Beato Bartolomeo Cerveri, martirizzato dai valdesi il 21 aprile 1466 a Cervere (Cuneo) In ricordo perenne
Ardente predicatore, inquisitore degli eretici, vigoroso difensore della fede cattolica, il beato Bartolomeo Cerveri di Savigliano apparteneva all´Ordine dei Fratelli predicatori.
Un giorno, ricevendo ordini dal Sommo Pontefice per andare a Cervere come inquisitore, si confessò prima del viaggio, e finì col dire al confessore:
- Il mio nome è Bartolomeo di Cerveri e mai sono stato in quella località. Lì, devo lasciare l´ incarico di inquisitore. Lì, finirò i miei giorni.
E così è successo, davvero.
Accompagnato da due monaci, quando si avvicinò a Cervere, è stato attaccato da cinque eretici valdesi che, con le spade sguainate, gli hanno fatto una grande croce nel grembo, facendo un´apertura da su in giù e di lato a lato. E il più prodigioso è stato che dalle lesioni non corse il sangue. Solo dopo che lo trasportarono alla chiesa è che il sangue scorse in abbondanza e allagò il pavimento del tempio.
Beato Bartolomeo Cerveri da Cervère (1420-1466) Discendente da una nobile famiglia saviglianese, quella dei Cerveri, da cui nacque nel 1420, divenne a 16 anni domenicano nell’im-portante convento della città. Realizzò in poco tempo un duplice armonioso sviluppo di dottrina e di virtù. Studiò all’Università di Torino, dove nel medesimo giorno (8 maggio 1452), ottenne la licenza, il dottorato e l’incorporazione al Collegio dei Maestri o Dottori dell’Università. La serietà della sua preparazione culturale gli meritò l’insegnamento all’Università di Torino, dove i domenicani e i francescani conventuali avevano rispettivamente le cattedre di Teologia e di Filosofia. Nel 1453-1454 e nel 1458-1459 fu priore del convento di Savigliano, di cui fece ingrandire la chiesa. Diresse anche i monasteri delle religiose Domenicane di Savigliano e di Revello e vi ispirò varie riforme. Dopo la canonizzazione di san Vincenzo Ferreri (1 ottobre 1458) eresse in onore di questo santo un altare a spese della famiglia Botta. Savigliano era tra i più importanti centri del Piemonte, anche sotto il profilo economico. La sua preparazione teologica e il prestigio di cui godeva portarono nel 1459 fra’ Bartolomeo alla nomina di inquisitore generale della fede per il Piemonte e la Liguria. Insediati nelle valli pinerolesi, i valdesi avevano dato vita a vari gruppi di aderenti in diverse località piemontesi, tra cui anche Cervère, presso Fossano. A loro era diretta l’attività dell’inquisizione, che prima di essere tribunale, aveva il compito di riconquistare gli “eretici” e di preservare i fedeli dall’eresia con la predicazione, che era appunto la missione specifica dei domenicani e che costituì l’attività principale di fra’ Bartolomeo, ufficio nel quale ottenne abbondanti frutti, grazie all’efficacia della parola e dell’esempio della sua santa vita; ma l’in-vitta difesa della religione gli attirò contro l’odio più accanito degli eretici. Dovendo un giorno, per l’ufficio affidatogli, recarsi a Cervère, cittadina presso il fiume Stura e allora in diocesi di Fossano, volle prima accostarsi devotamente al sacramento della confessione; al confratello che gli aveva impartito l’assoluzione confidò, scherzando sui nomi, che egli, pur essendo della famiglia dei Cerveri, non era mai stato a Cervère e che, recandovisi allora per la prima volta, vi avrebbe trovato la morte; in realtà questo avvenne. Infatti il beato Cerveri e i due confratelli che lo accompagnavano, fra Giovanni Boscato e fra Gian Pietro Riccardi, passata Bra e quindi a mezza lega da Cervère, il 21 aprile 1466, furono assaliti da cinque eretici, dei quali i manoscritti che riportano il suo martirio (detta passio) tramandano nomi e cognomi. Riccardi restò incolume, Boscato fu gravemente ferito alle spalle e a una coscia, mentre Cerveri morì colpito al ventre da più colpi di lancia. Spirò pregando per i suoi assassini. Il suo fu subito considerato un martirio per le mani degli eretici. Le spoglie furono deposte nella chiesa dei domenicani a Savigliano, sotto l’altare maggiore, da cui dopo la soppressione napoleonica del 1802, furono portate nella chiesa di Cervère, dove si venera tuttora in un’urna posta sotto l’altare maggiore della parrocchiale. Il 22 settembre 1853 il beato Pio IX autorizzò la celebrazione della festa del beato l’11 luglio. Attualmente in diocesi di Fossano si ricorda il 13 ottobre.
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