, ch’essendo peccatori vogliamo essere stimati santi. Impara una volta l’umiltà. 4 VI. Il santo vecchio Simeone, tenendo in braccia Gesù Bambino, sentì tanta allegrezza, che si contentava morire. E tu perché non senti simile gaudio, tenendo in te Gesù Sacramentato? Segno è questo che non t’accosti ben apparecchiato. Preparati bene e sperimenterai dolcezze di Paradiso. VII. Il santo vecchio Simeone disse: questo Bambino è stato posto per rovina e per risurrezione di molti; attaccati con tutto il cuore a Gesù, che sarà a te di salvezza, e trema di offenderlo, acciò non sia per te occasione di maggior dannazione.
Nel quinto Mistero Gaudioso si considera come Maria Santissima, avendo smarrito il suo Figliuolo e cercatolo per tre giorni, alla fine del terzo giorno lo ritrovò in mezzo ai dottori, che disputava essendo di anni dodici. I. Gesù Cristo per alti suoi fini si nascose da Maria Santissima e S. Giuseppe, e rimase nel tempio di Gerusalemme a disputare coi Dottori. Chi sta in grazia di Dio, tiene in sé Gesù Cristo, il quale mai se ne parte, se prima non si scaccia dall’anima che commette peccato mortale. Dunque, tanto è facile perdere Gesù Cristo, quanto è facile commettere un peccato mortale. Guardati da ogni occasione di peccare. E tu quante volte l’hai discacciato coi tuoi peccati? Vedi che ingratitudine, che pazzia, cercagli perdono, risolvi. II. Chi perde Gesù per il suo peccato, si trova nel più miserabile stato. Siccome Gesù Cristo è il Sommo Bene che rende beato l’uomo, così la perdita di Gesù è il sommo male, che lo rende infelice. Chi tiene Gesù, tiene tutto, e chi perde Gesù, perde tutto. Pensaci bene! III. Maria Santissima trovò Gesù Cristo, ma con sommo dolore: addolorati, ti cercavamo. Se vuoi trovare Gesù, devi avere vero dolore dei tuoi peccati, causa della perdita di Gesù. Prega Maria Santissima, che te lo impetri. Comincia a pentirti in questa posta. IV. Maria Santissima trovò Gesù nel tempio in mezzo ai dottori. Se vuoi trovare Gesù, devi andare nelle chiese ad ascoltare i predicatori e domandare perdono ai confessori. Risolvi. V. Maria Santissima, subito che s’accorse d’aver smarrito il suo dilettissimo Figlio, non perdette tempo, presto l'andò cercando. Così devi fare tu, se conosci aver perduto Gesù nel tuo peccato; presto cercalo, pentiti, risolvi. VI. La Vergine Santissima fu ripiena d’indicibile allegrezza nel trovare il suo amabilissimo Gesù. Quanto felice sarai tu, se troverai il tuo Creatore, il tuo Salvatore! Conta tra i giorni della tua allegrezza e felicità il giorno della tua conversione, in cui troverai Gesù. Fatelo e lo conoscerete. VII. Tre sono le vere feste dell’uomo: 1° il giorno del battesimo; 2° il giorno della buona confessione; 3° il giorno in cui, morendo, l’anima se ne vola al paradiso. Avete fatta la prima nel S. Battesimo; fate la seconda con una buona confessione, troverete Gesù e poi farete la terza trovando Iddio nel cielo. VIII. Non si legge che Maria Santissima, dopo aver trovato suo Figlio, lo perdette di nuovo. E voi, dopo averlo trovato, fate come la sacra sposa: Incontrai l’amato del mio cuore, lo abbracciai e più non lo lasciai. Ho trovato l’amore dell’anima mia, me lo stringerò, né lo lascerò partire (Cn 3,4). IX. Il dolore che Maria Santissima sentì nello smarrimento del suo Figliuolo fu il più atroce, perché non vedeva Gesù. Compatiscila e pregala.
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