"E intrecciato una corona di spine, gliela posero sul capo, e una canna nella mano destra; e inginocchiatosi davanti a lui, si burlavano, dicendo: "Ave, Re dei Giudei!" (Mt 27, 29). Nostro Signore fu condannato per aver sostenuto di essere il re degli ebrei. E, infatti, Egli è veramente il re, degli ebrei e di tutti i popoli. Lui è il re, non tramite unzione esterna ma interiore. È l'unione della sua natura divina con la sua natura umana che lo rende, come uomo, il re di tutta la creazione. Essere sempre Dio, fatto uomo, non può non essere re. In questo mistero, Serpotta ci fa considerare la virtù della pazienza. San Tommaso ci illumina su questo argomento: "[A] condizione necessaria per l'aumento dell'amore divino è una pazienza incrollabile di fronte alle avversità. I dolori che sopportiamo per una persona amata, invece di diminuirla, aumentano la nostra tenerezza nei suoi confronti. "Molte acque non valgono la pena di estinguere...
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